Francesco

Papa Francesco: durato poco più di un’ora il rito della constatazione della morte

22 Apr 2025

È durato poco più di un’ora il rito della constatazione del decesso del Papa e della deposizione nella bara, secondo le indicazioni dell’Ordo exsequiarum Romani Pontificis: lo rende noto la sala stampa della Santa sede, aggiungendo che ‘alcuni collaboratori’ hanno accesso alla cappella al pianterreno di Casa Santa Marta, dove si trova il corpo di papa Francesco, che è stato collocato nella bara e viene ora vegliato da loro.

Dopo il rito, sono stati posti i sigilli all’appartamento papale al secondo piano di Casa Santa Marta e all’appartamento papale del Palazzo apostolico.

Oggi, martedì 22, la prima congregazione generale si svolgerà dalle 9 nell’aula nuova del Sinodo, secondo quanto notificato dal card. Giovanni Battista Re, decano del collegio cardinalizio.

 

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Diocesi

L’arcivescovo Miniero alla comunità diocesana: “Muore un profeta di pace, un amico dei poveri”

21 Apr 2025

Nel mentre nella Chiesa risuona il saluto del Risorto e il Suo invito a precederlo in Galilea per cominciare la stagione del Vangelo, apprendiamo con grande dolore della morte del Santo Padre Francesco.
In dodici anni del suo ministero ci ha insegnato la creatività e la libertà dello Spirito di Dio che anima e conduce la Sua Chiesa.
Negli ultimi tempi ci ha testimoniato la potenza della croce nella debolezza della sofferenza. Muore un profeta di pace, un amico dei poveri. A noi il compito di continuare la sua preghiera incessante perché tacciano le armi in tutto il mondo.
Preghiamo perché ora Francesco contemplando il volto di Dio possa sostenere questa Chiesa nel suo camminare insieme. Ti vogliamo bene, papa Francesco. 

† Ciro Miniero
arcivescovo metropolita di Taranto

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Francesco

È morto papa Francesco

21 Apr 2025

Alle 7.35 papa Francesco è morto. A dare l’annuncio il card. Farrell: “Una vita interamente dedicata al Vangelo e alla Chiesa, vissuta con amore e coraggio, specialmente verso i poveri. Lo raccomandiamo all’infinita misericordia di Dio, con immensa gratitudine per il suo esempio”.

 

“Poco fa Sua Eminenza, il Card Farrell, ha annunciato con dolore la morte di Papa Francesco, con queste parole: “Carissimi fratelli e sorelle, con profondo dolore devo annunciare la morte di nostro Santo Padre Francesco. Alle ore 7:35 di questa mattina il Vescovo di Roma, Francesco, è tornato alla casa del Padre. La sua vita tutta intera è stata dedicata al servizio del Signore e della Sua chiesa. Ci ha insegnato a vivere i valori del Vangelo con fedeltà, coraggio ed amore universale, in modo particolare a favore dei più poveri e emarginati. Con immensa gratitudine per il suo esempio di vero discepolo del Signore Gesù, raccomandiamo l’anima di Papa Francesco all’infinito amore misericordioso di Dio Uno e Trino.”
FONTE: Vatican News

