Giubileo2025 in diocesi

Vicaria San Giorgio jonico: Giubileo dei gruppi di volontariato

13 Dic 2025

di Angelo Diofano

Oggi, lunedì 15 dicembre si terrà al santuario rupestre di Maria Santissima delle Grazie, a San Marzano di San Giuseppe, il Giubileo dei gruppi di volontariato della vicaria di San Giorgio jonico.

Il programma prevede alle ore 15.30 la recita del santo rosario e alle ore 16 la santa messa. Al termine, fino alle ore 20, si terrà una castagnata natalizia comunitaria promossa dal gruppo ‘Giubileo 2025’ della parrocchia San Carlo Borromeo. Il ricavato sarà devoluto all’Associazione genitori di Taranto-Ematologia ots-odv.

 

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Giubileo2025 in diocesi

Vicaria Borgo, pellegrinaggio giubilare

foto G. Leva
12 Dic 2025

di Angelo Diofano

Sabato 13 dicembre la vicaria Borgo vivrà il proprio pellegrinaggio giubilare. Il programma è il seguente: ore 15.15 raduno in piazza Carmine; ore 15.30, inizio del corteo che si svolgerà canti e preghiere; ore 16.30, arrivo nella basilica cattedrale di San Cataldo e passaggio attraverso la Porta santa; ore 17.15 santa messa.

Nella circostanza tutti gli incontri della giornata sono sospesi e in nessuna delle parrocchie del Borgo sarà celebrata la santa messa prefestiva.

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Diocesi

Messa in suffragio dei coniugi defunti

ph G. Leva
12 Dic 2025

Riprende la bella consuetudine di ricordare i coniugi defunti con una celebrazione eucaristica presieduta dall’arcivescovo mons. Ciro Miniero domenica 14 dicembre alle ore 9, nella cappella del cimitero San Brunone, retta da don Francesco De Palma, a cui è invitata l’intera cittadinanza.  La liturgia sarà animata dal coro ‘Demetrio Blasi’ della parrocchia di Sant’Egidio.

È dal 2013 che quasi ogni anno si celebra questa Eucarestia, un momento privilegiato di preghiera con la cura filiale dell’arcivescovo e la disponibilità del cappellano, nata su iniziativa del Melograno-associazione per i diritti civili delle persone vedove, aderente al Forum delle associazioni familiari, che opera su Taranto con uno sportello virtuale di ascolto attivo, indirizzo fiscale, economico e legale, previo appuntamento al 370.7073188. Negli anni le attività svolte hanno riguardato presentazione di libri, un  convegno sulla solitudine, convenzioni cinematografiche e nella Giornata internazionale delle persone vedove un tavolo divulgativo in piazza Immacolata. Questo, perché la vedovanza è una situazione di oggettiva fragilità e va sostenuta, sia per gli aspetti privati sia per quelli pubblici ( pensioni decurtate o inesistenti in assenza di requisiti ecc.). Il tema è trasversale, riguarda tutti, in prima persona, come parente o amico di persona vedova e compito precipuo delle istituzioni è prendersi cura delle fragilità dei cittadini.

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Ecclesia

Il fallimento della ricerca del divino senza Dio

12 Dic 2025

di Luana Comma *

La modernità ha ereditato dal passato una promessa affascinante: la ragione, liberata da ogni dogma, avrebbe finalmente dischiuso la verità ultima del mondo. Ma nel cammino verso la conoscenza totale, l’uomo si è scoperto più solo. La tecnica, pur moltiplicando le possibilità dell’agire umano, ha impoverito il linguaggio del senso. In un universo in cui tutto sembra spiegabile, rimane aperta – e anzi si fa più acuta – la domanda sul perché ultimo dell’esistenza.

La razionalità, pur moltiplicando le possibilità dell’agire umano, ha impoverito il linguaggio del senso: l’efficienza non risponde al desiderio di significato, la velocità non sa spiegare il perché dell’esistenza. Così cresce un sentimento di precarietà e disorientamento: viviamo in un presente accelerato, in cui l’urgenza del “qui e ora” spesso soffoca la memoria del passato e la prospettiva del futuro. È qui che il cuore umano, non trovando risposta nell’orizzonte del solo visibile, torna a cercare l’invisibile.

