Hic et Nunc

Concorso di ceramica a Grottaglie: chiusa con successo la trentesima edizione

19 Ott 2023

Ha chiuso i battenti l’8 ottobre scorso la trentesima edizione del concorso di ceramica contemporanea “Mediterraneo”, inaugurato il 2 luglio.  Sono oltre 3400 i visitatori paganti che, da luglio e sino ai primi giorni di ottobre, hanno potuto ammirare le 38 opere in concorso provenienti da tutto il mondo.
Questi i dati, presentati ieri, nella sala convegni del Castello episcopio durante la conferenza stampa che ha visto la partecipazione dell’amministrazione comunale e degli sponsor.  
Ma i dati sugli accessi sono decisamente più alti. Infatti, in occasione dei vari eventi realizzati dall’amministrazione, festival e in base ad alcuni accordi con tour operator l’ingresso alla mostra è stato gratuito. 
Dalle rilevazioni effettuate dagli operatori della cooperativa Imago – gestore dell’infopoint turistico – la provenienza dei visitatori è stata nella maggior parte italiana ma c’è stata altresì un’ottima presenza di visitatori francesi, turisti provenienti dal nord Europa (Belgio e Paesi Bassi), americani ed inglesi. Nel mese di agosto il picco più alto ma un buon flusso si è registrato anche nell’ultima settimana di apertura al pubblico.
“Ancora una volta puntare sulla cultura e l’arte contemporanea si è dimostrata una carta vincente. – ha commentato il sindaco di Grottaglie, Ciro D’Alò – Bisogna proseguire su questa strada con determinazione. La grande partecipazione di artisti stranieri ha fatto sì che la nostra città fosse inserita in circuiti internazionali di comunicazione, segno tangibile dell’attenzione rivolta allo storico appuntamento con la ceramica contemporanea. Tutto questo – spiega D’Alò –, non sarebbe stato possibile senza il contributo di chi ha creduto e investito risorse per preservare e valorizzare il Concorso di Ceramica Contemporanea, appuntamento artistico identitario della città che registra una crescita costante sia dal punto di vista qualitativo che numerico”.
Presente alla conferenza stampa, il presidente della BCC di San Marzano, Emanuele di Palma. “È stata un’esperienza di successo, con un importante valore identitario per il territorio. Con il nostro contributo puntiamo ad accrescere l’attrattività non solo economica ma anche turistica e culturale della città di Grottaglie”.
Per l’assessore alla cultura, Antonio Vinci, la XXX edizione del concorso ceramica contemporanea “Mediterraneo” ha rappresentato un consolidamento di un progetto culturale ambizioso, perché è stato in grado di assumere una dimensione internazionale ispirandosi alle suggestioni mediterranee e promuovendo la promozione della ceramica, tra tradizione ed innovazione. In sostanza – conclude Vinci – è stato capace di attivare, attraverso l’arte contemporanea, un dialogo tra genti e culture diverse, che ha prodotto una pregevole e significativa collezione museale di arte ceramica contemporanea.

VISITA IL MENÙ DEL GIUBILEO

Ricorrenze

La parrocchia di San Pasquale celebra San Giovanni Paolo II

19 Ott 2023

di Angelo Diofano

La parrocchia di San Pasquale Baylon dei frati francescani minori, a Taranto, celebra San Giovanni Paolo II, del quale si ricorda la storica visita a Taranto compiuta nei giorni 28 e 29 ottobre 1989.

Ogni sera, fino a domenica 22, alle ore 18.30 la santa messa sarà celebrata dal parroco fra Vincenzo Chirico seguita alle ore 19 dall’adorazione eucaristica con santo rosario.

Venerdì 20, durante la santa messa, ci sarà l’unzione degli infermi mentre sabato 21 si pregherà per le famiglie.

Domenica 22, festa di San Giovanni Paolo II, sante messe saranno celebrate alle ore 8.30-11 (con benedizione dei bambini)-18.30 (con benedizione delle donne in attesa).

Nell’ambito della festa, sabato 21 alle ore 20, per il Giovanni Paisiello Festival, concerto “Le corti musicali all’epoca di Porpora e Paisiello” con l’Ensemble Armida: Vincenzo Franchini (contraltista), Mario Filippo Calvelli, (violino barocco), Fabio De Leonardis (violoncello barocco), Paola Troiano (flauto traversiere), Giuseppina Giannascoli (clavicembalo). La serata rientra nel Festival diffuso “Profondo Porpora”. Ingresso libero.

Di San Giovanni Paolo II, assieme al grande ritratto, in chiesa è stato esposto un reliquiario contenente un pezzo dell’abito indossato il 13 maggio 1981, quando in piazza San Pietro Mehmet Ali Ağca attentò alla sua vita.

Al grande papa polacco è anche intitolata una chiesa in località Gandoli-Santomay, inaugurata il 29 giugno scorso, sorta sul suolo dell’ex colonia delle suore stimmatine.

