Lotta alla povertà

Cancellare il debito estero: l’appello globale della Chiesa per la giustizia sociale e climatica

Miliardi di persone vivono in Paesi costretti a destinare più risorse al pagamento del debito che a sanità e istruzione

ph Caritas internationalis
12 Giu 2025

di Patrizia Caiffa

Nel mondo 3,3 miliardi di persone vivono in Paesi che spendono maggiori risorse per pagare il debito che per investimenti nella sanità. Lo stesso accade per la scuola: almeno 2,1 miliardi di persone non possono accedere ad una educazione di qualità perché le loro nazioni sono intrappolate nella morsa del debito estero. Vivono soprattutto in Paesi del Sud del mondo, schiavi di un meccanismo economico e finanziario infernale che impedisce loro di vivere una vita degna e fruire di investimenti pubblici in ambito sociale e sanitario. Tutto per dover pagare interessi esosi a Paesi creditori del Nord del mondo, banche internazionali, investitori privati. Ben 54 Paesi destinano il 10% delle loro entrate fiscali per pagare gli interessi, cresciuti del 50% dal 2015. Tutto ciò si somma alla crisi climatica e al debito ecologico, che impedisce uno sviluppo sostenibile. In occasione del Giubileo della Speranza e dei 10 anni dell’enciclica Laudato si’ di papa Francesco Caritas internationalis, tramite la sua rete di 160 organizzazioni nazionali, ha lanciato lo scorso 23 dicembre in tutto il mondo la campagna internazionale “Turn debt into hope” (“Trasformare il debito in speranza”), con iniziative e attività che stanno coinvolgendo oltre 100 partners in tutto il mondo. È attiva anche unapetizione mondiale già firmata da oltre 106.000 persone. In Italia è stata rilanciata tramite la campagna “Cambiare la rotta” promossa da Caritas italiana e da un network di associazioni e movimenti cattolici.  Una lettera firmata da oltre 120 leader di diverse religioni è stata inviata ai ministri della finanza del G20 per chiedere la cancellazione del debito pubblico. Altri appuntamenti importanti durante i quali le reti cattoliche faranno pressione saranno la IV Conferenza sul finanziamento allo sviluppo a Siviglia a fine giugno ma soprattutto la Cop30 che si terrà dal 10 al 21 novembre a Belem, in Brasile. La Chiesa brasiliana è già fortemente coinvolta nell’iniziativa. Inoltre una Commissione di 33 membri presso la Pontificia Accademia delle scienze presenterà il 20 giugno un rapporto su come affrontare la crisi del debito e proporre riforme dell’architettura finanziaria internazionale.

 


“Dobbiamo trovare un rimedio alle cause profonde dell’ingiustizia.
Il debito è una delle sfide che definiscono la nostra epoca. Papa Leone XIV condivide la stessa inquietudine di papa Francesco e il desiderio di impegnarsi contro il debito” e “cambiare il nostro sistema economico”, ha detto Alistair Dutton, segretario generale di Caritas internationalis, durante un incontro on line organizzato il 28 maggio da Caritas internationalis e Dicastero per il Servizio dello sviluppo umano integrale. “Sviluppo umano integrale significa che ogni persona deve poter vivere una vita degna”, ha ribadito suor Alessandra Smerilli, segretario del Dicastero per il Servizio dello sviluppo umano integrale, ricordando che questi temi sono al centro dei discorsi della Chiesa sulla giustizia sociale. “La campagna è importante per aumentare la consapevolezza nella Chiesa e nella società civile”, perché “quando la maggioranza delle risorse nazionali è implicata nel debito non rimane molto. I governi sono forzati a tagliare risorse su educazione, sanità, acqua, infrastrutture di base”. Inoltre “se un Paese deve pagare un debito enorme soffre le conseguenze più terribili del cambiamento climatico. Il debito finanziario ed ecologico concentra tutto al nord e taglia risorse al Sud, per cui le nazioni povere stanno pagando due volte. Riconoscere che il debito finanziario ed ecologico sono profondamente connessi è importante per essere consapevoli della necessità di un cambiamento”.