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Settimana santa a Taranto

Fotocronaca del Venerdì Santo

19 Apr 2025

Una giornata inaspettatamente più che primaverile ha caratterizzato il pellegrinaggio dell’Addolorata per le vie del Borgo, giunta attorno alle ore 10.30  all’istituto Maria Immacolata per la sosta. Attorno alle ore 11.30 è iniziato per via D’Aquino il rientro in San Domenico dove ha avuto luogo l’Azione liturgica del Venerdì Santo. Un paio di ore dopo il ‘troccolante’ della processione dei Misteri si è affacciato sulla soglia della chiesa del Carmine. Lento il confratello è avanzato verso il centro di piazza Giovanni XXIII fra il suono della prima marcia funebre eseguita dalla banda. Dietro di lui, gli altri simboli portati dai confratelli, fra i quali il nuovo gonfalone con i dipinti del noto artista tarantino Roberto Ferri, i cui originali sono esposti in chiesa. Questa volta il lento susseguirsi dei simulacri raffiguranti la Passione e Morte di Nostro Signore  si è diretto alla città vecchia, dove i nostri riti ebbero origine, in occasione dei 350 anni dell’arciconfraternita del Carmine. A sera inoltrata, l’allocuzione dell’arcivescovo mons. Ciro Miniero che ha toccato, com’è avvenuto all’uscita dell’Addolorata, anche temi di attualità.

I flash dei fotografi hanno salutato soprattutto l’apparire della bellissima statua di Gesù Morto, accompagnata ai lati da quattro personalità, i ‘cavalieri’, che simboleggiano esponenti della famiglia Calò, cui si deve, nel 1765, la donazione all’arciconfraternita di questo simulacro e di quello dell’Addolorata, nucleo originario della processione.

A tarda ora i Misteri sono giunti in via Garibaldi, accolti da una folla strabocchevole, per poi dirigersi verso la basilica cattedrale di San Cataldo per il consueto riposo dei partecipanti.

Nel mattino di Sabato Santo, il rientro della processione nella chiesa del Carmine.

 

Ecco alcune immagini scattate dal nostro Giuseppe Leva

 

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Settimana santa a Taranto

L’allocuzione di mons. Ciro Miniero alla processione dei sacri Misteri

foto G. Leva
18 Apr 2025

Pubblichiamo l’allocuzione dell’arcivescovo Ciro Miniero pronunciata dalla chiesa del Carmine, al passaggio del pellegrinaggio dei Misteri per i riti della Settimana santa tarantina.

 

«Avete inteso che fu detto: “Occhio per occhio e dente per dente”. Ma io vi dico di non opporvi al malvagio;
anzi, se uno ti dà uno schiaffo sulla guancia destra,
tu porgigli anche l’altra, e a chi vuole portarti
in tribunale
e toglierti la tunica,
tu lascia anche il mantello» (Mt 5, 38-40).

 Sì, il mondo non fa che insegnarci che al male si risponde con il male, ma contemplando lo scandalo della croce di Gesù che noi veniamo ad imparare la sua lezione più difficile.

Vi invito a guardare questi simulacri e a chiedere a Dio di aprire i nostri occhi per guardare le bombe israeliane che cadono sull’ospedale di Gaza. Chiediamo di poter ascoltare il boato dei missili russi che scoppiano sui nostri fratelli e sorelle di Sumy, in Ucraina, colti da un attacco mentre andavano a pregare la scorsa Domenica delle Palme. Chiediamo riportare nel cuore guerre dimenticate come il conflitto in Sudan con oltre cinque milioni di sfollati e migliaia e migliaia di morti.

Sfila innanzi a noi, non una sofferenza di duemila anni fa, sfila innanzi a noi il dolore di oggi.  Non temete nella vostra mente di rivestire questi misteri non con le iconiche tuniche del redentore, né del mantello romano dello scherno, ma con gli stracci di gente che fugge dal suo paese, di indumenti di fortuna del clochard sotto casa, di camici asettici di una sala operatoria, della mimetica di giovani soldati mandati a morire. Nella nudità di Gesù che pende dal legno della croce, ritroviamo pure tutte le povertà e le miserie di questo mondo. Indugiate pure scorgendo nella portantina del Cristo morto, i bambini che hanno perso la vita. Non vi sembri blasfemo se la Vergine Maria, per un attimo, non indossa il suo abito nero ma è ricoperta di polvere, con abiti di fortuna, portavoce delle donne del mondo che subiscono violenza, emarginazione e soprusi. Donna come ogni donna, Mamma come tante, mamma come tutte le mamme. 