Nato il 18 maggio 1920 a Wadowice, in Polonia, Karol Wojyla fu eletto papa il 16 ottobre 1978 e il 22 ottobre successivo avvenne il suo insediamento. Morì il 2 aprile 2005. Il 1º maggio 2011 egli fu beatificato dal suo successore Benedetto XVI; il 27 aprile 2014 fu proclamato santo da papa Francesco insieme a Giovanni XXIII. La sua festa liturgica cade nel giorno dell’ insediamento, appunto il 22 ottobre.

VISITA IL MENÙ DEL GIUBILEO

Sinodo

Ruffini: “Testo finale del Sinodo sarà a servizio di un processo che continua”

foto Vatican media/Sir
19 Ott 2023

“Sappiamo bene che questo Sinodo sarà valutato sulla base dei cambiamenti percepibili che ne scaturiranno”: lo ha detto il card. Jean-Claude Hollerich, relatore generale del Sinodo, nella sua relazione alla dodicesima Congregazione generale, in cui è iniziato il quarto modulo dei lavori del Sinodo, l’ultimo dedicato all’esame dei contenuti dell’Instrumentum laboris, relativo alla sezione B3, dedicata alla partecipazione.
“I grandi media, soprattutto quelli più lontani dalla Chiesa, sono interessati a eventuali cambiamenti su un numero molto limitato di temi”, ha osservato il cardinale: “Ma anche le persone più vicine, i nostri collaboratori, i membri dei consigli pastorali, le persone che si impegnano nelle parrocchie si stanno chiedendo che cosa cambierà per loro, in una Chiesa che risulta ancora poco sinodale, in cui sentono che la loro opinione non conta e che a decidere tutto sono pochi o uno solo”.

“Una relazione di sintesi, relativamente breve e al servizio di un processo che continua”: così Paolo Ruffini, prefetto del dicastero per la comunicazione della Santa sede e presidente della Commissione per l’informazione, ha definito il testo che la Commissione per il documento di sintesi redigerà a conclusione della prima fase del Sinodo sulla sinodalità, in corso in Aula Paolo VI fino al 29 ottobre. “Si tratta di un testo transitorio, basato sull’esperienza di questa assemblea, dove saranno indicati i punti di consenso e quelli dove c’è mancanza di accordo, le domande aperte che necessitano di un approfondimento d carattere teologico, spirituale e pastorale”, ha spiegato Ruffini: “Non è l’Instrumentum laboris della prossima assemblea, il fine è quello di accompagnare le fasi successive”, ha precisato. Oggi intanto i partecipanti al Sinodo hanno approvato a larghissima maggioranza una lettera-messaggio “per raccontare a tutto popolo di Dio, soprattutto a chi non è stato ancora coinvolto, l’esperienza che i fratelli e le sorelle, vescovi e non vescovi, hanno vissuto al Sinodo”.

I presenti erano 348, i votanti 346, la maggioranza assoluta era di 175. “La Chiesa è sempre nuova”, ha spiegato padre Timothy Radcliffe nella sua meditazione in aula Paolo VI: “Oggi il nostro Dio sta già facendo nascere una Chiesa che non è più principalmente occidentale: una Chiesa cattolica orientale, asiatica, africana e latino-americana. È una Chiesa in cui le donne stanno già assumendo responsabilità e stanno rinnovando la nostra teologia e spiritualità. I giovani di tutto il mondo, come abbiamo visto a Lisbona, ci stanno già portando in nuove direzioni, nel continente digitale”. “Mai come oggi – e per oggi intendo questi giorni drammatici, quando la pace sembra sospesa a un filo – l’umanità ha bisogno di una testimonianza forte e convinta di una Chiesa che sia segno e strumento di pace tra i popoli”. Ne è convinto don Dario Vitali, coordinatore degli esperti teologi.
“I popoli indigeni ci aiutano a comprendere la relazione con l’ambiente e la necessità di curare la nostra casa comune. Ci aiutano ad essere una Chiesa attiva, samaritana, presente, misericordiosa”. È l’omaggio del card. Leonardo Ulrich Steiner, arcivescovo di Manaus (Brasile), che durante il briefing odierno sul Sinodo ha raccontato la “lunga esperienza di sinodalità” vissuta dal suo Paese, con una capitale come Manhaus che vanta due milioni di abitanti e la foresta dell’Amazzonia, “che si sprona a curare maggiormente l’ambiente in questa situazione deplorevole in cui si trova”. “Il Sinodo è un processo”, ha proseguito il cardinale facendo un parallelo tra l’esperienza della Chiesa universale e quella della sua Chiesa locale: “Non stiamo cercando soluzioni, ma esercitando la sinodalità. Tutti siamo coinvolti in questo processo, abbiamo la possibilità di parlare, di esprimerci, sempre tenendo in considerazione la missione del gregge. Per noi l’Amazzonia è un incentivo a continuare in questo cammino che cerca di coinvolgere tutti nel processo di evangelizzazione”.

