Lavoro

Ilva: le parti d’accordo solo su: no al carbone e forni elettrici, ma tutto il resto le divide

31 Lug 2025

di Silvano Trevisani

Bitetti torna, i conti no! Il sindaco di Taranto che, come era prevedibile, ha ritirato le dimissioni motivate dall’aggressione verbale subita lunedì scorso, ha preso parte alla riunione al Mimit, seppure giungendo un po’ in ritardo, ma i risultati non sono stati quelli che ci si aspettava, almeno dal governo. L’incontro svoltosi al Ministero delle imprese e del Made in Italy, si è chiuso con un compromesso “al ribasso”, cioè sull’identità di vedute solo sull’intento di decarbonizzare, del quale è regista il ministro Adolfo Urso. Che nel verbale dell’incontro ha fatto scrivere: “sulla base di quanto emerso nella riunione in ordine all’importanza degli obiettivi di piena decarbonizzazione condivisi da tutti i rappresentanti istituzionali, dà mandato ai commissari di Adi in As affinché tali obiettivi siano recepiti nell’aggiornamento della gara in corso”. Per consentire agli enti locali, come da loro richiesta, di riunire gli organi assembleari al fine di esprimere compiutamente le loro posizioni sul Piano di decarbonizzazione “ed anche, eventualmente, in merito alla migliore collocazione del Polo del Dri”, è stato inoltre fissato un incontro il 12 agosto.

Un altro punto, in realtà, che ha fatto registrare identità di vedute: l’obiettivo di realizzare tre forni elettrici per rilanciare lo stabilimento siderurgico. Ma non è stato inserito nel verbale finale, in presenza di opposte vedute su tutti gli altri aspetti: dalla produzione di preridotto di ferro (DRI) alla nave rigassificatrice. L’unità di intenti sugli obiettivi minimi, condivisi dal ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin, del presidente della Regione Puglia Michele Emiliano e anche del sindaco Piero Bitetti, non è stata sufficiente alla stesura di un verbale condiviso: Si sono rifiutati di firmarlo sia il sindaco, che ha chiesto tempo per un passaggio in Consiglio comunale, sia la Provincia di Taranto che ha contestato l’attuale Autorizzazione di impatto ambientale che permetterebbe altri 12 anni di produzione a carbone. Vi sono stati anche momenti di netta contrapposizione, con l’uscita dalla riunione del presidente della Provincia Palmisano. Mentre il Comune ha anche annunciato che, previa valutazione legale, presenterà ricorso al Tar contro l’Aia che autorizza, se contestualmente all’accordo non partirà la revisione dell’autorizzazione stessa.

Già prima dell’incontro il presidente della Regione Emiliano aveva avvertito che sarebbe stato molto difficile immaginare un’intesa, “direi quasi impossibile. Dobbiamo far vedere la bozza dell’accordo definitivo ai partiti del centrosinistra”. Emiliano aveva infatti evidenziato le divisioni interne alla coalizione, soprattutto a livello locale, dove Movimento e 5 Stelle e Verdi osteggiavano l’accordo verso cui il Pd era favorevole.

Nel corso del vertice, Bitetti ha illustrato una proposta alternativa per la riconversione dell’ex Ilva, che rispecchia in pratica quella poi approvata e diffusa nel pomeriggio dai partiti della maggioranza che sostengono la giunta. Queste le condizioni dettata dalla maggioranza: “dismissione irreversibile dell’area a caldo entro il 2030; predisposizione di un impianto DRI alimentabile progressivamente a idrogeno verde; avvio contestuale delle bonifiche ambientali; revisione dell’AIA con valutazione di impatto ambientale e sanitario preventiva; impianto di cattura di CO₂; piani di tutela e ricollocazione dei lavoratori”

In caso di mancato rispetto degli impegni, Taranto chiede l’introduzione di clausole di revoca per garantire l’effettiva realizzazione del piano.

Per quanto riguarda il gas, il piano del Comune, che esclude esplicitamente la nave rigassificatrice, cerca di restare entro i 2 miliardi di metri cubi l’anno, quantità già oggi disponibile sul sito, ma alcune valutazioni tecniche hanno fatto notare che, sommando ai forni elettrici un impianto DRI, il fabbisogno supererebbe comunque questa soglia.