E nel mentre il nostro cuore si stringe lasciamoci sorprendere dalla tenerezza di Gesù che sgomina la cattiveria con il bene, con la non violenza, con il perdono, con il dono della sua vita. È qui il Signore, che continua a porgere l’altra guancia a ciascuno di noi, dandoci l’unica lezione che davvero cambia l’umanità: l’amore.  

Quest’anno la processione dei Misteri varcherà il Ponte Girevole per ripercorrere la Città vecchia. Quante volte è stato detto che l’Isola è l’emblema di Taranto! Dei passi avanti e di quelli indietro di una comunità che stenta a rialzarsi, che fa fatica a nutrire sentimenti di appartenenza vera e di abnegazione. Dobbiamo permettere a questa fede, che celebriamo pubblicamente in questi Riti, di ispirare sentimenti di amore e soprattutto si suscitare vocazioni missionarie al bene comune. Il messaggio supremo di Gesù è quello: amare servendo, «Il figlio dell’uomo è venuto per servire e non per essere servito» (Mc 10,45).

Guardando Taranto vecchia sullo sfondo dei prossimi impegni della nostra comunità civile, non distogliendo lo sguardo dalla situazione attuale, mi sento solo di ripetere le parole del “Sindaco santo”, Giorgio La Pira: «Le città non possono essere destinate alla morte: una morte, peraltro, che provocherebbe la morte della civiltà intera. Esse non sono cose nostre di cui si possa disporre a nostro piacimento: sono cose altrui, delle generazioni venture, delle quali nessuno può violare il diritto e l’attesa. Nessuno, per nessuna ragione, ha il diritto di sradicare le città dalla terra ove fioriscono: sono – lo ripetiamo – la casa comune che va usata e migliorata; che non va distrutta mai!».[1]

E cito sempre La Pira per ispirarci il giusto modo di accogliere il dono di queste tradizioni secolari rendendole fruttuose per il futuro: «Ognuna di queste città non è un museo ove si accolgono le reliquie, anche preziose, del passato: è una luce ed una bellezza destinata ad illuminare le strutture essenziali della storia e della civiltà dell’avvenire».

Con questo spirito vorrei salutare tutti i tarantini che sono tornati in città per le festività pasquali e tutti quelli che tramite i media ora provano la ferita della nostalgia e della lontananza. Vi invito a rinsaldare i vostri legami con questa terra che è bisognosa di fiducia e non di rassegnazione. Vorrei che tutti coloro che in questi giorni desiderano concorrere per le prossime amministrative nutrissero la sola ambizione del bene: quello che ci può dare Taranto è direttamente proporzionale al bene che sapremo donarle con spirito di gratuità. Finché guarderemo alla cosa pubblica come occasione personale sbarreremo la strada della speranza per Taranto.Davvero la nostra storia passata e recente non riesce ad illuminare coscienze generose secondo verità e giustizia guidate dalla più autentica carità? Preghiamo perché il lamento e la sfiducia non siano il solito alibi tutto nostro per abdicare alle nostre responsabilità e doveri.

Desidero, insieme a tutte le Autorità Civili e Militari, ringraziare l’enorme lavoro di tutti gli operatori dell’informazione locale e non solo che in questi giorni si spendono per mostrare quanta bellezza abita qui. Il servizio alla verità è fondamentale per un popolo che ha bisogno di voci che possano restituire a ciascuno un racconto vero, scevro da ogni opacità che tradisca la ricerca del clamore, del consenso facile, dell’approssimazione e dell’interesse ideologico e di parte.

Voglio incoraggiare e ringraziare l’Arciconfraternita del Carmine con il suo Priore, Antonello Papalia, e il Padre Spirituale, mons. Marco Gerardo, perché insieme diano una buona e autentica testimonianza di fede.

