Francesco

Anche Napoli piange il ‘Paladino degli ultimi’

23 Apr 2025

La Chiesa di Napoli, in comunione con la Chiesa universale, è in lutto per la improvvisa morte di papa Francesco. “Ma – si legge in una nota della diocesi – è l’intera città metropolitana che piange la dolorosa perdita del ‘Paladino degli ultimi’, che si è fatto missionario di pace, che si è battuto per il disarmo, che ha gridato la fine di tutte le guerre, che ha invocato l’apertura dei confini ai migranti perché ‘fratelli tutti’, che ha richiamato l’attenzione dei governanti sulle periferie esistenziali fatte non di ‘scartati’ ma di persone, che ha lottato contro le diseguaglianze, le ingiustizie e le illegalità”.
La nota continua: “Un magistero forte e sconvolgente il suo che già nel 2015, durante la entusiasmante visita pastorale del 21 marzo, conquistò, in maniera dirompente, la simpatia e l’animo dei napoletani con i quali papa Francesco volle trascorrere una intera giornata stando con i carcerati, con i lavoratori, con gli ammalati, con i giovani, con i disoccupati, parlando di Cristo e della dignità della persona umana. A conclusione della intensa giornata si disse stanco ma contento, perché aveva parlato con il cuore e aveva avuto modo di toccare il cuore dei napoletani. Era nato l’idillio, un legame di amore sincero e puro, irrobustito dalla successiva visita del 21 giugno del 2019 all’istituto dei gesuiti a Posillipo per un convegno su una necessaria forma di riflessione teologica non astratta ma contestualizzata. Un amore che ha portato al dolore e alle lacrime di questi giorni per la morte del grande amico, il portavoce di coloro che non riescono a gridare i propri diritti”.
La diocesi partenopea ricorda: “La commozione è diffusa ed enorme. Ci si sente più soli e indifesi ma, forti della speranza cristiana che lui ha predicato costantemente, si sta pregando nelle chiese, nelle comunità, nelle famiglie, nei posti di lavoro”.
E nell’attesa dei solenni funerali di sabato a Roma, dove tanti napoletani saranno presenti di maniera spontanea, “la Chiesa locale, nella persona del cardinale arcivescovo don Mimmo Battaglia, invita tutti alla preghiera per eccellenza, alla messa di suffragio per papa Francesco che verrà celebrata giovedì 24 aprile, alle ore 19, nella chiesa cattedrale”.

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Diocesi

Madonna della Camera a Roccaforzata: spostati ai primi di maggio i festeggiamenti civili

23 Apr 2025

di Angelo Diofano

Riceviamo e pubblichiamo questa comunicato del comitato festeggiamenti patronali in onore della Madonna della Camera, a Roccaforzata, pervenutoci nella serata di martedì 22.

“La concomitanza della morte di papa Francesco con la nostra sentitissima festa della Madonna della Camera ci ha da subito interrogato circa l’opportunità di apportare cambiamenti al programma della festa stessa. La nostra riflessione si è trovata da subito di fronte al bivio sulla priorità del silenzio del lutto o della festa della Resurrezione di cui papa Francesco è stato instancabile testimone. Alla fine abbiamo fatto prevalere l’equilibro e perciò annunciamo che il programma civile viene rinviato a giovedì 1 e venerdì 2 maggio secondo questa scaletta: primo maggio, ore 21, concerto della Dolphin Jazz Orchestra; 2 maggio, ore 21, concerto della band ‘Banana Republiq e alle ore 23 lo spettacolo pirotecnico della ditta LP pirotecnica di Danilo Madio di Bernalda.
Sperando di aver rispettato la sensibilità di tutti e con la certezza di aver preso questa decisione dopo attenta e lunga riflessione, auguriamo a tutti buona festa della Madonna della Camera”.

Il comitato festa informa infine che il programma religioso resta invariato, con il giro della banda musicale che nella mattinata di mercoledì 23 aprile annuncerà la festa. Giovedì 24, festa della Madonna della Camera, alle ore 7 ci sarà la rituale processione dalla chiesa madre al santuario dove alle ore 7.30 celebrerà la santa messa il parroco di Monteparano, don Angelo Pulieri; alle ore 10.30, in chiesa madre, la solenne celebrazione eucaristica, che però non sarà più presieduta dall’arcivescovo; alle ore 11.30 circa si snoderà la processione per il paese con il simulacro della Madonna accompagnata dal’associazione musicale ‘Euterpe-Città di Pulsano’ diretta dal m° Francesco Bolognino mentre in serata alle ore 19 la santa messa in chiesa madre verrà celebrata dal parroco don Giuseppe Mandrillo.

