Diocesi

Giubileo dei seminaristi: “Testimoniare Cristo in un tempo cupo”

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25 Giu 2025

di Roberta Pumpo

Configurato a Cristo, il sacerdote annuncia il Vangelo, porta la consolazione agli uomini, è testimone e operatore della speranza cristiana. Attraverso la formazione spirituale, umana e pastorale, anche i seminaristi sono chiamati a questa vocazione, diventando segno della presenza salvifica di Cristo e “ministri di speranza”, come affermato da papa Leone XIV nella messa con le ordinazioni presbiteriali del 31 maggio scorso. Un’esortazione che risuona con forza per il Giubileo dei seminaristi, in programma lunedì 23 e martedì 24 giugno. Due giorni di preghiera pensati per rinnovare la chiamata a essere annunciatori di speranza in un tempo cupo.

Gianluca Petrone, 34 anni, frequenta il terzo anno al Pontificio seminario romano maggiore, il cosiddetto anno dell’esperienza pastorale. Fino a ottobre è in servizio nella parrocchia dei Santi Simone e Giuda Taddeo a Torre Angela, dove “la speranza si è incarnata, ha assunto volti, storie da ascoltare. La speranza – afferma – non può essere frutto delle nostre fantasticherie, dei nostri discorsi, della nostra capacità di incoraggiare, ma si fonda sull’annuncio di Gesù. Senza questa roccia parleremmo solo di noi stessi”.Entrato in seminario a 30 anni, Gianluca è cresciuto nella parrocchia romana di Santa Caterina da Siena tra catechesi, liturgia e vita comunitaria. “Il seme del sacerdozio è germogliato fin da bambino”, racconta. Dopo la laurea in Storia dell’arte e un’avviata carriera come ricercatore conduceva “una vita sì tranquilla” ma velata da una “inquietudine di fondo. Sentivo che c’era un ‘magis’, qualcosa di più”, afferma.

Giuseppe Caracciolo, 25enne originario di Crotone, è impegnato nella parrocchia del Santissimo Crocifisso a Bravetta. Anche il suo cammino vocazionale è iniziato quando era piccolo sull’esempio del suo parroco. Ha frequentato il seminario minore arcivescovile in Calabria ma “ogni cammino ha le sue soste”. Dopo qualche anno si è trasferito a Roma per studiare filosofia. “Sentivo che ero produttivo ma non fecondo – ricorda -. Mi sono chiesto come trasformare la mia produttività, come generare vita soprattutto per gli altri”. Da qui la decisione di riprendere il cammino verso il sacerdozio nel seminario romano. Pensando al Giubileo dei seminaristi, vissuto a cavallo tra due pontificati, sottolinea che la vera continuità della Chiesa non sta nei papi, “ogni pontefice ha il suo stile, ma la figura centrale è Gesù”, nel quale risiede anche la speranza, “virtù teologale che nasce da Dio e orienta il cuore dell’uomo verso il desiderio del Paradiso”.

Meridionale è anche Ludovico Cannazza, 22 anni, di Otranto, dove ha frequentato il seminario minore durante il liceo. “È stata un’esperienza formativa di grande livello, siamo cresciuti seguendo il Vangelo”, dichiara. Ammette che non è stato semplice decidere di proseguire il cammino, perché “scegliere di essere sacerdote a 18 anni oggi genera domande in chi incontri” ma fondamentale è stata la guida del suo padre spirituale e l’accoglienza ricevuta. Ora sta per concludere l’esperienza pastorale nella parrocchia di San Mattia, nel quartiere Talenti, dove ha potuto “respirare la fede e la dimensione ecclesiale di Roma”. Per Ludovico, il Giubileo dei seminaristi è un appuntamento di grande valore. “C’è una frase che mi accompagna da sempre – dice -, Spes messis semen, la speranza del raccolto è nel seme. Ognuno di noi è quel seme piantato e curato dal Signore per prendersi cura del suo gregge”.Avverte la responsabilità di essere portatore di speranza soprattutto tra i giovani che incontra in parrocchia. “Spesso vedo nei ragazzi tanto scoraggiamento ma è nostro compito aiutarli, come diceva papa Francesco, a non farsi rubare la speranza. Se questa abita il mio cuore – conclude -, allora potrò trasmetterla agli altri”.

Alessio Liguori, 33 anni, per molto tempo ha respinto quella chiamata che sentiva in fondo al cuore fin dall’adolescenza. “Importante è stato un viaggio a Lourdes dal quale sono tornato cambiato – riflette – ma ancora una volta ho finto di non capire”.Si è laureato, aveva un buon posto di lavoro ma si sentiva “sempre incompleto”. “Dovevo dare una risposta a ciò che sentivo nel cuore – dichiara -. È stato molto importante il fatto che nel Seminario maggiore c’è stato rispetto della mia storia e nei primi mesi dell’anno propedeutico ho potuto mantenere il lavoro”. Per Alessio la speranza “non è un’idea ma una persona: Gesù, una presenza viva che incontriamo ogni giorno nella preghiera e nei sacramenti. È una gioia presente di un futuro che è già presente perché Dio è qui”.Sta svolgendo servizio nella parrocchia di San Giuseppe Cottolengo, a Valle Aurelia, dove vive l’anno giubilare con la comunità. “Per tanti è un’occasione per ricominciare lasciandosi guidare dallo Spirito Santo”.

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Eventi nazionali

Medimex dà appuntamento a Taranto dal 16 al 20 giugno 2026

24 Giu 2025

Ancora una volta Taranto al centro della musica internazionale con Medimex, International Festival & Music Conference promosso da Puglia Culture nell’ambito delle azioni di Puglia Sounds, il progetto per lo sviluppo del sistema musicale regionale realizzato in collaborazione con Regione Puglia, che tornerà a Taranto dal 16 al 20 giugno 2026 . Medimex 2025 ha registrato grande partecipazione ai circa 70 appuntamenti, importante visibilità mediatica con una notevole copertura nazionale e regionale, tutto esaurito delle strutture ricettive di Taranto, circa 300 operatori musicali che hanno partecipato alle attività professionali e una copertura globale  – dati in continuo aggiornamento – di oltre 1 milione di utenti raggiunti, 5 milioni di impressions sui social network e oltre 100mila visite ai canali ufficiali.

