Leone XIV

Lode, liturgia e azione: la prima messa per la custodia del Creato

ph Borgo Laudato si'-Sir
09 Lug 2025

di Giada Di Reda

Nella cornice silenziosa e verdeggiante di Borgo Laudato si’, a Castel Gandolfo, papa Leone XIV nella giornata di oggi, mercoledì 9 luglio, ha celebrato la prima messa per la custodia del Creato: un forte segnale di apertura, speranza e continuità. L’aggiunta rituale rappresenta infatti un segno concreto dell’intreccio sempre più profondo tra teologia, spiritualità e impegno per la casa comune. La Laudato si’ di papa Francesco è stata a tal proposito una voce profetica.
Non si tratta di una ‘messa ecologica’ nata da una ‘enciclica verde’, poiché il cuore della celebrazione è profondamente teologico e spirituale: proprio attraverso la liturgia che l’uomo si identifica con la creazione, restituendone il dono in lode al creatore.

Il nuovo formulario è stato approvato l’8 giugno in occasione della solennità di Pentecoste, e promulgato dal decreto del dicastero per il Culto divino e la disciplina dei sacramenti del 3 luglio 2025.
Ispirata ai temi della Laudato Si’, la nuova messa si inserisce nel solco della tradizione liturgica, andando ad arricchire i formulari “per le necessità civili” previsti.
Le letture scelte offrono una riflessione sul legame tra la bellezza del creato, la cura, e la vocazione cristiana a custodire ogni dono, rendendo in questa maniera lode al creatore.

Scendiamo nel dettaglio dei nuovi testi liturgici.
L’antifona d’ingresso, tratta dal salmo 18, proclama che “i cieli narrano la gloria di Dio”: l’universo intero è rivelazione e parola. Parafrasando Teilhard de Chardin, potremmo dire che esso è soggetto attivo di una grande liturgia cosmica. Qui si apre una visione in cui la creazione non è solo oggetto da proteggere, ma soggetto della lode, spazio in cui Dio si rende presente e riconoscibile. È tipico della letteratura veterotestamentaria attribuire alla creazione la capacità di rivolgersi al Creatore, cosa non sconosciuta anche al Nuovo Testamento per cui Paolo afferma che la creazione stessa “geme e soffre in attesa della rivelazione dei figli di Dio” (Rm 8,19-24). Chi sono i figli attesi? Chi sono coloro che manifestano in se stessi l’immagine e la somiglianza a quel Padre che è amore?

La colletta esprime con chiarezza la radice cristologica di questa prospettiva: il Padre ha chiamato all’esistenza tutte le cose nel Figlio, “primogenito di ogni creatura” (cf. Col 1,15), e ci chiede di custodirle nel soffio dello Spirito, con carità. Questo richiamo trinitario fonda ogni etica ambientale sul cuore della fede cristiana, ovvero l’amore intratrinitario.
Le offerte sono presentate come “frutti della terra e del lavoro dell’uomo”, ma anche come partecipazione al “lavoro” stesso di Dio: l’Eucaristia trasforma il pane e il vino, cui l’uomo partecipa con il proprio lavoro, in cibo e bevanda di vita eterna. La dimensione sacramentale si intreccia così alla responsabilità ecologica. Un lettore attento – o un ascoltatore della celebrazione – potrebbe dire che abbia sentito la formula già da un’altra parte. L’orazione sulle offerte, infatti, ricalca le due preghiere recitate poco prima nella presentazione dei doni. In esse, infatti, si dichiara che il pane e il vino presentati sull’altare sono a un tempo il “frutto della terra/vite” e del lavoro dell’uomo. Qual è la novità? Possiamo azzardare che il terzo rigo sia davvero potente: pérfice in eis opus creatiónis tuæ, ovvero: completa in essi l’opera della tua creazione. Che bello! La creazione opera d’amore di Dio è nelle mani dell’umanità. Le donne e gli uomini la lavorano e la santificano con la propria opera e, nel restituirla sull’altare al Signore, Dio stesso completa per mezzo dello Spirito Santo ciò che ha iniziato dall’eternità. È una dichiarazione dell’intimo essere amore di Dio perché, come insegna Agostino, l’amore non è perfetto se non contempla in sé anche l’altro e la sua capacità di amare: “L’amore è sempre l’amore di qualcuno che ama, e per mezzo dell’amore si ama qualcosa” (cfr. De Trinitate VIII.10.14).

L’antifona alla comunione richiama l’universalità della salvezza: “tutti i confini della terra hanno visto la salvezza del nostro Dio” (cf. Sal 97,3). La terra non è un dettaglio, ma parte della promessa.