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Eventi nazionali

“Come uno sguardo dalla finestra dell’anima” è il tema di una residenza poetica a Canna (CS)

22 Apr 2025

Dal 24 al 28 aprile 2025, Canna, un bellissimo borgo calabrese di origine medievale, in provincia di Cosenza, sarà lo scenario per un evento particolarmente suggestivo che vedrà la poesia e i poeti protagonisti assoluti in questo grazioso e ospitale paese che conserva intatti gli usi e i costumi di un tempo. L’evento denominato “Residenza poetica – Come uno sguardo dalla finestra dell’anima”, (organizzato da Macabor Editore e dalla rivista di poesia “Il sarto di Ulm”, con il patrocinio dell’amministrazione comunale di Canna), ha come protagonisti principali sette poeti italiani: Claudio Alvigini, Bartolomeo Bellanova, Maria Benedetta Cerro, Mariapia Crisafulli, Alfonso Graziano, Evaristo Seghetta Andreoli e Silvano Trevisani.

Durante il loro breve soggiorno i “poeti residenti” conosceranno a fondo il borgo calabrese e le persone che lo abitano, per trarre ispirazione e scrivere successivamente dei testi poetici che saranno raccolti in un libro edito da Macabor. Una commissione poi sceglierà la poesia più bella che sarà fissata, a testimonianza futura di questo evento, in una parte suggestiva del borgo, scelta dall’Amministrazione Comunale.

Molti sono gli appuntamenti nell’ambito della residenza: l’inaugurazione al Palazzo delle Culture, già Palazzo Ielpo, giovedì 24 aprile alle 18:30, con l’incontro dei poeti residenti con le istituzioni locali e la cittadinanza. Altri tre incontri si svolgeranno venerdì 25 aprile: alle 11, “Incontro in Biblioteca” dei poeti residenti con i giovani di Canna; alle 17 l’incontro dei poeti con una grande custode della memoria del luogo, Settimia Arcuri di anni 105; alle 18:30, al Palazzo delle Culture, la manifestazione culturaleIl poeta del cuore”. Conversazione/reading dei poeti residenti sul loro poeta preferito. Sabato 26 aprile i poeti residenti, per una rivisitazione degli “antichi mestieri”,  incontreranno il maestro calzolaio Quintino Le Rose; alle 16 ci sarà la visita guidata da Maria Domenica Arcuri lungo l’itinerario dei murales di Canna; alle 18:30, al Palazzo delle Culture la manifestazione “Il piacere di leggere l’altro”, Conversazione reading dei poeti residenti a coppie dove ogni poeta non legge le sue poesie ma quelle del collega.

Gli appuntamenti della residenza si concluderanno domenica 27 aprile con alle ore 11, un “Incontro in Biblioteca” dei poeti con i convenuti per parlare dell’esperienza vissuta a Canna; alle ore 18:30, al Palazzo delle Culture, la manifestazione culturale conclusiva “Il momento dei saluti. La serata finale”. Con ooesia e musica a cura di Lina Bianco e Carmine Bianco. E poi alle ore 20, una parentesi su “Cibo e cultura”. I piatti tipici del luogo (a cura del Ristorante “La Timpa” di Lucio Arcuri ).

Ogni evento sarà supportato dalla presenza del Sindaco di Canna Paolo Stigliano, del direttore artistico Bonifacio Vincenzi e della preziosa e fattiva presenza, nell’ambito organizzativo, di Elisa Giacobino, vicesindaco di Canna, Maria Domenica Arcuri, Griselda Doka e Angela Greco AnGre.

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Francesco

Francesco, il papa degli umili, ha tracciato la via per tutti

22 Apr 2025

di Silvano Trevisani

Rovescia i potenti dai loro troni ed esalta gli umili. Se questa è la “logica” divina, insegnataci da Maria madre di Dio, non deve stupire che Francesco avesse tanto a cuore il destino degli ultimi, e non avesse mai paura a dispiacere ai potenti. È questo anche il motivo per cui la gran parte dei laici, soprattutto coloro che hanno a cuore la missione della Chiesa, lo hanno amato tanto e sentono già la sua mancanza. Un amore che diventava ammirazione sincera in un’ampia schiera di non credenti che vedevano in lui un uomo profondamente coerente, innanzi tutto con la fede professata, poi con la missione di una guida spirituale.

