Ecclesia

‘Centodieci Agorà’ Anspi: percorso di formazione

29 Set 2025

di Alessandra Munno

Il progetto ‘Centodieci Agorà’ continua il suo percorso tra formazione e aggregazione sia a livello personale sia professionale con la partecipazione dei nostri oratori del comitato zonale Anspi di Taranto.
Gli incontri formativi previsti, guidata da professionisti, si terranno: il 27 settembre nella chiesa di Sant’ Emidio a Leporano; il 5 ottobre nella chiesa dei Santi Patroni a San Giorgio jonico; l’11 ottobre nella chiesa di San Michele a Martina Franca; il 18 ottobre nella chiesa della Santa Famiglia a Taranto al quartiere Salinella; il 25 ottobre nella chiesa di San Giuseppe Moscati a Taranto.

Il progetto Anspi ‘Centodieci Agorà si ispira all’idea delle polis greche unendo all’importante significato della piazza, quale luogo in cui l’assemblea si riunisce e in cui si svolge la vita socio-relazionale della comunità, l’idea di un punteggio massimo – appunto centodieci – che si può raggiungere al termine di un percorso di studi, quale ad esempio quello accademico.

Il progetto, attivo nella nostra diocesi grazie al coordinatore Cristian Piscardi, ha l’obiettivo di fornire un’educazione di qualità, equa ed inclusiva; qualificarsi come opportunità di apprendimento permanente per tutti; ridurre le ineguaglianze; rendere le città e gli insediamenti umani inclusivi, sicuri, duraturi e sostenibili.

‘Centodieci Agorà’ dà uno spazio prioritario ad alcune aree d’intervento, quali: la promozione dell’educazione allo sviluppo sostenibile; il sostegno scolastico al di fuori dell’orario scolastico ed extra-scolastico; lo sviluppo delle reti associative del terzo settore e il rafforzamento della loro capacity building, funzionale all’implementazione dell’offerta di servizi di supporto agli enti che ne fanno parte.

In definitiva, l’oratorio è e continua ad esserci: confermandosi come un punto di riferimento per la comunità, uno spazio in cui i giovani possono crescere, imparare, confrontarsi e costruire relazioni solide e durature.

Ogni tappa del progetto ‘Centodieci Agorà’ è un passo avanti verso la costruzione di una comunità più coesa, inclusiva e attenta ai bisogni di ciascuno, pronta a trasmettere valori che resteranno nel tempo.

Non resta che guardare con entusiasmo alle prossime giornate di formazione e condivisione,  certi che ogni Agorà lascerà un’impronta significativa e positiva nei cuori e nelle menti dei nostri ragazzi.

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Eventi in diocesi

Riconoscimenti per i ‘sanitari amici’ nella festa dei Santi Medici

29 Set 2025

Nel corso del convegno medico “’Artrosi e osteoporosi… non ho l’età’, svoltosi domenica sera a Taranto nella chiesa dei Santi Medici a conclusione dei festeggiamenti parrocchiali, con la cerimonia de ‘Sanitario amico’ sono stati premiati alcuni professionisti sanitari che si sono distinti per interventi tempestivi e salvavita.

I riconoscimenti assegnati a: dott.ssa Patrizia Ferruzzo (infermiera, reparto di allergologia, ospedale SS. Annunziata di Taranto); dott.ssa Antonella Guarino (infermiera, reparto di rianimazione, ospedale SS. Annunziata di Taranto); dott Arturo Ausiello (cardiologo, responsabile della cardiologia interventistica, casa di cura Villa Verde.

Le due infermiere, con prontezza e vera carità cristiana, hanno praticato manovre di rianimazione a un paziente colpito da improvviso malore, riuscendo a salvargli la vita.

Il dott. Ausiello, invece, ha soccorso un uomo di 64 anni colto da arresto cardiaco durante un allenamento in palestra, alternando massaggio cardiaco e defibrillatore fino alla ripresa del battito, poi stabilizzato dal 118.

La premiazione è stata condotta dal priore della confraternita dei Santi Medici, Donato Caricasole, e dal dott. Marco Cordella, coadiuvato dalla dott.ssa Roberta Giovinazzi, con la partecipazione del dott. Rocco Aicale, relatore del convegno su ‘Artrosi e osteoporosi… non ho l’età’.

I riconoscimenti consegnati dal dott. Domenico Cito, premiato nell’edizione precedente.

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Stagione teatrale del Crest

Presentato il cartellone del Crest per la stagione 2025-26

Previsti dieci spettacoli dal 15 novembre all’11 aprile. E dal 9 novembre all’8 marzo si terrà la rassegna per famiglie «Favole & Tamburi»

29 Set 2025

Regista tra le più vigorose e carnali del teatro europeo, la siciliana Emma Dante aprirà la stagione 2025-2026 della compagnia Crest all’auditorium TaTÀ di Taranto con «Il tango delle capinere», in programma sabato 15 novembre. Il cartellone, che include sino all’11 aprile dieci spettacoli (tutti alle ore 21) rappresentativi della scena teatrale contemporanea, è stato presentato nel salone degli specchi di Palazzo di Città nel corso di un incontro al quale sono intervenuti il sindaco Pietro Bitetti, il consigliere regionale, Vincenzo Di Gregorio, e la presidente del Crest, Clara Cottino.