“Si conclude Medimex con il concerto dei Massive Attack che per noi sono una conclusione importante e coerente con tutti i significati che abbiamo voluto dare in questi anni a questa manifestazione sostenuta dalla Regione Puglia: la pace, la creatività, le giovani generazioni; lo sconvolgimento delle regole per tutelare l’ambiente e la salute delle persone, per evitare il riscaldamento terrestre, la mancanza d’acqua, o lo sfruttamento del lavoro – il commento del presidente Michele Emiliano -. Questioni che depurate dal loro contenuto politico e ideologico devono diventare patrimonio dell’umanità intera. Noi pensiamo che a volte siano più convincenti i musicisti degli statisti nel raccontare queste cose. Anche stasera, come nelle altre edizioni del Medimex, non saliremo sul palco. Abbiamo sempre lasciato fare alla musica. In questo mio ultimo Medimex da presidente della Regione, ringrazio tutti coloro che hanno contribuito alla riuscita della manifestazione in un momento delicato per l’amministrazione di Taranto e anche per questo rinnovo gli auguri a questa bellissima città alla quale io sono legato moltissimo”.

“Medimex tornerà a Taranto dal 16 al 20 giugno 2026 – ha annunciato Paolo Ponzio, presidente Puglia Culture – Questa edizione è stata un grande successo e ha avuto un impatto importante sulla città e sulla regione. Abbiamo costruito un programma imponente, che come di consueto associa concerti prestigiosi ad appuntamenti di grande spessore culturale e professionale. Abbiamo cercato di portare in Puglia il meglio della musica italiana ed internazionale creando un forte dialogo con il comparto musicale regionale.  Ci vediamo a Taranto il prossimo anno!

“Di anno in anno le aspettative sul Medimex crescono. In molti ci chiedono come faremo l’anno successivo a tenere botta rispetto al precedente e noi ce la mettiamo tutta. Basti pensare che già in questi giorni stiamo lavorando al Medimex 2026 – il commento di Cesare Veronico, coordinatore artistico Medimex/Puglia Sounds –. È stato un Medimex ricco di soddisfazioni. L’entusiasmante concerto dei Primal Scream, l’ipnotico show di St Vincent e il viaggio così ricco di messaggi e suggestioni che ci aspetta con i Massive Attack. I sorprendenti live de “Le strade del Mediterraneo”, l’atmosfera internazionale che si è respirata durante gli showcase allo Spazioporto, la platea sempre piena del teatro Fusco, la bellezza della mostra al Marta. L’emozione, condivisa con tutta la città, del mapping e i sorrisi e l’attenzione di chi ha partecipato alle attività in programma all’università. Un’iniezione di fiducia per il futuro in questi tempi così difficili. Abbiamo battuto il record di vendita degli abbonamenti, registrato numerosi sold out e tutta la macchina, una macchina complessa, ha funzionato alla perfezione. Come ho già detto, ma sento il bisogno di ribadirlo, è merito di una grande squadra di donne e uomini, quest’anno arricchita dalla presenza di Diodato e Riondino, che ormai da giorni lavorano incessantemente per regalare a tutti grandi emozioni. Ci vediamo a Taranto nel 2026”.

“Grazie al Medimex per aver ancora una volta acceso i riflettori su Taranto a nome di quel gruppo di pazzi che una decina di anni fa si sono messi in testa di provare a cambiare le cose partendo proprio dalla cultura – ha dichiarato Antonio Diodato -. Organizzare una manifestazione come Uno Maggio Libero e Pensante è servita anche a far scegliere Taranto da un evento importante come il Medimex. Sono molto felice, vivo questi giorni come dei giorni di grande festa. Il tema del Medimex quest’anno è la strada e io ho cercato in tutti i modi di portare al centro il Mediterraneo invitando La Niña, Bab L’Bluz e Magalí Datzira a raccontare il mare nostro e il potere che ha la musica di abbattere le barriere e portare un messaggio di pace”.

Indimenticabili i grandi concerti, nella consueta Rotonda del Lungomare di Taranto, di St. Vincent e  Primal Scream, in attesa dei Massive Attack (sold out). Grande successo, e tutto esaurito, per Le strade del Mediterraneo progetto speciale di Antonio Diodato che ha visto in scena La Niña, Bab L’Bluz e Magalí Datzira al Castello aragonese di Taranto. Grande partecipazione agli showcase di Scuro, Cheema, Music Unite, TI, GIIN, Partinico Rose, Alex Cole, Natalia Abbascià, Ra di spina, Alessandro Campobasso Endless Trio, Gaia Mobilij, AVA Trio, Joe Allotta, Simoni:Teolis, Federico Nuti InFormal Setting e Marco Centasso UM/WELT. Già numerosi i visitatori della mostra Amy Winehouse before Frank by Charles Moriarty, allestita sino al 6 luglio al MArTa, Museo Archeologico Nazionale di Taranto, con circa 50 immagini inedite per raccontare una delle artiste più amate degli ultimi decenni.
Di grande impatto  On the road compilation, Projection Mapping Show opera originale di Roberto Santoro e Blending Pixels realizzata per il Medimex, che quest’anno ha ripercorso la storia della manifestazione e celebra pace e libertà. Notevole partecipazione ai Talk con Charles Moriarty, Canzoniere Grecanico Salentino e Marc Urselli e Teatro Fusco sold out per i Racconti Once in a lifetime: la storia dei Talking Heads a cura di Radio Medimex, Billie Holiday: Chasing the Scream a cura di Roberto Ottaviano, Bob Marley: Canzoni di Redenzione, a cura di Carlo Massarini, The Clash: (Canzoni di) Gioia e Rivoluzione, a cura di Carlo Massarini con Don Letts, e per la proiezione del documentario Blur: To The End con Cecile B e Dave Rowntree. Anche in questa edizione grande attenzione ai giovani con la prima edizione di Medimex Music Business Management, percorso educational rivolto a neolaureati e laureandi under 30, realizzato in co-branding con 24ORE Business School e Medimex Music Factory, quest’anno in collaborazione con Warner Chappell Music Italiana, rivolta a giovani autori, produttori e compositori. Circa 300 gli operatori musicali che hanno partecipato alle attività professionali che quest’anno hanno proposto un ricco calendario di panel, workshop, tavoli tematici e  networking session.  Grande partecipazione anche per Medimex Book Stories, la sezione dedicata ai libri musicali che quest’anno ha ospitato Ermal Meta, Cristiano Godano, Erica Mou e Ghemon.

Medimex è un progetto Puglia Culture realizzato nell’ambito delle azioni di Puglia Sounds, il progetto per lo sviluppo del sistema musicale regionale promosso in collaborazione con Regione Puglia, finanziato a valere sul POC Puglia 2014/2020 I Asse VI Azione 6.8 nell’ambito dell’accordo tra Puglia Culture e Agenzia Regionale del Turismo Pugliapromozione, con il sostegno di Siae – Società Italiana degli Autori ed Editori. Media Partner Rai Radio, Rai Radio 1, Rai Radio 2.