Il secolarismo, che mirava a eliminare Dio in quanto ritenuto un limite alla logica razionale e alla forza dell’uomo, ha paradossalmente aperto la porta a nuove forme di superstizione. Privato del fondamento della Rivelazione, l’uomo contemporaneo ha spesso cercato la trascendenza in altre forme: superstizione, pratiche esoteriche, magia. Non a caso, il Paese meno religioso d’Europa — la Repubblica Ceca — è anche quello più superstizioso. Così, ciò che doveva liberare la ragione ha finito col condurla a un vuoto di senso e a una sete di potere spirituale mal indirizzata. In questo scenario, la fascinazione per l’occulto appare come una delle risposte più ambigue alla sete di trascendenza. Non è più un fenomeno marginale o folclorico: l’occulto assume forme sottili, spesso camuffate da percorsi di crescita interiore, benessere spirituale o conoscenza alternativa. È una spiritualità senza volto, che promette libertà, ma conduce alla schiavitù del proprio io: «l’uomo cerca l’assoluto, ma spesso lo cerca nelle forme del dominio, non dell’amore». Alla radice vi è una deviazione del desiderio religioso: invece di aprirsi al Mistero come dono, l’uomo cerca di impadronirsene. Non è nostalgia di Dio, ma volontà di possederlo; non relazione, ma dominio. La magia — antica o moderna — è sempre la pretesa di piegare il sacro al proprio volere.

Eppure, dietro questa illusione, si cela una domanda autentica. L’uomo contemporaneo, ferito dall’anonimato e dal relativismo, sente che la vita non può ridursi a ciò che si vede e si misura. La sua sete di mistero è reale; ciò che manca è il discernimento per riconoscere dove abita il vero mistero. La fede cristiana non condanna la ricerca dell’invisibile, ma la purifica: essa non nega il soprannaturale, ma lo riconduce al suo volto personale, quello del Dio vivente che si rivela in Gesù Cristo. In Cristo, l’invisibile di Dio diventa storia, parola, carne. Tutto ciò che l’occulto promette — la conoscenza dei segreti, il potere sulla vita, la vittoria sulla morte — trova in Lui la sua verità trasfigurata: non come dominio, ma come comunione. Il potere di Cristo non è quello che soggioga, ma quello che libera. Egli non rivela formule magiche, ma il mistero dell’amore che si dona. “Dio nessuno l’ha mai visto: il Figlio unigenito, che è nel seno del Padre, lui lo ha rivelato” (Gv 1,18). In questa rivelazione si compie la sete di mistero dell’uomo: non un sapere da custodire gelosamente, ma una luce che si offre a tutti.

Cristo non introduce a un mondo parallelo, ma svela il senso nascosto di questo mondo, quello che la ragione da sola non può scorgere: che tutto esiste nell’amore e per l’amore. L’occulto, al contrario, offre un’illusione di potere spirituale che, nel profondo, tradisce una paura: la paura di affidarsi. La fede autentica non nasce dal controllo, bensì dall’abbandono fiducioso. Il credente non possiede il mistero: ne è posseduto. È la logica paradossale del Vangelo: chi perde la propria vita la trova (cfr. Mt 16,25). Così, nella luce di Cristo, il mistero non è più oscuro, ma luminoso; non separa, ma unisce; non esclude, ma comunica. L’occulto chiude l’uomo in sé stesso, la fede lo apre all’incontro. Lì dove la magia promette potere, la Rivelazione offre comunione. Solo questa comunione può rispondere alla nostalgia che abita il cuore dell’uomo contemporaneo: quella di essere amato da un Dio che non si nasconde, ma si fa vicino.