Le iniziative prese dalla Chiesa brasiliana sul tema del debito sono state raccontate dal card. Jaime Spengler, arcivescovo di Porto Alegre in Brasile e presidente del Celam, l’organismo che riunisce tutti gli episcopati dell’America Latina e dei Caraibi. “Il debito dei Paesi poveri minaccia la vita degli ultimi e dei più vulnerabili”, ha ricordato, citando problemi gravi nel continente latinoamericano come “la corruzione, il narcotraffico, gli attacchi e aggressioni alla casa comune” e la grave situazione di Haiti: “L’Onu e l’Organizzazione degli Stati americani si sono dimenticati di questa realtà violenta e triste”. “C’è un debito ecologico tra il Nord e il Sud – ha sottolineato il card. Spengler -, con squilibri commerciali e conseguenze in ambito ecologico dovuti ad un uso sproporzionato delle risorse naturali da parte di alcuni Paesi”. “Dobbiamo costruire un patto tra Paesi e tra generazioni – ha affermato – per la remissione del debito pubblico e del debito ecologico. Parole e azioni devono essere parte di una grande conversione ecclesiale e sociale”. Per prepararsi alla Cop30 di novembre la Chiesa brasiliana ha organizzato piccole Cop regionali durante la campagna della fraternità che si svolge durante la Quaresima.

 

foto: Caritas internationalis

La Chiesa si sta muovendo anche a livello di comunità internazionale. “La crisi attuale del debito rappresenta un profondo fallimento”, ha affermato mons. Gabriele Giordano Caccia, osservatore permanente della Santa Sede presso le Nazioni Unite, e “non si può affrontare senza cercare la giustizia economica”: “Le nazioni che contribuiscono maggiormente al cambiamento climatico sono quelle più ricche e che hanno in mano il debito; perciò si crea un circolo vizioso di ingiustizia.
Dobbiamo chiederci che sistema finanziario vogliamo? Che protegga gli interessi di pochi o che promuova lo sviluppo umano di tutti?”.

“La minore crescita di un Paese peggiora la sostenibilità del debito”, ha spiegato Martin Guzmàn, docente alla Columbia University e membro della Pontificia Accademia delle scienze sociali: “La crisi sta peggiorando, l’economia globale sta creando maggiori problemi ai Paesi più poveri. Quando c’è incertezza globale il sistema favorisce le economie più avanzate. Perciò c’è urgente bisogno della remissione del debito”. Lucy Esipila,segretaria esecutiva di Caritas Africa, ha raccontato storie di bambini che non possono raggiungere i propri sogni per effetto del debito pubblico, che impedisce educazione di qualità, infrastrutture, sanità, accesso ai prodotti di base, mentre il continente africano è afflitto dall’estrattivismo e dallo sfruttamento delle risorse. Con il paradosso che “in Africa abbiamo il 65% di terra arabile ma importiamo l’85% del cibo”.
Alfonso Apicella e Liam Finn, di Caritas internationalis, hanno spiegato agli oltre 300 partecipanti all’incontro come aderire alla campagna. Obiettivo: diffonderla nei 160 Paesi della rete Caritas.

 

 

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Archeologia

Giornate europee dell’archeologia: il 13 e il 14 giugno al Museo

Iniziative rivolte agli ‘archeologi’ under 12

12 Giu 2025

Nelle giornate di venerdì 13 e sabato 14 giugno, in occasione dell’edizione 2025 delle GEA, le Giornate Europee dell’Archeologia, il Museo archeologico nazionale di Taranto ospiterà i “giovani archeologi”: ragazzi dai 7 ai 12 anni, curiosi, appassionati di avventura e cercatori di tesori.

La mission delle giornate promosse dal ministero della Cultura e coordinate a livello europeo dall’INRAP (Institut nazional de recherches archéologiques) è quella di sensibilizzare il pubblico sull’importanza della ricerca e del lavoro scientifico che si svolge attorno al patrimonio archeologico – dice Stella Falzone, direttrice del MArTA – ecco perché torniamo ai bambini, affidando a loro il piacere della scoperta e il valore della tutela”.

Scaviamo e scoviamo!” si chiama il laboratorio di archeologia pratica destinato ai bambini e che si svolgerà all’interno del Chiostro del MArTA, dove sarà allestito un vero e proprio campo di scavo.

Le attività si terranno il 13 giugno dalle 16:30 alle 18:30 e il 14 giugno dalle 18:30 alle 21 e
saranno rivolte ai bambini di età compresa tra i 7 e i 12 anni, accompagnati da almeno un adulto.