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Teatro

Sabato 28 e domenica 29 al Chiostro dei Paolotti di Grottaglie va in scena il dramma “La sera dopo”

24 Giu 2025

Sabato 28 e domenica 29 alle 21, il Chiostro di San Francesco di Paola a Grottaglie proporrà il dramma scritto da Silvano Trevisani “La sera dopo”, per la regia di Alfredo Traversa, a cura del “Chiostro delle arti”.

Cosa sappiamo degli apostoli che per tre anni vissero con Gesù? Conosciamo i nomi di alcuni di loro, forse ricordiamo alcuni episodi. Ma cosa sappiamo di ciò che avvenne, in loro, dopo la Crocefissione? Molto poco, eppure somigliano tanto a ognuno di noi. Coi nostri dubbi, le nostre paure, le nostre solitudini. Ebbene, il dramma “La sera dopo”, la cui azione si svolge nel Cenacolo tra la sera della Crocefissione e il giorno della Resurrezione, cerca di rispondere a questi interrogativi e di puntualizzare il ruolo delle donne.

La messa in scena nel suggestivo chiostro propone un’esperienza immersiva, del tutto particolare, per un coinvolgimento più efficace.

Gli attori, in ordine di apparizione, sono: Salvatore Caminiti, Enzo Mastromarino, Massimo Cardellicchio, Antonello Conte, Raffaella Nardella, Pino Capolupo, Lino Basile, Aurelia Candida, Rino Massafra, Bruno Peluso, Margherita Buono, Marcello Abrescia, Imma Naio.

INFO E PRENOTAZIONI: 334.7338874 – 388.3059654

Lo scopo del lavoro è analitico e psicologico ed è quello di proporre una riflessione sui dubbi e gli interrogativi che scuotono ogni credente, nel corso della sua vita, rispetto alla propria fede. Ma, alla luce dell’insegnamento di Papa Francesco, si intende far emergere l’esigenza di un più adeguato riconoscimento del ruolo della donna all’interno della storia e della missione della Chiesa. Anche in modo provocatorio.

Esaminando, alla luce delle scritture, i risvolti umani degli apostoli, che pure ha accompagnato il Salvatore per quasi tre anni, senza capire esattamente fino all’ultimo il suo insegnamento, si rappresentano i dubbi e le incredulità che, subito dopo la Crocifissione, hanno certamente sconvolto gli apostoli. Anche questo appare chiaramente dai comportamenti ambigui tenuti in varie occasioni che così mostrano ai credenti di ogni tempo, che non l’uomo nella sua limitatezza, ma soltanto lo Spirito attraverso di lui, può dissipare le tenebre e giungere alla luce. Si è cercato di creare profili psicologici che rispecchiassero la presumibile età, la provenienza, il ruolo sociale, la preparazione religiosa, molto variegata di ogni apostolo, e di far emergere connessioni e interpolazioni che spesso sfuggono a chi si legge i quattro Evangeli.

Inoltre, come detto, il lavoro sollecita a guardare con occhi e intelligenza “nuovi” anche il ruolo che tutti, ma in modo particolare la donna, hanno nella chiesa, dando una prospettiva “matura” alle parole di Cristo.

Il testo integrale del dramma, riadattato per la messa in scena curata da Alfredo Traversa, è pubblicato nel volume “La sera dopo (al Cenacolo)”, edito da Macabor nella collana “Lilium – Collezione di teatro”, con la prefazione del poeta e critico Plinio Perilli.

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Diocesi

L’arcivescovo Ciro Miniero ha nominato i nuovi vicari foranei della diocesi

foto ND
24 Giu 2025

Nella giornata di oggi, martedì 24 giugno 2025, l’arcivescovo di Taranto, mons. Ciro Miniero, ha nominato i nuovi vicari foranei dell’arcidiocesi.

Riportiamo di seguito i nomi dei sacerdoti scelti per le rispettive vicarie:

Mons. Emanuele Ferro – vicaria Taranto Nord
Sac. Marco Crispino – vicaria Taranto Paolo VI
Sac. Ciro Santopietro – vicaria Taranto Borgo
Sac. Giuseppe Carrieri – vicaria Taranto Orientale I
Sac. Cristian Catacchio – vicaria Taranto Orientale II
Sac. Francesco Tenna – vicaria Taranto Sud
Padre Gianni Zampini S.X.- vicaria Taranto Talsano
Sac. Gianni Longo – vicaria Grottaglie
Sac. Mimmo Sergio – vicaria Martina Franca
Sac. Ciro Savino – vicaria Crispiano-Statte
Sac. Davide Errico – vicaria Pulsano
Sac. Giovanni Nigro – vicaria San Giorgio Jonico

 

 

 

 

 

 

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In cammino verso il Giubileo dei giovani

foto G. Leva
24 Giu 2025

di Francesco Mànisi

In un clima di gioia e profonda spiritualità, venerdì 20 giugno si è svolto nella parrocchia di San Nunzio Sulprizio a Taranto la cerimonia del mandato diocesano per i giovani che parteciperanno al Giubileo dei giovani, in programma a Roma dal 28 luglio al 3 agosto. L’incontro, promosso e organizzato dal servizio diocesano per la pastorale giovanile, ha rappresentato un momento significativo di preghiera e di comunione per i ragazzi e le ragazze che si apprestano a vivere questa esperienza di Chiesa universale.
A presiedere la celebrazione è stato mons. Alessandro Greco, vicario generale ‘ad omnia’, che ha accompagnato i presenti con parole cariche di speranza e responsabilità: “Andate a Roma non come semplici partecipanti, ma come testimoni del Vangelo. Portate con voi la luce di Cristo, perché altri possano riconoscerlo attraverso i vostri gesti, il vostro entusiasmo e la vostra fede giovane e viva”.
Durante il momento di preghiera, intenso e partecipato, è stato conferito ai giovani il mandato ufficiale, segno dell’invio della Chiesa tarantina verso il grande appuntamento giubilare. In tale occasione sono state anche distribuite le croci del Giubileo, simbolo di appartenenza e impegno, insieme alle magliette realizzate dalla pastorale giovanile, segno visibile di una comunità in cammino.

foto G. Leva

Alla celebrazione hanno preso parte i giovani provenienti da diverse realtà parrocchiali della diocesi: San Nunzio Sulprizio (Taranto), Sant’Antonio (Taranto), SS. Crocifisso (Taranto), Oratorio Figlie Maria Ausiliatrice (Taranto) nonché alcuni rappresentanti dei gruppi giovanili di Grottaglie (parrocchia del Carmine) e Carosino. La varietà dei luoghi di provenienza ha reso ancora più evidente la ricchezza e la bellezza del tessuto giovanile della nostra Chiesa locale, che si prepara a vivere un’esperienza di fede, condivisione e fraternità insieme a migliaia di altri giovani da tutta Italia e dal mondo.
Il momento si è concluso con la benedizione finale e un invito a vivere questo cammino con cuore aperto e spirito di servizio. Non sarà solo un viaggio a Roma, ma un’occasione per riscoprire la bellezza di appartenere alla Chiesa e per lasciarsi interrogare da ciò che lo Spirito suggerisce oggi alle nuove generazioni. Il mandato ricevuto è un segno chiaro: i giovani non sono il futuro della Chiesa, ma il suo presente vivo e pulsante.