Un altro artista siciliano, Tindaro Granata, proporrà, il 21 novembre, «Vorrei una voce», monologo a più voci sulla condizione femminile, mentre Licia Lanera, anima punk del teatro contemporaneo, il 6 dicembre presenterà «James», un omaggio tra scena e vita reale al gigante del teatro del Novecento, Tadeusz Kantor.

Quindi, Vladimir Luxuria il 10 gennaio si farà portavoce delle tematiche gender in «Princesa» con la storia vera di una trans che emozionò anche Fabrizio De André, mentre il visionario collettivo Muta Imago esplorerà il classico di Cechov «Tre sorelle» il 24 gennaio. Molto atteso il ritorno di una storica coppia del teatro italiano di ricerca composta da Stefano Randisi ed Enzo Vetrano, che il 7 febbraio con Nicola Borghesi condividono il progetto tra palco e platea «Grazie della squisita prova» ispirato a Leo De Berardinis.

E se con «L’uomo calamita» il 21 febbraio Giacomo Costantini rispolvera con Il Circo El Grito una storia vera di rastrellamenti sotto i classici chapiteaux ai tempi dell’occupazione nazista in Italia, Lino Musella, tra gli attori di cinema e teatro più amati dal pubblico, il 14 marzo toccherà con «L’ammore nun’è ammore» l’universo di Shakespeare affrontando la traduzione in napoletano che ne fece Dario Jacobelli.

La stagione si chiuderà con due testi cult di altrettanti geni della nuova drammaturgia scomparsi troppo presto, «Anna Cappelli» di Annibale Ruccello, che Valentina Picello interpreterà il 27 marzo, e «4 5 6» di Mattia Torre in programma l’11 aprile con Massimo De Lorenzo, Carlo De Ruggieri, Cristina Pellegrino e Giordano Agrusta.

«Questi dieci spettacoli – racconta la presidente del Crest, Clara Cottino – indagano l’animo umano, le sue incertezze e le sue paure, le sfide e le sconfitte, le domande senza risposta, i suoi ricordi/rifugio per una dolcezza negata dal presente. Un presente in cui facciamo fatica a credere o solo sperare che, per dirla con Shakespeare, “l’inverno del nostro scontento possa farsi estate sfolgorante ai raggi di questo sole di York”, e viene da aggiungere, di Palestina, d’Italia e d’Europa. Lo sguardo è caduto sulla drammaturgia contemporanea, che quasi mai racconta o giudica come occhio esterno, ma indaga su di sé. Storie tutte possibili oggi, che raccontano amori e passioni per l’altro o per il teatro, rimasto forse l’ultimo luogo dove sia lecito mostrare dubbi e fragilità».

La proposta del Crest si arricchirà, come ogni anno, della stagione di spettacoli per famiglie «Favole & Tamburi», che si aprirà il 9 novembre proprio con una nuova produzione della compagnia tarantina, «Ninì e la balena», spettacolo di Michelangelo Campanale ispirato al mito di Moby Dick di Melville ma riletto attraverso lo sguardo poetico di Luis Sepúlveda.

«Con favole&TAmburi – spiega Cottino – proviamo a portare i ragazzi e le loro famiglie fuori dalla “gabbia” della fiaba e dentro storie nuove che intrecciano linguaggi artistici diversi, in cui il teatro d’attore interagisce con pupazzi, ombre e le storie quotidiane che diventano narrazione».

Dieci gli spettacoli in programma anche in questa sezione riservata a giovani e giovanissimi, che proseguirà il 16 novembre con «Toc Toc» della Luna nel Letto e il 30 novembre con «1, 2, 3…Cantate con me!» della storica compagnia romana di pupazzi e burattini Teatro Verde.

Quindi, il 6 e 7 dicembre sarà la volta di una proposta molto particolare, il tecnologico «Hamelin» della Factory Compagnia Transadriatica, uno spettacolo che ha fatto il giro del mondo e che è destinato a pochi spettatori per volta.

Il 2025 si chiuderà il 14 dicembre con un’altra creazione targata Crest, «Arianna nel labirinto», con Michele Cipriani e Arianna Gambaccini, mentre l’anno nuovo si aprirà, come da tradizione, il giorno della Befana, 6 gennaio, con «Soqquadro», lavoro della storica compagnia genovese Teatro del Piccione, per proseguire il 18 gennaio con una rilettura di Collodi realizzata da Armamaxa con «Nel ripostiglio di mastro Geppetto».

Arrivano, invece, da Piacenza quelli di Teatro Gioco Vita con il loro spettacolo sulle metamorfosi «Tutto cambia! Il bruco e la farfalla e altri racconti» in calendario l’1 febbraio. E da Ferrara proviene il classico «La bella e la bestia» firmato dalla compagnia Il Baule Volante, di scena il 22 febbraio, penultimo appuntamento di una rassegna che si chiuderà l’8 marzo con «Cenerentola 301» dei pugliesi Burambò, altra compagnia di punta del teatro ragazzi.

Abbonamento ai 10 spettacoli di Periferie: € 120 – Biglietto unico € 15 

Abbonamento ai 10 spettacoli di Favole & Tamburi: € 60 – Biglietto € 7 – Ridotto per nuclei familiari almeno 4 persone € 6.