 

* referente della comunicazione del Gris (Taranto)

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Sport

La lezione della boxe: Taranto si mette i guantoni e mette la sventura KO

ph G. Leva
12 Dic 2025

di Paolo Arrivo

Correva l’anno 1975 quando un evento sportivo chiamò a raccolta nella città dei due mari 20mila spettatori. Il tredici agosto, allo stadio ‘Salinella’ di Taranto – l’attuale Erasmo Iacovone, che sta cambiando volto. Un numero impensabile oggi, tutte quelle presenze, per qualsiasi disciplina sportiva. Allora la protagonista era la boxe con il tarantino Vincenzo Quero laureatosi campione italiano dei pesi leggeri, ai danni del romano Rosario Sanna. Cinquant’anni dopo il 24° trofeo “Città di Taranto” ha assunto una valenza speciale. Per la ricorrenza, e per la caratura dei partecipanti: sul ring allestito al Palafiom lo scorso fine settimana è stato assegnato il titolo Mediterraneo Wba, nelle mani di Nino Rossetti. Che ha sconfitto il serbo Novak Radulovic dopo aver condotto interamente il match dimostrando grande maturità e confermando le sue qualità. Non meno entusiasmante è stato l’incontro di Francesco Magrì.

La boxe e il riscatto della comunità ionica

Il trofeo Città di Taranto ha avuto collocazione in un’ampia offerta sportiva che vivrà il suo momento clou nei Giochi del Mediterraneo 2026. La centralità del capoluogo ionico è stata ribadita dal primo cittadino Piero Bitetti attraverso l’esempio della boxe, considerata uno sport “forte” portatore di valori sani. In primis della lealtà tra quanti si sfidano sul ring nel rispetto delle regole. Taranto vuole diventare capitale del Mediterraneo proprio per mezzo dello sport. E quindi lasciarsi alle spalle i suoi anni più bui, investendo su questo vettore di crescita culturale ed economica. È giusto in particolare rilanciare la boxe. Ricordando che il capoluogo ionico ha un rapporto privilegiato con questo sport: un legame antico risalente all’età classica, quando il pugilato rientrava tra le discipline più praticate.

Il successo della Quero-Chiloiro

Tornando all’attualità, all’ultimo grande evento di boxe, rientrante nel cartellone di Taranto città europea dello sport, va sottolineato il successo di pubblico: non c’erano 20mila presenze ma tanti spettatori tra gli spalti del Palafiom. A dimostrazione del forte interesse suscitato dalla nobile arte su più generazioni. È stata inoltre un’attestazione di stima e affetto verso l’organizzazione, la storica società ionica, che continua ad assicurare la propria opera da mezzo secolo sul territorio.

Agonisticamente il livello del memorial Domenico Chiloiro è stato elevato sin dal primo incontro: dagli élite prossimi al professionismo ai big Rossetti e Magrì, lo spettacolo è stata una costante in una serata che passerà alla storia. La ricorderanno anche le studentesse dell’Archimede –  indirizzo Artigianato per il made in Italy – che hanno sfilato sul ring indossando abiti disegnati e realizzati da loro. Lo sport che incontra l’arte. La forza bruta abbraccia la leggerezza, la grazia. E di queste contaminazioni avrà sempre bisogno la comunità ionica, che si appresta a vivere un anno straordinario all’insegna della cultura sportiva, e di tutto ciò che le ruota attorno.

 

Ripercorriamo il Trofeo Città di Taranto con il racconto fotografico di G. Leva

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Rassegna musicale

Domenica a Grottaglie il concerto della grande organista Monserrat Torrent Serra, alla soglia dei 100 anni

12 Dic 2025

Domenica 14 dicembre si conclude, a Grottaglie, la Sesta Rassegna organistica grottagliese con la prestigiosa presenza della decana mondiale degli organisti Montserrat Torrent Serra. Ne danno notizia, non senza un pizzico di soddisfazione, il parroco della Collegiata don Eligio Grimaldi, il presidente della Pluriassociazione S. Francesco De Geronimo. Ciro De Vincentis e il direttore artistico della stessa rassegna, il maestro Nunzio Dello Iacovo.

La rassegna infatti, che ha ospitato, come di consueto, nomi importanti e noti in ambito nazionale e internazionale, si conclude con la presenza di Montserrat Torrent Serra, comunemente definita leggendaria organista, famosa per il numero dei concerti (oltre 1.700), per le sue incisioni discografiche, e per i tanti premi ottenuti. Che il prossimo 17 aprile compirà la veneranda età di 100 anni!