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Confraternite

Sabato 28, grande raduno a Taranto di confraternite pugliesi, lucane e calabresi

24 Giu 2025

di Angelo Diofano

Quella in programma sabato 28 a Taranto sarà una grande manifestazione all’insegna della pietà popolare, organizzata dall’arciconfraternita del Carmine, in occasione del 350° anniversario di fondazione, con la partecipazione di confraternite pugliesi, lucane e calabresi (per complessivi oltre quattrocento confratelli) e che culminerà con la solenne intronizzazione del simulacro della Beata Vergine del Carmine nella sua chiesa al Borgo.

L’appuntamento è alle ore 17.30 nella chiesa di San Francesco di Paola, in via Regina Elena, per la solenne celebrazione eucaristica. Al termine muoverà il grande corteo con il simulacro della Madonna del Carmine e tutti i sodalizi per via Regina Elena, via Di Palma, piazza Immacolata, via D’Aquino fino alla chiesa del Carmine. Presteranno servizio i seguenti complessi bandistici: ‘Lemma’ di Taranto (m° Giuseppe Pisconti), ‘Grande Orchestra di fiati Santa Cecilia-Città di Taranto (m° Giuseppe Gregucci), ‘Giuseppe Chimienti-Città di Montemesola’ (m° Lorenzo De Felice).

Questi i sodalizi partecipanti: confraternita ss.mo Corpo di Cristo in Cattedrale, Andria; arciconfraternita SS. Rosario, Bitonto; confraternita Maria SS. Addolorata, Carbonara; confraternita Opera Pia del Rosario, Carbonara; confraternita Santissimo Sacramento, Castellaneta; congrega del Carmine, Faggiano; confraternita Maria SS. del Carmine, Francavilla Fontana;  confraternita SS. Crocifisso, Gallipoli;  arciconfraternita del Carmine, Martina Franca; arciconfraternita della Madonna del Pianto sotto il titolo della Morte dal Sacco Nero, Molfetta; confraternita Maria SS. Addolorata, Montescaglioso; confraternita del Carmine e Purgatorio, Mottola; confraternita Maria ss.ma Addolorata, Noci; confraternita Maria SS. Addolorata, Corigliano Rossano; arciconfraternita del Carmine, San Severo; confraternita SS. Sacramento, San Severo; confraternita Maria SS. del Carmine, Sannicandro di Bari; confraternita Maria SS. Immacolata, Supersano; confraternita Santa Maria del Carmine, Talsano; confraternita Maria SS. Immacolata, Taranto; confraternita di San Cataldo in Santa Caterina, Taranto; confraternita SS. Addolorata e S. Domenico, Taranto; confraternita Santa Maria di Costantinopoli sotto il titolo dei SS. Cosma e Damiano, Taranto; confraternita S. Antonio di Padova, Taranto; confraternita Santi Medici Cosma e Damiano, Taranto; confraternita Madonna del Carmine, Toritto; confraternita di San Rocco, Valenzano; confraternita Maria SS. Addolorata, Valenzano; confraternita della Concezione, Molfetta; confraternita della Beata Vergine del Carmine, Trani.

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Diocesi

Dal 28 giugno al 7 luglio, a Martina i festeggiamenti in onore dei santi patroni

24 Giu 2025

di Ottavio Cristofaro

A Martina Franca si avvicinano i solenni festeggiamenti in onore dei santi patroni San Martino e Santa Comasia, un evento che quest’anno assume un significato particolare in quanto si inserisce nell’Anno giubilare, invitando la comunità a un “pellegrinaggio di speranza”.

La festa, che si svolgerà dal 28 giugno al 7 luglio, vedrà i simulacri argentei dei Patroni visitare diverse chiese giubilari della città, incoraggiando i fedeli a seguire il cammino del Vangelo.

In preparazione alla festa (28 giugno – 4 luglio)

I festeggiamenti inizieranno sabato 28 giugno con il pellegrinaggio dei simulacri dei Santi Patroni. Alle 17:45, un corteo partirà dalla Basilica di San Martino, attraversando diverse vie della città fino a giungere, alle 18:00, alla parrocchia San Francesco d’Assisi – santuario Cristo Spirante, dove avverrà l’accoglienza simbolica alla comunità parrocchiale. Seguiranno il Santo Rosario alle 18:30 e la Santa Messa alle 19:00.

Il pellegrinaggio proseguirà dal 30 giugno al 2 luglio verso la parrocchia Santa Teresa di B. G. – santuario Madonna della Sanità. Lunedì 30 giugno, alle 18:00, i simulacri arriveranno in Via della Sanità, per poi procedere in corteo verso il santuario della Madonna della Sanità e la consegna simbolica alla comunità parrocchiale.

Dal 2 al 4 luglio, i simulacri dei Santi Patroni Martino e Comasia saranno in pellegrinaggio alla parrocchia di San Domenico. Mercoledì 2 luglio, alle 18:00, è previsto l’arrivo in via V. Bellini, con un corteo verso la parrocchia di San Domenico e la consegna simbolica alla comunità parrocchiale.

Venerdì 4 luglio, alle 18:00, dalla parrocchia di San Domenico partirà il corteo di rientro dei simulacri verso la Basilica di San Martino. Alle 18:30, nella Basilica di San Martino, si terrà il santo rosario, seguito alle 19:00 dalla Santa Messa e dalla Benedizione dei Portatori. Alle 20:00, è prevista la consegna del ‘Sigillo martiniano’ al prof. Giovanni Liuzzi, storico, e la presentazione del suo studio “Le Origini di Martina”. La serata si concluderà alle 21:00 in piazza Plebiscito con il complesso bandistico “Città di Martina Franca”, diretto dal m° Caterina Santoro.

La solennità dei santi patroni (6 luglio)

Domenica 6 luglio sarà il giorno della solennità di San Martino e Santa Comasia. Le sante messe in Basilica di San Martino si terranno alle 8:30, 11:00 e 19:00.