Info 333.2694897 – www.teatrocrest

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Diocesi

La Comunità energetica della diocesi si è presentata alla città con un convegno

29 Set 2025

di Silvano Trevisani

La costituzione della Comunità energetica rinnovabile, Cer, nella diocesi di Taranto, avvenuta giovedì scorso 25 settembre, è stata al centro del convegno organizzata dalla Piazza della democrazia, sul pendio La Riccia in giorno seguente. Le comunità energetiche sono gruppi di utenti produttori e consumatori di energia i cui membri possono produrre, accumulare e scambiare energia rinnovabile al fine di ottenere benefici ambientali, sociali ed economici. Hanno l’obiettivo di produrre e utilizzare energia da fonti rinnovabili, soprattutto attraverso l’installazione di nuovi impianti fotovoltaici, seguendo le indicazioni della Chiesa italiana.

Dopo i saluti del sindaco di Taranto Piero Bitetti, dell’arcivescovo di Taranto, monsignor Ciro Miniero, e del presidente di Confcooperative Taranto Stefano Marzio, il commercialista Piero Panzetta ha illustrato gli aspetti tecnico-giuridici delle Comunità, dando atto a don Antonio Panico, direttore dell’Ufficio diocesano per i Problemi sociali e lavoro, giustizia e pace, custodia del creato, di essere stato ispiratore ed anima di questa iniziativa. Il progetto è stato reso possibile grazie alla collaborazione con Confcooperative, Banca Etica e Power Energia i cui rappresentanti hanno presto parte all’incontro.

“È stato raggiunto, un obiettivo davvero importante, che unisce alle ragioni ambientali ed economiche, anche il tema della solidarietà in favore delle fasce più fragili grazie al lavoro dell’Ufficio della Pastorale sociale”, ha detto monsignor Miniero.

Al vicario economo della diocesi monsignor Luca Lorusso, che ha coordinato la sottoscrizione dell’atto costitutivo della Cooperativa, abbiamo rivolto alcune domande.

Quanti hanno hanno sottoscritto l’atto costitutivo della Cooperativa del Cer?

Finora i sottoscrittori sono in tutto 10 Compresi l’arcivescovado, il seminario e 8 parrocchie che già hanno dato la loro adesione. Ma crediamo che già nei prossimi giorni altri si aggiungeranno decidendo di sottoscrivere l’atto.

Quali sono gli obiettivi del Cer?

Avere una persona giuridica con cui poter dialogare e iniziare il discorso di comunità energetica. Il primo obiettivo, ancor prima di trovare “i luoghi”, è stato la costituzione della cooperativa, che è associata a Confcooperative. Ora noi possiamo interagire con i vari enti che si occupano dell’energia e soprattutto dare la possibilità a più persone, venendo alla Cer, di attivare gli incentivi per avviare l’attività. Certamente non parliamo di incentivi grandi, in quanto si tratta di un discorso comunitario. Ed è la comunità che aiuta all’utilizzo, alla produzione di energie rinnovabili. Tutto scaturisce dalla “Laudato si’” dall’attenzione al creato, dall’insegnamento di Papa Francesco e di Papa Leone. Questo è l’ambito nel quale iniziamo adesso. La Cer diventerà l’ente con cui le chiese, ma anche i singoli parrocchiani che vogliono partecipare, come ha tenuto a sottolineare l’arcivescovo, potranno perseguire obiettivi virtuosi.

Quindi, le parrocchie si possono fare strumento di ampliamento del progetto.

Certamente. Non è un discorso riservato solamente alle parrocchia e agli enti ecclesiastici e non è soltanto riservato a quelli che producono energia elettrica, ma anche a quelli che consumano.

Una convenienza, quindi, dal punto di vista socio-ambientale ma anche economica.

Sì. Non puntiamo prettamente all’aspetto economico, perché non costituiamo certamente la cooperativa per guadagnare, ma per incentivare l’uso dell’energia rinnovabile. Questo è il principale obiettivo. Se ci sarà anche un piccolo ritorno economico, l’obiettivo principale è la socialità, l’essere insieme per costruire qualcosa di bello e soprattutto per salvaguardare il creato. Ci sono incentivi già previsti dallo Stato per le Comunità energetiche rinnovabili, come gli sconti in bolletta, ma sappiamo bene che il nostro obiettivo è produrre e consumare energia rinnovabile, riducendo progressivamente l’impatto ambientale che deriva da fonti fossili e per solidarietà verso i più deboli”.

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Eventi culturali in città

La teologia dal Mediterraneo: approdi critici e nuove rotte verso il farsi dell’umano

29 Set 2025

La scorsa settimana, nel salone delle scuderie dell’episcopio di Taranto, si è tenuto un incontro organizzato dal Centro culturale dello sviluppo Lazzati, guidato dall’on. Domenico Amalfitano e dall’Istituto superiore di Scienze religiose di Taranto, diretto da don Francesco Nigro. All’incontro ha partecipato un folto pubblico che si è messo in ascolto e dialogo con il relatore principale don Vincenzo Di Pilato, teologo sistematico di Trani e membro del comitato per il Mediterraneo per la Facoltà teologica pugliese. L’incontro ha inteso offrire uno sguardo sul percorso inaugurato nel 2019 da papa Francesco a Napoli-Posillipo dove invitò le varie Facoltà teologiche del Mediterraneo a riflettere insieme sulla natura e missione che questo spazio geografico, culturale e storico poteva avere anche in ambito teologico.