“Giunta alla soglia del secolo – afferma Dello Iacovo – ella continua a viaggiare, a suonare, e a incontrare il pubblico che la acclama. A Grottaglie, la signora Torrent torna così per il terzo anno consecutivo dando, in tal modo, un segno tangibile del suo grande apprezzamento per il nostro organo rinascimentale. Quando suonò l’organo rinascimentale della Chiesa Madre per la prima volta, a novembre 2023, disse che la bellezza del timbro del registro “Principale” le ricordava quello del registro omologo dell’organo sito nella Cappella del palazzo reale di Madrid, riconoscendo in questi due strumenti un suono di particolare dolcezza; aggiungeva anche che il suono dell’antichissimo organo di Grottaglie le trasmetteva qualcosa di paradisiaco.

Il nome di Montserrat è anche legato al suo impegno per far conoscere il suggestivo repertorio della musica rinascimentale, soprattutto in riferimento agli autori iberici, svolgendo in questo un compito di pioniera in un’epoca ormai lontana, nella quale questo repertorio era pressoché sconosciuto allo stesso mondo accademico organistico.

Se, attualmente, autori come quelli presenti in questo programma si incontrano regolarmente nei programmi d’organo, un merito rilevante è da riconoscere a lei e allo spirito filologico dal quale è stata animata, divenendo, in tal modo, maestra e ambasciatrice della musica spagnola e iberica, in tutto il mondo”.

Montserrat Serra ha predisposto, per domenica alle 19,30, un impegnativo programma, puntato ad autori rinascimentali, mirato così alla valorizzazione delle precipue caratteristiche del prezioso e antichissimo organo di Grottaglie.

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Diocesi

Martina Franca celebra Santa Lucia

ph ND
12 Dic 2025

di Angelo Diofano

Martina Franca, a cura della basilica di San Martino, sabato 13 dicembre sarà celebrata la memoria liturgica di Santa Lucia nella chiesa di San Pietro dei greci (largo San Pietro), dove sante messe saranno celebrate alle ore 8.30 – 17 – 20 (alle ore 18, invece, la santa messa si terrà in basilica).

Alle ore 18, in largo San Pietro, avrà luogo una pettolata a cura del Comitato residenti, con la partecipazione della banda ‘Città di Martina Franca’ che eseguirà le tradizionali musiche natalizie.

Parrocchia San Domenico

Sempre sabato 13 dicembre, nella chiesa di San Domenico, nel centro storico martinese, sante messe saranno celebrate alle ore 7.30 – 9.30 – 11.30 (con supplica finale a Santa Lucia) – 16.30 – 17.30 – 18.30 – 19.30.

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Giubileo2025 in diocesi

A Crispiano, Giubileo delle famiglie

12 Dic 2025

Nell’ambito delle celebrazioni giubilari per i duecento anni della parrocchia di Santa Maria della Neve, a Crispiano, domenica 14 dicembre si terrà in chiesa il Giubileo delle famiglie. Il programma prevede alle ore 18 la santa messa animata dalle famiglie e alle ore 19 la tavola rotonda su ‘La famiglia educa ancora? Tra cronaca ed emergenza educativa’, che farà riflettere sulla mai cessata emergenza educativa.

Presentati dal parroco don Michele Colucci, i relatori saranno il prof. Fabio Mancini, membro della Consulta dell’ufficio catechistico nazionale e docente alla Lumsa; don Mimmo Sergio, direttore dell’Ufficio diocesano di pastorale familiare; Daniela e Alessio Scarano, genitori di tre figli.

 

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Uniti nel dono

Al Carmine di Taranto, una conversazione del Serra club per sensibilizzare al ‘Sovvenire’

ph Serra club Taranto
11 Dic 2025

“Tutti coloro che credevano stavano insieme ed avevano ogni cosa in comune”, il versetto del secondo capitolo degli Atti degli apostoli è stato l’incipit della conversazione che mons. Marco Gerardo ha tenuto, martedì 9 dicembre, ai soci del Serra club di Taranto ed ai cavalieri del Santo Sepolcro di Gerusalemme, delegazione di Taranto. L’incontro è stato presentato dal delegato Benedetto Mainini e dalla presidente Maria Cristina Scapati che ha sottolineato il costante e forte impegno del Serra a favore dei sacerdoti.