“La tendenza omosessuale come tale non è un peccato, ma è da considerare un peccato se le persone entrano in un rapporto sessuale tra di loro. Ma questo vale non solo per gli omosessuali: per ognuno è un peccato il rapporto sessuale fuori dal matrimonio. Tutti siamo chiamati alla castità, il Catechismo della Chiesa cattolica è molto chiaro”: così mons. Zbigņevs Stankevičs, arcivescovo di Riga (Lettonia), ha risposto alle domande dei giornalisti sul tema della benedizione delle coppie gay, nel briefing odierno. “Se arriva un omosessuale come persona individuale, dicendo che vorrebbe vivere nella grazia di Dio, non vedo alcuna controindicazione nel pregare per lui e aiutarlo con una benedizione. Se arrivano due persone omosessuali che dicono di voler vivere nella castità, si può pregare per loro e anche benedirli per aiutarli a vivere in castità. Ma se vengono due persone omosessuali dicendo di convivere come marito e moglie, è un problema: così benediciamo chi vive nel peccato”. “Come dice il papa, nella Chiesa c’è posto per tutti: la Chiesa non rifiuta nessuno”, ha osservato il vescovo: “Dobbiamo accogliere queste persone, non giudicarle, rispettare la loro dignità umana e non discriminarli ingiustamente. Li accogliamo con amore, con rispetto, ma il vero amore non è separabile dalla verità, perché se è separato dalla verità non è più amore vero, diventa permissivismo”. 

Anche mons. Pablo Virgilio S. David, vescovo di Kalookan (Filippine), ha stigmatizzato “la tendenza a giudicare le persone omosessuali: nelle Filippine c’è una stessa parola per uomo e donna, siamo tutti figli di Dio. Occorre abbandonare la tendenza a discriminare le persone per il proprio orientamento sessuale”. Al briefing di oggi ha partecipato anche Wyatt Olivas, testimone del processo sinodale in America del Nord, che con i suoi 19 anni è il più giovane partecipante al Sinodo, da lui definito “molto emozionante, una straordinaria esperienza di ascolto di persone provenienti da ogni parte del mondo”.

VISITA IL MENÙ DEL GIUBILEO

Formazione cristiana

Convegno catechistico: come vivere l’età del cambiamento

19 Ott 2023

di Paolo Simonetti *

Un pomeriggio intenso e impegnativo quello vissuto dai catechisti che nel pomeriggio del 16 ottobre scorso hanno riempito la Concattedrale  per incontrare l’arcivescovo mons. Ciro Miniero, in occasione dell’annuale convegno catechistico diocesano.

foto G. Leva

In apertura, don Lucangelo De Cantis ha illustrato il lavoro e le finalità dell’ufficio catechistico diocesano, che ha il compito di favorire la formazione e le relazioni tra i catechisti e la comunità. L’attività dell’ufficio si articola in settori: apostolato biblico, guidato da Giovanni Pergolese; catecumenato, guidato da Paolo Simonetti; catechesi ai disabili, guidato da Teresa Di Mitri;  la parte che richiede maggior cura che è quella dell’iniziazione cristiana, affidata all’azione. Questo convegno, ha aggiunto, cade a cinquant’anni dalla nascita dell’ufficio catechistico, inizialmente affidato a mons. Michele Traversa, di felice memoria.

La presenza partecipe e interessata, fino alla conclusione dei lavori, di così tanti catechisti è motivo di grande speranza e anche l’arcivescovo si è complimentato con il direttore dell’ufficio catechistico per la bella testimonianza offerta da tanti uomini e donne che assiduamente si impegnano nel non facile compito della catechesi ai ragazzi e ai giovani.

Prendendo spunti dalle parole dell’apostolo Paolo, risuonate poco prima, l’arcivescovo ha sottolineato che i catechisti devono sentirsi avvolti dalla grazia di essere apostoli per suscitare l’obbedienza della fede, come si legge nel capitolo 1 della Lettera ai romani. La nostra fede, ha proseguito, è sempre proiettata all’annuncio ed esige di camminare insieme per sentirsi realmente parte di una grande comunità.

foto G. Leva

Con l’intervento di suor Giuliana Luongo, attualmente direttrice del servizio di pastorale giovanile dell’arcidiocesi di Reggio Calabria–Bova, si è poi entrati nel pieno del tema del convegno: “Quale catechesi per l’età del cambiamento?”. Per comprendere il cambiamento bisogna muoversi tra memoria e profezia, un binomio che l’ufficio sta approfondendo dallo scorso anno. Per questo motivo la relatrice ha richiamato alla memoria i fondamenti dell’azione catechistica: Gesù, la sua persona e la sua parola, i suoi incontri e i suoi insegnamenti, mettendo in luce i punti saldi della tradizione della chiesa, fino a delineare luci e ombre del momento attuale.

Gli adolescenti e i preadolescenti rischiano di essere trascurati, ha detto suor Giuliana, perché si è creata molta distanza tra i loro e i nostri linguaggi. Va valorizzato il linguaggio emotivo e presa in considerazione la sensibilità dei ragazzi verso i temi dell’inclusione. “Siamo nel tempo della semina autunnale -ha poi detto suor Giuliana – i frutti sono lontani dall’essere visibili ma non per questo bisogna scoraggiarsi. La Chiesa si rinnova evangelizzando”.