In continuità con questo evento ‘fondatore’ il 23 settembre del 2023 il compianto papa Francesco così si esprimeva a Marsiglia, al congresso sul Mediterraneo: “Fratelli e sorelle, nell’odierno mare dei conflitti, siamo qui per valorizzare il contributo del Mediterraneo, perché torni a essere laboratorio di pace. Perché questa è la vocazione: essere luogo dove Paesi e realtà diverse si incontrino sulla base dell’umanità che tutti condividiamo, non delle ideologie che contrappongono. Sì, il Mediterraneo esprime un pensiero non uniforme e ideologico, ma poliedrico e aderente alla realtà; un pensiero vitale, aperto e conciliante: un pensiero comunitario, questa è la parola. Quanto ne abbiamo bisogno nel frangente attuale, dove nazionalismi antiquati e belligeranti vogliono far tramontare il sogno della comunità delle nazioni! Ma – ricordiamolo – con le armi si fa la guerra, non la pace, e con l’avidità di potere sempre si torna al passato, non si costruisce il futuro”.
Sono parole così attuali e vere per il contesto storico in cui viviamo. Cosa può significare pensare in chiave “mediterranea”, aprire il nostro orizzonte particolare dal nostro territorio verso il contesto vitale del Mediterraneo da cui siamo avvolti e inondati?

Il ‘Mare nostrum’, segno di vita, di traffici, di pesca, di viaggi, di civiltà, culture e religioni, è diventato, dice sempre il papa, anche ‘mare mortuum’ per tutte le vittime delle tratte e tutti coloro che fuggono da miseria e violenza per una speranza di bene nel futuro, spesso naufragata . Il vero nocciolo della questione sociale e culturale odierno non è tanto legato alla crescita di tanti problemi , ma alla decrescita della cura. Il pensiero cristiano ha come assi cartesiane la carità e la sapienza, ma il punto di convergenza è la cura. Curare non è assistenzialismo o paternalismo, ma la forma concreta dell’amore gratuito, è la voce del pensiero sapienziale che accompagna il credente. Un cristiano è sempre un pellegrino, un viandante, ma anche un guaritore ferito, una persona che sa offrire guarigione perché riconosce, accoglie ed integra le sue ferite e quelle altrui sperimentando che tutto questo è la sua storia di salvezza.

Quale pensiero teologico potrà sorgere in questa terra di incontri tra le differenze, o come le definiva don Tonino Bello, in questa convivialità delle differenze? È sempre il papa che così si esprimeva: “La sfida è anche quella di una teologia mediterranea – la teologia dev’essere radicata nella vita; una teologia da laboratorio non funziona –, che sviluppi un pensiero aderente al reale, “casa” dell’umano e non solo del dato tecnico, in grado di unire le generazioni legando memoria e futuro, e di promuovere con originalità il cammino ecumenico tra i cristiani e il dialogo tra credenti di religioni diverse. È bello avventurarsi in una ricerca filosofica e teologica che, attingendo alle fonti culturali mediterranee, restituisca speranza all’uomo, mistero di libertà bisognoso di Dio e dell’altro per dare senso alla propria esistenza. Ed è necessario pure riflettere sul mistero di Dio, che nessuno può pretendere di possedere o padroneggiare, e che anzi va sottratto ad ogni utilizzo violento e strumentale, consci che la confessione della sua grandezza presuppone in noi l’umiltà dei cercatori”.

Il contributo di don Vincenzo Di Pilato è stato quello di offrire uno sguardo sul processo di sviluppo di un pensiero mediterraneo, citando tanto nell’ambito laico Franco Cassano, ma non solo, quanto in ambito cattolico il magistero che da papa Leone XIII in poi ha promosso la cultura dell’incontro e dell’impegno sociale, coniugando riflessione teologica e attenzione al contesto socio-culturale.

Attraverso alcuni passaggi importanti il teologo tranese ha illustrato quella che è il ‘Manifesto per una teologia dal Mediterraneo’ prodotto e sottoscritto dalla maggioranza delle Facoltà teologiche cattoliche del Mediterraneo Si evince da questo testo la necessità di una teologica contestuale e narrativa, ossia un pensiero teologico non può essere astratto ma radicato nel territorio e nella cultura che vive. Pertanto si parla di teologia ‘dal’ Mediterraneo, come contesto di popoli e culture, nazionalità e fedi diversificate ma anche accomunate da non pochi elementi, come l’accoglienza, l’ascolto, il dialogo, la condivisione, la solidarietà. L’accento è posto in modo speciale sulla dimensione dell’ascolto di quanto emerge dai vari scenari di vita del Mediterraneo, soprattutto in questo frangente storico, ma anche dall’impegno a creare ponti con il dialogo, quale ‘parola tra’, ‘pensiero tra’, incontro nella complementarietà più che nella differenza conflittuale. L’intento è quello di valorizzare l’incontro con la vita, con la prassi e leggere nella religiosità popolare, tipica di questo bacino polietnico e religioso la capacità di mettere in dialogo anche saperi differenti, secondo quella trans-disciplinarietà che crea reti di saperi per un processo autentico di umanizzazione. L’incontro quindi si colloca come evento di promozione culturale sul territorio ionico e si spera vivamente che possa essere una esperienza ‘apripista’ per il futuro.

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Sport

Il Taranto ingrana la quarta: vittoria sul Bitonto e ritorno in vetta

foto G. Leva
29 Set 2025

di Paolo Arrivo

Una gran prestazione. Un successo che rilancia le ambizioni degli ionici nel campionato di Eccellenza pugliese: il 2-0 sul Bitonto è stato motivo di soddisfazione per i tifosi accorsi ieri pomeriggio allo stadio Italia di Massafra, a margine di una settimana complicata, per le vicende legate alla Coppa Italia. Una vittoria convincente. Per il temperamento, e sul piano del gioco. Un goal per tempo: al minuto 9 ci ha pensato Nicola Russo a sbloccare il risultato su calcio di rigore, raddoppio di Emanuele Calabria al 22’ della ripresa. La seconda rete ha legittimato il successo sul Bitonto. Che nell’ultima mezzora non ha mai impensierito la porta difesa da Luca De Simone.

