Eventi a Taranto e provincia

La Giornata della legalità

Organizzata per giovedì 30 ottobre dal circolo Mcl ‘Torricella nel cuore’, in collaborazione con l’istituto comprensivo ‘Del Bene Maruggio – Torricella’

ph Fernando De Laurentis
28 Ott 2025

Il circolo Mcl ‘Torricella nel Cuore’, in collaborazione con l’istituto comprensivo ‘Del Bene Maruggio – Torricella’, con il patrocinio del presidente del consiglio regionale, della Provincia, del Comune di Maruggio e dell’associazione ‘La tazzina della legalità’, ha organizzato per giovedì 30 ottobre alle ore 10 alla scuola media Buonarroti, la ‘Giornata della legalità’ sul tema ‘Scuola e legalità, un dovere di libertà’ con la testimonianza del procuratore capo della Repubblica di Catanzaro, dott. Salvatore Curcio, e del vice presidente della Cei mons. Francesco Savino, vescovo di Cassano all’Ionio. L’evento sarà moderato dal direttore editoriale di Telerama, Walter Baldacconi.

Al termine, preparata dai docenti e con il coinvolgimento dei ragazzi, si terrà la cerimonia di consegna della targa ‘Il Servo saggio e fedele’ al procuratore della Repubblica di Catanzaro, Salvatore Curcio.

“Desideriamo ringraziare innanzitutto – dichiara Grazia Pignatelli, presidente del circolo Mcl di Torricella e referente territoriale Puglia – Taranto dell’associazione ‘La tazzina della legalità’ – per aver da subito accettato il nostro invito, il dott. Salvatore Curcio, procuratore di Catanzaro e responsabile della Direzione distrettuale antimafia. Magistrato di grande serietà, preparazione ed equilibrio. Inoltre un abbraccio di gratitudine va al nuovo dirigente scolastico, la prof.ssa Elisabetta De Giorgio, per l’immediata e fattiva collaborazione e sensibilità ai valori della legalità e cittadinanza attiva e vogliamo esprimere tutta la nostra gratitudine, per la pronta disponibilità, a mons. Francesco Savino, vicepresidente della Cei, da tutti definito ‘vescovo della gioia e pastore fatto popolo’.

All’iniziativa sono state invitate autorità civili, militari e religiose della provincia jonica.

La giornata vede la fattiva collaborazione del direttivo del circolo Mcl ‘Torricella nel cuore’ e dell’operatore culturale Giuseppe Semeraro.

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Rigenerazione sociale

Fish sul decreto abbattimento barriere nelle scuole

“Bene i fondi, ma serve un piano strutturale” sostiene la Federazione italiana per i diritti delle persone con disabilità

ph Siciliani Gennari-Sir
28 Ott 2025

La Fish-Federazione italiana per i diritti delle persone con disabilità e famiglie accoglie positivamente il decreto firmato dal ministro dell’Istruzione e del merito, Giuseppe Valditara, che destina oltre 18,6 milioni di euro all’eliminazione delle barriere architettoniche nelle scuole statali e paritarie. “È un segnale importante – afferma il presidente della Fish, Vincenzo Falabella – perché conferma l’attenzione verso uno dei temi centrali per la piena inclusione scolastica: garantire a tutti gli studenti e le studentesse con disabilità ambienti realmente accessibili e dignitosi. Rimuovere una barriera fisica significa favorire una partecipazione piena e consapevole alla vita scolastica, nel rispetto dei diritti sanciti dalla Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità”. Falabella evidenzia però la necessità di un impegno continuativo: “Serve un piano strutturale e pluriennale, con un monitoraggio costante e il coinvolgimento degli enti locali, delle scuole e delle associazioni rappresentative delle persone con disabilità e delle loro famiglie”. La Fish ribadisce la propria disponibilità a collaborare con il ministero e con le istituzioni competenti “perché le risorse si traducano in interventi concreti, efficaci e misurabili, affinché nessun alunno o alunna venga più escluso da un’aula o da un laboratorio a causa di una barriera, architettonica o culturale”.

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Diocesi

La comunità cingalese alla Madonna delle Grazie, esempio di integrazione

28 Ott 2025

di Angelo Diofano

La comunità cingalese residente a Taranto continua ormai da anni a riunirsi nella parrocchia della Madonna delle Grazie, sostenuta con grande attenzione e impegno dalla Migrantes (di cui è neo direttore diocesano il parroco, don Pino Calamo), che ha fatto in modo che si sentisse accolta come a casa.

Le celebrazioni eucaristiche loro dedicate, come la messa della notte di Natale o quella di Pasqua, sono organizzate in comune accordo con la parrocchia, rafforzando il senso di comunione e fratellanza. Insomma, si tratta di un esempio concreto, fra i tanti, del lavoro della Migrantes in diocesi e del messaggio di apertura e condivisione che in tal modo viene trasmesso a tutta la comunità tarantina.