Prima dall’attività pratica, i piccoli partecipanti visiteranno il museo per conoscere da vicino i
reperti. Successivamente metteranno in pratica le indicazioni degli archeologi, cimentandosi in
uno scavo simulato.

Durante il laboratorio useranno strumenti originali utilizzati dagli archeologi, come la trowel (la cazzuola da archeologo), ma anche palette e pennelli. Ad ogni ritrovamento realizzeranno il disegno dell’oggetto e compileranno le relative schede di scavo.

L’esperienza, dalla durata di circa un’ora e mezza, è con posti limitati. L’attività sarà gratuita per i bambini, mentre il costo del biglietto di ingresso al museo per gli accompagnatori sarà di 10 euro, salvo le gratuità o le riduzioni previste dalla legge e dalle convenzioni. La prenotazione di tutte le attività (obbligatoria) dovrà essere effettuata al numero 099 4532112 sino ad esaurimento dei posti disponibili, comunicando il proprio nome e cognome, email, telefono e numero di partecipanti.

Per l’occasione il MArTA sarà aperto fino alle 23.30. Ultimo ingresso alle ore 23.

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Ecclesia

Giornata del Ringraziamento, Cei: “Dal Giubileo un appello alla rigenerazione della terra”

foto Sir-Midjourney
12 Giu 2025

“Il Giubileo ci insegna ad essere grati per i doni che riceviamo e a non dimenticare mai che la terra è di tutti”: è quanto si legge nel messaggio della Cei per la 75ª Giornata nazionale del Ringraziamento, che si celebrerà il 9 novembre.
Il testo, firmato dalla Commissione episcopale per i problemi sociali e il lavoro la giustizia e la pace, si ispira alla tradizione biblica e mette al centro il legame tra Giubileo, lavoro agricolo e custodia del creato.
“Facendo eco alla parola antica dei profeti – si ricorda nel documento – il Giubileo ricorda che i beni della terra non sono destinati a pochi privilegiati, ma a tutti”. I vescovi sottolineano l’importanza di restituire “dignità a tanti fratelli, soprattutto immigrati, che vengono sfruttati nel lavoro dei campi”, invitando gli imprenditori a un “sussulto di coscienza”. Centrale anche il riferimento al “riposo della terra”, in un’ottica agroecologica: “Oggi è possibile contemperare la pratica del coltivare la terra con la sua custodia attraverso un nuovo paradigma di coltivazione”. Il messaggio si chiude con un’esortazione a riscoprire le buone pratiche: “Possiamo abitare la terra dando speranza anche alle generazioni future, sapendo che il Signore benedice chi si prende cura delle sue creature”.

 

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Diocesi

Sabato 14, Giubileo del mondo del lavoro

foto d'archivio Sir
12 Giu 2025

di Angelo Diofano

Sabato 14 giugno si celebra a Taranto il Giubileo del mondo del lavoro. Questo l’invito rivolto a tutte le realtà interessate da parte di don Antonio Panico, vicario episcopale per la società e la custodia del Creato: “Carissimi, quest’anno giubilare ci offre la possibilità di attingere alla grazia del Signore che dona vita, speranza ed energia a tutti coloro che si accostano a Lui con fiducia filiale.
Per questo, d’intesa con il nostro arcivescovo, mons. Ciro Miniero, con la commissione diocesana per la pastorale sociale, abbiamo pensato di proporvi un momento di fraternità e preghiera per sabato 14 giugno.

Nei giorni scorsi, lo Spirito Santo ci ha donato l’elezione di un Papa attento alle istanze del mondo del lavoro, come testimoniato dalla scelta del nome Leone XIV. Il Santo Padre ci riporta così idealmente al pontefice che alla fine dell’Ottocento, con l’enciclica ‘Rerum novarum’, offrì la riflessione della Chiesa cattolica sulle problematiche di un mondo del lavoro allora messo a dura prova dalla prima rivoluzione industriale. Le attuali ‘rerum novarum’, come la transizione ecologica, il mutamento climatico, la “rivoluzione digitale” e l’avvento dell’intelligenza artificiale, stanno impattando sul mondo del lavoro in modo sostanziale e ci invitano a chiedere al Padre Celeste un’assistenza speciale.

