Diocesi

Sull’esempio di San Massimiliano Kolbe, le celebrazioni al Paolo VI

23 Apr 2024

di Salvatore Santomasi *

La comunità parrocchiale San Massimiliano Kolbe, al quartiere Paolo VI, si prepara a celebrare la festa del suo santo patrono, il 28 aprile, nel giorno in cui si ricorda la sua ordinazione sacerdotale.

Il programma dei festeggiamenti

Venerdì 26: alle ore 18, vespri solenni animati dalla fraternità del noviziato dell’ordine francescano secolare di San Massimiliano Kolbe; ore 18.30, celebrazione eucaristica e unzione degli infermi; ore 19.30, concerto gospel eseguito dall’Apulia’s Choir; ore 21, intrattenimento musicale e animazione a cura del dj G. Ricatti.

Sabato 27: ore 18, vespri solenni animati dalla Milizia dell’Immacolata di San Massimiliano Kolbe; ore 18.30, celebrazione eucaristica; ore 21, intrattenimento musicale e animazione a cura del dj M. Elmo.

Domenica 28: ore 10.15, solenne concelebrazione eucaristica presieduta dall’arcivescovo mons. Ciro Miniero; ore 11.30, processione con la statua del santo accompagnata dalla banda “Città di Crispiano” diretta dal maestro Francesco Bolognini; ore 18, vespri solenni; ore 18.30, celebrazione eucaristica; ore 19.30, spettacolo di danza della Vides Paol VI-Oratorio “L’Aquilone” e della scuola di ballo “El ritmo latino”;ore 20.30, premiazione dei tornei di calcetto e pallavolo; ore 21, intrattenimento musicale a cura del dj  G. Ricatti.

Durante i festeggiamenti sarà presente sul piazzale la biblioteca itinerante con il coordinamento di Giovanni Guarino mentre in chiesa sarà possibile anche visitare la mostra fotografica dedicata al santo.

La vita di San Massimiliano Kolbe

Una vita breve la sua, ma vissuta intensamente, lasciandosi condurre da Dio e dall’Immacolata. Raimondo (il suo nome al mondo) nasce l’8 gennaio 1894 in Polonia e viene battezzato nella chiesa parrocchiale dedicata a S. Maria Vergine Assunta. Tutta la sua vita viene segnata dalla storia delle due corone segno della santità e del martirio vissuto ad Auschwitz.
Entra nel seminario dei francescani conventuali nel 1907 e nel 1910 diviene novizio assumendo il nome di Massimiliano. Dopo il noviziato è inviato a Roma, per proseguire la sua formazione. In occasione della professione solenne, il 1° novembre 1914, aggiunse al nome che già portava quello di Maria.

Dal 1912 al 1919 studia nel collegio universitario dei frati minori conventuali conseguendo la laurea in filosofia e teologia. La sera del 16 ottobre 1917 fonda, con altri sei frati, la Milizia dell’Immacolata il cui scopo è quello di conquistare la felicità di tutta l’umanità in Dio attraverso l’Immacolata. A Roma viene ordinato sacerdote il 28 aprile 1918 e il giorno successivo celebra la sua prima messa nella chiesa di S’Andrea della Fratte. L’anno successivo ritorna in Polonia dove insegna nel seminario francescano di Cracovia e nel 1922 fonda la rivista mensile «Rycerz Niepokalanej» (Il Cavaliere dell’Immacolata), per alimentare lo spirito e la diffusione della Milizia.

Con la sua straordinaria capacità organizzativa, con il suo zelo apostolico e il costante riferimento a Dio e all’Immacolata, ‘inventa’ un nuovo modo di evangelizzare inondando il mondo di stampa soprattutto attraverso la rivista il Cavaliere dell’Immacolata. E non ha badato a spese per la missione e l’evangelizzazione con a disposizione le migliori conquiste tecnologiche. Continuamente ha cercato di raggiungere il maggior numero di persone con il vangelo. Dopo 17 anni di pubblicazione della rivista mensile, il Cavaliere dell’immacolata, la sua tiratura ha raggiunto il milione di copie.

