Il ‘grazie’ dell’arciconfraternita del Carmine di Taranto alle confraternite del grande raduno di sabato 28 giugno

A margine del grande raduno confraternale svoltosi sabato scorso, 28 giugno, a Taranto in occasione del 350° anniversario dell’arciconfraternita del Carmine e per la solenne intronizzazione del simulacro della Beata Vergine del Carmine, con la partecipazione di trenta confraternite e di quasi cinquecento confratelli provenienti da Puglia Basilicata e Calabria, il priore Antonello Papalia ha voluto inviare a tutti i sodalizi che vi hanno preso parte questa sentita lettera di ringraziamento che pubblichiamo:
“Scrivo queste righe con profonda commozione e gratitudine, ancora avvolto dall’intensa emozione che tutti insieme abbiamo vissuto il 28 giugno, in occasione della grande processione di intronizzazione per il 350° anniversario della nostra amata confraternita. È difficile trovare le parole giuste per raccontare ciò che i nostri occhi hanno visto e che i nostri cuori hanno sentito. Trenta confraternite, quasi cinquecento persone in corteo, unite da uno stesso spirito, da una stessa fede, da un’unica grande famiglia. Un popolo in cammino, che ha saputo parlare senza parole, perché già il solo esserci era preghiera, era testimonianza, era liturgia viva. E proprio per questo mi permetto di riportare le parole pronunciate dal nostro padre spirituale mons. Marco Gerardo, durante la messa solenne celebrata nella chiesa di San Francesco di Paola: «Non faccio l’omelia oggi, perché l’omelia l’avete fatta voi con la vostra presenza.» Mai frase fu più vera. Il vostro cammino, la vostra compostezza, i vostri occhi, i vostri stendardi mossi dal vento e dalla fede… Tutto ha parlato, tutto ha predicato, tutto ha scaldato il cuore della nostra comunità. Conosco personalmente quasi tutti voi. E forse anche per questo, ciò che abbiamo vissuto insieme ha per me un valore ancora più profondo. È stato un abbraccio sincero, un segno tangibile di affratellamento vero, quello che nasce non solo dalla ritualità, ma da una storia condivisa, da una passione autentica, da un legame che supera il tempo e le distanze. Siete stati testimoni viventi di una fede che si incarna nei gesti, nei colori, nei simboli, nelle marce che parlano di umiltà e dedizione. E in quei momenti di silenzio e marce, di sudore e preghiera, abbiamo sperimentato il miracolo dell’affratellamento vero. Quello che nasce dal rispetto, dalla condivisione, dalla passione comune per qualcosa che va ben oltre ciascuno di noi. Quello che custodiamo attraverso i nostri Sodalizi non è solo un’eredità, ma un’anima viva, quella della pietà popolare, che affonda le sue radici nel cuore delle nostre famiglie, nei vicoli dei nostri paesi, nelle mani callose dei confratelli che con devozione portano avanti tradizioni secolari. La pietà popolare è la forma più pura e concreta con cui il popolo si avvicina a Dio, non è semplice devozione, ma è cultura, identità, appartenenza, preghiera incarnata nella vita quotidiana. Ieri, questo valore è esploso in tutta la sua bellezza. Abbiamo visto confraternite diverse per origini e storie, marciare come un solo corpo, animate dalla stessa fiamma interiore. E in quello stare insieme, in quel cammino condiviso, in quei gesti lenti ma carichi di significato, abbiamo toccato con mano il volto più vero della Chiesa, quella che si muove tra la gente, che cammina con il popolo, che si fa prossima con cuore e mani. Non dimenticheremo questa giornata. Mai. Resterà impressa nei nostri cuori come un sigillo di grazia. E a ciascuno di voi, fratelli e sorelle, giunga il mio grazie più sincero e fraterno. Avete onorato la nostra Confraternita e il nostro anniversario con la vostra presenza, ma ancor più con la vostra anima. Questa comunione che sabato abbiamo vissuto possa continuare a crescere e rafforzarsi negli anni a venire. Con affetto, stima e gratitudine profonda”.
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