La preghiera dopo la comunione è memoria di un vertice dell’essenza del cristianesimo: ricevendo il “sacramento dell’unità”, siamo chiamati a crescere nella comunione che ci fa desiderare l’unità con ciò che Dio ama. Quindi non solo con Dio e i fratelli, ma anche con tutte le creature, imparando a vivere nell’attesa dei nuovi cieli e della terra nuova (cf. Ap 21,1). La storia, dicevamo in apertura, non è finita. La storia è anche la storia della nostra speranza e la speranza è ciò che muove i nostri passi quotidiani verso vie di bene o di distruzione. L’eucarestia come presenza reale del Cristo che ci fa unità in Dio, richiama ciascuno di noi a riconoscere l’appello a una comunione universale nell’amore. Certamente è necessaria una nuova economia, una nuova politica, una nuova antropologia del senso della nostra presenza sulla Terra. L’eucarestia è il ‘nuovo’ di Dio. Un Dio che si fa fragile per abitare l’intimo e dal cuore trasformare ogni cosa. La storia è attirata dall’eucarestia.

Il nuovo formulario liturgico è un dono attraverso cui la Chiesa ci consegna un nuovo modo di vivere e amare la terra da figli e non da padroni. La Messa per la custodia del Creato ci invita a recuperare quell’idea di connessione del tutto, in cui lo sguardo del Creatore, sempre vigile, attento e colmo d’amore abbraccia ogni creatura, guidando il cammino dell’umanità verso una comunione con Dio, i fratelli e la terra.
Celebrare, in questo senso, significa anche custodire e quindi amare: in un tempo segnato da crisi ambientali e relazionali, la liturgia affida a tutti noi il compito di trasformare la lode in vita, e quindi in dono.

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Eventi culturali in provincia

A Pulsano il Festival culturale del Santuario

ph G. Leva
09 Lug 2025

di Angelo Diofano

A Pulsano nei giorni 24, 25 e 26 luglio si svolgerà la prima edizione del ‘Festival culturale del Santuario’ a cura della parrocchia di Santa Maria La Nova con il patrocinio dell’amministrazione comunale.

“Si tratta – spiega il parroco don Davide Errico – di offrire un serio apporto della comunità parrocchiale per la crescita culturale e spirituale di tutto il nostro territorio. Approfittando dell’anno giubilare, desideriamo porre l’attenzione sul perdono, che rappresenta un aspetto della vita molto faticoso da affrontare perché spesso è ostacolato da alcune ferite che faticano a rimarginarsi”.

Il programma prevede per giovedì 24 l’incontro con Gherardo Colombo, che nella chiesa parrocchiale alle ore 20.30 terrà una lectio su ‘Il perdono responsabile’. Ex magistrato, il relatore è autore di diversi libri sulla giustizia, la legalità e la Costituzione ed è  noto per aver condotto o contribuito a importanti inchieste su crimine organizzato, corruzione e mafia, tra cui la scoperta della Loggia P2 e l’operazione ‘Mani pulite’.

Venerdì 25, sempre nella chiesa parrocchiale alle ore 20.30, ‘Il perdono riapre il futuro’ è il tema che sarà affrontato da Lidia Maggi. La relatrice è pastora battista, è moglie di Angelo Reginato, anch’egli pastore; è impegnata nel dialogo ecumenico e fra le religioni e da qualche anno svolge un ministero itinerante che la porta in giro per l’Italia per far conoscere le Sacre Scritture. 

Infine sabato 26 sarà la volta del noto psicoanalista e saggista Massimo Recalcati che terrà una lectio sull’‘Elogio del perdono’. L’appuntamento è sempre alle ore 20.30, ma nei locali dell’oratorio parrocchiale in via Santo Egidio.
Il ticket è di 15 euro, acquistabile in parrocchia o su www.prolocopulsano.com/santamarialanova. Il relatore, è frequentemente ospite in numerose trasmissioni televisive; ha ricevuto una formazione giovanile cristiana da cui si è allontanato nell’età adulta, per poi ritornarvi successivamente.

“Siamo contenti di avere con noi questi illustri ospiti – conclude don Davide Errico – e ringrazio particolarmente Silvio Busico, direttore di Programma Sviluppo, che ha fortemente creduto nella bontà della nostra iniziativa”.

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Lavoro

Troppi dubbi e incertezze: slitta l’accordo a Palazzo Chigi sull’acciaio

08 Lug 2025

di Silvano Trevisani

Voleva chiudere l’accordo di programma in 48 ore, a costo di restare a lavoro ad oltranza, il ministro per le Imprese Adolfo Urso. “Senza un’Aia come quella che deve essere deliberata dalla Conferenza dei servizi sulla sostenibilità anche sul piano sanitario, non soltanto ambientale – aveva dichiarato, riferendosi alla incombente sentenza del tribunale di Milano sulle istanze di chiusura pendenti – la sentenza è già scritta”. Ma ha dovuto scontrarsi con la realtà, fatta di troppe questioni da chiarire e dalla necessità inderogabile di risolvere con equità il problema dell’Aia, l’autorizzazione integrata ambientale, senza la quale non si può andare avanti. E così si è deciso un rinvio al 15 luglio con l’obiettivo di raggiungere un’intesa complessiva entro la prossima settimana.