“Andiamo avanti – ha dichiarato il ministro del termine dell’incontro – nell’augurio di raggiungere il maggior consenso possibile nel piano di decarbonizzazione dell’ex Ilva. Il negoziato proseguirà a oltranza per coniugare la transizione ambientale con la sostenibilità economica e produttiva. Con il consenso di tutti gli attori istituzionali, daremo indirizzo ai commissari di aggiornare subito la gara ai fini della piena decarbonizzazione. Questo accadrà nella prossima settimana. Domani, a Palazzo Chigi, insieme agli altri ministri relazioneremo ai sindacati gli obiettivi che sono stati conseguiti per ascoltare, come sempre doverosamente, le loro proposte”.

In attesa dell’aggiornamento del confronto politico, nel pomeriggio la Camera ha approvato in via definitiva il decreto legge “ex Ilva”, che prevede fino a 200 milioni di euro per garantire la continuità produttiva e la sicurezza degli impianti in amministrazione straordinaria.

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Diocesi

Accoglienza del simulacro di San Donato alla parrocchia del Rosario di Talsano

31 Lug 2025

“Un pellegrino di speranza tra noi. In questo anno giubilare, la nostra comunità ha l’onore di accogliere il simulacro di San Donato, vescovo e martire. Un santo che ha camminato nella storia, che ha custodito la fede come si custodisce un tesoro fragile e prezioso. San Donato arriva tra noi come pellegrino di speranza: per ricordarci che la fede non è statua immobile, ma passo dopo passo, incontro dopo incontro, diventa vita, sguardo, mani tese. Vi invitiamo a fermarvi davanti a lui, a sostare in preghiera, a lasciarvi interrogare da quella santità antica che continua a parlare al cuore inquieto dell’uomo moderno. Che il passaggio di San Donato sia per tutti noi un invito a rialzarci, a ricominciare, a non smettere di sperare”: così il parroco della Madonna del Rosario di Talsano, don Armando Imperato, annuncia la permanenza in parrocchia della sacra immagine di San Donato, che giungerà dalla chiesa a lui intitolata, sulla strada per Faggiano.

Domenica 3 agosto il simulacro, accompagnato da una delegazione della comunità di San Donato guidata dal parroco don Riccardo Milanese, giungerà alla Madonna del Rosario alle ore 18.50 per la cerimonia di accoglienza e la successiva celebrazione eucaristica. Dal 4 al 6 agosto, recita del rosario alle ore 18.30 e alle ore 19 santa messa con meditazione; mercoledì 6, dopo l’eucarestia, alle ore 20 si terrà l’adorazione eucaristica. Infine giovedì 7, alle ore 17.30, rientro della statua nella sua chiesa per l’inizio dei solenni festeggiamenti.

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Giubileo dei giovani

Le 12 parole per dire speranza al Giubileo dei giovani

Centinaia di giovani partecipano a un itinerario spirituale tra ascolto, testimonianze e preghiera. Al centro, parole chiave come desiderio, coscienza, gioia, coraggio e pellegrinaggio

ph Siciliani Gennari-Sir
31 Lug 2025

di Riccardo Benotti

“La speranza è la forza di non accontentarsi”. Con queste parole, mons. Giuseppe Baturi, arcivescovo di Cagliari e segretario generale della Cei, ha dato il via alla prima giornata dell’iniziativa “12 parole per dire speranza”, nel cuore del Giubileo dei Giovani. Nella chiesa del Sacro Cuore, a Roma, il presule ha invitato i giovani ad aprirsi alla realtà per scoprire la propria vocazione. Desiderio, speranza, scoperta: queste le parole‑chiave proposte come bussola per orientare il cammino interiore. “Chi si lascia provocare dalla realtà – ha affermato – capisce chi è”. E ha aggiunto: “Gli incontri della vita, anche quelli dolorosi, sono decisivi”. Come quello tra Gesù e la Samaritana, “un dialogo che cambia la vita”. L’iniziativa, che si svolge il 30 e 31 luglio in dodici chiese giubilari della capitale, propone un percorso di ascolto e confronto. Nella stessa chiesa Marco Erba, insegnante e scrittore, ha raccontato ai giovani il valore delle ferite: “I limiti sono solchi dove può germogliare il bene. Il contrario di felicità è perfezione”. Le parole del nonno, la passione per l’insegnamento, la scoperta che ogni persona “porta in sé una scintilla di bellezza”: così ha invitato i ragazzi a “fare come Michelangelo, togliere ciò che appesantisce e far risplendere il capolavoro che siamo”.