“Ogni riflessione sulla nostra vita ecclesiale viene ispirata dalla Sacra Scrittura – ha esordito don Marco – ed anche quando i fatti narrati sembrano molto distanti, le dinamiche che raccontano, permangono nel tempo”. Alcuni termini sono particolarmente importanti e vanno attentamente analizzati. Tutti, cioè tutti i credenti, tutti coloro che sono battezzati ieri come oggi. Stavano insieme, ovvero condividevano non solo lo stesso luogo inteso come spazio, bensì come finalità del vivere secondo Cristo. Avevano in comune, il verbo al tempo imperfetto indica una continuità nell’azione che non si esaurisce in una raccolta occasionale bensì sottende un fatto strutturato di aiuto vicendevole e costante. Chi aveva di più provvedeva alle necessità di chi aveva di meno non per una ideologia ma per il sentimento di una comunità finalizzata alla carità dalla fede condivisa.

La Chiesa primitiva aveva la consapevolezza di essere primizia di una nuova umanità, consapevolezza che oggi dobbiamo ritrovare per far fronte all’indifferenza religiosa che pervade la società. La Chiesa delle origini ci insegna che la partecipazione alla vita ecclesiale è un diritto ma anche un dovere dei battezzati che si estrinseca con la partecipazione ai sacramenti, con la collaborazione fattiva nelle parrocchie ma anche con un contributo economico sempre più necessario alla vita delle nostre chiese. La responsabilità del sostegno economico che in tutti i paesi è affidata alle singole comunità in maniera diversa, in Italia ha una lunga storia che in qualche maniera ci ha fatto dimenticare la nostra responsabilità.

Il Sovvenire, ha spiegato don Marco, è il Servizio per la promozione del sostegno economico alla Chiesa, è stato costituito nel 1989 alla segreteria generale della Cei come struttura di supporto operativo ed esecutivo delle iniziative in tal senso, alla luce della riforma concordataria del 1984.
Il Sovvenire risponde alle valenze teologiche e alle direttive pastorali dell’episcopato in ordine alla corretta impostazione ed alla articolazione concreta del rapporto della Chiesa con i beni temporali e chiama i fedeli laici, ad una partecipazione più diretta e corresponsabile nell’amministrazione delle risorse materiali, in vista del raggiungimento delle finalità spirituali della Chiesa. Esso si attua con la firma dell’8permille nella personale dichiarazione dei redditi e rispondendo alle campagne ‘Uniti nel Dono’ che vengono promosse ogni anno come offerte deducibili. L’urgenza, ha sottolineato ancora don Marco, nasce dalla diminuzione dei gettiti e quindi dalla successiva riduzione delle attività della Chiesa italiana che non riguarda solo il sostegno dei sacerdoti, ma anche i restauri ed il mantenimento delle nostre chiese, il fondo per le case canoniche, l’istituzione di oratori, l’attenzione agli ultimi.

“Sempre noi cristiani ci affidiamo alla Provvidenza e ben sappiamo che una sana povertà ci può far bene, – ha concluso il parroco del Carmine di Taranto – ma è anche vero che una comunità si ritrova sia nel momento presente sia in una visione di futuro”. Uniti nel dono è il segno di una partecipazione alla vita della Chiesa che dobbiamo interiorizzare per rispondere alle sfide che ci pone una società in profondo cambiamento.

 

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Giubileo2025

Giubileo dei detenuti: ci sia clemenza e umanità nelle carceri italiane

A chiederlo a gran voce A buon diritto, Acli, Antigone, Arci, Cgil, Confcooperative Federsolidarietà,
Conferenza dei garanti territoriali delle persone private della libertà, Conferenza nazionale volontariato Giustizia-CNVG,
Coordinamento nazionale comunità accoglienti-CNCA, Forum droghe, Gruppo Abele, L’altro diritto,
La Società della ragione, Legacoopsociali, Movimento di volontariato italiano-Movi, ⁠Movimento No prison,
Nessuno tocchi Caino, Ristretti orizzonti che si sono rivolti con un appello al Parlamento, al presidente della Repubblica,
al ministero della Giustizia e ai magistrati di sorveglianza

ph Sir
11 Dic 2025

A buon diritto, Acli, Antigone, Arci, Cgil, Confcooperative Federsolidarietà, Conferenza dei Garanti territoriali delle persone private della libertà, Conferenza nazionale volontariato Giustizia-CNVG, Coordinamento nazionale comunità accoglienti-Cnca, Forum droghe, Gruppo Abele, L’altro diritto, La Società della ragione, Legacoopsociali, Movimento di volontariato italiano-Movi, ⁠Movimento No Prison, Nessuno tocchi Caino, Ristretti Orizzonti lanciano un appello – intitolato ‘Giubileo dei detenuti: chiediamo clemenza e umanità nelle carceri italiane’ – in cui chiedono un provvedimento di clemenza che riduca il numero dei detenuti nelle carceri italiane.