Alle 9:00, nella Basilica di San Martino, si terrà una santa messa presieduta da don Giuseppe Basile. Alle 11:00, sarà celebrato il solenne pontificale presieduto da mons. Ciro Miniero, arcivescovo metropolita di Taranto.

Nel pomeriggio, alle 19:30, avrà luogo la processione con le statue dei santi patroni, che attraverserà numerose vie della città, includendo una sosta e preghiera per gli ammalati presso l’ospedale Valle d’Itria. La processione sarà accompagnata dal Gran Concerto bandistico Città di Rutigliano diretto dal m° Gaetano Cellamara e dal Complesso bandistico Città di Martina Franca diretto dal m° Caterina Santoro. Le statue saranno portate a spalla da giovani, adulti, uomini e donne.

Al rientro della Processione, alle 21:30, si terrà una santa messa. Alle 22:00, in piazza Plebiscito, si esibirà il Gran Concerto bandistico Città di Rutigliano. La giornata si concluderà alle 23:30 con uno spettacolo piromusicale a cura della ditta Itria Fireworks al parcheggio Orti del Duca, in Valle d’Itria.

Giorno del Ringraziamento (7 luglio)

Lunedì 7 luglio sarà il Giorno del Ringraziamento. Alle 18:30 si terrà la santa messa. Alle 19:00, nella Basilica di San Martino, si terrà una santa messa di Ringraziamento. Alle 20:00, la rassegna dei cori parrocchiali Note in Canto animerà la serata. Alle 22:00, è previsto un concerto offerto dall’amministrazione comunale di Martina Franca.

Le celebrazioni saranno animate dal Coro della Basilica, con il m° Antonella Ignatti e l’organista Egidio Colano. Il servizio liturgico sarà curato dal Collegio dei ministranti della Basilica. L’addobbo floreale sarà a cura di “Flowers” piante e fiori di Turnone Eugenio. L’illuminazione artistica sarà realizzata dalla ditta Faniuolo, interamente donata dall’azienda Happycasa.

Infine, sabato 5 luglio, l’iniziativa ‘Aggiungi un posto a tavola’ offrirà un pranzo a domicilio per alcune famiglie, a cura del Comitato Festa Patronale in collaborazione con le confraternite S.S. Sacramento dei Laici, Natività e Dolori della B.V.M., Maria S.S. Assunta e l’ass. Anteas di Martina Franca e le Caritas parrocchiali della vicaria di Martina Franca.

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Diocesi

Martina Franca, celebrazioni per il Sacratissimo Cuore di Gesù e del Cuore Immacolato di Maria

23 Giu 2025

di Angelo Diofano

A Martina Franca, in preparazione alla solennità del Sacratissimo Cuore di Gesù e del Cuore Immacolato di Maria, la basilica collegiata di San Martino e la confraternita del SS. Sacramento dei laici (priore, Michele Cito) hanno programmato un ciclo di celebrazioni, iniziate con l’esposizione delle statue dei Sacri Cuori. Ogni sera ci saranno sante messe alle ore 19 che saranno celebrate da don Vito Fasano (martedì 24, con omelia sul tema ‘Cuore di Gesù, fonte di gioia e di carità’), don Giacomo Salomone(mercoledì 25, con omelia su ‘Cuore di Gesù, fonte di vita e di santità’), don Fabio Massimillo (giovedì 26, con omelia su ‘Nel cuore di Gesù, il cuore della Chiesa sposa’).

Venerdì 27, solennità del Sacratissimo Cuore di Gesù, alle ore 8.30, santa messa presieduta dal vicario parrocchiale don Alessandro Fontò; alle ore 19, santa messa presieduta dal parroco mons. Giuseppe Montanaro, con benedizione della statua restaurata del Sacro Cuore.

Sabato 28, memoria liturgia del Cuore Immacolato di Maria, sante messe saranno celebrate alle ore 8.30 e alle ore 19.