Nel 1927, a 40km da Varsavia, fonda un convento chiamato Niepokalanów, cioè la Città dell’Immacolata con 12 frati e 2 sacerdoti. Sottolineando l’importanza della devozione a Maria, Kolbe amava ripetere che «Chi ha Maria per madre, ha Cristo per fratello». Massimiliano motivava i frati a svolgere ogni attività per meglio aiutare gli altri e evangelizzare; a Niepokalanów c’era una tipografia, un panificio, una latteria, vari laboratori, una farmacia, un piccolo ospedale e, unico al mondo, un corpo dei vigili del fuoco in cui i frati prestavano servizio. 12 anni dopo saranno presenti 772 persone tra sacerdoti, fratelli professi, novizi, aspiranti e seminaristi. Padre Kolbe non si lasciava scoraggiare di fronte alle difficoltà né alle malattie. Era sempre attratto da nuovi orizzonti tanto che dopo soli tre anni di Niepokalanów parte missionario in Giappone dove fonda la rivista Mugenzai no Seibo no Kishi (Giardino dell’Immacolata). Usava ogni avversità per annunciare il vangelo.

Nel 1936, Massimiliano lascia definitivamente il Giappone tornando in Polonia dove si dedicò al rafforzamento di Niepokalanów. Nel 1938 conseguì la licenza di radioamatore e fu attivo per alcuni anni con il nominativo SP3R; aveva anche tentato di creare una stazione radio che voleva utilizzare per promuovere un nuovo modo di evangelizzare. Ancora oggi è riconosciuto il santo patrono dei radioamatori di tutto il mondo.

Il 28 maggio 1941 Kolbe giunse nel campo di concentramento di Auschwitz, dove venne immatricolato con il numero 16670 e addetto a lavori umilianti come il trasporto dei cadaveri. Venne più volte bastonato ma non rinunciò mai a dimostrarsi solidale nei confronti dei compagni di prigionia. Nonostante fosse vietato, Kolbe in segreto celebrò due volte una messa e continuò il suo impegno come presbitero: ai frati diceva che anche quella esperienza sarebbe diventata un’altra opportunità per evangelizzare la gente. Quando si offrì volontario alla condanna a morte al posto di un altro prigioniero padre di famiglia, non solo salvò la vita del condannato ma accompagnò gli altri rinchiusi nel bunker della fame con la preghiera e il ministero sacerdotale. Secondo la testimonianza di Franciszek Gajowniczek, Padre Kolbe disse a Hans Bock, il delinquente dell’infermeria dei detenuti, incaricato di effettuare l’iniezione mortale nel braccio: «Lei non ha capito nulla della vita…» e mentre questi lo guardava, soggiunse: «…l’odio non serve a niente… Solo l’amore crea!». Le sue ultime parole, porgendo il braccio, quando fu bruciato il suo corpo si realizzò la sua più bella profezia: “Vorrei essere come polvere, per viaggiare con il vento, e raggiungere ogni parte del mondo e predicare la Buona Novella”.

Venne beatificato da Papa Paolo VI il 17 ottobre 1971 e successivamente canonizzato da Papa Giovanni Paolo II, il 10 ottobre 1972 che lo proclama Martire della Carità e patrono dei nostri tempi difficili. Giovanni Paolo II lo definisce “umile e mite figlio di san Francesco, e Cavaliere innamorato di Maria Immacolata, egli attraversò le vie del mondo, dalla Polonia all’Italia e al Giappone, facendo del bene a tutti sull’esempio di Cristo. Gesù, Maria e Francesco furono i tre grandi amori, cioè il segreto della eroica carità: “Solo l’amore crea”, ripeteva a quanti lo accostavano. È l’espressione che come lampada, illumina tutta la sua vita”. (18 marzo 1979). Il segreto di Massimiliano Kolbe potrebbe essere sintetizzato in un articolo che egli stesso scrive nel 1932: “Immaginiamo di essere un pennello nella mano di un pittore infinitamente perfetto. Cosa deve fare il pennello affinché il quadro riesca il più bello possibile? Deve lasciarsi dirigere nel modo più perfetto”. Ponendo la sua vita nelle mani dell’Immacolata ha cercato di essere docile alla volontà di Dio come fedele discepolo, fino al dono di sé nel martirio.

 

*parroco della San Massimiliano Kolbe

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