Vivremo un breve momento di preghiera che si svolgerà a partire dalle ore 9.30 dinanzi al battistero della nostra basilica cattedrale durante il quale rinnoveremo le promesse battesimali. Subito dopo ci dirigeremo processionalmente verso il santuario della Madonna della Salute (sempre in città vecchia, a pochissimi minuti di distanza da San Cataldo) dove ci attenderà mons. Miniero. Tutti insieme varcheremo la Porta Santa. Alle ore 10avrà inizio la santa messa che terminerà con alcune preghiere da recitare insieme secondo le intenzioni del Sommo Pontefice.

Non abbiamo previsto posti a sedere riservati così come si è ritenuto non opportuno camminare in corteo verso la chiesa issando vessilli o simboli delle varie organizzazioni.

Nello spirito proposto dall’ultima enciclica sociale di Papa Francesco cui Papa Leone ha detto di volersi ispirare nella sua azione pastorale, vogliamo, infatti, sentirci ‘Fratelli Tutti’: operai, dirigenti, imprenditori, commercianti … tutti figli di un unico Padre.

Diffondete questo invito ai vostri iscritti/associati affinché siano in tanti a vivere questo momento di grazia. Un abbraccio fraterno in Cristo a tutti e ciascuno”.

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Solidarietà

A Grottaglie, sabato 14, si celebra la Giornata del donatore di sangue

Un’intera giornata dedicata a chi salva vite con un gesto semplice. Tra piantumazioni, arte per bambini, teatro e musica in piazza

12 Giu 2025

Sabato 14 giugno, Piazza del donatore si trasformerà in uno spazio di condivisione, riconoscenza e festa, in occasione della Giornata mondiale del Donatore di sangue. L’iniziativa è promossa dall’Avis Grottaglie con il patrocino del Comune.
La Giornata mondiale del Donatore di sangue è stata istituita nel 2004 dall’Organizzazione mondiale della sanità per celebrare chi, in modo volontario e gratuito, dona il sangue contribuendo a salvare milioni di vite ogni anno. La scelta del 14 giugno non è casuale: è la data di nascita del medico Karl Landsteiner, scopritore dei gruppi sanguigni.
Obiettivo della ricorrenza è diffondere una cultura della donazione periodica, responsabile e anonima, fondamentale per il sistema sanitario e per affrontare emergenze mediche quotidiane.
Il programma degli eventi a Grottaglie riflette lo spirito della giornata: unire il gesto del dono alla partecipazione attiva della comunità. Alle ore 9 i ragazzi e le ragazze della Dast e i volontari Avis metteranno a dimora delle piantine nell’aiuola centrale di Piazza del Donatore, per simboleggiare la crescita della solidarietà nel tempo.
Dalle ore 18:30, il pomeriggio si anima con il team Candy Joy Art: truccabimbi, sculture di palloncini e fumetti coinvolgeranno i più piccoli sotto il motto “Crea, dona e salva vite con noi!”. Presenti anche punti ristoro con street food e drink.
Alle ore 20:30 spazio alla cultura e all’emozione con lo spettacolo teatrale “Come una goccia di speranza – Sono Marco e sono grato alla vita”, tratto da testi di Lucia Santoro e Giuseppe Calamunci Manitta, che cura anche la lettura scenica.
A seguire, grande concerto dei Vega 80 con lo show “Metropolis”, chiusura in grande stile con un dj set a cura di Yoghi e Pierfrancesco.
Donare sangue è un atto d’amore verso chi nemmeno conosciamo. Questa giornata è un modo per ringraziare pubblicamente i nostri donatori e donatrici e per sensibilizzare chi ancora non ha fatto questo passo.
Grottaglie ha una lunga storia di impegno civico e partecipazione e il 14 giugno sarà un momento per rinnovare insieme questo impegno.