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A Taranto

Cittadinanza onoraria ad Aldo Siciliano: tributo all’impegno per la cultura di Taranto

28 Ott 2025

di Silvano Trevisani

Nel corso di una cerimonia dai toni intensi e commossi, la città di Taranto ha conferito la cittadinanza onoraria al professor Aldo Siciliano, presidente dell’Istituto per la storia e l’archeologia della Magna Grecia, che annualmente organizza i convegni internazionali, nati nel 1961. Incarico, quello di Siciliano, ereditato da Attilio Stazio, di cui fu il più stretto collaboratore, che ne elaborò il format assieme al mitico Carlo Belli.

Docente emerito dell’Università del Salento, Siciliano è da sempre di casa a Taranto, dove svolge da decenni la funzione di animatore dell’Istituto e promotore della cultura classica e dell’archeologia.
In un’aula magna dell’Università gremita, presenti le autorità civili e religiose e il consiglio comunale al completo, il sindaco Piero Bitetti, introdotto dal presidente del consiglio comunale, Gianni Liviano, ha tra l’altro dichiarato: “Il professor Aldo Siciliano ha custodito, se così possiamo dire, la nostra carta di identità. E lo ha fatto con dedizione, con cura. Noi oggi gli rendiamo merito per questa sua instancabile attività e per l’amore che ha sempre avuto occasione di manifestare per la nostra città. Con questa solenne cerimonia gli esprimiamo la gratitudine non solo di tutti noi qui presenti ma dell’intera cittadinanza. In verità, oggi poniamo il sigillo formale perché in realtà noi abbiamo sempre considerato il professor Aldo Siciliano uno di noi, un tarantino. E mi piace pensare che anche lui, da tempo, si consideri tale. Noi gli siamo riconoscenti per ciò che ha fatto e fa. Perché è grazie anche a uomini come lui che Taranto può legittimamente aspirare a costruire qualcosa di bello”.

Ha, quindi, consegnato la pergamena a un professor Siciliano visibilmente commosso, sulla quale sono impresse le motivazioni con le quali Il consiglio comunale di Taranto ha deciso di conferirgli la cittadinanza onoraria: “Quale segno di profonda riconoscenza per il suo straordinario impegno e per l’opera svolta, che hanno dato grande lustro alla città di Taranto e all’intero territorio ionico, contribuendo a rafforzare l’identità culturale e a rafforzarne il ruolo nel panorama nazionale e internazionale”.

A conclusione della cerimonia abbiamo rivolto alcune domandi al nuovo cittadino di Taranto.

Che significato ha per lei questo importante riconoscimento?

“Per me è una giornata veramente entusiasmante: uno dei giorni più belli, di quei giorni che rimangono impressi per tutta la vita. Io ho sempre creduto che dobbiamo dare agli altri quello che abbiamo ricevuto da questa società. Dobbiamo restituirlo, amplificarlo, disseminare cultura e quant’altro. Mi sono particolarmente impegnato con tenacia, passando momenti anche non facili, sacrificando la famiglia, sacrificando il mio lavoro scientifico. Però ci ho creduto fortemente e in coerenza con me stesso. Fa molto piacere constatare che il consiglio comunale, oltre ad essersi espresso all’unanimità, era praticamente tutto presente”.

Insomma: il legame di amicizia e di impegno con Taranto si consolida.

Naturalmente. Ho un sacco di amici di Taranto. Questa città mi ha voluto e mi vuole bene. Questa gratificazione mi impone l’obbligo di continuare ad impegnarmi. Ho parlato con il sindaco e ci siamo impegnati a verificare e affrontare i problemi che Taranto pone dal punto di vista storico-culturale. E gli ho detto che noi vogliamo elaborare insieme e realizzare progetti specifici per la città. Taranto lo merita.

L’archeologia è un capitolo importante per Taranto, dal quale forse ci si potrebbe attendere di più.

Darà di sicuro molto di più. Ma i segnali sono evidenti. A cominciare dal MarTà. Io all’inizio non credevo che potesse avere un ruolo così significativo, invece lo sta avendo e tutti devono riconoscerlo. Con loro ce l’ho collaborazione, abbiamo sottoscritto una Convenzione, così come con la sovrintendenza nazionale subacquea. Insomma stiamo proseguendo in questi accordi in modo che possano garantire una continuità nel tempo”.

Ma forse le istituzioni dovrebbero anche garantire una maggiore operatività dell’Istituto, i cui problemi economici si ripresentano ogni anno in occasione del Convegno della Magna Grecia.

Sì. al tempo del rapporto di collaborazione tra Stazio e la Camera di commercio di Papalia, si era pensato a un’istituzione che coinvolgesse gli enti locali a garanzia dell’organizzazione, ma purtroppo non è andata avanti. Però noi chiediamo particolarmente alla Regione che finalmente sottoscriva un accordo pluriennale. L’ho detto al sindaco, che mi è sembrato particolarmente disponibile. Riscontriamo la generosità di enti che però non alleviano la preoccupazione di reperire fondi con regolarità. Perché non possiamo continuare andare avanti solo con le borse di studio offerte da i Lions e da pochi altri enti privati. Occorre pensare a una formula di collaborazione permanente che ci eviti di andare annualmente alla ricerca, affannosa e a volte anche penosa, di contributi e sovvenzioni.