Alcune novità sarebbero comunque emerse, almeno per quanto riguardala tempistica della decarbonizzazioone, che passerebbe dai 12 anni previsti a 8. Un’altra, da definire con maggior precisione, riguarda i forni elettrici e la produzione di preridotto, per il quale è stata avanzata la richiesta di una nave gassificatrice. Ma l’accordo di programma, dal quale dipende il futuro dello stabilimento e, quindi, anche di Taranto, è ancora tutto da riscrivere.

A mettere in chiaro l’impossibilità di arrivare subito a un accordo era stato, già in apertura d’incontro, il presidente della Puglia Emiliano: “Io escludo che oggi si possa arrivare a una firma, ma si possono fare passi avanti decisivi per arrivarci il più rapidamente possibile, purché questo accordo non sia una presa in giro per la comunità locale”.

La prosecuzione dell’attività produttiva dello stabilimento, seppur a basso regime, è importante – ha detto Emiliano – perché tiene in piedi il lavoro di migliaia di persone, ma è chiaro che la decarbonizzazione o è veloce ed è convincente per la comunità locale o sarà un problema politico”.

Ma sulla stessa falsariga si era collocato anche il sindaco Bitetti, che era stato forse ancora più netto, dichiarando subito indisponibilità a chiudere come voleva Urso: “è troppo semplice passare la palla così, c’è bisogno di fare un discorso serio sul futuro di un territorio di gente per bene, che ha dato tanto in termini di sacrifici e che merita di essere risarcito. Mi aspetto da un governo serio un ragionamento serio che non scarichi al futuro indeciso centinaia di migliaia di cittadini italiani”.

Resta l’intenzione, da verificare nei fatti, del ministro Urso di presentare il piano nazionale sulla siderurgia entro la pausa estiva. “Se nelle prossime settimane scioglieremo il nodo principale, che è Taranto, prima della chiusura dei lavori parlamentari convocherò al Mimit tutte le associazioni d’impresa e gli interlocutori del settore per presentare il Piano Siderurgico Nazionale. L’obiettivo è ambizioso ma possibile: fare dell’Italia la siderurgia più avanzata d’Europa sul piano green. Un salto qualitativo che richiede visione, investimenti e decisioni rapide da parte di tutti”.

La decarbonizzazione e la tutela occupazione sono i punti fondamentali per le organizzazioni sindacali, che chiedono un tavolo permanente per affrontare con efficacia tutte le questioni

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No alle guerre

Card. Battaglia: “Fermare le guerre. Se non per Dio, fatelo per quel poco di umano che ancora ci tiene in piedi”

08 Lug 2025

“Il pianeta risuona tamburi di guerra da ogni direzione dell’orizzonte. In Ucraina tredicimila civili cancellati dal fuoco; a Gaza cinquantasettemila vite spente come candele nella corrente in ventuno mesi d’assedio; dal Sudan quattro milioni di corpi in marcia alla ricerca di un fazzoletto d’ombra; in Myanmar tre milioni e mezzo di volti dispersi fra cenere e giungla; e, sopra tutti, una città invisibile che non smette di crescere: centoventidue milioni di profughi lanciati nel vento come semi. Questi numeri — li sentite pulsare? — dovrebbero gelare il sangue, ma sfumeranno come bruma se non accostiamo l’orecchio al battito che custodiscono. Ogni cifra è una fronte che scotta, una fotografia sbiadita stretta in un pugno, una voce che domanda solo un minuto senza sirene”. Lo scrive l’arcivescovo di Napoli, card. Mimmo Battaglia, riflettendo sulle guerre in corso nel mondo.
“A voi che impugnate le leve del potere – governi in doppiopetto, consigli d’amministrazione oliati come ingranaggi, alleanze militari dalla voce di metallo – dico che il Vangelo non fa sconti né ammorbidisce la verità. Non domanda tessere, non pretende incenso: impone di riconoscere l’uomo quando lo si vede, di chiamare male ciò che schiaccia l’uomo. ‘Avevo fame e mi avete dato da mangiare, ero straniero e mi avete accolto’ non è un soprammobile pio: è norma primaria scritta con il polso di Dio. Non esistono clausole, non c’è piè di pagina abbastanza piccolo per nascondere l’egoismo”, avverte il porporato.
“Se volete essere guida e non timone allo sbaraglio, fermate i convogli carichi di morte prima che varchino l’ultima dogana; smontate i macchinari che colano piombo e forgiatene aratri, tubature, banchi di scuola. Portate i bilanci di guerra sulla cattedra di un maestro stanco: trasformate milioni stanziati per missili in sale parto illuminate, ambulanze capaci di raggiungere finanche le sofferenze più remote. E voi che sprofondate nelle poltrone rosse dei parlamenti, abbandonate dossier e grafici: attraversate, anche solo per un’ora, i corridoi spenti di un ospedale bombardato; odorate il gasolio dell’ultimo generatore; ascoltate il bip solitario di un respiratore sospeso tra vita e silenzio, e poi sussurrate – se ci riuscite – la locuzione ‘obiettivi strategici’”, l’invito del cardinale.
“Il Vangelo — per chi crede e per chi non crede — è uno specchio impietoso: riflette ciò che è umano, denuncia ciò che è disumano – chiarisce il card. Battaglia -. Se un progetto schiaccia l’innocente, è disumano. Se una legge non protegge il debole, è disumana. Se un profitto cresce sul dolore di chi non ha voce, è disumano. E se non volete farlo per Dio, fatelo almeno per quel poco di umano che ancora ci tiene in piedi”.
L’arcivescovo sottolinea: “Il Vangelo non accetta i vostri comunicati ‘tecnici’. Scrosta ogni vernice di patria o interesse e ci lascia davanti all’unica realtà: carne ferita, vite spezzate”. “Togliete pure il nome di Dio se vi spaventa; chiamatelo coscienza, onestà, vergogna – aggiunge -. Ma ascoltatelo: la guerra è l’unico affare in cui investiamo la nostra umanità per ricavarne cenere. Ogni proiettile è già previsto nei fogli di calcolo di chi guadagna sulle macerie. L’umano muore due volte: quando esplode la bomba e quando il suo valore viene tradotto in utile”.
Il porporato conclude: “Finché una bomba varrà più di un abbraccio, saremo smarriti. Finché le armi detteranno l’agenda, la pace sembrerà follia. Perciò, spegnete i cannoni. Fate tacere i titoli di borsa che crescono sul dolore. Restituite al silenzio l’alba di un giorno che non macchi di sangue le strade”.