Un tarantino doc per stendere il Bitonto

Il livello agonistico è stato elevato. Lo ha detto anche Nicola Russo nella disamina post gara: “Avevamo voglia di riscattarci dopo la partita di Galatina, in cui non avevamo approcciato bene. Ci siamo riusciti: è stata una partita maschia e molto intesa, abbiamo sbloccato il match su un rigore nettissimo, e abbiamo controllato il risultato al meglio”. L’attaccante di Paolo VI ha sottolineato che in questa categoria non ci sono partite scontate. Il suo legame con la città dei due mari ha poco da rinsaldarsi, perché già viscerale (“Per me Taranto è tutto, non ci sono parole per descrivere l’emozione”). L’invito, allora, è a continuare a lavorare a testa bassa. Nella consapevolezza che tutti vogliono fare la partita della vita per mettere in difficoltà una grande squadra. Il Bitonto, però, non ci è riuscito, per merito del Taranto: “Siamo stati bravissimi, abbiamo fatto quanto chiesto dal mister e abbiamo portato a casa tre punti importantissimi”. Così i calciatori hanno superato l’intossicazione alimentare che aveva messo a rischio anche questa gara.

Il campionato

La sesta giornata d’andata ha sorriso al Taranto. Il pareggio del Brindisi, bloccato in casa dal Toma Maglie, e quello dell’Unione Calcio Bisceglie (0-0 con l’Ugento), hanno infatti consentito ai rossoblu di tornare in vetta alla classifica a quota sedici. Domenica prossima 5 ottobre gli uomini di mister Danucci saranno chiamati a difendere il primato sul campo del Brilla Campi. Una formazione che è in salute, quella allenata dall’argentino Matias Calabuig – in serie utile da 4 partite. Sarà un match difficilissimo, prevede lo stesso Nicola Russo. Per prepararlo ci sarà una settimana: l’auspicio è che il gruppo possa lavorare senza intoppi, a pieno organico, per consolidare il percorso di crescita dimostrato in poche settimane. A crescere è anche il sostegno agli ionici. Lo dimostrano i duemila spettatori che hanno riempito lo stadio di Massafra, e rumoreggiato, per spingere il Taranto alla quinta vittoria sulle sei gare disputate. L’imbattibilità è condivisa con il Brindisi e con il Bisceglie – quest’ultima, con un punto di penalizzazione, ha lo stesso ruolino di marcia della prima della classe.

Il match Taranto – Bitonto nel racconto fotografico di Giuseppe Leva

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Diocesi

Ai Tamburi, i fiocchi dei nuovi nati per gli Angeli Custodi

29 Set 2025

di Angelo Diofano

Si svolgono al quartiere Tamburi i festeggiamenti parrocchiali degli Angeli Custodi, organizzati dalla medesima parrocchia retta da don Alessandro Argentiero, che così presenta il programma: “Carissimi, quest’anno la nostra comunità parrocchiale ha scelto di vivere i festeggiamenti dei nostri amati Santi Angeli Custodi in una forma più raccolta e profonda: solo festeggiamenti religiosi, senza eventi civili. È una scelta di cuore e di sapienza, maturata guardando con realismo e dolore ciò che ogni giorno ci viene raccontato dai media: guerre, violenze, sofferenze che colpiscono tante famiglie innocenti. In questo tempo la nostra risposta non può che essere la preghiera, il raccoglimento, l’affidamento ai nostri Angeli, perché custodiscano la nostra comunità e il mondo intero, riportando nei cuori pace e speranza. Vi aspettiamo per vivere insieme questi momenti di fede, certi che anche nella sobrietà si nasconde la vera bellezza della festa: l’incontro con il Signore”.

Mercoledì primo ottobre, alle ore 18 l’arcivescovo mons. Ciro Miniero presiederà la santa messa. Al termine, alle ore 19, avrà luogo la consegna del ‘Premio Angeli Custodi’ (terza edizione) agli alunni dell’istituto comprensivo ‘Galileo Galilei’ che hanno conseguito la licenza media con il massimo dei voti.

Giovedì 2, sante messe alle ore 8 e alle ore 17; alle ore 18, processione per le vie del quartiere accompagnata dalla banda musicale ‘Maria Santissima Addolorata’ di Talsano diretta dal m° Vito Bucci.

Intanto sono diverse le famiglie che, avendo accolto recentemente una nuova nascita nelle loro case, stanno portando in parrocchia il fiocco del lieto evento da appendere sotto la statua degli Angeli Custodi: “Un segno bellissimo – dice il parroco – per significare che ogni bimbo è sotto la loro protezione e affidato alla loro intercessione. Durante la festa pregheremo per loro e al termine restituiremo il fiocco, quale ricordo di questo momento di gioia e di benedizione. Facciamo quindi insieme un gesto di fede e di amore per i più piccoli riempiendo la nostra statua di fiocchi!”.