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Riconoscimenti

A Montecitorio premiata Nunzia Digiacomo, presidente Proloco di Fragagnano

28 Ott 2025

di Angelo Diofano

La Proloco di Fragagnano figura tra le protagoniste della nona edizione del premio ‘Donna d’autore’, il prestigioso riconoscimento nazionale assegnato ogni anno a donne che si distinguono per talento, impegno e contributo alla crescita sociale e culturale del Paese. La presidente Nunzia Digiacomo ha infatti ricevuto una ‘menzione speciale’ nella cerimonia svoltasi lunedì pomeriggio alla Camera dei deputati. Il premio valorizza il lavoro di chi, anche nei piccoli centri, opera con passione per la promozione culturale e la tutela delle radici territoriali. Questa la motivazione ufficiale: ‘Come riconoscimento per la sua dedizione instancabile al servizio della comunità. Ha dimostrato un impegno esemplare e una profonda passione nell’ambito in cui opera, diventando un punto di riferimento e un’ispirazione per tutti noi. Con il suo esempio Nunzia Digiacomo ha rafforzato il valore della dedizione e dell’eccellenza, diventando un modello a cui ispirarsi’.

La presidente della Proloco fragagnanese ha commentato: “È stato per me un grande onore ricevere questo riconoscimento, che dedico con orgoglio a tutte le donne che collaborano ogni giorno con passione e determinazione alla vita della Proloco di Fragagnano. Ho voluto parlare della nostra comunità, un piccolo centro di circa 5.000 abitanti, in provincia di Taranto, ricco di potenzialità spesso invisibili ma preziose. Questo premio è un incoraggiamento a continuare a lavorare insieme per far emergere il meglio della nostra terra”.

La giornalista Rai Vittoriana Abate ha condotto la cerimonia, con gli interventi istituzionali degli onn.li Simonetta Matone e Fabrizio Santori. Tra le premiate di quest’anno: Maria Elena Golfarelli, editrice; Irma Conti e Civita Di Russo, penaliste impegnate nel contrasto alla violenza e alla criminalità; Paola Ferazzoli, presidente dell’Associazione giornaliste italiane; Zakia Seddiki Attanasio, presidente dell’associazione umanitaria Mama Sofia; Barbara Casagrande, segretario generale del ministero del Turismo; Roberta Beolchi, presidente della non profit Edela; la campionessa olimpica Elisa Di Francisca; le attrici Emanuela Titocchia e Antonella Salvucci; l’artista Angelica Loredana Anton, fondatrice della Fondazione Area Cultura. Un momento particolarmente toccante è stato dedicato al premio alla memoria di Noemi Durini, giovane vittima di femminicidio, mentre premi speciali sono andati allo stilista Anton Giulio Grande, al magistrato Francesco Menditto e all’onorevole Fabrizio Santori per l’impegno nella società civile.

Il Premio ‘Donna d’autore’, alla nona edizione, è promosso dall’Associazione donne europee indipendenti con il patrocinio del Parlamento europeo, del ministero del Lavoro, del Comune e della Proloco di Nettuno, della Provincia di Teramo e della Provincia di Chieti.

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Cammino sinodale

La Chiesa italiana cammina con tutti

ph Siciliani  Gennari-Sir
28 Ott 2025

C’è un riflesso istintivo, ogni volta che la Chiesa parla di persone omoaffettive: i titoli si riempiono di parole come ‘apertura’, ‘svolta’, ‘rivoluzione’. È accaduto di nuovo dopo la pubblicazione del Documento di sintesi della terza Assemblea sinodale. Ma stavolta la distorsione è stata più rumorosa del testo. Perché, a leggerlo davvero, non c’è nessuna apertura ideologica: è la scelta di guardare ogni persona, non come una categoria da giudicare, ma come un volto da accogliere.

La frase incriminata è semplice, quasi sobria: “La comunità ecclesiale vuole essere uno spazio nel quale ognuno può sentirsi compreso, accolto, accompagnato e incoraggiato”. È al numero 30, che riecheggia il bergogliano invito “Tutti, tutti, tutti”, e porta la firma di una Chiesa che, dopo quattro anni di cammino, ha scelto di farsi prossima. Non di cambiare dottrina, ma di cambiare sguardo. Non di adattarsi al mondo, ma di abitare con verità la complessità del presente.
‘Riconoscere’ non vuol dire approvare moralmente, ma partire dalla realtà della persona, con la sua dignità. ‘Accompagnare’ significa camminare insieme, accogliere senza semplificazioni. È un linguaggio esigente, ma profondamente umano.
Eppure, nel racconto mediatico, si è preferito il clamore all’ascolto. Come se la Chiesa avesse deciso di benedire ciò che, invece, invita a comprendere. Il testo parla di percorsi e di formazione. Non per normalizzare tutto, ma per riconoscere che nessuno è escluso dal cammino della grazia.