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Tracce

Dejà vu e di male in peggio

Foto Reuters/Avvenire
23 Giu 2025

di Emanuele Carrieri

Dopo l’attacco di Hamas a Israele, nel fiume di dichiarazioni della politica israeliana, passò inosservato un annuncio di Netanyahu: “Cambieremo il volto del Medio Oriente”. Sembravano parole di circostanza, ma l’attualità mostra quanto Netanyahu credesse in quel passaggio. Dopo aver fatto radere al suolo la striscia di Gaza e avere strappato la spina nel fianco settentrionale di Hezbollah, Netanyahu ha deciso che serviva alzare l’asticella e risolvere, una volta e per tutte, la questione iraniana, provocando a cascata una escalation che rischia di avere dimensioni mondiali, con gli Stati Uniti pronti a entrare in guerra, così come la Germania. La guerra fra Israele e Iran è un tema ostico, particolarmente per gli effetti, imprevisti e imprevedibili. In un primo momento, sembrava che droni, razzi e raid avessero solo lo scopo di porre fine, in maniera radicale, al programma nucleare. La stampa americana sostiene che, da settimane, il governo israeliano era deluso dai pochissimi passi avanti nei colloqui fra Teheran e Washington, e che quindi fosse arrivato il tempo di accelerare. Il punto, però, è che un blitz come quello del 13 giugno è stato preparato da tempo. Quello di Tel Aviv sarebbe quindi un progetto di lungo corso. Ma con quali obiettivi? Inizialmente pareva che una volta distrutti i siti nucleari ci potesse essere uno stop, ma da giorni si nota una escalation. I missili di precisione stanno prendendo di mira i vertici di esercito e guardiani della rivoluzione, impianti energetici e tivù di Stato. E per bocca di Netanyahu, anche l’ayatollah Ali Khamenei, la guida suprema, è finito nel mirino: “Se lo ammazziamo, la guerra finirà”. Ancora più chiaro è stato Trump: “Sappiamo esattamente dove si nasconde il leader supremo. Non abbiamo, per ora, intenzione di eliminarlo. Ma la nostra pazienza si sta esaurendo”. L’idea che sta maturando è quella del “regime change”, il capovolgimento della teocrazia iraniana. È tutta una serie di dejà vu, di male in peggio: in Iraq, da Saddam Hussein all’Isis; in Afganistan, dai talebani fino ai talebani con ritorno e vendetta; in Egitto, da Morsi ad al-Sisi; in Siria, da Assad ad al-Jolani e altri ancora. Israele starebbe, quindi, accarezzando l’ipotesi di un collasso della repubblica islamica, di una fine della dittatura religiosa degli ayatollah. Però una caduta teleguidata a distanza potrebbe non essere realizzabile e il serio rischio di effetto domino che crei un altro focolaio di crisi eterna, è quanto mai reale. Il rischio coincidente di un cambio di regime imposto è quello di nutrire il nazionalismo iraniano, con l’esito far stringere il Paese ancora di più intorno ai pasdaran. Secondo gli israeliani, servirebbe una guerra aperta, fatta con “scarpe a terra”: perciò Israele è in pressing sugli Usa, ma Trump è riluttante, pure se ha fatto aperture sull’intervento diretto in guerra. Dopo essersi giocato più volte l’immagine di negoziatore, capace di far finire i conflitti in ventiquattro ore, c’è però una componente del mondo Maga che non vuole avventure militari all’estero. Israele propone agli Usa dei raid mirati, in particolare usando bombe anti-bunker che Israele non ha e che potrebbero demolire siti nucleari, come quello sotterraneo di Fordow. Ma anche in tal caso la campagna dovrebbe restare solo missilistica e aerea. C’è poi un precedente storico recente in cui è avvenuto un cambio di regime a colpi di aviazione e missili, senza “scarpe a terra”: la Libia. Malgrado tutte le proteste per le primavere arabe, Gheddafi era saldo al potere, e la sua fine iniziò quando americani e francesi ottennero una “no fly zone” su tutto il Paese. Da allora il rais ebbe i giorni contati. Ma il punto è che quell’intervento non era sostenuto da un progetto di realizzazione di uno “stato nuovo” e, di fatto, dal 2011 a oggi, la Libia è una nazione inesistente, divisa fra due governi, in cui non si riescono a tenere elezioni ed è in preda alla violenza di milizie e tribù. L’Iran è un Paese differente, ma non si può escludere che la caduta del regime faccia scivolare nel caos, che si formino milizie e che il Paese diventi territorio di anarchia armata. Per capire che una simile guerra non porta a cambi di regime indolori, necessita guardare intorno a Israele: Gaza è un ammasso di macerie, i capi di Hamas sono stati decimati, ma l’organizzazione rimane ancora in vita. Secondo l’esercito israeliano, Hamas conterebbe su quasi quaranta mila combattenti, migliaia di razzi e una rete di tunnel di almeno cinquecento chilometri. Una forza calata rispetto al 7 ottobre, ma ancora di tutto rispetto se si considera la potenza di fuoco che Israele ha scaricato su Gaza fra raid aerei, missilistici e truppe sul terreno. Stessa cosa vale per Hezbollah: se è vero che l’operazione con i cercapersone e i raid mirati hanno decimato i vertici dell’organizzazione, è anche vero che rimane un sostegno fondamentale della vita politica e sociale del Libano e che, anche in quel caso, non è avvenuto un cambio di regime. Forse a Israele non interessava spingere fino al collasso di Beirut, ma il capitale militare e diplomatico speso, più che cambiare in modo radicale il confine nord, ha narcotizzato la minaccia rimandando, forse, il problema. La guerra di Israele contro l’Iran rischia di avere diversi effetti collaterali che sono differenti a seconda delle risultanze. Se il regime dovesse reggere l’urto potrebbe non rinunciare all’idea del nucleare, anzi convincersi che la sopravvivenza passi proprio attraverso la detenzione della bomba atomica. Se invece dovesse configurarsi un crollo della repubblica islamica, si aprirebbe una fase di insicurezza oscura e profonda, con una instabilità a livello regionale crescente che avrebbe ricadute su diversi e numerosi ambiti: potrebbero esserci ripercussioni sullo stretto di Hormuz, punto di grandissima importanza strategica poiché passa quasi un quarto della produzione mondiale di petrolio. Pure questo un dejà vu. Anche in questo caso, di male in peggio.

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Giubileo2025

Chiesa e sfide globali: il Giubileo dei governanti

ph Vatican media-Sir
23 Giu 2025

di Giada Di Reda

Si è tenuto il 21 e il 22 giugno, il Giubileo dei governanti, un’occasione per riflettere sul ruolo concreto della politica nella costruzione del bene comune e il suo impegno come espressione concreta dell’amore cristiano.
L’evento, in collaborazione con l’Anci, associazione nazionale dei comuni italiani, il Dicastero per l’evangelizzazione e l’Unione interparlamentare, ha coinvolto 1600 amministratori locali tra sindaci e assessori. Presenti le delegazioni da 68 paesi, capi di governo, parlamentari e leader religiosi.

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Un programma fitto e improntato sulla cultura, la riflessione, la spiritualità e la bellezza, iniziato il 21 giugno alle 10 con l’udienza del santo padre con i parlamentari, proseguito con il pellegrinaggio dei partecipanti alla porta santa. Alle 14:30 nell’Aula di Montecitorio, l’apertura della Seconda conferenza parlamentare sul dialogo interreligioso, in cui erano presenti figure come il presidente della Camera, del Senato, del Parlamento internazionale, il card. Fisichella e il sen. Casini. Successivamente, alle ore 17:00, l’incontro sul ‘Debito ecologico’, tenutosi nell’Aula Giulio Cesare, introdotto dal sindaco di Roma Gualtieri, con il cardinale Parolin, segretario di Stato Vaticano, e il senatore a vita Mario Monti. Per terminare la prima giornata, un momento all’insegna dell’arte e della bellezza, con il concerto ‘Armonie di speranza’ in piazza Pio X, con il contributo di artisti internazionali come Aleksandr D. Malofeev (Russia), Brad Mehldau, (Stati Uniti), Gabriella Montero (Venezuela), Francesco Piemontesi (Svizzera), Beatrice Rana (Italia), Aleksy Shadrin (Ucraina) e Nobuyuki Tsujii (Giappone).

Nella giornata del 22 giugno, i partecipanti hanno preso parte all’angelus in piazza San Pietro, in un settore a loro riservato; alle 17:00 la celebrazione della santa messa presieduta dal papa a San Giovanni Laterano.

A orientare il cammino di questi due giorni densi di significato, sono state le parole pronunciate dal papa durante l’udienza ai parlamentari. Il pontefice, richiamandosi alle parole di Pio XI, che ha definito la politica “la forma più alta di carità”, ha sottolineato il suo compito di azione concreta, servizio autentico e veicolo di giustizia sociale, pietà e speranza, soprattutto a favore dei più deboli.

Proseguendo nel suo intervento, Leone ha sviluppato alcune considerazioni, ritenute fondamentali nell’attuale contesto culturale, soffermandosi in particolare su tre aspetti cruciali: il bene della comunità; la libertà religiosa e il dialogo interreligioso; la nuova sfida dell’intelligenza artificiale.

“Quanti vivono in condizioni estreme gridano per far udire la loro voce e spesso non trovano orecchie disposte ad ascoltarli. Tale squilibrio genera situazioni di permanente ingiustizia, che facilmente sfociano nella violenza e, presto o tardi, nel dramma della guerra. Una buona azione politica, invece, favorendo l’equa distribuzione delle risorse, può offrire un efficace servizio all’armonia e alla pace sia a livello sociale, sia in ambito internazionale”.