Ed è anche il motivo per il quale chi lo ha amato ha sempre visto una sua anticipazione in un altro papa pronto a cambiamenti radicali, che non ha potuto avviare a causa della morte improvvisa e misteriosa: Giovanni Paolo I.

Ma è forse anche il motivo per il quale molti non lo hanno amato, soprattutto tra coloro che, godendo posizioni di privilegio, potere, ricchezza, non potevano accettare critiche ai loro comportamenti. Anche se tali comportamenti arrivavano a strumentalizzare la fede e la religione a vantaggio dei loro progetti. Fino a intendere la guerra come normale pratica politica.

La storia della Chiesa è tutta segnata dai limiti umani, che erano già così chiari ed evidenti negli apostoli, che pure avevano avuto il “vantaggio” di vivere accanto a Cristo. Che non a caso aveva dichiarato beati “coloro che non hanno visto e hanno creduto”. Per chiarire, ai credenti dei millenni futuri, che la fede sincera e le opere conseguenti cambiano l’uomo dal di dentro e valgono più delle “pratiche”. Utilissime a vivere la fede, ma non la sostituiscono.

È stato sempre il potere il discrimine della convivenza umana e il potere ha facilitato interpretazioni interessate e individuali della dottrina cattolica. Che può avere certamente oscillazioni nella qualità della pratica e dell’”applicazione”, proprio perché …siamo uomini, ma non può certo prescindere dalla sua vera e principale missione: l’amore.

Proprio l’amore è il criterio principale e chiarificatore del pontificato di Francesco. E della sua “scrittura”. Da “Laudato si’” e “Fratelli tutti”, la sua lezione è chiare e inequivocabile. Ma anche così ci sono state interpretazioni unilaterali: politiche; ambientalistiche; spirituali; pastorali; e persino “geopolitiche”. Eppure l’umanesimo integrale alla base del suo insegnamento non lasciava spazio a dubbi: dalla salvaguardia del creato all’universalità della giustizia a fondamento della convivenza umana non c’è nessuno iato. Ma il problema è proprio questo: teorie settarie, atteggiamenti individualistici, seppure allargati a gruppi o nazioni, aggregazioni politiche ed egoismi cercano in tutti i modi di giustificare se stessi. Si fondano sulla diversità, la giustificano, la teorizzano, la proclamano, e hanno in odio il criterio di uguaglianza degli esseri umani. Quindi persino la democrazia. Ed è proprio questo che Francesco ha detto negli ultimi messaggi, prima di lasciarci.

Ed è proprio questo che il popolo di Dio, la grande maggioranza dei credenti, vorrebbe vedere da ora in poi confermato: nella Chiesa e dalla Chiesa. Perché non si compiacciano i poteri autoreferenziali, le mire di chi punta alla diseguaglianza, al primato di gruppi, razze, paesi, religioni, teorie transumaniste o paraumaniste. E non si torni indietro come a volte è accaduto. Anche nel cammino della Chiesa. Ad esempio dopo la “riparazione” di Francesco d’Assisi. Il cui nome papa Bergoglio non a caso ha voluto per sé. Preoccupazione certamente condivisa anche da molti non credenti, che guardavano a lui come “unica luce nel buio” in cui i potenti del mondo sembrano vagare

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Mysterium festival

In cattedrale, serata conclusiva di gala per il ‘Mysterium Festival’