 

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Cinema

Dal 14 luglio, al cinema Orfeo di Taranto, due ‘corti’ d’autore di registi pugliesi

08 Lug 2025

Con la proiezione di ‘Amina’ di Serena Tondo e ‘Io’ di Peppe Carucci, prosegue e si consolida l’impegno della casa di produzione cinematografica Clickom di Taranto, specializzata nella realizzazione di cortometraggi d’autore e nella valorizzazione dei talenti pugliesi.
“Questi cortometraggi rappresentano la nuova generazione del cinema pugliese – ha dichiarato Celeste Casaula, amministratore unico di Clickom – siamo orgogliosi di sostenere talenti che sanno trasformare il nostro territorio in un palcoscenico di storie universali, ottenendo riconoscimenti che vanno ben oltre i confini regionali”.
‘Amina’ di Serena Tondo, regista e attrice salentina, è stato girato in provincia di Taranto ed ha conquistato prestigiosi riconoscimenti internazionali, tra cui il premio di Amnesty International. L’opera testimonia la capacità del cinema pugliese di affrontare tematiche di grande attualità con grande sensibilità artistica.
‘Io’ del regista tarantino Peppe Carucci, è ambientato nella suggestiva cornice dei vicoli della città vecchia di Taranto. Il cortometraggio ha ottenuto importanti riconoscimenti, tra cui il premio come miglior regista all’Iris Film Festival, a conferma dell’elevata qualità delle produzioni cinematografiche locali.
Clickom conferma, dunque, la vocazione a produrre lavori di grande qualità tra cui vanno ricordati ‘Pluto’ di Ivan Saudelli con la partecipazione di Gianmarco Tognazzi e ‘Dorothy non deve morire’ (coprodotto con la 10d) con Milena Vukotic.
Le proiezioni avranno luogo a partire dal prossimo 14 luglio, al cinema Orfeo di Taranto. L’iniziativa si inserisce nel più ampio progetto di promozione del cinema breve d’autore come laboratorio di sperimentazione artistica e vetrina per i nuovi talenti del Sud Italia.

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Diocesi

Iniziati a Talsano i festeggiamenti per la Madonna del Carmine

08 Lug 2025

Con il rito d’intronizzazione del simulacro mariano e l’offerta della cera all’edicola della Madonna del Carmine, dove ebbe origine la devozione a lei dedicata, sono iniziati lunedì 7 i festeggiamenti in onore della Madonna del Carmine a Talsano, a cura della omonima confraternita (priore, Domenico Curci). Le celebrazioni proseguiranno mercoledì 9 con la santa messa (ore 19) e la preghiera di affidamento degli ammalati alla Vergine del Monte Carmelo e giovedì 10 con l’esposizione eucaristica (dopo la santa messa delle ore 19) fino alle ore 22 animata dalle Discepole di Gesù eucaristico.

Per le iniziative esterne, martedì 8 alle ore 20 si terrà il torneo di burraco;

mercoledì 9 alle ore 29 i giochi di strada per i bambini e alle 19.30 la rappresentazione di una commedia sul piazzale della chiesa del Carmine.

Venerdì 11, invece, alle ore 19.30, conferenza su ‘Rerum Novarum: l’impegno della Chiesa per la giustizia sociale’: approfondimento sulla enciclica di papa Leone XIII a cura della prof.ssa Giada Di Reda, docente all’istituto teologico ‘San Giovanni Paolo II’ di Taranto.