Anche il riferimento alle “giornate promosse dalla società civile” ha generato confusione. Alcuni hanno letto un implicito richiamo ai pride, ma il testo si riferisce a giornate già presenti nel calendario civile, come quella contro l’omotransfobia o contro gli abusi, in cui alcune diocesi propongono momenti di preghiera e riflessione. L’intento non è aderire a logiche ideologiche, ma testimoniare rispetto, vicinanza e custodia della dignità umana.

C’è una differenza profonda fra l’inclusione evangelica e quella del mondo. La prima nasce da una visione dell’uomo come relazione, ferito ma capace di bene: Gesù accoglie senza etichettare, chiama senza condannare, accompagna senza abbandonare. La seconda confonde l’amore con l’indifferenza e finisce per togliere alla libertà la possibilità del bene. Nella pagina sinodale non c’è resa, ma la fatica di una Chiesa che vuole rimanere madre, anche quando le parole del mondo la fraintendono.

È significativo che il testo parli di “cammini di maggiore integrazione ecclesiale per quanti sono ai margini della vita sacramentale”. È la logica di Amoris laetitia, non la logica dell’approvazione, ma quella della prossimità: camminare accanto, senza mai dire a nessuno “sei sbagliato”. Perché per la fede cristiana non esistono vite sbagliate, ma solo storie ancora aperte all’incontro con la grazia.

La Chiesa non si piega alle categorie del mondo, ma ne ascolta le ferite. E in questo ascolto – difficile, lento, talvolta frainteso – si misura la sua fedeltà a Cristo. Non è un’apertura, è un ascolto. Ed è forse la cosa più rivoluzionaria di tutte.

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Diocesi

“Sant’Antonio è passato tra noi”: consuntivo della peregrinatio delle reliquie al Sacro Cuore

ph parrocchia Sacro Cuore
28 Ott 2025

di Angelo Diofano

Dal 18 al 26 ottobre, la  parrocchia del Sacro Cuore ha vissuto giorni di intensa grazia e profonda devozione per la presenza delle reliquie di Sant’Antonio di Padova, con una moltitudine di fedeli giunti da ogni parte per pregare, chiedere una grazia, o semplicemente sostare un momento davanti al santo tanto amato.

Abbiamo chiesto al parroco don Francesco Venuto di illustrarci il significato di questa esperienza per la comunità: «È stato un dono immenso – ci ha risposto -; le reliquie non rappresentano qualcosa di superstizioso, ma un segno concreto della vicinanza dei santi alla nostra vita. I santi sono nostri fratelli nella fede e intercedono per noi davanti a Dio. Avere tra noi le reliquie di sant’Antonio ha significato accogliere un segno visibile di speranza, un invito a riscoprire la fede e la preghiera. Abbiamo visto migliaia di persone giungere in chiesa in un evento davvero commovente. Tanti sono venuti in silenzio, con un biglietto di richiesta d’intercessione da deporre davanti alle reliquie, una foto da presentare, una lacrima; altri sono giunti per ringraziare per una grazia ricevuta. Questa grande partecipazione ha dimostrato che la devozione a sant’Antonio è ancora viva e profonda. In un tempo in cui tutto sembra correre, questi giorni hanno fermato i cuori e riacceso la fede».

E a proposito di quanti, invece, ritengono che la peregrinatio delle reliquie sia qualcosa di inutile o superato…
«Capisco chi può pensarlo – ha evidenziato don Francesco – ma per coloro che hanno vissuto questa settimana non è stato così, ben consapevoli che in tal modo ci viene ricordato che la santità è possibile, che uomini e donne come noi hanno saputo amare Dio con tutto il cuore.
Sant’Antonio ci parla ancora oggi, ci invita alla carità, all’ascolto del Vangelo, alla fiducia nella Provvidenza: portare le sue reliquie nella nostra comunità è stato un atto di fede, un modo per ribadire che anche noi vogliamo camminare sulla via dei santi».

Secondo don Francesco, di questa settimana resta la grazia di un incontro, con tante persone che si sono confessate, hanno riscoperto la preghiera e ritrovato pace. «Resta anche la certezza – ha concluso il parroco della Sacro Cuore – che Sant’Antonio continuerà a vegliare sulla nostra comunità e che resterà in noi la gioia di aver aperto le porte della nostra chiesa e del nostro cuore a lui. Vorrei ringraziare di cuore chi ha pregato, chi ha servito, chi ha partecipato con fede.
Le reliquie ora ripartono, ma sant’Antonio resta. La sua intercessione ci accompagni ogni giorno, perché anche noi possiamo essere segno vivo del Vangelo nel mondo».