22 Apr 2025

«Sono stato pienamente partecipe di questo ‘Mysterium Festival’, che mi ha affascinato fin dal primo momento e che anche quest’anno ci ha regalato tante emozioni. Mi sento molto vicino alla rassegna, tanto da averla seguita con attenzione partecipando personalmente ad alcuni degli eventi in programma. Questa vicinanza sta a significare anche partecipazione piena allo sforzo e all’impegno di tanti che hanno contribuito a rendere la Settimana santa tarantina ancora più bella e più ricca grazie a tutti quegli eventi (ben 35) che hanno avuto luogo in tutta la città, ammirevoli espressioni dell’arte, della cultura e della musica, che contribuiscono ad avvicinare Dio all’uomo. E questo è veramente una cosa straordinaria! La mia presenza vuol anche essere uno stimolo per gli organizzatori a continuare in questo percorso intrapreso con successo undici anni fa, che contribuisce a rendere queste giornata ancora più intense e partecipate da tutti»: così ha dichiarato l’arcivescovo mons. Ciro Miniero a conclusione del ‘Concerto di Pasqua’, evento finale del ‘Mysterium Festival’ edizione 2025, svoltosi domenica scorsa nella basilica cattedrale di San Cataldo.
Protagonista della serata è stata l’Orchestra della Magna Grecia diretta dal m° Piero Romano assieme al L.A. Chorus (diretto dal m° Luigi Leo), i cantanti Saori Sugyama (mezzosoprano), Riccardo Della Sciucca (tenore), Jacopo Dipasquale (tenore) e Agostino Subacchi (basso).  In programma, la ‘Messa n. 6 in mi bemolle maggiore’ di Franz Schubert, composta nell’estate del 1828 a Vienna. La prima esecuzione fu tenuta, il 15 novembre dello stesso anno, nella Pfarrkirche Maria Trost di Vienna cui Schubert non fu presente in quanto ammalatosi di febbre tifoide agli inizi del novembre 1828, di cui morì il 19 dello stesso mese a soli 31 anni.
Il brano di Schubert è stato preceduto dalla prima assoluta di ‘Jè Pasche’ di Simone Falcone, artista tarantino residente in Germania, che ha musicato l’omonima poesia tratta dalla raccolta ‘…pe’ nu’ more… e resùscete’ di Michele Pulpito, insegnante di scuola elementare, scomparso da qualche anno, che tanto si è speso con i suoi allievi per far amare Taranto in tutte le sue espressioni e in particolare le poesie in vernacolo.
La composizione musicale è suddivisa in quattro piccoli segmenti, ognuno dei quali prova a descrivere i diversi stati d’animo che si possono nutrire all’annuncio della resurrezione di Gesù: una notizia che trasmette allegria al creato e con solennità ricorda che la Pasqua è anche una festa d’amore.

A fine concerto, l’assegnazione del’ Premio Mysterium Festival’ alla dott.ssa Vittoria Scazzarriello, vedova dell’indimenticato  dott. Oronzo Forleo.
La dottoressa Scazzarriello fin da giovanissima ha scelto di mettersi al servizio degli altri, dalla catechesi al doposcuola per i bambini più bisognosi, fino alle attività di volontariato svolte con passione e continuità. Dopo la laurea, ha aderito alla Vides – Volontariato internazionale donne per l’educazione e lo sviluppo – contribuendo a progetti a favore dell’infanzia e dell’emancipazione femminile. Successivamente, con la partecipazione dei figli, ha prestato assistenza in diverse case-famiglia, sostenendo a distanza bambini di Nicaragua, India, Uganda e Congo. Oggi collabora con l’associazione “I bambini di Antonio”, promuovendo istruzione e assistenza sanitaria per i più piccoli in Africa. Per la sua totale dedizione alla famiglia e per il suo religioso impegno svolto con umiltà e discrezione, è stata insignita del premio internazionale ‘Santa Rita Da Cascia’.

Dopo breve introduzione del presidente del comitato scientifico del ‘Mysterium’, dott. Donato Fusillo, e della prof.ssa Adriana Chirico, l’opera realizzata da Giulio De Mitri, una farfalla stilizzata, è stata consegnata da mons. Ciro Miniero a un’amica dalla premiata, impossibilitata a intervenire per motivi familiari.

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Diocesi

Festa per la Madonna delle Grazie a Carosino

Per il lutto di papa Francesco, rinviato il concerto dei ‘Terraross’

foto G. Leva
22 Apr 2025

di Angelo Diofano

In segno di lutto per la morte di papa Francesco, a Carosino, il parroco don Filippo Urso ha stabilito lo spostamento del concerto dei ‘Terraross’, previsto per Lunedì di Pasquetta in occasione della festa della Madonna delle Grazie, a mercoledì 30 aprile, con successiva estrazione della lotteria.

È stata invece confermata invece per questa sera, martedì 22 aprile, dopo la santa messa delle ore 18.30, la processione in ringraziamento, accompagnata dalla banda ‘G. Verdi’ di Sava, durante la quale sarà recitato il santo rosario per lo scomparso pontefice. Confermata la sosta in via Paisiello per lo spettacolo pirotecnico in onore della Madonna, a cura della ditta Danilo Madio di Bernalda in collaborazione con la Piroshow di Carosino.