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Giubileo2025

Un solo cuore, una sola Chiesa: il giubileo dei seminaristi con papa Leone XIV

08 Lug 2025

di Francesco Scolozzi

Un canto semplice, ma carico di fede e speranza, ha riempito la Basilica di San Pietro all’ingresso del Santo padre.
Eravamo in migliaia, seminaristi provenienti da 57 Paesi, uniti da un’unica chiamata e da un unico desiderio: offrire la nostra vita a Cristo e alla sua sposa, la Chiesa. Quel canto, intreccio di popoli, lingue e paesi diversi, è stato già di per sé una predicazione: la Chiesa, pur segnata da fragilità e ferite, resta madre tenera, paziente e fedele al suo Cristo Risorto, capace ancora oggi di generare vita. Fin dall’inizio della sua omelia, papa Leone XIV ci ha accolti con parole piene di affetto e coraggio: «Grazie, grazie a tutti! Grazie perché con la vostra energia alimentate la fiamma della speranza nella vita della Chiesa!» In un tempo segnato da sfide e da incertezze, quelle parole sono arrivate dritte al cuore. Siamo, nel nostro piccolo, testimoni di speranza, uomini che hanno scelto di dire ‘sì’ a Dio, anche quando tutto sembra andare in direzione contraria. Il Papa ha riportato il centro del nostro cammino al cuore: non solo come sede dei sentimenti, ma come luogo in cui Dio parla, plasma e guarisce. «Il seminario deve essere una scuola degli affetti. Non abbiate paura di scendere nel cuore, anche lì dove ci sono ferite. Proprio da quelle ferite nascerà la capacità di stare accanto a chi soffre.» Un invito forte a coltivare la vita interiore, a lavorare sulle nostre fragilità, a lasciare che lo Spirito Santo plasmi dentro di noi un cuore simile a quello di Cristo: mite, umile, capace di compassione e di dono. È stato edificante vedere come seminaristi provenienti da ogni angolo del mondo abbiano trovato in quella Basilica un’unica casa, una famiglia vera. Le nostre diversità non ci hanno diviso, ma ci hanno resi ancora più Chiesa, segno vivo di un’unità che supera ogni confine e ogni fatica. Il pontefice ci ha consegnato parole che scalfiscono come pietre, ma che consolano come carezze: «Non giocate mai al ribasso. Non siate preti con la maschera. Lasciatevi ungere dallo Spirito già ora, prima ancora dell’ordinazione.» E ancora, come un mandato per il futuro: «Voi siete chiamati a testimoniare la gratuità, la gioia e la misericordia del Cuore di Cristo, in un mondo segnato dalla logica dello scarto e dall’ingratitudine.» Mentre l’incontro volgeva al termine, la gratitudine ha invaso i nostri cuori. Gratitudine per la Chiesa, che nonostante le sue fatiche resta madre. Gratitudine per il Santo padre, che ci ha confermati nella fede. Gratitudine per il Signore, che continua a scommettere su di noi. Torniamo ai nostri seminari con il cuore pieno di una certezza: il nostro sì, fragile ma vero, è custodito nel Cuore di Cristo e dentro la vita della Chiesa, che è e rimane madre paziente e sposa fedele. «Buon cammino — ci ha detto Leone XIV — il Cuore di Cristo palpita d’amore per voi e per tutta l’umanità».
E questo palpito ora è anche il nostro.

 

* IV anno seminario regionale di Molfetta, parrocchia Immacolata di San Giorgio jonico

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Diocesi

L’arcivescovo Ciro Miniero ai festeggiamenti per San Francesco di Paola

foto G. Leva
08 Lug 2025

di Angelo Diofano

L’arcivescovo mons. Ciro Miniero, nella serata di domenica 6 luglio, ha presieduto la celebrazione eucaristica conclusiva dei solenni festeggiamenti in onore di San Francesco di Paola, patrono della gente di mare, svoltisi nella parrocchia a lui intitolata, su invito del parroco padre Alessandro Chiloiro dell’ordine dei minimi.

foto G. Leva

“San Francesco di Paola – ha commentato mons. Miniero dopo la santa messa – è stato innanzitutto un uomo che ha amato Dio profondamente. Con questo amore egli ha amato l’umanità, impegnandosi in maniera molto concreta per la pace, non solo semplicemente predicandola ma cercando di viverla, come ben sappiamo, attraverso la storia dell’Europa di quel tempo. Dobbiamo prendere sempre come esempio da tutto quello che il Santo ha compiuto per il bene dei popoli, attraversando tante situazioni di difficoltà e soprattutto con la sola certezza che egli portava nel cuore: cioè che è possibile vivere da fratelli e sorelle come il Signore ha realizzato attraverso il dono di sé. L’augurio è che possiamo convincerci che è possibile vivere nella pace se la coltiviamo e se, attraverso i piccoli gesti quotidiani, la mettiamo in pratica.

Anche nella nostra città – ha concluso l’arcivescovo – tutti possiamo contribuire sempre di più a realizzare un mondo migliore dove ognuno può essere se stesso nel bene e nel servizio agli altri, nonostante i tanti problemi e cercando, affrontando questi ultimi, la soluzione, che non consiste in ciò che conviene ma in quello che è veramente il bene degli altri”.