Dopo l’ascolto e il confronto si è svolto il rito del mandato ai catechisti che si è concluso con la preghiera corale di tutta l’assemblea: “Signore Gesù, desideriamo incontrarti. Ascolta l’invocazione del nostro cuore che desidera incontrarti per annunciarti”.

I prossimi appuntamenti che coinvolgono i catechisti sono inerenti all’avvio della serie di incontri del Triennio di formazione di base. Primo appuntamento, lunedì 30 ottobre, in seminario, alle ore 17.30. Per maggiori informazioni si può consultare il sito www.catechesi.diocesi.taranto.it oppure inviare mail a catechesi@taranto.chiesacattolica.it.

 

*componente dell’équipe diocesana per la catechesi

VISITA IL MENÙ DEL GIUBILEO

Arte

“Via Paisiello, una favola blu”, progetto artistico didattico di Giulio De Mitri

18 Ott 2023

di Silvano Trevisani

“Via Paisiello, una favola blu” è il titolo dell’istallazione ambientale realizzata dall’artista Giulio De Mitri nell’ambito della rassegna Mas week 2023. Si tratta di un laboratorio di rigenerazione urbana,

resilienza, creatività artistica e inclusione sociale con la partecipazione di bambini e ragazzi della Città vecchia, che sarà aperta la sera di sabato 21 alle ore 19.30.

Un percorso nell’immaginario collettivo tra mare, cielo e poesia, in cui la favola blu evocata è una favola moderna narrata da bambini e ragazzi che hanno segnalato con termini precisi i valori fondanti del vivere sociale come: accoglienza, partecipazione, collaborazione, tolleranza, solidarietà, generosità e impegno sociale.

Un’angelica farfalla blu simboleggia metaforicamente la vita e, con essa, le scelte, il presente e il futuro, accompagnando così le riflessioni dei ragazzi e l’operatività nata dal laboratorio di didattica e creatività artistica.

La via prescelta è quella che porta in nome del grande musicista nato a Taranto, e che si vorrebbe sottrarre allo stato di marginalità in cui versa. L’istallazione del maestro si dipana a partire da Piazza Castello, dove sulla parete adiacente al tempio dorico sarà ospitata una frase di Alessandro Leogrande. Raggiunta via

Paisiello, il potenziale fruitore si immergerà nella luce blu che si estenderà per tutto il percorso sino a raggiungere l’Arco Paisiello. Lungo il percorso si incontreranno testi poetici sui temi del mare e della città di illustri personaggi legati al territorio tarantino: da Archita a Leonida, da Tommaso Nicolò d’Aquino a Cesare Giulio Viola, da Raffaele Carrieri a Giacinto Spagnoletti, da Michele Pierri ad Alda Merini, da Giuseppe Ungaretti a Pier Paolo Pasolini, da Silvano Trevisani a Giuseppe Goffredo, da Angelo Lippo a Nerio Tebano, a Giosi Lippolis. Poeti e scrittori, testimoni del tempo passato e presente, dichiarano con veemenza l’identità e la bellezza di Taranto e della sua storia millenaria.

Ad indicare il percorso da seguire, sul piano di calpestio della via, saranno le parole chiave allocate dai partecipanti (bambini e ragazzi che hanno partecipato al laboratorio presso la Fondazione Rocco Spani onlus): identità, resilienza, rinascita, riqualificazione, sostenibilità, sussidiarietà, libertà, speranza, inclusione, spiritualità, giustizia, democrazia, dialogo, educazione, evoluzione, complessità, amicizia, bellezza, futuro, memoria, cultura, energia,idealità, verità.

“L’esperienza dell’arte – afferma il maestro Giulio De Mitri – ci fa muovere nel nuovo, modifica i punti di vista sulle cose e sugli eventi, dà alla vita il senso dell’avventura e della meraviglia, contribuisce a valorizzare con successo le risorse intellettive, emotive eaffettive. Sviluppa, inoltre, il rapporto tra gli individui: si fanno cose insieme, si discute, ci si confronta, ci si influenza a vantaggio del progresso e dell’originalità, si impara a mettersi in discussione, aprendo il dialogo e il confronto con gli altri”.

VISITA IL MENÙ DEL GIUBILEO

Ottobre missionario

“Cuori ardenti e piedi in cammino”, l’ottobre missionario 2023

18 Ott 2023

di Giuseppe Mandrillo *

Come in ogni anno il mese di ottobre è dedicato alla preghiera e alla sensibilizzazione missionaria e ciò diventa stimolo per la Chiesa a riflettere sulla sua stessa natura, a riappropriarsi del mandato di Gesù Risorto di diffondere il suo Vangelo e ad aprire il cuore a tutto il mondo.

Il tema di quest’anno “Cuori ardenti e piedi in cammino”, in continuità con la riflessione sinodale, ci invita a condividere la passione di Gesù per la salvezza di tutti gli uomini e le donne e a condividere cammini di vita dialogici e plurali.