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Tracce

I disordinati che disordinano il disordine

Foto Ansa-Avvenire
22 Apr 2025

di Emanuele Carrieri

“Nessuno può sognarsi di imporre un nuovo ordine mondiale: chi pensa di poter imporre un nuovo ordine mondiale è un pazzo. Il nuovo ordine mondiale può nascere solamente da un equilibrio multilaterale nel creare tutte le condizioni per un vero equilibrio multilaterale.” Così il professor Massimo Cacciari affermò durante una trasmissione televisiva andata in onda qualche settimana fa nella quale si discuteva, ovviamente, su che cosa avesse in mente Trump. In effetti, il presidente americano si pavoneggia come un bullo e, con il suo modo di esprimersi presuntuoso e oltraggioso, sembra un isolazionista e un protezionista, ma sembra anche un colonialista, un espansionista, un imperialista. È una convinzione difficile da rappresentare, perché le prime parole sono delle vere e proprie contrapposizioni delle successive. Infatti in primo luogo sta allontanando gli Stati Uniti da tutti i suoi impegni nel mondo: all’Ucraina ha chiesto la restituzione dei quattrini degli aiuti e ha intimato a Zelensky di fare un accordo “o noi siamo fuori”. Tipico caso di minaccia inconsistente: è priva dell’intento intimidatorio, della prospettiva di un danno e non infonde timore. In aggiunta, oltre a quanto già detto, l’accordo era simile più a una estorsione, che a una pace. Con l’Europa, con l’Unione europea e i con i paesi europei della Nato, siamo arrivati senza mezzi termini agli insulti: mentre Vance ci definisce “parassiti e meschini”, per Trump l’Ue “è nata per fregarci”. Solo esempi, fra i molti. Isolazionista, quindi, e, ciò nonostante, anche colonialista, espansionista, imperialista: vuole la Groenlandia “per ragioni di sicurezza nazionale”, il canale di Panama, “vitale per il nostro Paese”, e anche il Canada, che – a suo giudizio – “non esisterebbe” senza i miliardi degli Stati Uniti. Insomma, gli analisti, i commentatori, gli esperti, gli opinionisti e gli studiosi di geopolitica stanno via via perdendo la fame, la sete e il sonno: nessuno più si arrischia a fare delle previsioni dato che Trump è imprevedibile, parla troppo e dice tutto e il contrario di tutto, per poi rimangiarsi tutto e il contrario di tutto, come rivela la vicenda dei dazi. Ciò nonostante, nello straripamento di parole qualcosa di più concreto si intravede: il 15 gennaio il segretario di Stato, Rubio, dichiarò che “l’ordine mondiale del dopoguerra non è solo obsoleto, ma è diventato un’arma contro di noi”, e gli Stati Uniti sono “ancora una volta chiamati a creare un mondo libero a partire dal caos”. Questa è la chiave per provare a capire il “nuovo disordine mondiale”. L’establishment della Casa Bianca è sicuro che il vecchio ordine – peraltro costruito e dominato dagli stessi Stati Uniti – li penalizzi. Non solo. Trump sa di non poter reggere il mondo da solo, come pensavano, invece, gli americani dopo la fine della guerra fredda: per alcuni dipende dal debito pubblico ormai insostenibile, per altri, invece, dalla volontà di preservare la centralità nel mercato finanziario globale. Qualsiasi sia la ragione, può sembrare singolare ma il sistema di equilibrio di potere che Trump sembra voler ricostruire combacia con le aspirazioni che Russia e soprattutto Cina manifestano da quasi venti anni. “L’Est sta crescendo e l’Ovest sta declinando” precisò Xi Jinping dopo la crisi finanziaria del 2008, mentre, alla Conferenza di Monaco del 2007, Putin definì l’ordine unipolare “inaccettabile e impossibile”. In questo scenario, molti ritengono che Cina, Russia e Stati Uniti inizieranno a spartirsi il mondo in tre sfere di influenza. Forse solo in due, perché la Russia è aggressiva, militarizzata e dal punto di vista geografico vastissima, ma rimane un nano economico. Già, perché muscoloso non significa forte. Quale il risultato finale? Le potenze non saranno alleate e si contenderanno l’influenza nelle aree del mondo. Intanto sono già unite da una logica imperiale e dall’insofferenza per i “terzi”, più piccoli e deboli: il “nuovo ordine mondiale”, pertanto, si baserebbe su un approccio pragmatico e utilitaristico e non più sul diritto internazionale e su valori umani universali condivisi. “Che cosa ci guadagno?” potrebbe essere la domanda sulla quale si costruirà la politica nel mondo. Del resto, già si intravedono, sullo sfondo, relazioni internazionali “a tempo determinato” e costruite su una “geometria variabile”, nelle quali conterà la capacità delle potenze di orientare alleanze regionali o locali. Può non piacere, ma come spiegare se no l’atteggiamento di Trump, che sta smantellando gli ultimi ottanta anni di politica estera americana, quello di Putin con Georgia e Ucraina e le varie contese territoriali della Cina con India e Taiwan? È uno schema semplicistico, oltre che pericoloso: le aree del mondo sono molto più complesse e non così inermi, e, soprattutto, non può esserci ordine privo di regole condivise. Anzi, se tutto si basa sulla legge del più forte, il “disordine mondiale” è assicurato. Per il momento, purtroppo, con questo schema si possono interpretare sia le oltre cinquanta guerre che si stanno combattendo nella trascuratezza totale, sia quelle in Ucraina e in Medio Oriente. Poi, le tre potenze sono già legate anche da una idea decadente e insofferente della democrazia, dalla voglia di soluzioni rapide, di liberarsi di regole e principi che alla democrazia danno aspetto, garantiscono la civile convivenza e, in teoria, la pace. In questa situazione, la domanda cruciale è: quale direzione prenderà il mondo? Da un lato, alcune voci chiedono una riforma radicale delle istituzioni internazionali, con un Consiglio di Sicurezza senza diritti di veto e una maggiore responsabilità delle potenze globali. E dall’altro, c’è la necessità di un approccio multilaterale che coinvolga “attori” statali e non per contrastare le crisi in modo più coordinato. Un elemento decisivo sarà la capacità di affrontare le cause profonde dei conflitti, come divari economici, accessi alle risorse e cambiamenti climatici. Già, senza interventi seri su questi temi, ogni tentativo di costruire un ordine mondiale stabile sarà, inevitabilmente, destinato a fallire.