foto Siciliani Gennari-Sir


Gioia, abbraccio, coscienza

Di “gioia piena” hanno parlato nella chiesa di San Giuseppe al Trionfale Juri Stara e mons. Nicolò Anselmi, vescovo di Rimini. “La vita si fa insieme – ha detto Stara – anche nello sport paralimpico. La prima regola è guardare a ciò che è rimasto, non a ciò che si è perso”. Mons. Anselmi ha proseguito: “Se anche uno solo non è nella gioia, non possiamo dirci davvero felici. La cosa più bella è l’amore ricevuto e donato”. A Ognissanti, sulla via Appia, don Ivan Licinio ha invitato i ragazzi a “non avere braccia conserte, ma braccia aperte”. Le testimonianze di Ofelya e Bernadette hanno raccontato la forza dell’abbraccio che accoglie, anche tra guerre e perdite. Il card. Domenico Battaglia, arcivescovo di Napoli, ha affermato: “Ognuno di noi è un sogno di Dio. E il suo sogno è bellissimo”. Nella chiesa della Natività, Pilar e Vittoriana, del Consiglio dei giovani del Mediterraneo, hanno parlato di coscienza e discernimento. Mons. Gian Carlo Perego, arcivescovo di Ferrara-Comacchio, ha ribadito: “L’intelligenza artificiale è senza coscienza. L’intelligenza umana è consapevole, e da questa nasce vera fraternità”.

foto Siciliani Gennari-Sir


Famiglia, complessità e stile di vita

Nella chiesa di San Gregorio VII, mons. Paolo Giulietti, arcivescovo di Lucca, ha parlato della famiglia come scuola di alterità, mentre Giulia ed Edoardo hanno condiviso l’esperienza nei campi internazionali dell’Opera La Pira. Mons. Domenico Pompili, vescovo di Verona, ha sottolineato che la famiglia è “soglia” tra generazioni: “Conta la relazione, l’essere accettati. La famiglia è luogo di prossimità e sperimentazione dell’amore, anche se imperfetta e fragile”. Emilia Palladino, docente alla Gregoriana, ha rilevato le sfide della complessità contemporanea: “Lottate per costruire l’amore e il tempo che desiderate. Diventare grandi è un privilegio, usate bene il vostro tempo”. Nella chiesa di San Pietro in Vincoli, don Massimo Angelelli ha affermato: “Gesù propone stili di vita fondati su perdono, rispetto e gratuità”. Mons.Vito Piccinonna, vescovo di Rieti, ha parlato di grazia, grazie e gratuità; Gianni Cervellera ha proposto comprensione, diritto all’errore e felicità come stile di vita.

foto Sir


Oltre la frontiera

Nella chiesa di San Francesco Saverio alla Garbatella, mons. Davide Carraro, vescovo di Orano (Algeria), ha riflettuto sulla parola “frontiera”: “Abbattere le frontiere vuol dire lasciarsi cambiare dall’incontro con l’altro. Essere, stare, osare: è la speranza che ci permette di abitare il mondo con occhi nuovi”. Accanto a lui, Elisabetta Corà ha raccontato la sua esperienza missionaria in Africa, invitando a “osare l’incontro, osare restare, osare ascoltare”. Mons. Gianmarco Busca, vescovo di Mantova, ha spiegato che il coraggio vero è quello dei santi della porta accanto: “È dire ‘riparto’ anche oggi”. Maria Pia Colella, psicologa e formatrice, ha definito il coraggio come fare: “Alzare un piede e fare il passo… ciò che conta sono i cominciamenti”.