Quest’anno la Giornata missionaria mondiale si celebrerà domenica 22 ottobre; in preparazione, il Centro missionario diocesano, notando la difficoltà nella partecipazione ai momenti centralizzati e ritenendo compito primario dell’Ufficio l’animazione delle realtà parrocchiali, non ha proposto la veglia missionaria diocesana, ma ha inviato a tutte le parrocchie uno schema di veglia e uno di adorazione missionaria assieme a una video-testimonianza di don Mimino Damasi, di ritorno dal Guatemala, che può essere utilizzata negli incontri di catechesi o nelle assemblee parrocchiali , scaricando al seguente link: https://youtu.be/0dA8XkTLJfQ?si=-zF6y99ALt9oDSiY)

Chiaramente questa scelta si configura come una proposta che i parroci e i responsabili delle comunità possono cogliere per vivere un momento di riflessione nelle proprie sedi.

 L’idea che ha guidato il Centro missionario diocesano è che per una riscoperta della dimensione missionaria della comunità cristiana è necessario che si realizzi un discorso decentralizzato portato avanti nei luoghi di vita ordinaria delle persone e che magari possa aprire percorsi ulteriori che non si risolvano nella sola giornata celebrativa.

 

*direttore dell’ufficio missionario diocesano

VISITA IL MENÙ DEL GIUBILEO

Accoglienza

Migrazioni ieri e oggi: incontro della scuola di formazione socio-politica

18 Ott 2023

di Angelo Diofano

Dopo la pausa estiva riprendono le attività della scuola biennale di formazione all’impegno socio-politico dell’arcidiocesi, i cui incontri mensili sono imperniati su tematiche sociali e sul loro impatto nelle decisioni politiche.

“Migrazioni ieri e oggi” è il prossimo argomento che sarà trattato venerdì 20 alle ore 19 nel salone parrocchiale della Concattedrale, con accesso dalla chiesa inferiore. Ne parlerà innanzitutto una coppia unita in matrimonio misto: Licia (cattolica praticante) e Alieu Sowe (musulmano), quest’ultimo giunto qualche anno fa con gli sbarchi e pienamente inserito nel mondo lavorativo. A seguire, gli interventi del prof. Piero Paesanti, docente di Diritto all’immigrazione all’Università Lumsa, e don Francesco Mitidieri, operatore nell’accoglienza e presidente dell’associazione “Noi & Voi”.

Gli incontri, tutti con relatori di grande competenza, spiega don Antonio Panico (direttore della Lumsa e promotore della scuola di formazione) sono aperti a credenti e non, con l’auspicio che i frequentanti possano al termine mettere a frutto quanto appreso in un impegno a livello istituzionale o nel Terzo Settore.

VISITA IL MENÙ DEL GIUBILEO

Stragi di innocenti

Oxfam: “Bombardare un ospedale è un crimine di guerra”. Rischio colera per mancanza di acqua pulita

foto Afp/Sir
18 Ott 2023

di Patrizia Caiffa

“Bombardare un ospedale è un crimine di guerra. Disumano che vengano colpite strutture già in notevole affanno per mancanza di elettricità e acqua pulita”: lo ha detto Paolo Pezzati, policy advisor per le emergenze umanitarie di Oxfam Italia. Nella quasi totale mancanza di servizi idrici, Gaza vive in queste ore una crisi sanitaria senza precedenti che rischia di provocare un’epidemia di malattie infettive mortali, come il colera. I cinque impianti di trattamento delle acque reflue di Gaza e la maggior parte delle 65 stazioni di pompaggio non funzionano più. Acque quindi inquinate vengono ora scaricate in mare mentre, in alcune aree, i rifiuti solidi si accumulano nelle strade. L’acqua pulita si è praticamente esaurita e moltissimi ormai attingono a fonti sporche per approvvigionarsi. Se l’Organizzazione mondiale della sanità raccomanda 50-100 litri d’acqua al giorno per soddisfare le esigenze sanitarie di base, il gruppo di lavoro delle Nazioni Unite per l’acqua e i servizi igienico-sanitari, di cui Oxfam fa parte, denuncia che ora a Gaza sono disponibili solo tre litri d’acqua al giorno per persona. Stando alle testimonianze degli operatori di Oxfam, il costo dell’acqua è quintuplicato in questi giorni e i proprietari di piccoli impianti di desalinizzazione o di purificazione sono i maggiori fornitori di acqua per migliaia di persone in condizione di assoluta emergenza. “A Gaza non c’è elettricità, non c’è cibo e ora non c’è acqua. Terreno fertile per il colera e altre malattie infettive – ha evidenziato Pezzati -. La situazione per i civili è durissima e i nostri colleghi dal campo ci raccontano che in alcuni casi ci sono fino a 70 persone stipate in una sola stanza. Gli aiuti umanitari devono poter entrare a Gaza adesso”. Oxfam sta provvedendo a inviare fondi che serviranno per acquistare kit igienico-sanitari con sapone, assorbenti e dentifricio, o fornire denaro per il cibo a migliaia di persone ora costrette in rifugi temporanei, come moschee, scuole e ospedali.
“Siamo al punto che le ostetriche danno la loro assistenza per telefono, perché non ci sono requisiti minimi di sicurezza per assistere in presenza. Aspettiamo che si aprano vie sicure per poter intervenire appena possibile – ha detto il portavoce di Palestine Medical Relief Society, partner di Oxfam che preferisce rimanere anonimo -. In questa situazione c’è un disperato bisogno di aiuti: le persone non vengono uccise solo dai missili, ma anche dalle malattie causate dalle condizioni igieniche, dalla mancanza di cibo e acqua. A Gaza si è costretti a usare acqua sporca, a lottare per procurarsi cibo e ad affrontare una grave carenza di forniture mediche essenziali. Le persone muoiono ogni giorno e le condizioni di vita sono indicibili. Nonostante queste terribili circostanze, rimane un raggio di speranza e la determinazione a fornire soccorso alla popolazione di Gaza”.
1,8 milioni di persone a Gaza sono ora in condizioni di insicurezza alimentare, l’assenza di energia elettrica impedisce la produzione di pane o la conservazione degli alimenti. Il Programma alimentare mondiale delle Nazioni Unite ha dovuto ridurre l’assistenza del 60%. Tutte le attività di pesca e agricoltura sono state interrotte Oxfam chiede con urgenza un accesso sicuro per portare aiuti umanitari a Gaza, garantendo una distribuzione coordinata e diretta soprattutto ai più bisognosi.