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Francesco

I funerali di papa Francesco alle 10 di sabato 26

Domani, mercoledì 23, la traslazione nella basilica di San Pietro e l’omaggio dei fedeli

22 Apr 2025

Sabato 26 aprile alle 10, sul sagrato di San Pietro, si terranno le esequie di papa Francesco, presiedute dal card. Giovanni Battista Re.
Il feretro sarà poi tumulato a Santa Maria Maggiore, secondo le volontà testamentarie.

Domani mattina, mercoledì 23, la salma sarà traslata da Casa Santa Marta alla basilica vaticana, dove inizierà la visita dei fedeli sino a tutto venerdì 25.

Intanto, oggi martedì mattina la prima congregazione generale dei cardinali.

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Diocesi

Confraternita Addolorata, il Septimo Die

22 Apr 2025

di Angelo Diofano

Giovedì 24 aprile alle ore 19 a Taranto nella chiesa di San Domenico Maggiore si ripeterà la celebrazione della confraternita dell’Addolorata intitolata ‘Septimo Die’, giunta al dodicesimo anno, ormai entrata a pieno titolo nelle nostre tradizioni penitenziali. Tale denominazione deriva dal fatto che l’iniziativa si svolge a sette giorni dal mesto pellegrinaggio dell’Addolorata per le vie della città vecchia e del Borgo e costituirà un ulteriore momento di preghiera dei confratelli che hanno partecipato a quell’indimenticabile momento della tradizione nonché di tutti coloro che vorranno rivivere quelle suggestioni, in silenzioso e commosso raccoglimento. Sarà anche occasione per continuare ad ammirare ancora una volta da vicino lo splendido simulacro del XVII secolo della Beata Vergine Addolorata per poter pregare dinanzi a Lei tutti insieme, ringraziando per il buon esito delle nostre tradizioni penitenziali.