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Rigenerazione di Taranto

«Cantiere Pantaleo», per la riqualificazione culturale partecipata della città vecchia

Al via dal 17 giugno, per iniziativa del Crest, in esecuzione di un bando del Comune finanziato dal Ministero dello sviluppo economico con fondi ex Ilva

12 Giu 2025

Prevede la rifunzionalizzazione di Palazzo Pantaleo e la valorizzazione del Museo etnografico Alfredo Majorano situato al suo interno, il progetto sperimentale «Cantiere Pantaleo» che la cooperativa teatrale Crest attuerà a partire da martedì 17 giugno e sino a fine 2025 in esecuzione di un bando del Comune nel «Piano di rigenerazione sociale per l’area di crisi di Taranto» finanziato dal ministero dello Sviluppo economico con fondi ex Ilva.
Si tratta di un’operazione di riqualificazione culturale attraverso gli spazi della splendida dimora gentilizia del diciottesimo secolo situata in città vecchia, dove attraverso attività di fruizione culturale e sessioni laboratoriali per bambini e ragazzi si favorirà la diretta partecipazione dei cittadini e la loro interazione.
Venerdì 13 giugno, alle ore 11, negli spazi di Palazzo Pantaleo, è in programma una presentazione pubblica con gli operatori e il coordinatore dell’iniziativa, Giovanni Guarino del Crest.
La formazione dei partecipanti in armonia con il proprio contesto storico, sociale e comunitario, è la linea guida dell’intero progetto, che prevede l’implementazione di laboratori tematici finalizzati alla riscoperta dell’identità più autentica del territorio, in modo da favorire la valorizzazione consapevole delle risorse umane locali intorno a cinque asset principali: tradizioni popolari e fede, artigianato e antichi mestieri, economia circolare, restauro e funzionalizzazione, società e comunità.
Nel ramo relativo alle tradizioni e ai riti popolari, è stata scelta la tecnica espressiva della narrazione teatrale per dare visibilità ai reperti del Museo etnografico Majorano. L’obiettivo del laboratorio, curato da Giovanni Guarino, figura storica del Crest, e con lui da due animatrici, è formare guide turistiche capaci di stabilire una relazione empatica con i visitatori.
I percorsi sull’artigianato e gli antichi mestieri verranno impostati da un operatore storico della città vecchia, Nicola Giudetti, esperto nelle arti manuali di un tempo e profondo conoscitore degli utensili del passato, in particolare quelli legati alla pesca e alla marineria e utilizzati da figure come ù nassàre e il maestro d’ascia. Il punto di avvio sarà la collezione Majorano di antichi giocattoli, scolpiti su pietre, lavorati e decorati sull’argilla, fabbricati con il legno, ulteriore elemento identitario presente anche nelle splendide teche del Museo archeologico MArTa.
Il laboratorio sull’economia circolare, sistema che garantisce modelli sostenibili di produzione e consumo, vedrà in veste di docenti altri due operatori di via Duomo, Vincenzo Santoro e Armando Blasi, responsabile dell’associazione Artava impegnata con le omonime Officine nella valorizzazione della cultura e dell’artigianato locale. Con loro, la giovane star-up tarantina Wast3D Shells specializzata nella lavorazione dei gusci dei mitili (materiale di scarto non riciclabile) per ricavarne carbonato di calcio con alte prestazioni chimico-fisiche nella produzione di materiali estrudibili per stampanti 3D.
A loro volta, Giovanni e Giuseppe De Giorgio, terranno un laboratorio di restaurazione e funzionalizzazione secondo la filosofia dell’«imparare facendo» tipico delle antiche botteghe.
Infine, l’asset società e comunità si svilupperà attraverso un percorso didattico che si propone di fare conoscere i cosiddetti «pittaggi», i quattro rioni da cui era composta la città vecchia (San Pietro Imperiale, Baglio, Ponte e Turripenne). Il percorso prevede la creazione di un racconto replicabile attraverso le tecniche di animazione digitale di Nasse Animation Studio di Nicola Sammarco, fumettista tarantino di grande talento che ha collaborato a produzioni internazionali di Disney, Pixar, Netflix e Universal Studios.
Tutti i laboratori si svolgeranno in orario pomeridiano dalle 16.30 alle 19.
Info per le iscrizioni 333.2694897 – www.teatrocrest.it.

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Diocesi

I Tamburi festeggiano il patrono Sant’Antonio

12 Giu 2025

“Guidati dalla luce di Sant’Antonio da Padova, amico dei poveri e voce del Vangelo vissuto, ci troviamo come comunità parrocchiale per rinnovare la nostra fede e il nostro impegno nel servizio verso i poveri e nella dedizione fedele alla Chiesa. Ci prepariamo a vivere questa festività in comunione con papa Leone XIV, che ci chiama all’unità e alla speranza alla coerenza di una fede vissuta. Celebriamo il nostro santo patrono con cuore grato e spirito fraterno, tra preghiera e tradizione. Sant’Antonio insegnaci la via del Vangelo che si fa pane condiviso, parola che consola e carità operosa”: con queste parole don Nino Borsci, parroco alla San Francesco De Geronimo, introduce il programma dei festeggiamenti di Sant’Antonio da Padova, protettore del rione Tamburi.