 

foto G. Leva

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Ecclesia

Povertà educativa: in cinque diocesi il progetto ‘Pepe’ per “promuovere l’engagement di comunità”

07 Lug 2025

di Filippo Passantino

Caritas Italiana, con il sostegno di UniCredit, ha sviluppato in cinque diocesi italiane – al Sud Caltanissetta, al Centro Roma, nel Nord Italia Mantova, Pavia e Modena – il progetto Pepe – “Promuovere engagement di comunità contro la povertà educativa”. Pepe ha come obiettivo di contribuire a creare sistemi territoriali di contrasto alla povertà dei bambini e delle bambine, in un’ottica di comunità educante e welfare generativo, che ponga al centro i bambini e le bambine, i ragazzi e le ragazze.
La creazione di una ‘comunità educante’ è al centro dell’attenzione. Ciò avviene mediante il rafforzamento dei sistemi di educazione (formale, non formale e informale) dei territori, per l’accompagnamento formativo dei bambini e delle bambine provenienti da contesti fragili. Attraverso Pepe si prende contatto con il disagio ‘silente’ e si accompagnano i giovani in diverse situazioni. Si è lavorato con gli adolescenti, le loro famiglie, fino ai ragazzi in condizione di Neet, ossia a quei giovani che non studiano, non lavorano né sono in formazione (dall’acronimo inglese di “Not [engaged] in Education, Employment or Training”), per la formazione e l’ingresso nel mondo del lavoro.
Ogni Caritas diocesana ha raggiunto decine di ragazzi e ragazze, ha operato coinvolgendo le comunità sul territorio e ha tessuto reti con un gran numero di partner: assessorati comunali, scuole, università, biblioteche, cooperative sociali, reti e associazioni, uffici pastorali diocesani. Tra le azioni promosse: laboratori di educazione civica, centri estivi, percorsi di formazione per le famiglie, attività di promozione lettura, firma di protocolli, ricerche sulla realtà del quartiere, iniziative di promozione del volontariato giovanile, corsi di teatro, di danza e di cinema, doposcuola, attività sportive e molto altro. Il progetto si è svolto un anno e mezzo e i risultati saranno presentati il 9 luglio presentati e valutati nell’ambito dell’evento “Futuro possibile. Le comunità educanti, a partire dall’esperienza del progetto Pepe”.
La giornata sarà inaugurata da don Marco Pagniello, direttore Caritas italiana, don Riccardo Pincerato, direttore del Servizio nazionale di pastorale giovanile della Cei, e Stefano Gallo, responsabile Territorial Development di UniCredit, che introdurranno l’intervento di Marco Rossi Doria su ‘Comunità educanti, futuro possibile?’. “Il progetto Pepe: comunità di pratiche per apprendimenti diffusi per il contrasto della povertà educativa” è il titolo della tavola rotonda che, coordinata da Donatella Turri, darà spazio alle esperienze delle Caritas diocesane di Mantova, Pavia, Modena, Roma e Caltanissetta. Nel pomeriggio, con “L’albero del Pepe: strutturare, disseminare, scalare l’esperienza del progetto Pepe”, la parola passerà alle Caritas di Milano e di Piombino-Massa Marittima.

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Giubileo2025

Giubileo dei giovani: arriveranno a Roma un milione di pellegrini

ph Siciliani Gennari-Sir
07 Lug 2025

di Daniele Rocchi

Manca meno di un mese all’apertura del Giubileo dei Giovani (28 luglio – 3 agosto), un appuntamento che radunerà, secondo le stime, circa un milione di giovani da tutto il mondo, per vivere una settimana di fede e di incontro in comunione con papa Leone XIV. Il pontefice, all’angelus del 15 giugno scorso, ha esortato i giovani a partecipare: “Vi aspetto tra un mese e mezzo al Giubileo dei giovani! La Vergine Maria, Regina della Pace, interceda per noi”.
“Le parrocchie romane e di 10 diocesi del Lazio, le più vicine alla Capitale, sono già mobilitate per accogliere nelle loro strutture i giovani pellegrini”, spiega don Alfredo Tedesco, direttore dell’ufficio diocesano per la Pastorale giovanile di Roma. In campo anche 400 scuole come riferito dalla Protezione civile. Il Giubileo dei giovani vedrà per la maggioranza pellegrini europei, ma non mancheranno, aggiunge don Tedesco, quelli provenienti da “America Latina, Usa, Asia e Corea del Sud”, paese quest’ultimo che ospiterà la Gmg del 2027 nella capitale Seoul. Ben otto dei nove ‘pacchetti di iscrizione” sono ‘sold out’. Al momento ne resta disponibile solo uno, quello da 35 euro che permette di accedere alla spianata di Tor Vergata per partecipare alla veglia del 2 e alla messa del 3 agosto con papa Leone XIV. Il pacchetto comprende il box-lunch (cena 2 agosto, colazione e pranzo 3 agosto), assicurazione e kit (sacca, cappello safari, 2 t-shirts, bottiglia in plastica riciclata, rosario-bracciale, bandana).