Dopo la santa messa celebrata dal padre spirituale della confraternita mons. Emanuele Ferro, l’immagine della Beata Vergine, dalla cappella a Lei dedicata, percorrerà, con il tradizionale passo della ‘nazzecata’, la navata principale fin davanti all’altare maggiore, a cura degli stessi confratelli, in abito di rito, che l’hanno portata a spalla in processione. Tutto questo, mentre la corale diretta da Michele Riondino eseguirà il popolare canto de ‘La Desolata’ di padre Serafino Marinosci.

Durante la breve processione alcuni confratelli raccoglieranno in sacchetti di color nero, della stessa stoffa dell’abito della Madonna, intenzioni di preghiera per sé e per i propri cari che, successivamente chiusi e sigillati, verranno deposti ai piedi del simulacro per tutto un anno. Una preghiera sarà fatta senz’altro per le sorti della città, in particolare per i disoccupati e per gli ammalati, e soprattutto per la cessazione dei sanguinosi conflitti in corso.

Nel corso della serata è prevista anche la consegna degli attestati di partecipazione a quanti hanno partecipato al pellegrinaggio della Beata Vergine Addolorata.

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Arcivescovo

La messa di Pasqua celebrata dall’arcivescovo Miniero a bordo di nave Vespucci

foto G. Leva
22 Apr 2025

Sull’altare allestito sul cassero della nave Vespucci, ormeggiata alla banchina del Castello aragonese, l’arcivescovo mons. Ciro Miniero ha presieduto la santa messa di Pasqua. Tra i sacerdoti concelebranti, il cappellano di bordo, don Marco Falcone, mentre le letture sono state affidate agli allievi dell’Accademia navale di Livorno.

Alla celebrazione eucaristica su quella che viene definita la nave più bella del mondo hanno partecipato le più alte cariche istituzionali civili e militari, fra le quali l’ammiraglio Aurelio De Carolis, comandante in capo della squadra navale, l’ammiraglio Vincenzo Montanaro, comandante del Comando interregionale Marina Sud (il cui staff ha supportato l’organizzazione della permanenza della nave durante la sosta nel capoluogo ionico), e il commissario prefettizio al Comune, Giuliana Perrotta.

Durante l’omelia, mons. Miniero ha detto: “Abbiamo acquistato nel giorno di Pasqua il diritto di sperare. La fede rende presenti le realtà sperate. E mediante la fede e i sacramenti, Gesù cambia la vita di noi. L’evento della Resurrezione è sorgente di buona vita anche nella società. Siamo chiamati a realizzare come credenti l’uomo nuovo”.
Infine così l’arcivescovo ha riferito a proposito della Vespucci: “Un luogo non solo bello ma significativo per la nostra amata Patria il cui equipaggio si impegna per portare in giro nel mondo il messaggio di pace”.

“È stata una giornata stupenda. Per me, comandante della squadra navale e tarantino, non poteva esserci occasione migliore per celebrare la Pasqua” – ha rimarcato l’ammiraglio De Carolis.

La celebrazione eucaristica si è conclusa con la lettura della preghiera del marinaio.

 

servizio fotografico di G. Leva

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Francesco

Il testamento di Francesco

Le parole del pontefice: “Ho offerto l’ultima parte della mia vita per la pace nel mondo”

ph Vatican media-Sir
22 Apr 2025

“Ictus cerebrale, coma, collasso cardiocircolatorio irreversibile”, in un soggetto affetto da “pregresso episodio di insufficienza respiratoria acuta in polmonite bilaterale multimicrobica, bronchiectasie multiple, ipertensione arteriosa e diabete di tipo II”: sono le cause della morte di papa Francesco, certificate dal direttore della direzione di Sanità e igiene dello Stato della Città del Vaticano, prof. Andrea Arcangeli. “Certifico che Sua Santità Francesco (Jorge Mario Bergoglio) nato a Buenos Aires (Argentina) il 17 dicembre 1936, residente nella Città del Vaticano, cittadino vaticano, è deceduto alle ore 7.35 del giorno 21/04/2025 nel suo appartamento nella Domus Santa Marta”, si legge nella denuncia di morte, avvenuta durante il rito della constatazione della morte e della deposizione della salma di papa Francesco nella bara, presieduto dal card. Kevin Joseph Farrell, camerlengo di Santa romana Chiesa nella cappella di Casa Santa Marta, secondo le procedure stabilite dall’Ordo Exsequiarium Romani Pontificis.