La condizione negli istituti penitenziari italiani è drammatica. Si contano circa 63.500 detenuti stipati nei 46.500 posti effettivamente disponibili. Nel 2025 ci sono già stati 74 suicidi di persone detenute (oltre a due suicidi di agenti di polizia penitenziaria e due di operatori sociali) e 47 decessi le cui cause sono ancora da accertare. Nel 2024 i Tribunali di sorveglianza hanno accolto oltre 5.800 istanze per condizione di detenzione disumana e degradante, contraria all’articolo 3 della Convenzione europea dei diritti umani sulla proibizione della tortura. Il carcere si è chiuso drammaticamente all’esterno, i detenuti trascorrono in celle inabitabili quasi l’intera giornata e la comunità esterna è disincentivata a collaborare. Una situazione che crea uno stato di frustrazione e burnout anche nelle persone che lavorano all’interno del contesto penitenziario.

Per queste ragioni i promotori dell’appello si rivolgono al Parlamento perché approvi un provvedimento di clemenza che permetta la riduzione immediata del numero dei reclusi, al presidente della Repubblica perché eserciti una consistente concessione di grazie come alcuni dei suoi predecessori, ai magistrati di sorveglianza affinché concedano per questo Natale tutti i giorni di permesso premio disponibili ai detenuti che già ne godono. Inoltre, si invita il ministero della Giustizia a umanizzare, come sancito dalla Costituzione e dalle convenzioni per i diritti dell’uomo, e modernizzare l’esecuzione della pena, e ad aprire il più possibile il carcere al mondo del volontariato, alle associazioni, alle cooperative, agli enti locali, alle scuole, alle università.

L’iniziativa viene presentata anche in vista del Giubileo dei detenuti che si svolgerà da venerdì 12 a domenica 14 dicembre, in Vaticano. Le parole usate da papa Francesco nella Bolla di indizione del Giubileo 2025 sono chiare: “Propongo ai Governi che nell’Anno del Giubileo si assumano iniziative che restituiscano speranza; forme di amnistia o di condono della pena volte ad aiutare le persone a recuperare fiducia in sé stesse e nella società; percorsi di reinserimento nella comunità a cui corrisponda un concreto impegno nell’osservanza delle leggi”. Un’esortazione a cui, ad oggi, non è stato dato alcun seguito concreto.

I promotori dell’appello danno, poi, appuntamento a tutti coloro – associazioni di volontariato, enti del terzo settore, operatori, volontari, cittadini, organizzazioni della società civile – che ritengono che da questa drammatica situazione si debba uscire una volta per tutte, e che sono disponibili a dare un loro contributo, a partecipare all’assemblea pubblica che si svolgerà il 6 febbraio 2026 a Roma.

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Lavoro

Istituzioni e sindacati d’accordo: il governo può e deve salvare l’acciaio

11 Dic 2025

di Silvano Trevisani

La realizzazione di quattro dri e tre forni elettrici a Taranto è il punto di convergenza e di ripartenza del confronto con il governo per il futuro dell’acciaio. Un punto di convergenza condiviso dalle istituzioni amministrative, Comune, Provincia e Regione che, con i sindacati, hanno partecipato al consiglio di fabbrica nello stabilimento siderurgico e hanno redatto un verbale conclusivo condiviso. I punti fondamentali riguardano il ritiro del cosiddetto ‘piano corto’ e il recupero del piano industriale originario che proietta lo stabilimento di Taranto verso la decarbonizzazione e l’ambientalizzazione, salvaguardando l’occupazione. Gli impianti per la realizzazione del preridotto da utilizzare nei forni elettrici potranno essere alimentati normalmente a gas, ma resta la posizione del sindaco Bitetti, secondo il quale è possibile alimentare, in prospettiva, i 4 dri anche senza ricorrere alla nave rigassificatrice.