Ed ora tutti insieme preghiamo e incamminiamoci verso la Santa Pasqua del Signore. Affidiamo al Servo Sofferente la nostra esistenza, e ripartendo dall’inizio di questa mia riflessione chiediamoci: finirà il male del mondo? Non ci è dato sapere come e quando. Sicuro è invece è l’amore di Dio capace di trasfigurare ogni cosa, di illuminare ogni ferita rendendola occasione di grazia e di Risurrezione.

Ti adoriamo Cristo e ti benediciamo,
perché con la tua santa croce
hai redento il mondo.

 

 

[1]Discorso ai Sindaci delle Capitali di tutto il mondo, Firenze 2 ottobre 1955.

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Settimana santa a Taranto

Le processioni di Gesù Risorto

18 Apr 2025

di Angelo Diofano

La Settimana Santa non si chiude con il lutto del Venerdì Santo ma con la gioia della Domenica di Pasqua, giorno della Resurrezione di Nostro Signore. In diocesi si conservano ancora alcune delle processioni di Gesù Risorto, che ovviamente non hanno il seguito di quelle del Venerdì Santo, ma che servono a ricordare, nel segno della pietà popolare, che il mistero della Redenzione ha il suo epilogo con la vittoria sulla morte: per Nostro Signore e per tutti i credenti. Fra queste va citata, in ordine di tempo, la processione che si svolge a Montemesola proprio il giorno di Pasqua alle ore 17.30 a cura della confraternita del Santissimo Rosario e che percorrerà l’itinerario consueto, con l’accompagnamento della banda musicale cittadina.

La processione successiva ha luogo a Grottaglie il sabato successivo, 26 aprile, vigilia della Domenica in Albis: uscirà dalla chiesa del Carmine dopo la santa messa delle ore 18, a cura della omonima confraternita, anche qui con il seguito della banda locale.

Infine, a Taranto. La processione di Gesù Risorto si svolge in città vecchia la Domenica in Albis, 27 aprile, ed è organizzata dalla confraternita dell’Immacolata. La sacra immagine, custodita nella chiesa di San Michele, sarà portata alle ore 10 per via Duomo e via Paisiello fino a piazza MonteoLiveto. Quindi, ingresso nel santuario della Madonna della Salute (che, ricordiamo, è chiesa giubilare) per la santa messa che sarà celebrata dal padre spirituale della confraternita, mons. Emanuele Ferro.

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Sport

Benedetta Pilato tra presente e futuro: le Olimpiadi di Los Angeles nel mirino

Benny alla World Cup 2024 - foto Instagram
18 Apr 2025

di Paolo Arrivo

È la sua distanza. Quella che giovanissima, precocissima, a soli quattordici anni, l’aveva consacrata al mondo ai campionati di Gwanju nel 2019: i 50 rana. Adesso anche le distanze più brevi saranno incluse nelle gare delle Olimpiadi. A partire da Los Angeles, tra tre anni. Una svolta epocale. Che Benedetta Pilato ha commentato sui social con un ironico “e ma non è distanza Olimpica”. L’appuntamento lontano può essere agognato dalla primatista italiana dei 50 e 100 metri rana. Intanto, i Campionati italiani assoluti primaverili Unipol non sono stati un’esperienza fortunata. Occasione di confronto per ben 685 atleti, 369 uomini e 316 donne, in rappresentanza di 168 società, la competizione ha avuto svolgimento nella piscina olimpionica dello Stadio del Nuoto di Riccione. Già nella prima giornata Benny non aveva brillato nelle batterie mattutine, maturando la scelta di rinunciare alla finale dei 100 rana, per dare spazio alle sue colleghe Lisa Angiolini e Anita Bottazzo. Le quali hanno ben figurato. Bottazzo, in particolare, ha fatto un tempo straordinario (1’05”82).