Mercoledì 11, mons. Angelo Massafra, arcivescovo emerito di Scutari-Pult, ha celebrato la santa messa con l’amministrazione del sacramento delle cresime.

Venerdì 13, sante messe saranno celebrate alle ore 7.30 – 8.30 – 9.30 – 10.30, con successiva benedizione del pane.
Alle ore 18 la solenne celebrazione eucaristica sarà presieduta dal parroco nonché padre spirituale della confraternita di Sant’Antonio, don Nino Borsci.
Alle ore 19 si snoderà la processione con la partecipazione della confraternita di Sant’Antonio per le seguenti strade del del quartiere: via Orsini, via Galeso, via delle Sciaie, via Masaccio, via Verdi, via Orsini e piazza mons. Cosimo Russo. Durante la processione presterà servizio la ‘Grande orchestra di fiati Santa Cecilia-Città di Taranto’ diretta dal m° Giuseppe Gregucci. I fuochi pirotecnici saranno a cura della ditta Itria Fireworks di Martina Franca mentre le luminarie saranno predisposte dalla ditta Faniuolo Illuminazioni.

Al rientro della processione, spettacolo musicale in piazza offerto da alcune realtà commerciali del quartiere.

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Diritti negati

A Los Angeles retate di immigrati anche nelle chiese: l’appello delle comunità cristiane

ph Afp-Sir
11 Giu 2025

di Maddalena Maltese

(da New York) – Una cappa di paura e di violenza inattesa è scesa domenica sulla celebrazione della Pentecoste nelle chiese di Los Angeles. “Quattordici membri di una delle nostre chiese episcopaliane non erano in chiesa il giorno di Pentecoste perché il loro governo li ha strappati dalle braccia delle loro famiglie, dalla loro casa e dal ricevere l’eucarestia”: la dichiarazione dura di John Harvey Taylor, vescovo della diocesi episcopaliana di Los Angeles, si è abbattuta come un fulmine sui suoi fedeli, rivelando la drammatica realtà di molti membri della sua chiesa. Il vescovo ha continuato con parole inequivocabili: “I nostri fratelli in Cristo non sono criminali. Hanno accettato offerte di lavoro onesto da aziende statunitensi, sfidando un sistema di immigrazione al collasso che i politici non vogliono sistemare”. La denuncia dei raid degli agenti dell’immigrazione (Ice) Usa, che nel fine settimana ha portato all’arresto di 114 immigrati, ha scatenato proteste violente nel centro della città e reazioni aggressive da parte dell’amministrazione del presidente Trump. Queste incursioni a sorpresa non hanno risparmiato neppure i luoghi di culto. Nonostante clero, società civile e politici abbiano denunciato l’inutile escalation di violenza, la Casa Bianca ha ordinato il dispiegamento di oltre 2.000 soldati della Guardia Nazionale: una mossa definita ‘folle’ dal governatore della California, Gavin Newsom, che ha minacciato di denunciare Trump. Questo massiccio dispiegamento di forze non è una novità per il presidente statunitense. Durante il suo primo mandato, Trump aveva già collaborato con diversi governatori che, su sua richiesta, avevano inviato le loro truppe della Guardia Nazionale a Washington in risposta alle rivolte scoppiate in seguito all’omicidio dell’afroamericano George Floyd.