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Percorsi di pace

Emiliano Manfredonia (Acli): “La prospettiva per i cristiani non è la sicurezza ma la salvezza”

ph Acli nazionali
29 Set 2025

A conclusione del 56° Incontro nazionale di studi delle Acli, il presidente nazionale Emiliano Manfredonia ha richiamato con forza il ruolo della politica in un tempo segnato da conflitti e paure.
«La prospettiva ultima per i cristiani non è la sicurezza ma la Salvezza – ha detto il presidente Acli – perché la sicurezza, costruita dall’uomo, rischia di diventare chiusura e conflitto; la Salvezza invece è dono, si costruisce giorno per giorno nella giustizia, nel perdono, nella cura reciproca. È questo lo sguardo che serve oggi, oltre le paure, per ritessere la democrazia».
Manfredonia ha poi ammonito sul rischio di ridurre la politica a strumento di stigmatizzazione e divisione: «La stessa paura, tradotta in azione politica, ad alcuni fornisce solo l’occasione per demonizzare un atto dall’alto valore profetico come quello della Flotilla, invece di sforzarsi di riconoscerne il valore e offrire mediazione, come hanno fatto i cardinali Zuppi e Pizzaballa e il presidente Mattarella».
Un appello che si lega anche alla denuncia della corsa globale al riarmo: «La spesa militare mondiale ha raggiunto cifre record, e l’Europa rischia di sacrificare il Green Deal per il Re-ArmEu. Difendere la pace con la guerra è un paradosso che consegna debiti e insicurezza alle nuove generazioni. La pace, invece, è pienezza di vita, e richiede politiche di giustizia sociale, lavoro dignitoso e cooperazione internazionale».
Le Acli, conclude Manfredonia, «vogliono essere un cortile aperto, animare spazi di partecipazione e continuare a credere che la speranza non delude. Perché il cambiamento comincia da noi, ma non finisce con noi».

Qui la relazione integrale

 

Un tassello importante di questa terza giornata è stato anche la presentazione del Patto tra associazioni per sostenere la partecipazione dei giovani, sottoscritto da Acli insieme ad Action Aid, Agesci, Arci, Azione Cattolica e Focolari.
Il documento individua alcune linee su cui viene chiesta un’alleanza con le istituzioni politiche, scolastiche, territoriali per la partecipazione under35: da un lato la richiesta di nuovi spazi gratuiti e accessibili – case della cittadinanza giovanile, laboratori, luoghi digitali e fisici di protagonismo – dall’altro la necessità di un’educazione civica e democratica più diffusa e continuativa, capace di accompagnare i ragazzi sin dai primi anni di scuola, attraverso patti di comunità, percorsi di educazione civica più esperienziali.
Un impegno condiviso che punta a superare approcci paternalistici e a riconoscere i giovani come soggetti politici a pieno titolo, in grado di rigenerare la democrazia con linguaggi, forme e immaginari propri. Alle istituzioni si chiede una maggiore capacità di coinvolgere i giovani nei processi deliberativi e nelle scelte di sviluppo delle città.
Anche sul tema di come reimmaginare città più eque e sostenibili, spazi urbani più umani e forme di abitare più economiche e accessibili, i giovani possono dare un contributo importante a partire dalla loro spiccata sensibilità per la sostenibilità sociale e ambientale.

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Diocesi

Al Solito-Corvisea la festa in onore di Santa Teresa

29 Set 2025

di Angelo Diofano

Sono in corso a Taranto i festeggiamenti in onore di Santa Teresa del Bambino Gesù, a 81 anni della erezione canonica della omonima parrocchia, istituita il 22 aprile 1944 dall’arcivescovo mons. Ferdinando Bernardi, comprendente allora un territorio molto vasto che andava da Mar piccolo a Mar grande e da via Orazio Flacco fino alla contrada Baronia, in prossimità di San Giorgio jonico.

La chiesa, ricordiamo, sorge al quartiere Solito-Corvisea, nell’ambito delle cosiddette ‘dieci palazzine’, costruite all’inizio del secolo scorso per gli operai dell’Arsenale e degli ex cantieri navali Tosi.

Mercoledì primo ottobre, festa liturgica della santa, le celebrazioni eucaristiche avranno luogo alle ore 8.30-10-11.30 (con successiva supplica) e alle ore 19 presieduta dal parroco mons. Paolo Oliva.

La processione si svolgerà sabato 4 ottobre alle ore 17.30 con la partecipazione dei confratelli del Carmine di Taranto che reggeranno a spalla il simulacro di Santa Teresa del Bambino Gesù (giunto lo scorso anno), realizzato a Ortisei nel laboratorio artistico Ferdinando Stuflesser, in cui la santa reca in mano un libro, unico esemplare ai nostri giorni. Questo, a evidenziare il titolo di ‘dottore della Chiesa’ attribuito da Giovanni Paolo II nell’ottobre 1997, centenario della sua morte. Questo l’itinerario: via Cesare Battisti, via Fiume, via Venezia, via Bari, via Pisa, via Plateja, via Pola, via Cesare Battisti, via Campioni. Presterà servizio la banda musicale “Città di Crispiano” diretta dal m° Francesco Bolognino. Al rientro, la celebrazione della santa messa presieduta da mons. Salvatore Ligorio, arcivescovo emerito di Potenza-Muro Lucano-Marsico Nuovo. Quindi, festoso momento conviviale nel cortile parrocchiale.

L’11 ottobre, nel 14° anniversario della dedicazione della nuova chiesa, alle ore 19 si terrà la celebrazione eucaristica con tutte le associazioni della parrocchia.