Benedetta Pilato e i nuovi fenomeni

L’avventura a Riccione è finita anzitempo. Benny, infatti, ha rinunciato anche alle altre prove lasciando lo Stadio del Nuoto nei giorni scorsi. Ovvero non ha gareggiato nei 50 rana, nella competizione utile a strappare il pass di qualificazione ai prossimi Campionati mondiali, in programma a Singapore dall’undici luglio al 3 agosto – per andarci un’altra chance è il Settecolli. Al momento non può fare altro che applaudire le sue colleghe. In particolare Sara Curtis, grande rivelazione degli Assoluti di Riccione, la 18enne piemontese che ha firmato il nuovo record italiano nei 100 metri stile libero e nei 50, e la baby veneta 14enne Alessandra Mao. Giovanissime capaci di entusiasmare. E sebbene siano nuotatrici diverse, la loro precocità, i successi e i record (anche l’impatto mediatico suscitato), rimandano proprio alla grandezza di Benedetta Pilato. Alle imprese che ha compiuto da predestinata.

Guardando ai Giochi del Mediterraneo

Tornando a Taranto, la buona notizia, sul piano infrastrutturale, nei giorni di Passione della Settimana Santa sono i lavori di realizzazione della nuova piscina olimpionica. Si tratta di uno dei progetti più importanti, più attesi dalla comunità ionica, in vista dei Giochi del Mediterraneo. I lavori sono entrati nel vivo con il getto dei pali in cemento armato per le fondazioni della prima vasca. Il progetto prevede la realizzazione di due vasche da 50 metri e di una tribuna capace di accogliere circa 2.000 spettatori. Un’opera che giova agli atleti del nuoto. E naturalmente a Benedetta Pilato, che aspettiamo nel capoluogo ionico. Con l’auspicio che possa ritrovare al più presto lo smalto dei giorni migliori. E continuare a divertirsi facendo il proprio lavoro, come quando il nuoto rappresentava un semplice divertimento, per lei, da praticare con un gruppo di amici nella città in cui è nata e cresciuta.

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Settimana santa a Taranto

Fotocronaca del Giovedì Santo

foto G. Leva
18 Apr 2025

di Angelo Diofano

Con l’uscita della ‘prima posta’ dalla chiesa del Carmine hanno avuto inizio nel primo pomeriggio di Giovedì Santo i Riti tradizionali della Settimana Santa. Le coppie di confratelli si sono dirette agli artistici altari della reposizione (i cosiddetti ‘ sepolcri) nelle chiese del Borgo e della città vecchia per momenti di adorazione davanti al Santissimo Sacramento. Novità di quest’anno hanno suscitato gli allestimenti nelle cappelline dell’ospedale della Marina Militare e soprattutto del grande veliero nave Amerigo Vespucci (ormeggiato alla banchina del castello aragonese) con la conferma di quello del centro di accoglienza notturno San Cataldo vescovo, che l’anno scorso ebbe oltre tremila visitatori.
In serata l’arcivescovo ha celebrato la messa in Coena Domini nella basilica cattedrale San Cataldo.
Il pellegrinaggio dei ‘perdune’ ha avuto termine a notte alta del Giovedì Santo con il rientro delle ultime poste dette ‘serrachiese’ che simbolicamente chiudono i portoni della chiese.

 

Ecco alcune immagini scattate dal nostro Giuseppe Leva

 

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Festeggiamenti patronali

Carosino in festa per la compatrona, la Madonna delle Grazie

foto G. Leva
18 Apr 2025

di Angelo Diofano

A Carosino fervono i preparativi per i festeggiamenti in onore della compatrona, Santa Maria delle Grazie, che inizieranno la Domenica di Pasqua, 20 aprile alle ore 10.15 con la cerimonia di intronizzazione del simulacro; a seguire, la celebrazione eucaristica presieduta dal parroco don Filippo Urso. Infine, in piazza, alle ore 21.30, concerto degli ‘88Max-Tribute Max Pezzali’.