Era stato lo stesso camerlengo ad annunciare lunedì mattina 21, tramite un video, il decesso del Santo padre. Al rito di questa sera erano presenti il card. Giovanni Battista Re, decano del Collegio cardinalizio, i familiari del romano pontefice, il direttore e il vicedirettore della direzione di Sanità e igiene dello Stato della Città del Vaticano.

Stamattina, martedì 22, è in programma la prima Congregazione generale del Collegio dei cardinali. Stando alle disposizioni dell’Universi Dominici gregis, il funerale di papa Francesco dovrebbe svolgersi tra il quarto e il sesto giorno dopo la morte, cioè tra venerdì 25 aprile e domenica 27 aprile. A termine del rito citato, è stato diffuso anche il testamento di Jorge Mario Bergoglio, la cui sostanza riguarda le disposizioni per la sua sepoltura.

“Sentendo che si avvicina il tramonto della mia vita terrena e con viva speranza nella Vita Eterna, desidero esprimere la mia volontà testamentaria solamente per quanto riguarda il luogo della mia sepoltura – vi si legge -. La mia vita e il ministero sacerdotale ed episcopale ho sempre affidato alla Madre del Nostro Signore, Maria Santissima, perciò, chiedo che le mie spoglie mortali riposino aspettando il giorno della risurrezione nella Basilica Papale di Santa Maria Maggiore. Desidero che il mio ultimo viaggio terreno si concluda proprio in questo antichissimo santuario Mariano dove mi recavo per la preghiera all’inizio e al termine di ogni Viaggio Apostolico ad affidare fiduciosamente le mie intenzioni alla Madre Immacolata e ringraziarLa per la docile e materna cura”.
Bergoglio scende anche nei dettagli del luogo preciso della sepoltura e di ciò che deve essere scritto nella lapide: “Chiedo che la mia tomba sia preparata nel loculo della navata laterale tra la Cappella Paolina (Cappella della Salus Populi Romani) e la Cappella Sforza della suddetta Basilica papale come indicato nell’accluso allegato. Il sepolcro deve essere nella terra; semplice, senza particolare decoro e con l’unica iscrizione: Franciscus”.
Non mancano indicazioni anche per la somma di denaro necessaria alla tumulazione: “Le spese per la preparazione della mia sepoltura saranno coperte con la somma del benefattore che ho disposto, da trasferire alla Basilica papale di Santa Maria Maggiore e di cui ho provveduto dare opportune istruzioni a mons. Rolandas Makrickas, commissario straordinario del Capitolo liberiano”.

“Il Signore dia la meritata ricompensa a coloro che mi hanno voluto bene e continueranno a pregare per me”, l’omaggio finale, sotto forma di invocazione, con cui si conclude il testamento di papa Francesco, che ha per intestazione il motto del pontificato, durato 12 anni e cessato lunedì 21 mattina alle 7.35: “Miserando atque eligendo”.

“La sofferenza che si è fatta presente nell’ultima parte della mia vita l’ho offerta al Signore per la pace nel mondo e la fratellanza tra i popoli”, rivela il Santo padre a proposito di uno dei temi portanti del suo magistero.

“Credo che tutti abbiamo ancora nel cuore le parole che papa Francesco ci ha rivolto: ‘Non dimenticatevi di pregare per me’. Vogliamo farlo chiaramente questa sera per accompagnarlo nella sua Pasqua, nella fede di Cristo risorto che celebriamo in questo giorno santo di Pasqua. Sappiamo che la morte non è la porta che si chiude ma l’ingresso nella Gerusalemme celeste”: così il card. Mauro Gambetti, vicario generale del Papa per la Città del Vaticano e per le ville pontificie di Castel Gandolfo, arciprete della basilica di San Pietro e presidente della Fabbrica di San Pietro, ha introdotto la preghiera del Rosario per papa Francesco in piazza San Pietro, a cui hanno partecipato migliaia di persone in raccoglimento e in preghiera.
“Vogliamo ringraziare il Signore – ha proseguito il cardinale – per i doni che ha fatto alla chiesa con il ministero apostolico di papa Francesco, pellegrino di speranza che non delude. E vogliamo affidarlo al Padre misericordioso in comunione con Maria. Alla nostra voce orante, la voce dei fratelli e delle sorelle nel mondo. È tutto il gregge di Cristo buon pastore che prega per il Papa contemplando i misteri gloriosi del nostro Salvatore”.

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