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Scuola e università

Istituto comprensivo Don Bosco: celebrazione per nuovo anno scolastico

26 Set 2025

di Stefania Lobosco

Lo scorso 19 settembre nella chiesa di San Giovanni Bosco gli alunni dei tre ordini di scuola dell’istituto comprensivo San Giovanni Bosco e i loro docenti hanno dato ufficialmente avvio al nuovo anno scolastico con una significativa celebrazione comunitaria.

L’incontro, caratterizzato da momenti di gioia e condivisione, si è aperto con il canto iniziale ‘Come voleva Don Bosco’ intonato dai bambini. A seguire, il vicepreside prof. Roberto Ceci ha inaugurato l’anno scolastico con parole di benvenuto e un caloroso messaggio di accoglienza rivolto agli studenti, in particolare ai nuovi iscritti, alle famiglie, ai docenti e a tutti i presenti. Hanno poi preso la parola il parroco don Giovanni Monaco, il vicesindaco dott. Mattia Giorno e la dirigente scolastica, dott.ssa Floriana Bottiglia, che hanno voluto augurare agli alunni un anno di crescita serena e ricco di soddisfazioni.

Il parroco don Giovanni Monaco ha rivolto una preghiera a studenti e insegnanti, accompagnato dalle letture di alcuni bambini, e ha poi presentato il nuovo direttore dell’oratorio Don Bosco, don Luigi, che accoglierà quest’anno tanti ragazzi per le attività pomeridiane che si svolgeranno in chiesa. La celebrazione è poi proseguita con la benedizione degli zaini e del materiale scolastico, un gesto intenso che ricorda agli alunni, alle famiglie e agli insegnanti, l’importanza dello studio, il valore della scuola e le grandi opportunità di crescita che essa offre.

Un momento emozionante è stato l’intervento della madre di Paola Adamo, la sig.ra Lucia D’Ammacco, che ha accompagnato la cerimonia con la premiazione di alcuni studenti vincitori del concorso ‘Paola Adamo’ per la realizzazione di elaborati scritti e grafici. Ogni anno gli studenti dell’i.c., guidati dai loro docenti di Italiano e Arte, partecipano al concorso, nato per tenere viva la memoria di Paola, che è in cammino verso la beatificazione, per diffondere i valori di amicizia, inclusione, rispetto, semplicità, accoglienza e fede.

Il vicesindaco Mattia Giorno ha introdotto la premiazione ricordando la figura di Paola Adamo e il suo esempio per i giovani di oggi, così come l’impegno della sua famiglia e della Fondazione per diffondere il messaggio di Paola, il suo amore per la vita e contribuire alla formazione di tanti giovani con l’assegnazione di borse di studio.

Al termine dell’incontro, i ragazzi del primo anno della scuola secondaria di primo grado hanno ricevuto un regalo, realizzato dagli alunni guidati dalla docente di Arte, prof.ssa Annamaria Lo Savio, simbolo che, oltre a far gioire i nuovi alunni, ha suggellato il senso di continuità e appartenenza alla comunità educativa. Quindi, il canto corale ‘Padre di molte genti’, che ha unito in un’unica voce studenti, docenti, famiglie e istituzioni, nel segno dello spirito educativo di don Bosco.

Un momento di festa e spiritualità che ha voluto ricordare a tutti l’importanza di iniziare insieme, con entusiasmo e fiducia, il cammino del nuovo anno scolastico.

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Convegno internazionale di studi

Inaugurato il Convegno sulla Magna Grecia, cittadinanza onoraria ad Aldo Siciliano

26 Set 2025

di Silvano Trevisani

“La Magna Grecia e l’acqua: natura e cultura” è il tema del Convegno internazionale di studi sulla Magna Grecia, la cui cerimonia inaugurale si è svolta nel salone di rappresentanza della Provincia, e che svolgerà da oggi al 28 settembre. Un tema di grande attualità, oltre che di grande interesse storico, che metterà a confronto studiosi provenienti da numerosi Paesi e da varie università italiane.
Sul tema del convegno abbiamo rivolto alcune domande al presidente del comitato scientifico organizzatore, Aldo Siciliano, al quale sarà conferita dal Comune di Taranto, la cittadinanza onoraria per il lavoro svolto in tanti anni, per promuovere la cultura e la ricerca scientifica nel territorio.

Professor Siciliano, il tema scelto, “La Magna Grecia e l’acqua” è un argomento di grande attualità, sia perché si discute animatamente sulle politiche idriche, sia perché stiamo assistendo ad altre iniziative culturali che si vanno svolgendo sul tema.

Proprio così. Recentemente si è svolto anche un grosso convegno relativo all’Etruria, ma è comunque un tema molto sentito. Così, quando c’è stato proposto da qualcuno dei colleghi del comitato scientifico l’argomento, abbiamo accolto con gran favore proprio perché ci è sembrato uno di quegli argomenti che si può affrontare anche con risvolti nell’attualità cioè il problema del paesaggio in relazione all’approvvigionamento idrico. Così si potrà notare che non è un problema di oggi ma questione di sempre, affrontata in maniera diversa e a secondo delle possibilità e delle capacità anche ingegneristiche e quant’altro. Ma è un problema che ha visto sempre l’uomo coinvolto. Soprattutto nella “sitibonda Apulia”, come dicevano i latini, perché qui l’acqua è stata sempre molto scarsa.

Vivere in Puglia era un vero problema, quindi, per la mancanza d’acqua.