Lunedì 21 aprile, alle ore 10.30 santa messa solenne celebrata da don Filippo Urso alla presenza delle maggiori autorità; a seguire, alle ore 11.30, processione per le vie principali del paese; alle ore 18, concerto del complesso bandistico ‘Città di Noci’ diretto dal m° Giacomo Lasaracina (che presterà anche servizio di giro in mattinata e alla processione); ore 18.30, santa messa; ore 21, concerto dei ‘Terraross’; ore 23, estrazione della lotteria.

Martedì 22 aprile, alle ore 10 ciclo-passeggiata con partenza dalla casa parrocchiale; ore 18.30, santa messa e alle ore 19.30, processione in ringraziamento, accompagnata dalla banda ‘G. Verdi’ di Sava, con sosta in via Paisiello per lo spettacolo pirotecnico della ditta M.D. di Bernalda in collaborazione con la Piroshow di Carosino. Non mancheranno le luminarie della ditta Memmola e il luna park nei pressi dello stadio.


Quella in onore della Madonna delle Grazie è sicuramente la devozione più antica e sentita dagli abitanti di Carosino nel ricordo delle vicende avvenute il giorno di Pasqua dell’anno 1462. Si racconta che il condottiero albanese Scanderberg, in lotta contro i principi Orsini, mise a ferro e fuoco molti dei casali ricadenti nel principato di Taranto, cominciando con la distruzione di San Marzano e di Patrello per poi piombare proprio il giorno di Pasqua a Carosino, che però risparmiò dalle scorrerie. I carosinesi attribuirono lo scampato pericolo all’intervento prodigioso della Madonna delle Grazie, alla quale tributarono grandi onori. Ai festeggiamenti, in ricordo di quell’evento, parteciparono sempre più numerosi anche esponenti della nobiltà tarantina, visitando anche il santuario posto sotto la protezione mariana. Nacque sicuramente così la scampagnata tipica del giorno di Pasquetta che è rimasta per i tarantini, e non solo, con il nome di ‘caresunijdde’.

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Settimana santa a Taranto

L’allocuzione dell’arcivescovo Ciro Miniero per l’uscita dell’Addolorata

foto G. Leva
18 Apr 2025

Pubblichiamo l’allocuzione dell’arcivescovo Ciro Miniero, dal pendio di San Domenico, all’uscita del pellegrinaggio dell’Addolorata per i riti della Settimana santa tarantina 2025.

Carissimi fratelli e sorelle,

saluto il padre spirituale, mons. Emanuele Ferro, e il priore della confraternita Maria Ss Addolorata e San Domenico, Giancarlo Roberti; le autorità civili e militari e soprattutto voi pellegrini di speranza di questa Settimana Santa tarantina.

Stiamo per varcare la soglia di questo Venerdì Santo e stiamo per accogliere la nostra amata effige della Vergine Addolorata.

La salutiamo come Donna, così come la chiama Gesù nel Vangelo (Cf Gv 2,4; 19,26), così come il Signore si rivolge alle donne da lui incontrate, donne di ogni appartenenza sociale, donne talvolta in situazioni di dolore e di abbandono (Cf Mt 15,28; Lc 13,12; Gv 8,10; 20,15).

Salutare come Donna la Madre di Dio ha un potere evocativo potente e significativo ancor più in questo frangente storico nel mentre siamo raggiunti continuamente da fatti di cronaca di inaudita crudeltà e ingiustizie nei confronti delle donne. Radunarci intorno al suo manto sia il primo segno dell’attenzione della comunità intorno alle donne, al preservare e al proteggere la loro dignità, al voler impegnarci in un’educazione seria dei nostri ragazzi al rispetto e alla libertà.

Cominciamo i Riti esterni della Settimana Santa nel segno della donna, non potendo e dovendo dimenticare tutte le donne del mondo. All’inizio della nuova creazione guardiamo alla donna che, come dice papa Francesco, è colei che rende il mondo bello perché non c’è salvezza senza la donna. Partiamo dalle donne e senza troppi giri di parole diciamo con il Papa che: «Ogni violenza inferta alla donna è una profanazione di Dio, nato da donna».[1]

La salutiamo con le parole dell’Apocalisse quale Donna vestita di sole (Cf Ap 12,1), perché nei suoi occhi e nella sua vicinanza vediamo già sorgere il Sole di giustizia e l’alba della Risurrezione.