Il programma

Il programma promosso dal Dicastero per l’evangelizzazione – che sovrintende all’organizzazione e che si avvale della concreta collaborazione del Vicariato della diocesi di Roma – è ancora da definire negli ultimissimi dettagli. Secondo quanto riporta il sito ufficiale del Giubileo, prevede diverse attività tra queste, martedì 29 luglio, alle ore 18 la messa di benvenuto della Chiesa di Roma (Piazza S. Pietro) e poi, nei giorni seguenti, tutta una serie di attività di carattere culturale, artistico e spirituale sparse su Roma denominate “Dialogo con la città”. Venerdì 1° agosto sarà la Giornata penitenziale (al Circo Massimo) tempo in cui i giovani potranno ricevere il Sacramento della Riconciliazione. Sabato 2 agosto tutti in marcia verso Tor Vergata dove, dopo un tempo di musica e testimonianze, papa Leone XIV guiderà la veglia di preghiera (ore 20.30). La mattina di domenica 3 agosto, sarà ancora il pontefice a celebrare la messa finale (ore 9.30) e a salutare i giovani di ritorno a casa.

foto Marco Calvarese-Sir

Tor Vergata

Particolarmente impegnativa la logistica di Tor Vergata, luogo che ospitò la storica Gmg del 2000 con papa Giovanni Paolo II. Il coordinatore dei servizi per il Giubileo, Agostino Miozzo, in una riunione dell’Assemblea Capitolina, il 19 giugno scorso, ha spiegato che saranno impegnate “circa 12mila persone tra Forze dell’Ordine, Vigili del Fuoco, Protezione civile e volontari addetti all’accoglienza, con controlli capillari dei pellegrini”. A riguardo, per garantire la sicurezza verranno istallati almeno 100 metal detector capaci di rivelare oggetti metallici senza necessità di aprire gli zaini e bagagli. Questo permetterà, secondo gli organizzatori, di controllare almeno 1500 persone all’ora. I giovani arriveranno a piedi a Tor Vergata usando 5 percorsi: tre da San Giovanni (15 chilometri), Anagnina (5,3 chilometri) e Grotte Celoni (5 chilometri). Gli altri due con partenza uno da Ciampino e l’altro da Frascati. Nell’area destinata ad accogliere i giovani saranno allestiti maxi schermi, nebulizzatori per fronteggiare la calura, 190 punti di distribuzione di acqua, 14 strutture sanitarie e 119 torri audio-video.

Italiani al Giubileo

A questo programma se ne affiancheranno anche altri promossi dalle Pastorali giovanili dei vari Paesi, tra cui l’Italia. Il Servizio per la pastorale giovanile (Snpg) della Cei propone, a riguardo, diversi appuntamenti come celebrazioni liturgiche e momenti di preghiera comunitaria, esperienze di riflessione e spiritualità, servizi di prossimità e di ‘missione’. Tre le proposte del Snpg per la settimana del Giubileo. La prima si intitola “12 parole per dire speranza” e avrà luogo mercoledì 30 e giovedì 31 luglio, a Roma. Si tratta di un un percorso di ascolto e confronto, con un vescovo e un testimone,  articolato in incontri tematici distribuiti in dodici chiese giubilari della città. I temi ruotano intorno alle seguenti parole chiave: “senso e controsenso, scoperta, promessa, popolo, gioia piena, abbraccio, coraggio, soglia, riscatto, abito, responsabilità, coscienza”.

foto Siciliani Gennari-Sir

La seconda è una proposta di “esperienze di prossimità e di servizio”. Si tratta, spiegano dal Snpg, di “un’opportunità rivolta ai giovani pellegrini per vivere la speranza come gesto concreto. In un tempo in cui spesso si parla di speranza come attesa o sentimento, questa proposta la traduce in azione, relazione, prossimità”. Infine “Tu sei Pietro” che offre ai giovani italiani “un’esperienza unica nel cuore del Giubileo, attraverso un itinerario personale e comunitario ispirato alla figura dell’apostolo Pietro e al tema della salvezza come speranza vissuta”. L’evento si terrà in piazza san Pietro e sarà trasmesso in diretta su “Play2000”, l’app di Tv2000 e inBlu2000, a partire dalle 17.30. A seguire, dalle ore 20 alle 22, la “Professione di fede dei giovani italiani”, sempre in p.zza S. Pietro.

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Città

Ecco la giunta comunale: 9 assessori ma solo 4 sono consiglieri eletti

07 Lug 2025

di Silvano Trevisani

Taranto ha la nuova giunta comunale. A conclusione di una lunga e complessa serie di confronti politici, il sindaco Piero Bitetti ha finalmente varato la compagine amministrativa che è composta, almeno per ora, di nove assessori, uno dei quali ha anche funzione di vicesindaco: Mattia Giorno, il consigliere di gran lunga più suffragato nelle amministrative di maggio. Soltanto quattro di loro, ovvero: Giorno, Lonoce, Cosa e Lincesso, sono consiglieri comunali eletti nelle recenti amministrative, segno anche della indisponibilità di molti altri a lasciare lo scanno in Consiglio, che non potrebbero più riacquisire nel caso il cui l’incarico di assessore fosse ritirato. L’orientamento politico era, invece, quello di privilegiare gli eletti. Gli altri cinque, quindi, sono esterni indicati da partiti e liste che hanno composto la coalizione che faceva riferimento al sindaco eletto.