Il papa con queste parole ha invitato i parlamentari ad agire, ricordando di dare priorità al bene comune, mettendo da parte egoismi e logiche di parte. L’azione della politica deve svilupparsi, ponendosi come obiettivo la coesione sociale, la solidarietà e l’ascolto, con e verso gli ultimi.

La seconda considerazione riguarda la libertà religiosa e il dialogo interreligioso.

“Anche in questo campo, oggi sempre più di attualità, l’azione politica può fare tanto, promuovendo le condizioni affinché vi sia effettiva libertà religiosa e possa svilupparsi un rispettoso e costruttivo incontro tra le diverse comunità religiose. Credere in Dio, con i valori positivi che ne derivano, è nella vita dei singoli e delle comunità una fonte immensa di bene e di verità”.

L’azione politica, può e deve creare le condizioni per il rispetto tra le diverse comunità religiose, per garantire una convivenza pacifica e costruttiva; partendo dal presupposto, ormai consolidato, del dialogo quale forma di arricchimento reciproco e condivisione di valori.

Citando il De Civitate Dei di Agostino, Leone XIV, ribadisce la fede in Dio quale fonte di bene e verità per tutta la comunità. “Sant’Agostino, in proposito, parlava di un passaggio dell’uomo dall’amor sui – l’amore egoistico per sé stesso, chiuso e distruttivo – all’amor Dei – l’amore gratuito, che ha la sua radice in Dio e che porta al dono di sé –, come elemento fondamentale nella costruzione della civitas Dei, cioè di una società in cui la legge fondamentale è la carità”.

E ancora, nella sua riflessione condivisa con i governanti, immancabili sono i riferimenti alla legge naturale, quale bussola su cui orientare il cammino: “Per avere allora un punto di riferimento unitario nell’azione politica, piuttosto che escludere a priori, nei processi decisionali, la considerazione del trascendente, gioverà cercare, in esso, ciò che accomuna tutti. A tale scopo, un riferimento imprescindibile è quello alla legge naturale, non scritta da mani d’uomo, ma riconosciuta come valida universalmente e in ogni tempo, che trova nella stessa natura la sua forma più plausibile e convincente. Di essa già nell’antichità si faceva autorevole interprete Cicerone, il quale nel De re publica scriveva: «La legge naturale è la diritta ragione, conforme a natura, universale, costante ed eterna, la quale con i suoi ordini invita al dovere, con i suoi divieti distoglie dal male […]. A questa legge non è lecito fare alcuna modifica né sottrarre qualche parte, né è possibile abolirla del tutto; né per mezzo del Senato o del popolo possiamo affrancarci da essa né occorre cercarne il chiosatore o l’interprete”.

Il pontefice ha chiuso la riflessione sulla seconda sfida, citando la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani (1948). Un testo attuale e centrale per ricordare il valore assoluto della persona umana, della sua identità e dignità assoluta; documento scritto ed emanato nel 1948, al termine di un lungo periodo storico caratterizzato da guerre, totalitarismi e genocidi di massa, in cui la dignità umana di milioni di vittime, è stata completamente calpestata.

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Il terzo nodo cruciale sviluppato nel discorso del papa, riguarda la nuova sfida dell’intelligenza artificiale, su cui la Chiesa ha avuto modo di pronunciarsi in diverse occasioni.

“Si tratta di uno sviluppo che certamente sarà di valido aiuto alla società, nella misura in cui, però, il suo utilizzo non porti a intaccare l’identità e la dignità della persona umana e le sue libertà fondamentali. In particolare, non bisogna dimenticare che l’intelligenza artificiale ha la sua funzione nell’essere uno strumento per il bene dell’essere umano, non per sminuirlo né per definirne la sconfitta”. E ancora: “La vita personale vale molto più di un algoritmo e le relazioni sociali necessitano di spazi umani ben superiori agli schemi limitati che qualsiasi macchina senz’anima possa preconfezionare”.

Una frontiera ampia e ambivalente, che deve essere accompagnata da un approccio critico, affinché essa resti al servizio della persona umana e mai “al posto” di essa, contro ogni forma di controllo o disumanizzazione. È necessario che essa sia orientata, seguendo il principio della giustizia sociale, della dignità umana e del bene comune; questo è un compito delicato, una responsabilità di cui deve farci carico tutti, e in particolare la politica che deve definire delle regole chiare, promuovere lo sviluppo umano integrale, attraverso un approccio etico e responsabile.

Di fronte a queste sfide così evidenti, i cittadini hanno bisogno di risposte concrete, di una guida che una politica basata sull’impegno, fondata sul rispetto e la responsabilità, può garantire.

La politica non è professione ma è missione. Leone ha citato l’esempio di san Tommaso Moro, indicato da Giovanni Paolo II in occasione del Giubileo del 2000.

“San Tommaso Moro. In effetti, Sir Thomas More fu uomo fedele alle sue responsabilità civili, perfetto servitore dello Stato proprio in forza della sua fede, che lo portò a interpretare la politica non come professione, ma come missione per la crescita della verità e del bene. Egli «pose la propria attività pubblica al servizio della persona, specialmente se debole o povera; gestì le controversie sociali con squisito senso d’equità; tutelò la famiglia e la difese con strenuo impegno; promosse l’educazione integrale della gioventù» (Lett. Ap. M.P. E Sancti Thomae Mori, 31 ottobre 2000, 4)”.

Moro si fece fautore di un modello di politica come servizio alla persona, in particolare verso i più deboli, orientando il suo impegno nell’educazione dei giovani, prestando attenzione alle famiglie.

Il Giubileo dei governanti ha rappresentato un’occasione per riscoprire il ruolo della politica quale guida al continuo servizio del bene comune, orientato alla tutale dell’integrità e dello sviluppo della persona. Le parole del papa hanno messo in luce quei valori universali che sono alla base di una Chiesa che è presente nel mondo e intende contribuire alla sua protezione, attraverso il dialogo e la cooperazione. In questo senso il compito della politica è delicato e fondamentale, ma possibile se vissuto con coraggio, umiltà e visione, guidato dalla fede, dalla responsabilità e dalla speranza.