La salutiamo come fece l’Angelo, Maria, la ragazza di Nazareth che liberamente volle accogliere nel suo grembo il Redentore, incarnando in lei la promessa di salvezza di un intero popolo che ancora si pone nel suo come famiglia degli uomini che anela a risorgere.

In ultimo la salutiamo come Mamma, perché Donna sotto la croce, Gesù ci ha affidato a lei come figli.

In questo mistero di speranza e di dolore che cominciamo questa notte, la Mamma di Gesù e Mamma nostra porge a noi il cuore. Nel suo associarsi alla Passione Ella porge a noi il cuore stesso di Dio ferito per amore. Le ferite di Dio guariscono le nostre ferite (Cf 1Pt 2,25) ma sono un richiamo inequivocabile al nostro impegno. Tutto quello che vivremo in queste ore pur seguendo la via dei sentimenti, anche quelli più nobili e sinceri, non si fermi ad essi ma occorre chiederci sinceramente: «Come posso sfilare la spada dal cuore di Dio? Come posso aiutare i miei fratelli e le mie sorelle?». Maria è il segno della vicinanza di Dio alle croci degli uomini e delle donne di tutti i tempi, cambia la narrazione del dolore e della morte in racconto di tenerezza e di fiducia e di abbandono nel Signore. Finchè sulle nostre bocche potrà affiorare la parola «mamma» non sarà mai né troppo buio né saremo mai soli.

Ave speranza nostra,
ave benigna e pia,
custodisci i passi di questi confratelli,
o Santa Vergine Maria

 

 

[1] Francesco, Omelia per la Solennità di Maria SS. Madre di Dio, 1.1.2020.

 

foto G. Leva

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Maria Felicetti e quella nostalgia per i Riti declinata in poesia

17 Apr 2025

di Angelo Diofano

Sarà presto contenuta in un’interessante pubblicazione la raccolta di toccanti poesie della tarantina Maria Felicetti sulla Settimana Santa tarantina e i suoi simboli tradizionali, portati in processione il Giovedì e il Venerdì Santo.
Ormai da tanti anni residente in un comune dell’hinterland milanese, Buccinasco, e costretta a star lontano dalla sua città soprattutto nei giorni della ‘Settimana Maggiore’, la poetessa da diverso tempo ha deciso di declinare la struggente nostalgia per i Riti tarantini in versi poetici, dedicando ogni composizione a una statua dei nostri Riti: da ‘L’Addolorata ‘La Caduta’, da ‘Ecce Homo’ a ‘Getsemani’ e ‘La Colonna’, modulandone i contenuti su quanto le riviene da un consolidato cammino di fede. Il tutto con lo sfondo di un grande amore per la sua città, molto spesso ingrata verso i propri figli.
La Passione e Morte di Nostro Signore nei riti tarantini (che le mancano davvero tanto) viene così contemplata non soltanto con sguardo devozionalista nella loro essenziale essenza, cioè l’amore senza fine di un Dio fatto carne che offre se stesso in sacrificio per ogni creatura di tutti i tempi. Molto significativi alcuni versi de ’Crocifisso’: Le braccia saldate alla croce sono ali di aquila in volo”.Tale sofferenza immane non è senza senso in quanto la tomba scavata nella roccia si schiude nella Resurrezione, come il titolo della sua poesia: quella che alla fine dei tempi attende ogni uomo. Come tante altre sue composizioni, alcune di questa raccolta hanno ottenuto prestigiosi riconoscimenti, come il primo premio sia al concorso letterario nazionale ‘Benabe – Cuore a cuore’ per ‘Crocifisso’ nel 2023, sia a quello nazionale di poesia religiosa ‘Castagneto Carducci’ per ‘Resurrezione’ nel 2024.