VISITA IL MENÙ DEL GIUBILEO

Popolo in festa

Martina Franca, la prima festa della Santa Famiglia

18 Ott 2023

di Angelo Diofano

In tempi in cui la famiglia appare fondamento essenziale per la società, a Martina Franca la Santa Famiglia sarà festeggiata per la prima volta dalla omonima parrocchia guidata da mons. Pasquale Morelli con quattro giornate (dal 19 al 22 ottobre) dense di iniziative.

“All’inizio del nuovo anno pastorale – spiega mons. Pasquale Morelli – vogliamo mettere il cammino di fede della nostra comunità e di tutte le famiglie della nostra città di Martina sotto il patrocinio di Gesù, Giuseppe e Maria. L’alleanza di amore e fedeltà di cui vive la Santa Famiglia di Nazaret, illumina il principio che dà forma ad ogni famiglia e la rende capace di affrontare meglio le vicissitudini della vita e della storia. Su questo fondamento ogni famiglia, pur nella sua debolezza, può diventare una luce nel mondo offrendo, come la Santa Famiglia, speranza e coraggio nel cammino della vita”.

Il programma religioso prevede il triduo dal 19 al 21 ottobre, con la recita del Santo Rosario meditato (ore 18) seguito dalla santa messa (ore 18.30). La celebrazione eucaristica sarà caratterizzata ogni sera da momenti significativi. l’accensione della lampada da parte del Comitato (19 ottobre), l’offerta dell’incenso alla Santa Famiglia da parte dei commercianti (20 ottobre) e la benedizione delle famiglie (21 ottobre).

Il culmine sarà raggiunto domenica 22 , festa della Santa Famiglia, con la benedizione degli ammalati dell’Unitalsi (ore 10) e la Santa Messa presieduta dall’arcivescovo mons. Ciro Miniero (ore 11.15); in serata (ore 17.30) si terrà la processione per le vie del paese con il venerato simulacro della Santa Famiglia, accompagnata dalla banda musicale “Armonie d’Itria”. A conclusione, la santa messa solenne (ore 19) che sarà presieduta dal parroco mons. Pasquale Morelli, animata dal coro parrocchiale diretto dal m° Angela Lacarbonara.

Questi giorni rappresentano un’occasione unica per avvicinarsi alla spiritualità, per rafforzare il senso di comunità e celebrare la famiglia nel suo insieme. Ma non sarà solo un momento di preghiera in quanto la spiritualità si intreccerà con cultura ed arte con spettacoli sul piazzale antistante la chiesa, nella cornice delle luminarie. Infatti la serata di sabato (ore 20)  il pubblico verrà incantato dalle note del famoso violinista Francesco Greco con il suo “Ensemble” mentre la domenica sera (ore 20.30) una cover eseguirà le indimenticabili melodie di Claudio Baglioni.