foto Siciliani Gennari-Sir


Battesimo, riscatto, pellegrinaggio

Alla basilica di Santa Croce in Gerusalemme, mons. Bernardino Giordano, vescovo di Grosseto, ha ricordato che “il battesimo è un abito che dice chi siamo. Prima di amare, dobbiamo sentirci amati da Dio”. Isael ed Eleonora hanno testimoniato il loro cammino di fede: “Il Giubileo è un invito di Dio a tornare da Lui” e “Il battesimo è stato l’inizio di una nuova vita”. Nella chiesa di Santa Maria della Luce, don Claudio Burgio ha parlato di riscatto: “Speranza è dolore che non si arrende”. Ha narrato storie di perdono e rinascita: “Solo chi rischia può davvero vivere”. Mons. Gherardo Gambelli, arcivescovo di Firenze, ha concluso con tre immagini simboliche: scalpellaccio, perla e angeli con un’ala sola, affermando: “La speranza nasce sempre da un dolore attraversato con coraggio”. Infine, nella chiesa di San Giovanni Battista dei Fiorentini, mons. Giuliano Brugnotto ha guidato il gesto simbolico del pellegrinaggio: lasciare una scarpa fuori dalla chiesa come segno che “la Chiesa è in uscita”. È appena l’inizio: dodici parole, un solo cammino di speranza.

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Diocesi

‘Noi & Voi’ in preparazione al Giubileo dei detenuti

31 Lug 2025

In preparazione al Giubileo dei detenuti che si terrà a dicembre 2025 a Roma, l’associazione di volontariato penitenziario ‘Noi & Voi onlus’ invita a partecipare a una serie di eventi, incontri e attività aperti a tutti dal titolo ‘Costruttori di fraternità, pellegrini di speranza’. Sarà un tempo di ascolto, riflessione e dialogo, nato dal desiderio di abbattere i muri del pregiudizio e costruire ponti di umanità e comprensione.

Ecco il programma:

Sabato 2 agosto alle ore 19 nella chiesa Santa Chiara di Grottaglie, celebrazione eucaristica con le clarisse e a seguire incontro con suor Pierpaola;

domenica 3 alle ore 19 al santuario Gesù Bambino di Massafra, celebrazione eucaristica e a seguire, incontro con l’associazione e serata di fraternità nell’ambito del progetto ‘Oltre l’ombra’;

lunedì 4 alle ore 18, a Casa Viola, Taranto (Mudit, Museo dei tarantini illustri) in via Plateja, performance artistica e testimonianze con ‘S-Confin-Arti’ e a seguire incontro con l’associazione e serata di fraternità;

martedì 5 alle ore 16.30 a Lido Azzurro, nell’ambito del progetto ‘Oltre l’ombra’, incontro e pulizia spiaggia e pineta in collaborazione con ‘Plasticaqquà Taranto’ e serata di fraternità;

mercoledì 6 alle ore a Fragagnano nella chiesa madre Maria Ss.Immacolata, celebrazione eucaristica cui seguirà in piazza Regina Elena l’incontro “Comunità inclusive e giustizia riparativa” con serata di fraternità in collaborazione con Biblioteca N.D.Elena Dell’Antoglietta,  Pro Loco Fragagnano aps e Galattica-Rete Giovani Puglia Nodo Fragagnano.

Gli eventi sono tutti gratuiti, ma è gradita conferma di partecipazione e comunque per ogni informazione, contattare tramite indirizzo mail info@noievoi.net oppure per whatsapp al numero 353 405 8290.