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Diocesi

Quartiere Tre Carrare in festa per il Sacro Cuore

23 Giu 2025

di Angelo Diofano

“Ci avviciniamo con cuore grato e trepidante alla festa del Sacratissimo Cuore di Gesù, cuore vivo del Vangelo, sorgente di misericordia, rifugio per ogni creatura ferita, stanca o smarrita. In questo tempo segnato da tante fatiche e da una sete profonda di amore vero, il Cuore di Gesù si offre ancora una volta come dimora sicura e fonte inesauribile di pace. Il nostro cammino spirituale, scandito dalle giornate del Triduo, vuole aiutarci a sostare davanti a questo Cuore ardente. È lì che possiamo ritrovare la verità del nostro essere: figli amati, cercati e salvati. È lì che impariamo l’arte della compassione, della tenerezza, della vicinanza, perché solo chi ha sperimentato l’amore di Cristo può diventare riflesso del suo amore nel mondo. In questa festa, vi invito a lasciarvi abbracciare. Venite come siete: con le vostre gioie, ma anche con le vostre fatiche, le vostre domande, le vostre ferite. Gesù vi aspetta. E lo fa non con rimproveri, ma con un cuore aperto, che pulsa per ciascuno di noi. Il Cuore di Cristo ci invita a rinnovare la fiducia in Dio, ad affidarci a Lui anche quando non comprendiamo tutto. Ci chiama a costruire comunità più fraterne, famiglie più unite, cuori più umani. In un mondo spesso indifferente o distratto, il Cuore di Gesù è la risposta d’amore che non delude. Accostiamoci a Lui con umiltà e riconoscenza.  La sua festa non è solo una tradizione: è un’occasione di grazia, un invito alla conversione, un tempo di rinascita In preparazione alla grande Solennità del Sacratissimo Cuore di Gesù, la nostra comunità vivrà un cammino di fede e preghiera: tre giorni per lasciarsi avvolgere dall’Amore che non conosce misura”: con queste parole il parroco don Francesco Venuto invita a partecipare ai solenni festeggiamenti in onore del Sacro Cuore, titolare della parrocchia da lui guidata.

Questo è il programma del triduo:

Martedì 24, ‘Profumo di preghiera, incenso d’amore’: ore 18.30, santa messa e offerta dell’incenso al Sacro Cuore; al termine della celebrazione verrà donato a ogni fedele  un sacchetto di incenso per affidare al Signore i propri sogni e accenderlo venerdì 27 giugno.

Mercoledì 25, ‘Cuore di Gesù, rifugio delle famiglie’: ore 18.30, santa messa e benedizione delle famiglie, che riceveranno un piccolo dono e una preghiera speciale, segno di appartenenza e di protezione (prenotarsi allo 099.4776592).

Giovedì 26, ‘Nel silenzio adorante, baciati dal Cuore’: ore 18.30 santa messa con il gesto del bacio al Sacro Cuore ; ore 20, veglia di preghiera per prepararsi alla festa, un momento intimo per lasciarsi guardare e amare da Gesù;  al termine consegna dello scapolare al Sacro Cuore a tutti i presenti.

Il giorno della festa

Venerdì 27, solennità del Sacratissimo Cuore di Gesù: ore 8, intronizzazione del simulacro del Sacro Cuore sul sagrato e giro della banda per le vie del quartiere per annunciare la festa; ore 17.30, coroncina al Sacro Cuore; ore 18, santa messa solenne presieduta dal parroco don Francesco Venuto che si terrà all’aperto nella zona antistante la chiesa; ore 19, processione per via Dante, via Giovan Giovine, via Oberdan, via Fratelli Mellone, via Andronico, via Aristosseno, via Dante, via Giovan Giovine, via Messapia, via Giusti, via Dante con rientro in chiesa. Presterà servizio la banda ‘Città di Crispiano’ diretta dal m° Francesco Bolognino; ore 20.30, concerto de ‘I cugini di campagna’; ore 23, fuochi pirotecnici della ditta Danilo Madio di Bernalda.

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Diocesi

In festa la parrocchia del Sacro Cuore di Statte

23 Giu 2025

di Mariangela Di Geronimo

Come ogni anno, la comunità del Sacro Cuore di Statte si prepara a celebrare la festa parrocchiale, una delle ricorrenze più sentite e significative del calendario liturgico. Questa solennità è un’opportunità per riflettere sull’amore infinito e misericordioso che Dio riversa sull’umanità attraverso il Suo Figlio.

Il Sacro Cuore è un simbolo potente e universale che parla di compassione, sacrificio e di un amore incondizionato che si offre per la salvezza di ogni anima, richiamo costante alla presenza di Cristo nelle nostre vite, anche nei momenti più difficili.

Per la nostra parrocchia, è un momento speciale per rafforzare i legami di fede e riscoprire insieme la bellezza della devozione.

Il parroco don Giovanni Agrusta ricorda che: “La festa è un invito a metterci alla scuola del Cuore di Gesù perché possiamo vincere ogni forma di superbia e di aggressività che possono rovinare le nostre relazioni. Sentiamo tutti il bisogno di pace, di rispetto, di benevolenza, sono doni che solo Gesù e le nostre personali decisioni possono darci per una convivenza, improntata alla vera fraternità”.

Quest’anno la festa si svolgerà dal 24 al 29 giugno. Si inizierà con il triduo in preparazione alla festa liturgica, con la santa messa che verrà celebrata alle ore 19.

Martedì 24, nella celebrazione eucaristica presieduta da don Giovanni Agrusta ci sarà la benedizione dei bambini; mercoledì 25, nella santa messa celebrata da don Federico Marino le famiglie saranno consacrate al Sacro Cuore; giovedì 26 l’Eucarestia sarà presieduta da don Paolo Martucci, con benedizione delle famiglie che accoglieranno la statua al passaggio della processione; venerdì 27, festa liturgica del Sacro Cuore con santa messa presieduta dal novello sacerdote don Giuseppe Basile.

Domenica 28 sante messe si terranno alle ore 8 – 10.30 – 18 (quest’ultima presieduta da don Mattia Santomarco); alle ore 19, processione con il seguente itinerario: via delle Sorgenti, via dei Caduti in Guerra, via Spontini, via San Francesco, via Scarlatti, via Triglie, via Pedrotti, via delle Sorgenti, via Respighi, via San Francesco, via delle Sorgenti. Presterà servizio l’orchestra dei fiati ‘Giuseppe Chimienti – Città di Montemesola’ diretta dal prof. Lorenzo De Felice.

Le manifestazioni civili (sul sagrato della chiesa), prevedono: sabato 28 giugno, ore 20.30, spettacolo del gruppo musicale ‘Flaner Acustic Trio’; domenica 29, dalle ore 8alle ore 11.30, raccolta di sangue organizzata dall’Avis Statte; ore 20.30, spettacolo del complesso “Happy Days Band”.

Non mancheranno le luminarie curate dalla ditta Vito Ciaccia di Cisternino.

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