VISITA IL MENÙ DEL GIUBILEO

Stragi di innocenti

“Il ‘nemico’ è Hamas non il popolo palestinese”: le parole di Albares Bueno (Consiglio Ue)

foto Afp/Sir
18 Ott 2023

Israele ha diritto all’autodifesa, ma la popolazione civile palestinese non può essere presa di mira: il “nemico” è Hamas, non il popolo di Gaza. È la posizione espressa quasi all’unanimità a Strasburgo, dove il Parlamento europeo, assieme a Consiglio e Commissione europea, si sta occupando del conflitto in Terra Santa. E l’attacco all’ospedale di Gaza viene condannato a gran voce. “Bisogna distinguere tra Hamas e il popolo palestinese, perché l’organizzazione terroristica non rappresenta il popolo di Gaza”, afferma José Manuel Albares Bueno, ministro spagnolo, che rappresenta la presidenza di turno del Consiglio dei ministri Ue. “La popolazione di Gaza ha diritto all’acqua, al cibo, ai medicinali, all’elettricità”, denuncia, e Israele non può “mettere in gabbia” un popolo. Il ministro ribadisce il diritto di Israele di proteggere i suoi cittadini e le sue città, “ma la risposta agli attacchi terroristici di Hamas deve essere proporzionata e non deve colpire la gente comune”. Albares Bueno parla dell’“attacco brutale che ha colpito Israele” nei giorni scorsi, punta il dito su Hamas e sulla sua volontà di distruggere Israele; quindi richiama la necessità di far tacere le armi e di riportare la pace in Terra Santa, “anche per evitare l’estensione del conflitto alla regione mediorientale”. Richiama poi la già pesante situazione di Cisgiordania e Libano. “Occorre trovare un accordo definitivo”, sulla base del principio “due popoli, due Stati”.

VISITA IL MENÙ DEL GIUBILEO

Sport

Coppa Italia serie B basket, avvio con il botto per la Dinamo Taranto

18 Ott 2023

di Paolo Arrivo

Un gruppo che è nato già squadra. Che sa reagire alle difficoltà. Che ha nel dna la combattività, la fame di vittoria, e vuole acquisire presto la mentalità vincente per imporsi contro qualsiasi avversario: ecco la Nuovi Orizzonti Dinamo Taranto, capace di espugnare il Pala Pergola di Potenza nella semifinale del girone A della Coppa Campania. Sconfitta la formazione locale con il punteggio di 57-52. Un’ottima prova corale, il test di sabato, collocato nel percorso di avvicinamento al campionato. Positivo il contributo offerto dalle giocatrici scese in campo: da Iaroslava Ivaniuk ad Alice Lucchesini, da capitan Gismondi a Claudia Tagliamento. Quest’ultima autrice di una prestazione monstre sia a rimbalzo che in attacco. Onore al Potenza che, sebbene fosse in formazione rimaneggiata, si è dimostrata squadra coriacea e di prima fascia – nei giorni scorsi si è assicurata l’ingaggio di Milica Micovic.

Il match Basilia Potenza – Dinamo Taranto

La Nuovi Orizzonti parte con Claudia Tagliamento, Alice Lucchesini, Iaroslava Ivaniuk, Mari Panteva e Francesca Gismondi. L’avvio è contratto per entrambe le squadre. Il primo canestro lo firmano le avversarie, dopo ben due minuti di gioco. Coach Orlando chiama subito timeout. Segue il canestro e la tripla di Ivaniuk. La partita è equilibrata. Le ioniche si portano sull’11-7, grazie a due triple di Lucchesini. Potenza si rifà sotto. Il primo quarto si chiude sul 12-11 in favore di Taranto. Nel secondo, il centro brindisino Tagliamento sale in cattedra: tripla e canestro. Si alza anche il livello agonistico e cresce la formazione locale sino a raggiungere il vantaggio massimo (32-25). Ma non mollano le nostre ragazze, che riescono a limitare i danni all’intervallo (29-32). Ottima ripartenza nel secondo tempo. Protagonista ancora Tagliamento, e Natasha Smaliuk (33-32), che battezza l’esordio con la maglia di Taranto. La Basilia reagisce con veemenza (39-33). Taranto contiene accorciando il divario (38-41). La svolta arriva nell’ultimo quarto: tripla preziosa di De Pace e punto dalla lunetta di Ivaniuk, le ioniche si riportano avanti (42-41). Allunga la stessa ucraina (46-41). La Nuovi Orizzonti riprende a fare punti, migliora l’intesa, e la fluidità nella circolazione della palla. Tagliamento firma il vantaggio massimo (+9, 53-44). Sembra fatta; ma all’ultimo minuto le ragazze allenate da Salvatore Della Monica ci fanno penare riportando il punteggio quasi in parità (52-53). Gli ultimi due canestri portano la firma di Tagliamento, top scorer della serata con 19 punti.

VISITA IL MENÙ DEL GIUBILEO

Udienza generale

L’udienza generale di papa Francesco di mercoledì 18 ottobre

Francesco ha dedicato l’udienza a Charles de Foucauld. Al termine, un appello per evitare una catastrofe umanitaria a Gaza e far tacere le armi, evitando l’allargamento del conflitto