 

ph parrocchia Sacro Cuore
ph parrocchia Sacro Cuore
ph parrocchia Sacro Cuore

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Ricorrenze

Spirito Santo, celebrazione per la Beata Chiara Luce Badano

27 Ott 2025

di Angelo Diofano

La beata Chiara Luce Badano (29 ottobre 1971 –  7 ottobre 1990) sarà celebrata nella serata di mercoledì 29 ottobre alla parrocchia dello Spirito Santo (zona Taranto2). La ragazza crebbe a Sassello, nell’entroterra ligure; nella primavera del 1981 entrò in contatto con il movimento dei Focolari di Chiara Lubich, con cui avviò una fitta corrispondenza. Durante gli studi ginnasiali, un forte dolore alla spalla, fu il sintomo di un osteosarcoma con metastasi. Operata una prima volta fu sottoposta a chemio e radioterapia ma, nonostante ciò, perse l’uso delle gambe.
Durante il ricovero continuò a seguire le attività dei focolarini, donando i suoi risparmi a un amico in partenza per una missione nel Benin e realizzando lavori a mano da vendere per beneficenza. Trascorse gli ultimi mesi di vita a casa a Sassello rifiutando la terapia antidolorifica per non perdere capacità sensoriali, incluso il dolore, che nelle sue parole intendeva offrire a Gesù». Morì il 7 ottobre 1990. Già due mesi prima aveva dato disposizioni per le esequie, chiedendo di essere deposta nel feretro indossando un abito bianco da sposa, considerando il momento del trapasso come il matrimonio con Gesù, e disponendo la donazione delle cornee. Le sue spoglie sono sepolte nel cimitero di Sassello. Chiara Lubich, negli ultimi giorni di vita della giovane, le aveva dato il soprannome di Chiara Luce. Fu proclamata beata 25 settembre 2010 da Benedetto XVI.

La celebrazione, voluta dal parroco don Francesco Tenna, prevede alle ore 18 la santa messa con la preghiera per la canonizzazione di Chiara Luce; a seguire, l’incontro-testimonianza sulla vita della beata.

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Ecclesia

Riccardi (Sant’Egidio): “Per vivere in pace, il dialogo deve ritornare centrale nella vita e nelle relazioni tra i popoli”

ph Comunità di Sant'Egidio
27 Ott 2025

di Raffaele Iaria

“Dobbiamo realizzare un’irruzione di donne e uomini comuni nella storia, senza violenza, tramite la pratica del dialogo, con pensieri fraterni e visioni di pace”: lo ha detto domenica 26 il fondatore della Comunità di Sant’Egidio nel suo intervento all’incontro internazionale per la pace dal titolo ‘Osare la pace-Religioni e culture in dialogo’, promosso dalla Comunità di Sant’Egidio che si concluderà domani alla presenza di papa Leone XIV.
Per Riccardi “in una società frantumata, il dialogo deve ritornare centrale nella vita e nelle relazioni tra i popoli. Osare la pace è – ha detto – liberare il fondo di bontà, che è volontà di pace e di vivere insieme. Questa è la nostra forza che ci fa passare dall’età della guerra all’età del dialogo e del negoziato. Quando comincia il dialogo, già si gusta il sapore della pace. Perché dialogare è scoprire l’altro come sé stesso”. Nel suo intervento introduttivo Riccardi ha parlato di un mondo attraversato da un ritorno della violenza e del nazionalismo, “un’età della forza che ha riabilitato la guerra come strumento per perseguire i propri interessi e disegni”. “Viviamo – ha detto – in un tempo che ha umiliato le istituzioni nate per la pace e ha calpestato il diritto internazionale, frutto di civiltà e di convivenza. È l’età della forza, dominata da pochi e segnata da una globalizzazione dimezzata, che ha lasciato cadere il pensiero umanistico e la fiducia nel destino comune dei popoli”.

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Città

Il Documento per la pace della città di Taranto presentato e sottoscritto

27 Ott 2025

di Silvano Trevisani

Oltre cinquanta, tra associazioni, istituzioni e comunità religiose del territorio, hanno sottoscritto il “Documento per la Pace della Città di Taranto”, promosso dal Consiglio comunale, durante la cerimonia svoltasi nella sala consiliare. Il documento, che era stato varato dal Consiglio nella seduta del 13 ottobre scorso, votato all’unanimità, pur rappresentando un atto simbolico, segna la nascita di un patto civico e morale fondato sui valori del “dialogo, del rispetto e della solidarietà”, acquisendo in questo modo il valore di un concreto impegno collettivo e permanente per la costruzione della pace, della giustizia e della convivenza civile, riaffermando il ruolo di Taranto come città del Mediterraneo capace di scegliere il dialogo e di opporsi all’indifferenza.

L’obiettivo è quello di trasformare il capoluogo ionico, secondo l’appello già lanciato da san Giovanni Paolo nella sua storica visita a Taranto del 1989, quando auspico “Un ponte di pace sul Mediterrraneo” in un luogo di accoglienza e speranza, dove la pace diventi una pratica quotidiana.

“Con questo atto – ha dichiarato il presidente del Consiglio comunale Gianni Liviano – Taranto sceglie di dare voce a una comunità che crede nella pace come responsabilità condivisa. Abbiamo voluto creare un momento di unità civica, in cui istituzioni, scuole, associazioni e cittadini si riconoscono in valori comuni. La pace non è un’utopia, ma un cammino che parte da ciascuno di noi. Vogliamo restituire il senso dell’appartenenza, il desiderio di sentirci comunità, il rispetto per le diversità”.