L’appello dei vescovi alla responsabilità politica
Di fronte a questa escalation, la Chiesa cattolica di Los Angeles ha alzato la voce. L’arcivescovo José Gomez ha lanciato un appello alla preghiera, esortando al contempo alla “moderazione e alla calma” in seguito agli scontri scoppiati in città. Nella sua dichiarazione, Gomez si è detto “preoccupato” per le retate delle forze dell’ordine in materia di immigrazione, chiedendo una soluzione più completa per la gestione nazionale delle questioni relative all’immigrazione. “Siamo tutti d’accordo sul fatto che non vogliamo immigrati clandestini, noti terroristi o criminali violenti, nelle nostre comunità”, ha affermato l’arcivescovo. “Ma non c’è bisogno che il governo adotti misure di controllo in modo da provocare paura e ansia tra gli immigrati comuni e laboriosi e le loro famiglie”. Questa preoccupazione è condivisa anche oltre i confini della Chiesa cattolica. A marzo, la National Association of Evangelicals, insieme ad altre due organizzazioni evangeliche e alla Conferenza episcopale cattolica degli Stati Uniti, ha pubblicato un rapporto in cui si afferma che circa un cristiano su dodici negli Stati Uniti è a rischio di espulsione o vive con qualcuno che lo è. Un dato che evidenzia la pervasività del problema e l’urgenza di un intervento più determinato sia da parte della Chiesa, sia da parte dei molti cristiani eletti come deputati o senatori.

Immobilismo legislativo e propaganda presidenziale
Mons. Gomez ha esortato con fermezza il Congresso “a impegnarsi seriamente per sistemare il nostro sistema di immigrazione, ormai inefficiente, che spinge così tante persone a cercare di attraversare illegalmente i nostri confini”. Ha ricordato che “sono passati quasi 40 anni dall’ultima riforma delle nostre leggi sull’immigrazione. È troppo tempo ed è ora di fare qualcosa al riguardo”. Un monito chiaro, che sottolinea l’immobilismo politico su una questione che incide profondamente sulla vita di milioni di persone. La Casa Bianca, intanto, persiste nella sua narrazione. Trump ha puntato il dito, senza prove, contro quelli che ha definito agitatori e insorti pagati, nonostante molte proteste siano state pacifiche e non violente. Il presidente cercava da mesi uno scontro con la California e, dopo averla minacciata di tagliare i fondi federali, ora si trova a dover impiegare le risorse per le truppe, illudendosi che sia la pace armata la risposta anche alle presunte minacce degli immigrati.

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Sport

Sinner-Alcaraz vista in tv con occhi di tifoso del ‘poeta’ della racchetta

11 Giu 2025

di Paolo Mancarella

Per un tifoso di Alcaraz è stata impegnativa la ripresa lavorativa lunedì 9 giugno mattina, dopo le risorse mentali spese nelle cinque ore della disfida con Sinner sul campo Philippe Chatrier di Parigi.
Ha affrontato una battaglia emotivamente dura, persa, poi riconquistata, ripersa ed infine insperatamente trionfalmente vinta al super tie-break.
Al break operato da Sinner ad inizio terzo set, dopo i primi due set andati via, è sprofondato sul divano investito dall’entusiasmo dei cronisti della Nove e pronto a subire inerme le legittime esultanze dell’altoatesino e del suo ‘simpatico’ angolo.
Lo spagnolo, unico poeta del circuito tennista, sotto la potenza dei colpi del cyborg-Sinner soccombeva tirando diritti fuori misura ed incapaci a reggere l’impatto violento di quelli dell’avversario.
Poi come nelle fiabe l’eroe ha ripreso fiducia e forza nei suoi mezzi. Sono riapparse le sue magie, ad alto tasso di rischio. Mai un gesto scontato e sempre effettuato con la voglia di stupirsi e stupire il pubblico. La soluzione semplice non gli appartiene, con la conseguenza di rimettere in gioco l’esito di ogni game.
E poi è umano, si deprime quando i colpi non entrano e si carica quando disegna traiettorie impensabili, palle corte un metro dopo la rete e volée delicate come le note di un violino.

Ecco perché ad un certo punto il pubblico decide in modo netto di schierarsi dalla sua.
Con l’epilogo a lieto fine, al fan riesce facile rendere onore all’avversario. La cifra tecnica e fisica di Sinner illumina la figura dello spagnolo come nel recente quelle di Nadal e Djokovic hanno magnificato le gesta di Federer ed in passato quelle di Borg e Lendl rendevano mitico McEnroe.
E spera… Spera non si rivelino profetiche le previsioni su future vittorie di Sinner al Roland Garros. È, suo malgrado, consapevole che andando avanti Sinner (ammirevole per voglia di migliorarsi e professionalità) perfezionerà i suoi colpi a rete e sarà più difficile contrastarne il dominio.
E comunque chi, come lui, non ha un abbonamento per seguire le partite dei grandi tornei, tiferà sempre perché Sinner giunga in finale. È l’unica maniera per goderne la diretta in chiaro, grazie alla concessione dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni per gli eventi sportivi di rilevanza nazionale (anche se l’atleta tricolore in questione non ha rilevanza fiscale nazionale).