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Beni culturali

Aperture straordinarie del Museo e visite speciali a Penelope e Collezione Ricciardi

17 Apr 2025

La domenica di Pasqua e il Lunedì di Pasquetta il Museo archeologico nazionale di Taranto rimarrà aperto dalle 8.30 alle 19.30 (ultimo ingresso alle ore 19) e proporrà per due esperienze di approfondimento maggiore sulla mostra temporanea ospitata dal pian terreno e al secondo piano del MArTA e all’esposizione permanente della Collezione Ricciardi.

20 aprile

Il 20 aprile alle 10.30 i visitatori potranno prenotare la visita guidata alla mostra “Penelope”. Il telaio e la tela, il gesto e la postura, il mondo del sogno e del talamo, il velo e il pudore, sono la trama narrativa scelta dai curatori per ripercorrere il mito e la fortuna di Penelope. L’eroina omerica giunge a noi attraverso due tradizioni ugualmente potenti: quella letteraria e quella legata alla rappresentazione visiva, come quella apprezzabile sullo straordinario skyphos del Pittore di Penelope, proveniente proprio dal Museo Nazionale Etrusco di Chiusi. Un vaso attico a figure rosse, risalente al 440 a.C., che raffigura Telemaco in dialogo con la madre Penelope davanti al telaio ricostruito fedelmente all’interno della mostra.

La visita guidata

La visita guidata dura un’ora e si snoda attraverso dipinti, sculture, rilievi, incunaboli, stampe e testimonianze provenienti da numerosi musei italiani ed esteri. All’interno del percorso anche un omaggio a Maria Lai, artista che ha messo al centro del suo lavoro le materie tessili.

La mostra, visitabile fino al prossimo 6 luglio è a cura di a cura di Alessandra Sarchi e Claudio Franzoni. Realizzazione Electa.

Il 21 aprile alle 10.30 e alle 17 sarà possibile prenotare la visita guidata alla scoperta della Collezione Ricciardi. Un focus di circa 30 minuti sulle opere pittoriche a soggetto religioso donate da Monsignor Giuseppe Ricciardi al Museo tarantino ad inizio ‘900.

Collezione Ricciardi

La collezione comprende diciotto quadri realizzati ad olio su tela, inquadrabili cronologicamente tra il XVII ed il XVIII sec., raffiguranti soggetti sacri. Molte opere sono riconducibili alla scuola napoletana di Andrea Vaccaro, Luca Giordano, Francesco Solimena, Paolo de Matteis e Francesco De Mura.

I quadri più tardi (Addolorata tra i santi Nicola e Barbara, Deposizione) sono stati attribuiti al pugliese Leonardo Antonio Olivieri di Martina Franca.

Tutte le attività, compreso la visita alla mostra “Penelope”, sono inserite nel costo del biglietto di ingresso al MArTA di 10 euro.

La prenotazione delle attività (obbligatoria) dovrà essere effettuata al numero 099 4532112, Si accettano prenotazioni fino ad esaurimento posti.

Stella Falzone, direttrice del Museo archeologico nazionale di Taranto, sottolinea il periodo di grande interesse dei visitatori verso il MArTA e preannuncia così gli appuntamenti destinati al pubblico dei prossimi 20 e 21 aprile.

I dati del 2024

Il 2024 si era chiuso con oltre 93mila presenze e il 2025 si preannuncia con dati ancora più lusinghieri se si considera che nelle ultime settimane, anche grazie alla mostra internazionale dedicata a Penelope e al prolungamento dell’esposizione della Lex Municipii, abbiamo raggiunto già quota 21mila, 1321 solo domenica scorsa. Per Pasqua e Pasquetta rilanciamo, non solo con l’apertura, ma anche con un interessante ciclo di appuntamenti di approfondimento e conoscenza”.

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