Me è incredibile vedere come gli antichi, in particolare gli abitanti della Magna Grecia, affrontavano il problema. Quali tipi di interventi ingegneristici riuscivano a fare le conoscenze e gli strumenti del tempo. A Taranto, ad esempio, è abbastanza ben conservato l’acquedotto del Triglio, che portava l’acqua dalle sorgenti fino a Taranto Teniamo presente che addirittura la tradizione vuole che a Sibari avessero realizzato dei sistemi per portare il vino dalle montagne in pianura. Quindi non portavano solo acqua portavano il vino per cui… accontentavano tutti. Chi dice che l’acqua fa male e chi dice che il vino fa male. Scherzi a parte, dotarsi dell’acqua è stato sempre un problema, che imponeva soluzioni straordinarie.

Insomma: le capacità ingegneristiche del passato, nonostante le limitate conoscenze, sembrano più avanzate delle attuali.

In rapporto ai tempi certamente sì. Progettavano e realizzavano, in tempi ragionevoli, tipi di interventi che noi non potremmo neanche immaginare, se pensiamo che il riferimento va a 2500 anni fa. Uno dice ma è possibile? Non disponevano certo di strutture e materiali avanzati di cui disponiamo oggi.

Guardando ancora al passato. Noi stiamo vivendo un momento di grande difficoltà sul Mediterraneo che era poi il teatro nel quale agivano le civiltà antiche, in particolare, per quel che ci riguarda, greca e romana. Che cosa può insegnare il passato quest’oggi così tormentato?

Che la belligeranza purtroppo è sempre esistita e non facciamo finta, da laudatores temporis acti, che fosse “meglio prima”. La guerra è stata una situazione abbastanza diffusa, sempre. La voglia di impossessarsi dei territori di altri, di intervenire nelle zone più interessanti, più utili, è sempre stata presente. Pur cambiando gli attori,

Insomma: la storia non insegna niente.

Non insegna niente… a chi non vuole imparare!
Sull’argomento del convegno sarà inaugurata una mostra, domani, venerdì 26 alle ore 20, nel MarTà, dal titolo. “Arkè, il principio e l’acqua”. Mentre sabato 27, nell’ex Convento Sant’Antonio, sarà inaugurata la mostra “Nel segno dell’acqua”.

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Sport

Mondiali volley, l’Italia in crescendo vuole l’oro

L’urlo di capitan Giannelli – foto Instagram volleyballworld
26 Set 2025

di Paolo Arrivo

Mai dare niente per scontato. Nella vita come sul rettangolo di gioco: se i campioni della nazionale maschile di pallavolo sono stati capaci di perdere ai Mondiali con il Belgio, complicandosi inaspettatamente il percorso di qualificazione agli ottavi, trovando poi il pronto riscatto contro l’Ucraina, significa che nessuna squadra e nessun atleta sono invincibili (si veda, nel tennis, Jannik Sinner). Che le motivazioni valgono quanto la condizione fisica. Ma certamente, all’interno di una competizione, ad arrivare in fondo sono sempre le squadre più forti. Così l’Italia ha mostrato i muscoli con l’Argentina meritando il passaggio del turno. E si presentava al Belgio bis, alla nuova sfida nei quarti di finale, con l’obiettivo di partire subito forte, per non farsi sorprendere ancora da una squadra dimostratasi solida. Ovvero con il vantaggio di conoscere già l’avversario. Lo svantaggio, invece, era quello di avere tutto da perdere: i campioni del mondo in carica contro una squadra in forma.

La rivincita dell’Italia sul Belgio

A vincere la sfida, a Manila, sono stati gli azzurri con un secco 3-0 (25-13, 25-18, 25-18). Una Italia dilagante già nel primo set. Una prova di grande solidità, attenzione, concentrazione, con momenti di grande pallavolo – in evidenza anche l’ex Gioiella Prisma Taranto Giovanni Maria Gargiulo. Gli azzurri partono forte nel secondo parziale confermando la voglia di lottare su ogni pallone e dimostrando di saper variare le soluzioni. La reazione dei “diavoli rossi” è contenuta, e i quattro volte campioni del mondo chiudono sul 25-18. Più combattuto il terzo set. Poi l’Italia ritrova il suo miglior Alessandro Michieletto, i numeri di Simone Giannelli, e nulla può il Belgio.

Due partite per restare sul trono

L’accesso all’ultima fase del torneo significa che l’Italia è tra le prime quattro squadre al mondo. Un risultato già positivo, del quale non ci si può accontentare ad ogni modo. Da sottolineare che la nuova formula del Mondiale di volley prevede una cadenza non più quadriennale ma biennale. Una rivoluzione, quella voluta dalla FIVB, che fa storcere il naso a qualcuno: il rischio, da scongiurare nel mondo del pallone, è che la competizione perda importanza. Di certo per una nazionale confermarsi sarà sempre più difficile. Adesso c’è il Mondiale delle Filippine, da concludere nel migliore dei modi: se l’Italia gioca come nell’ultimo incontro, impeccabile, travolgente, puntare al primo posto è legittimo e doveroso.

Il prossimo step intanto è la semifinale contro la Polonia. Che ha battuto la Turchia con un 3-0 altrettanto perentorio. Si tratta di riedizione della finale del 2022. Non sarà una passeggiata naturalmente, quella in programma domani, sabato ventisette settembre; ma nemmeno una sfida proibita per la squadra allenata da Fefè de Giorgi. Va sottolineato che la Polonia del tecnico Nikola Grbic ha perso solo un set in quattro partite. Niente, però, è del tutto prevedibile, va ribadito. E c’è sempre una prima volta per chi non è invincibile.

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