foto Vatican media/Sir
18 Ott 2023

di Maria Michela Nicolais

“Anche oggi il pensiero va in Palestina, in Israele”: lo ha detto papa Francesco, al termine dell’udienza generale di oggi in piazza San Pietro, durante i saluti ai fedeli di lingua italiana. “Le vittime aumentano e la situazione a Gaza è disperata”, l’appello di Francesco: “Si faccia, per favore, tutto il possibile per evitare una catastrofe umanitaria. Inquieta il possibile allargamento del conflitto, mentre nel mondo tanti fronti bellici sono già aperti. Tacciano le armi, si ascolti il grido per la pace dei poveri, della gente, dei bambini. La guerra non risolve alcun problema, semina solo morte e distruzione, aumenta l’odio, moltiplica la vendetta”. Il 27 ottobre, ha annunciato il santo padre ai fedeli, “ho deciso di indire una Giornata di digiuno, preghiera e penitenza per implorare la pace nel mondo. La guerra cancella il futuro, cancella il futuro. Esorto i credenti a prendere in questo conflitto una sola parte, quella della pace, ma non a parole, ma con la preghiera, con la dedizione totale”.
Continuiamo a pregare per la pace nel mondo, e non dimentichiamo di pregare per la martoriata Ucraina”, l’invito finale: “Adesso non se ne parla, ma il dramma continua”.

“Il primo passo per evangelizzare è aver Gesù al centro del cuore, è perdere la testa per lui”, l’esordio della catechesi, dedicata a san Charles de Foucauld, “un uomo che ha fatto di Gesù e dei fratelli più poveri la passione della sua vita, che “a patire dalla sua intensa esperienza di Dio, ha compiuto un cammino di trasformazione fino a sentirsi fratello di tutti”. “Se ciò non avviene, difficilmente riusciamo a mostrarlo con la vita”, il monito di Francesco: “Rischiamo invece di parlare di noi stessi, del nostro gruppo di appartenenza, di una morale o, peggio ancora, di un insieme di regole, ma non di Gesù, del suo amore, della sua misericordia”. “Questo io lo vedo in qualche nuovo movimento che sta sorgendo”, ha proseguito il Papa a braccio: “parlano della propria visione dell’umanità, della loro spiritualità, e loro si sentono in una strada nuova. Parlano di tante cose, di organismi, di cammini spirituali, ma non sanno parlare di Gesù. Sarebbe bello che si domandino: ‘io ho Gesù al centro del cuore, ho perso un po’ la testa per Lui?’”.
“Tutta la nostra esistenza deve gridare il Vangelo”, scriveva Charles de Foucauld. “E tante volte la nostra esistenza grida mondanità, grida tante cose stupide, tante cose strane, e lui dice no, tutta nostra esistenza deve gridare il Vangelo”, il monito di Francesco ancora fuori testo. “Abbiamo perso il senso dell’adorazione”, la denuncia a braccio: “dobbiamo riprenderlo, cominciando da noi consacrati, vescovi, sacerdoti, suore: perdere il tempo davanti al tabernacolo, riprendere il senso dell’adorazione”.
“Vicino ai preti ci vogliono dei laici che vedono quello che il prete non vede, che evangelizzano con una vicinanza di carità, con una bontà per tutti, con un affetto sempre pronto a donarsi”. Con questa frase, Charles de Foucauld “anticipa in questo modo i tempi del Concilio Vaticano II, intuisce l’importanza dei laici e comprende che l’annuncio del Vangelo spetta all’intero popolo di Dio”. “I laici santi, non arrampicatori”, ha precisato il papa: “quelli innamorati di Gesù fanno capire al prete che lui non è un funzionario, è un mediatore”. “Quanto bisogno abbiamo di avere accanto a noi laici che credono sul serio, e con la loro testimonianza ci indicano la strada”,

ha esclamato Francesco, che si è chiesto: “come possiamo accrescere questa partecipazione? Come ha fatto Charles: mettendoci in ginocchio e accogliendo l’azione dello Spirito, che sempre suscita modi nuovi per coinvolgere, incontrare, ascoltare e dialogare, sempre nella collaborazione e nella fiducia, sempre in comunione con la Chiesa e con i pastori”.

”San Charles de Foucauld, figura che è profezia per il nostro tempo, ha testimoniato la bellezza di comunicare il Vangelo attraverso l’apostolato della mitezza”, il ritratto finale del papa, che ha ribadito a braccio: “Non dimentichiamo che lo stile di Dio sono tre parole: vicinanza, compassione e tenerezza. E la testimonianza cristiana deve andare per questa strada. E lui era così, mite e tenero, desiderava che chiunque lo incontrasse vedesse, attraverso la sua bontà, la bontà di Gesù. Diceva di essere, infatti, servitore di uno che è molto più buono di me. Vivere la bontà di Gesù lo portava a stringere legami fraterni e di amicizia con i poveri, con i Tuareg, con i più lontani dalla sua mentalità. Pian piano questi legami generavano fraternità, inclusione, valorizzazione della cultura dell’altro”. “La bontà è semplice e chiede di essere persone semplici, che non hanno paura di donare un sorriso”, ha concluso Francesco: “Col sorriso, con la sua semplicità, fratel Carlo faceva testimonianza del Vangelo: mai proselitismo, testimonianza! L’evangelizzazione non si fa per proselitismo, ma per testimonianza, per attrazione. Chiediamoci allora infine se portiamo in noi e agli altri la gioia cristiana, la tenerezza cristiana, la compassione cristiana, la vicinanza cristiana”

VISITA IL MENÙ DEL GIUBILEO