Il ‘Documento per la pace’ si fonda su cinque principi cardine: responsabilità condivisa, giustizia, rispetto, dialogo e accoglienza. Su questi valori poggeranno le azioni concrete previste dal patto, come la promozione di progetti di educazione alla pace, la cooperazione con le città del Mediterraneo, la valorizzazione dei luoghi simbolici della città e l’impegno per una comunicazione rispettosa e inclusiva. La firma collettiva dei 55 aderenti testimonia la volontà di Taranto di farsi “comunità della pace”, unita nel costruire ogni giorno relazioni fondate sulla dignità della persona e sulla solidarietà sociale.

“Oggi Taranto lancia un messaggio forte – ha sottolineato il sindaco Piero Bitetti –: scegliere la pace è un atto di coraggio e di civiltà, la strada per un futuro più giusto, umano e condiviso. In un tempo segnato da conflitti e divisioni, abbiamo voluto affermare con forza che la pace è un valore che unisce e impegna tutti: cittadini, istituzioni, mondo del lavoro, scuola e associazionismo».

Con la sottoscrizione del documento, Taranto si candida a diventare un laboratorio permanente di dialogo e convivenza, un modello di partecipazione civica che guarda al Mediterraneo come spazio di incontro e cooperazione.

Hanno aderito:

ARCIVESCOVO DI TARANTO (ha firmato don Antonio PANICO per conto di S.Ecc.za Mons. Miniero)

CARITAS DIOCESANA (don Nino BORSCI)

UFFICIO SCUOLA DIOCESI DI TA (don Ciro ALABRESE)

UNIVERSITÀ LUMSA (don Antonio PANICO)

UFFICIO PASTORALE DEL LAVORO GIUSTIZIA PACE E CUSTODIO DEL CREATO (don Antonio PANICO)

AZIONE CATTOLICA DIOCESANA (Aldo CESARIO)

ACLI (Lucia SIMONETTI)

COMUNITA’ MULMANA (Hassen CHIKA)

CHIESA VALDESE (Gianfranco RICCHIUTI)

CHIESA DI GESU’ CRISTO DEI SANTI DEGLI ULTIMI GIORNI (chiesa mormone Lillo IMPOLLONIO)

COMUNITA’ SENEGALESE A TARANTO (DOTT. NDOFFENE DIOUFF)

COMANDO DEI VIGILI DEL FUOCO (Lillo IMPOLLONIO)

ASL TARANTO (Gregorio COLACICCO)

ARPA TARANTO (Vittorio ESPOSITO)

ARCA JONICA (DONATO PASCARELLA)

ORDINE DEGLI AVVOCATI (Enzo DI MAGGIO)

ORDINE DEGLI ARCHITETTI (Paolo BRUNI)

ORDINE DEGLI INGEGNERI (Gigi DE FILIPPIS)

ORDINE DEI COMMERCIALISTI (Angela CAFARO)

ORDINE DEI MEDICI (Giovanni POLLICORO)

UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI BARI (Stefano VINCI firmerà Paolo PARDOLESI)

LICEO ARCHITA (Salvatore MOTTOLA)

LICEO QUINTO ENNIO FERRARIS (Paolo SIMONETTI)

ISTITUTO TECNICO PACINOTTI (Teresa NASTRO)

ISTITUTO MARIA PIA (Giovanni TARTAGLIA)

ISTITUTO CABRINI/LISIDE (Lucilla TRISOLINI)

CONSERVATORIO PAISIELLO (Cristiano MARANGI)

CONFINDUSTRIA (Vincenzo FANELLI)

CONFAGRICOLTURA (Angelo DE FILIPPIS)

CONFCOMMERCIO (Giuseppe SPADAFINO)

CONFCOOPERATIVE (Carlo MARTELLO)

CONFARTIGIANATO (Fabio PAOLILLO)

CONFAPI (Fabio GRECO)

CISL (Luigi SPINZI)

UIL (Gennaro OLIVA)

UGL (Alessandro CALABRESE)

CSV (M.Antonietta BRIGIDA)

UISP (Giovanni CRISTOFORO)

PANATHON (Michelangelo GIUSTI)

AMICI DI MANAUS (Giovanni DE GIORGIO)

ABFO (Eleonora OCCHINEGRO)

ANPI (Francesco SOLFRIZZI)

COMITATO QUALITA’ DELLA VITA (Annamaria LANEVE)

ASSOCIAZIONE ANTIRAKET (Mino SESSA)

ASS. RAGAZZI IN GAMBA (Gennaro ESPOSITO)

CREST (Giovanni GUARINO)

CENTRO STUDI CESARE G.VIOLA (Enrico VIOLA)

 

Hanno aderito preannunciando la loro firma:

CAMERA DI COMMERCIO

COMMISSARIO PER I GIOCHI DEL MEDITERRANEO

CGIL

COLDIRETTI

CASARTIGIANI

CONFESERCENTI

CIOFS/FP

ANCE

ORDINE DEI GEOMETRI

PEACELINK

LIBERA

LEGAMBIENTE

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Tracce

L’involuzione di una teoria da pazzi

ph Ansa-Sir
27 Ott 2025

di Emanuele Carrieri

“Non è bene dare di noi stessi una immagine troppo razionale… Il fatto che gli Usa possano diventare irrazionali e vendicativi, nel caso che i loro interessi vitali siano attaccati, dovrebbe far parte della immagine che diamo in quanto nazione. È giovevole per la nostra condotta strategica che alcuni elementi possano apparire fuori controllo”. È uno estratto di un documento ufficiale in cui si illustra la tattica di politica estera che mira a spaventare i nemici convincendoli che li si potrebbe aggredire con reazioni da pazzi. È attribuita a Richard Nixon, ma sembra che abbia origini molto più antiche: Moshe Sharett, capo del gabinetto israeliano dal 1953 al 1955, scrisse nel proprio diario di alcuni esponenti del governo che “parlavano a favore di atti di follia” e che “diventeremo pazzi se ci faranno arrabbiare”. Il nome della tattica? ‘Madman theory’ e mai nome fu più azzeccato: la ‘teoria del pazzo’. Operata tante volte da tanti pazzi che dominano il mondo, nel nostro tempo si assiste a un mutamento totale della teoria e, anziché alimentare l’incertezza del nemico circa i propri intenti, la versione “incerta” di Trump alimenta l’incertezza della propria parte: i propri alleati europei e l’Ucraina, alla cui difesa gli Stati Uniti danno un apporto rilevante, cercando sempre più di trarre benefici ma scaricando i costi su altri. Da uomo di affari, di commerci e di compravendite, Trump sa che l’imprevedibilità è un’arma straordinaria nei giochi dei negoziati, dei patteggiamenti e delle trattative, specialmente se si opera in un ambito in cui sono state abolite norme, regole e istituzioni. Del resto, attribuirsi il diritto di esprimere giudizi tanto “incerti” fino al punto da apparire arbitrari, è un tratto del tutto in linea con il disegno autoritario seguito dai Maga al potere, tanto sul piano internazionale quanto su quello nazionale, dove turbo-neo-maccartismo e criminalizzazione dell’opposizione insidiano le elezioni di metà mandato. Rimane da trovare una spiegazione convincente per la speciale deferenza che Trump riserva a Putin. Stando al Financial Times, nel corso di quel recente e burrascoso incontro a porte chiuse con Zelensky alla Casa Bianca sarebbero volate parole pesanti e la deferenza di Trump si sarebbe spinta a tal punto da definire “operazione militare” l’aggressione di Putin, e da lanciare un chiaro avvertimento, che può essere sintetizzato così: o l’Ucraina cede dei territori oppure sarà distrutta. Zelensky è uscito dalla Casa Bianca afflitto e dimesso ma, sopra ogni cosa, senza missili a lunga gittata, ossia capaci di colpire in profondità l’apparato militare russo proiettato sull’Ucraina: armi, queste, che l’attuale inviato speciale di Trump per l’Ucraina Kellogg, alla fine di settembre, aveva dichiarato legittime. In più, lo stesso Trump, a fine agosto, aveva attaccato Biden per non aver consentito agli ucraini di rispondere al fuoco e li aveva equiparati a una squadra che va in campo senza poter giocare in attacco. È una dinamica in apparenza bipolare nel senso più autenticamente psichiatrico che politologico: tappeti rossi e incensazioni da un lato, minacce e delusione dall’altro. Ma Zelensky ha incassato mezzo successo: ha portato l’Ucraina all’acquisto di venticinque stazioni di lancio dei Patriot dagli Usa. Sono missili terra-aria per la difesa tattica e che possono colpire un aeroporto, una base militare o un piccolo centro abitato. Ovviamente si è scatenata la collera di Mosca. “Gli Usa sono sul sentiero di guerra”, ha postato il vicepresidente del Consiglio di sicurezza della Russia, Medvedev, e ha poi aggiunto: “Le decisioni prese sono un atto di guerra contro la Russia. E ora Trump si è allineato con l’Europa folle”. Europa che ha approvato il diciannovesimo pacchetto di sanzioni che questa volta include il gas naturale liquefatto. Dopo essersi dichiarato ben disposto a giocare al tavolo con Zelensky l’asso dei missili a lungo raggio, a fronte alla telefonata di Putin e al rischio di un’escalation, Trump ha rimesso nella manica la carta offensiva, per offrire i Patriot che permettono agli ucraini di reagire agli attacchi con droni e missili sempre più numerosi su città e infrastrutture. Il risultato sperato è di logorare il potere di fuoco russo e di far saldare il conto delle spese all’Europa. Ma per iniziare a comprendere meglio il quadro della situazione bisognerà aspettare il colloquio con il presidente cinese Xi Jinping. Trump spera in un grande accordo con la Cina: in agenda, ci sono, fra gli altri punti all’ordine del giorno, i dazi e i tagli agli acquisti di petrolio russo da parte della potenza asiatica. Dopo le sanzioni americane sulle petro-aziende Rosneft e Lukoil, la speranza è quella di far fermare l’offensiva di Mosca: il petrolio è essenziale perché le tasse sulle esportazioni coprono suppergiù un quarto del bilancio statale. Concludendo, per Trump l’America deve tornare grande: retorica semivuota, giusto, ma significativa per milioni di cittadini che hanno bisogno di tirare il fiato. L’utilità nazionale è il fine, i mezzi utilizzati troveranno poi giustificazione, in primis propaganda e dazi commerciali. Gli Usa hanno scoperto che il mondo non vuole “americanizzarsi” e sono affranti. Trump incarna tale disillusione e vuole trasformare “l’impero americano” in potenza temuta e non osannata per l’esportazione, certe volte forzata, di democrazia e diritti civili. Nei piani di Trump, qualsiasi mezzo che sia utile a mantenere il potere è lecito. L’obiettivo del motto “America First” è quello di raggiungere sempre il “migliore accordo” per gli Usa, indipendentemente dall’aspetto morale, dal danno che si può cagionare ad altri soggetti o dall’immagine che si può offrire. Nella visione di Trump gli Usa, liberi dall’imperativo morale di difendere il mondo libero, possono svincolarsi dai fronti caldi sempre e in qualsiasi momento, snaturando la democrazia su cui si basa l’esistenza del Paese, in nome di una politica che si fonda sulla versione peggiorata della “teoria del pazzo”.