Questi gli incarichi affidati da Bitetti:

Mattia Giorno (Pd): Progetti, opere e finanziamenti strategici, Rapporti internazionali, Grandi eventi, Innovazione e politiche giovanili con delega di vicesindaco. Giovanni Cataldino (assessore tecnico, direttamente designato dal sindaco): Coordinamento strategico dell’azione di governo e Governance delle società partecipate. Francesco Cosa (Per Bitetti): Attività produttive per Blue economy, Economia di prossimità per il commercio e l’artigianato, Rapporti istituzionali con la Regione in materia di Sviluppo e Occupazione; Fulvia Gravame (Avs – socialismo XXI – Possibile): Transizione ecologica, Ambiente, Forestazione urbana, Verde urbano, Parchi riserve e aree protette, Filiera del Recupero e del Riciclo; Sabrina Lincesso (Unire): Servizi sociali e Politiche abitative; Lucio Lonoce (Pd): Lavori pubblici; Giovanni Patronelli (Con Bitetti): Urbanistica, Demanio marittimo, Riqualificazione urbana per i quartieri, le coste ed il litorale. Mobilità; Maria Lucia Simeone (prima dei non eletti della Dc): Tributi, Pubblica istruzione; Federica Stamerra (Pd – nome assolutamente nuovo); Patrimonio, Personale e Politiche del lavoro.

È inteso che le deleghe non assegnate restano nella competenza del sindaco. Pensiamo, ad esempio, alle Politiche dello sport, alla Cultura e a Polizia locale, mentre altre competenze potrebbero essere ricomprese nelle deleghe già assegnate.

Con le nomine dei due consiglieri comunali del Pd e il successivo slittamento degli eletti, tornano in Consiglio Luca Contrario e Bianca Boshnjaku. La nomina ad assessore di Cosa, per la lista “Per Bitetti”, apre la strada per il ritorno in consiglio di Mimmo Festinante. Infine, la designazione di Sabrina Lincesso di “Unire” apre la porta del consiglio a Giandomenico Vitale.

Per quanto riguarda la presidenza del Consiglio, voci ricorrenti danno per scontata la designazione di Gianni Liviano, eletto nella lista di Demos. Ma logicamente l’elezione spetta al Consiglio comunale che è chiamato a eleggerlo nella seduta di insediamento.

Tra domani e dopodomani dovrebbe avvenire la proclamazione degli eletti da parte della commissione e, di conseguenza, verrà convocato il consiglio. Presumibilmente entro la seconda decade del mese.

Successivamente, probabilmente già mercoledì, si definiranno anche le nomine per le società partecipati, i cui nomi accreditati girano ormai da giorni, ma che ci riserviamo di riportare dopo l’ufficialità. Di certo c’è che i tre nomi saranno appannaggio di: Pd, Con e Liberaldemocratici.

“Con grande senso di responsabilità e spirito di servizio – ha dichiarato Bitetti – abbiamo definito la squadra di governo della città che dovrà operare in spirito di totale collaborazione tra gli assessorati.
Ringrazio tutte le forze politiche e l’intera coalizione per il contributo offerto in questo percorso.
Ora siamo pronti a metterci al lavoro per Taranto, con impegno, competenza e visione”.

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Migranti, Don Bosco 2000: “Soddisfazione” per la sentenza della Corte costituzionale sui Cpr

foto Don Bosco 2000
07 Lug 2025

L’associazione Don Bosco 2000 accoglie “con attenzione e soddisfazione” la sentenza n.96/2025 della Corte costituzionale, che ha sollevato “forti criticità sulla normativa che regola il funzionamento dei Centri di permanenza per i rimpatri (Cpr), definendola inadeguata e non rispettosa della libertà personale”. In un comunicato, l’associazione di ispirazione salesiana, con sede a piazza Armerina (En), ricorda che “la Consulta ha sottolineato che l’attuale disciplina è ‘del tutto inidonea’ a garantire il rispetto dei diritti fondamentali delle persone trattenute nei Cpr, configurando un vero e proprio ‘assoggettamento fisico all’altrui potere’, senza una cornice normativa sufficientemente chiara e garantista”. Una condizione che, di fatto, secondo l’associazione, trasforma questi centri in luoghi di sospensione dei diritti. Di fatto, la normativa “è l’ennesima sconfessione di una politica che non rispetta la dignità della persona migrante”. Ricordando analoghe prese di posizione assunte già in passato riguardo la politica migratoria del Governo, l’associazione chiede che “il legislatore intervenga rapidamente per colmare il vuoto normativo segnalato dalla Corte. È necessario un cambio di passo deciso e non più rinviabile, che superi definitivamente logiche punitive e disumanizzanti. Il nostro impegno continuerà ad essere quello di costruire percorsi di accoglienza, legalità e inclusione”.

 

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