Infine ha da muovere un appunto alla regia francese. Gli è risultato stucchevole l’inquadratura frequente, in primo piano, della mamma di Sinner. Poco rispettoso dello spettatore, interessato alle gesta tecniche dell’incontro (magari con replay più consistenti e non riduttivi degli ultimi due tocchi di racchetta) e dei naturali sentimenti materni.

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Ecclesia

La Rete delle Città marciane incontra la Municipalità di Venezia

11 Giu 2025

Don Antonio Quaranta, assistente ecclesiastico e parroco di Torricella, l’ambasciatrice Grazia Pignatelli e Giuseppe Semeraro, segretario generale, sono i tarantini che fanno parte della delegazione della Rete delle Città marciane che giovedì 12 sarà ricevuta a Venezia, nella sede municipale di Palazzo Ca’ Farsetti, dalla dott.ssa Paola Mar, assessore comunale al turismo, toponomastica, università e promozione del territorio.
L’incontro ha l’obiettivo di presentare le finalità e gli obiettivi dell’associazione nazionale, che unisce 25 municipalità italiane accomunate dalla devozione a San Marco evangelista, e di proporre l’adesione alla Rete di Venezia, capitale mondiale del culto marciano. Della delegazione, guidata dal presidente Marco Rizzo, sindaco di Castellabate, fanno parte anche: Angelo Marino, sindaco di San Marco dei Cavoti, Andrea Chiarato, assessore del comune di Latina; Francesco Fusco, delegato del Comune di Afragola, gli altri ambasciatori Enrico Nicoletta e Michele Schifone.

La giornata proseguirà con la visita alla basilica di San Marco e l’incontro con il rappresentante del patriarca mons. Francesco Moraglia, impegnato in incontri pastorali fuori dal patriarcato.

«Siamo soddisfatti per questo importante incontro tra la nostra comunità Marciana e la città di Venezia – ha dichiarato il presidente Marco Rizzo -. È un impegno che abbiamo assunto per coinvolgere la Municipalità di Venezia in questo percorso di fede e promozione dei nostri territori. Ci auguriamo che presto l’amministrazione comunale di Venezia possa condividere con questo viaggio tra devozione e valorizzazione delle peculiarità delle nostre comunità».

 

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Diocesi

Fragagnano celebra Sant’Antonio nella cosiddetta ‘festa piccola’

11 Giu 2025

di Angelo Diofano

Anche Fragagnano celebra Sant’Antonio, patrono della cittadina, nei giorni 12 e 13 giugno, i cui festeggiamenti vengono così annunciati da don Graziano Lupoli, parroco dell’Immacolata: “«Il soffio della vita è la grazia dello Spirito Santo e quando Dio la infonde nel volto dell’anima non c’è dubbio che l’anima risuscita da morte a vita»: con queste parole di Sant’Antonio di Padova affidiamo la nostra comunità con l’augurio di continuare ad essere uomini e donne risorti, testimoni del Vangelo, ‘credenti credibili’”.

Questo il programma:

Giovedì 12: ultimo giorno della tredicina, santa messa alle ore 19; alle ore 21, in piazza Regina Margherita, concerto dell’’Italianissima Band’.

Venerdì 13: alle ore 8, sparo dei colpi oscuri; alle ore 8.30, santa messa con la benedizione del ‘pane di Sant’Antonio’; alle ore 19, dalla terrazza della chiesa, lo spettacolo pirotecnico diurno della ditta Maxima Fireworks di Bitonto saluterà l’uscita della processione che percorrerà via R. Margherita, via Oberdan, via Caduti per la patria, via Manzoni, via Matteotti, via Galilei, via Piave, via C. Battisti, via D’Annunzio, via Trento, via Cavour, via Fiume, corso Vittorio Emanuele e rientro in chiesa. Allieterà la giornata la banda musicale ‘Città di Fragagnano’.

Quella di giugno è la cosiddetta ‘festa piccola’ di Sant’Antonio, per differenziarla da quella in grande stile che si svolge il 12 e 13 agosto.

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