Un altro punto in comune va evidenziato: se entro marzo non ci dovessero essere offerte di acquisto realistiche per l’ex Ilva, dovrà essere il governo a garantire la continuità produttiva per un settore che resta strategico.

Secondo le conclusioni della riunione, si deve puntare a: “Realizzazione dei tre forni elettrici nel minor tempo possibile che gradualmente andranno a sostituire gli attuali afo superando l’attuale ciclo integrale; realizzazione di 4 dri con impianti dedicati e realizzati a Taranto, materia prima indispensabile senza la quale la sostenibilità di Taranto potrebbe essere messa in discussione; riavvio di tutte le linee di finitura (verticalizzazione del prodotto) che possa garantire il rientro dei lavoratori da troppo tempo in cassa integrazione; istituzione di una clausola sociale che garantisca la ricollocazione, attraverso anche la realizzazione di nuovi impianti, dei lavoratori del mondo degli appalti occupati dalle aziende del territorio; misure straordinarie per i lavoratori di AdI in as, Ilva in as e appalto attraverso ogni strumento possibile nella piena tutela degli aspetti sociali (lavori usuranti, estensione dei benefici previdenziali di amianto, incentivo all’esodo)”.

Il consiglio di fabbrica dei rsu di Fim, Fiom, Uilm e Usb, Comune di Taranto, Provincia di Taranto e Regione Puglia si impegnano in definitiva “a trovare ogni strumento utile affinché le richieste espresse in questa piattaforma, trovino risposte concrete da parte di un governo che ha deciso di proseguire senza il coinvolgimento dei lavoratori e della stessa comunità ionica”.

Il governatore uscente, Michele Emiliano, che ha messo in guardia del rischio di una frammentazione dell’azienda siderurgico, per “interessi di piccolo cabotaggio”, ha dichiarato che questo percorso resta l’unico in grado di garantire tutela occupazionale, sostenibilità ambientale e continuità produttiva. Da qui la necessità, ha detto, che la presidente del consiglio, Giorgia Meloni, intervenga personalmente “per assicurare una responsabilità pubblica nella realizzazione del piano”, considerato che nessun soggetto privato, da solo, può garantire la stabilità necessaria a un progetto di tale portata. Resta aperta la questione del gas che, secondo Emiliano, è stata spesso usata per dividere la comunità, mentre “a Taranto il gas può arrivare in molteplici modi”, senza dover dipendere dalla sola nave rigassificatrice”.

Secondo il sindaco Bitetti: “La questione del gas deve essere definita senza ulteriori rinvii. Il ministro ha assicurato che sono in corso contatti per forniture onshore con contratti calmierati, che riteniamo una strada percorribile”. L’altro nodo cruciale riguarda gli investimenti pubblici, alcuni dei quali sarebbero oggi a rischio di definanziamento. “Occorre chiarezza e un impegno concreto dello Stato. Se dalla gara non dovesse emergere un partner industriale solido, resta imprescindibile un intervento pubblico per impedire il collasso del sistema”.

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Eventi in diocesi

Un regalo per ogni bambino per la grande tombolata in città vecchia

11 Dic 2025

di Angelo Diofano

Come ogni anno la basilica cattedrale di San Cataldo fa appello alla generosità dei tarantini per fare in modo che almeno per i bambini sia il Natale migliore possibile chiedendo di acquistare un giocattolo dal costo di massimo 25 euro (età compresa fra 5 a 12 anni). Come ogni anno i doni (rigorosamente nuovi) saranno distribuiti ai circa 200 bambini seguiti dall’oratorio dell’Isola durante una grande tombolata al centro San Gaetano. La consegna dei regali può avvenire direttamente in Cattedrale dalle ore 8.30 alle 13 e dalle ore 16.30 alle 19.30. Invece chi ne fosse impossibilitato può effettuare un bonifico specificando nella causale ‘Un dono per ogni bambino’, IT39G0538715802000043053827 intestato a Basilica Cattedrale San Cataldo.

Chiunque volesse dare una mano, anche per sostenere gli altri progetti solidali, può inviare un messaggio attraverso la pagina facebook della Cattedrale o tramite una mail a: info@cattedraletaranto.com.

 

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