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Sport

Taranto, la crisi che non ti aspetti: la sconfitta col Bisceglie costa caro

foto G. Leva
27 Ott 2025

di Paolo Arrivo

Un momento negativo. Dapprima la sconfitta inaspettata inflitta dall’Atletico Acquaviva. Poi, in casa, un pareggio altrettanto inaspettato, nel turno infrasettimanale: nell’ultima mezzora del match contro il Toma Maglie, il Taranto era stato capace di sbrogliare la matassa facendo quello che più conta (segnare) facendosi però raggiungere nel finale da una squadra che non aveva demeritato. I rossoblu hanno toccato con mano le asperità di un cammino che si concluderà prima dell’estate. E i limiti di quella che non può essere considerata una corazzata ammazza campionato – i tifosi ci avevano sperato. Tanto più che i punti persi sono stati lasciati a squadre non di prima fascia. Pur non giocando male, il Taranto aveva pagato la scarsa lucidità, o meglio cattiveria, in attacco. E quando non riesci a sbloccare la partita prima dell’intervallo, la stessa si complica maledettamente facendosi imprevedibile sino al triplice fischio finale. L’incisività è mancata anche nel match con il Bisceglie. Che ha punito gli uomini di mister Danucci con un calcio di punizione calciato da Nicola Citro, al minuto 80.

Da Bisceglie alla città dei due mari: il comunicato

La SS Taranto comunica di aver sollevato dall’incarico il direttore sportivo Riccardo Di Bari. La decisione è maturata a seguito di una attenta valutazione per dare una svolta al percorso tecnico e organizzativo della squadra. È quanto si legge nel comunicato diramato nella serata di ieri dalla società. La stessa ha aggiunto parole di ringraziamento per Di Bari, per l’impegno, la dedizione e la professionalità dimostrati nel corso della collaborazione cessata. La seconda sconfitta stagionale, in quello che veniva considerato il big match della 11esima giornata (la nuova capolista ora è proprio il Bisceglie), non poteva non avere strascichi, e conseguenze anche immediate nella città bimare. Soprattutto non poteva restare impunita la striscia negativa che ha prodotto un solo punto nelle ultime tre giornate. Una media inaccettabile per un gruppo chiamato a risollevarsi.

Il campionato

Nel prossimo turno il Taranto ritroverà le mura amiche dello stadio Italia di Massafra: domenica due novembre, per 12esima giornata d’andata, arriverà il Canosa. Prima però c’è la Coppa Italia. Competizione dall’importanza non affatto secondaria, visto che mette in palio un posto per l’accesso in serie D. I rossoblu ritroveranno l’Acquaviva. L’incontro si giocherà giovedì alle ore 14.30 sempre allo stadio “Italia” di Massafra. L’auspicio è che le due partite ravvicinate in casa possano favorire la svolta richiesta dalla società: se è vero che si tratta di una crisi non di gioco ma di risultati, ha assicurato Ciro Danucci nel post gara, per ritrovare la vittoria potrebbero bastare piccoli accorgimenti e una ricarica di entusiasmo. L’errore che la tifoseria non deve commettere infatti è cadere nella depressione o nella ipercritica. Niente è compromesso, tutto è appena iniziato. E l’incidente di Bisceglie non può ridimensionare le ambizioni dell’intera città.

 

L’ultimo match allo stadio Italia di Massafra, Taranto-Maglie, nel racconto fotografico di Giuseppe Leva

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