Così ribadisce l’invito l’associazione ‘Noi & Voi onlus’ sulla propria pagina facebook: “Ci rivolgiamo a voi – cittadini, famiglie, scuole, associazioni, comunità religiose, professionisti, giovani e anziani – per camminare insieme. Incontri culturali, testimonianze, laboratori, momenti di preghiera e arte: ogni occasione sarà un’opportunità per sentirsi più vicini, più umani, più veri.
Partecipare è un gesto di coraggio e apertura. È un sì alla speranza. È dire: io ci sono”
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Diocesi

Anche alla San Pasquale, la ‘Festa del perdono di Assisi’

31 Lug 2025

di Angelo Diofano

Anche la parrocchia di San Pasquale Baylon dei frati minori, a Taranto, celebra la ‘Festa del perdono’ nei giorni 1 e 2 agosto.
Così la presenta il parroco padre Vincenzo Chirico: “Quest’anno la festa grande del perdono di Assisi assume i tratti profetici di un grido, il grido di pace nel segno del perdono. Esso è strettamente legato al concetto di pace e riconciliazione, sia a livello interiore che esteriore. Francesco d’Assisi, attraverso questa indulgenza, cercò di promuovere la pace interiore e la riconciliazione con Dio, offrendo un percorso di perdono e conversione per tutti coloro che si avvicinavano alla Porziuncola con cuore pentito. Questo atto di grazia fu visto come un seme di pace che poteva diffondersi nel mondo, superando conflitti e inimicizie. Il ‘Perdono di Assisi’ offre l’opportunità di ottenere l’indulgenza plenaria, ovvero la remissione completa delle pene temporali dovute ai peccati, attraverso la confessione, la comunione e la preghiera. Questo processo di riconciliazione con Dio può portare a una maggiore pace interiore e alla liberazione dai pesi del passato”.

“La pratica del perdono, insegnata da Francesco, – conclude fra Vincenzo  – va oltre la dimensione individuale. Il santo promosse la pace anche tra persone in conflitto. L’Indulgenza della Porziuncola è diventata un simbolo di pace e riconciliazione, richiamando la capacità di superare le divisioni e i conflitti attraverso il perdono e l’amore. Assisi stessa è riconosciuta come città della pace, grazie all’eredità di Francesco e alla sua capacità di promuovere la pace attraverso il perdono”.

Venerdì 1 agosto, dalle ore 17 alle 19 i frati saranno disponibili per le confessioni; alle ore 19.30, santa messa.

Sabato 2, solennità del perdono, le confessioni saranno possibili dalle ore 8 a mezzogiorno e dalle ore 16 alle 19; alle ore 19.30, infine, solenne celebrazione eucaristica.

 

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Diocesi

Martina Franca, il ‘Perdono d’Assisi’

31 Lug 2025

A Martina Franca, i frati minori del convento-parrocchia di Cristo re venerdì 1 e sabato 2 agosto celebrano la solennità del ‘Perdono di Assisi’. In questi due giorni l’indulgenza della Porziuncola si estende alle chiese francescane di tutto il mondo, alle consuete condizioni.

Venerdì primo agosto, sul sagrato della chiesa, alle ore 21, ci sarà l’adorazione eucaristica carismatica  intitolata ‘Con Maria invochiamo Misericordia’.

Sabato 2, alle ore 18.30, sul piazzale del convento, liturgia del perdono e processione d’ingresso in chiesa dove, alle ore 19, sarà celebrata la santa messa solenne; seguirà la preghiera del santo rosario con processione aux flambeau.

 

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Diocesi

San Lorenzo da Brindisi, festa del perdono di Assisi

ph ND
30 Lug 2025

di Angelo Diofano

In occasione della festa del perdono di Assisi, da mezzogiorno del primo agosto alla mezzanotte del giorno seguente sarà possibile ottenere, per sé o per un defunto, l’indulgenza plenaria alle seguenti condizioni: confessione con proponimento di evitare ogni peccato, anche veniale; comunione eucaristica; preghiera secondo le intenzioni del Santo padre con la recita almeno di un Padre nostro e di un’Ave Maria; visita a una chiesa (francescana o cattedrale o parrocchiale); recita del Credo o del Padre nostro, al momento della visita. Le prime due condizioni (confessione e comunione) possono essere adempiute otto giorni prima o dopo l’indulgenza.

Venerdì primo agosto alla parrocchia di San Lorenzo da Brindisi (in viale Magna Grecia) la santa messa sarà celebrata alle ore 19 con i frati cappuccini che accoglieranno le confessioni dalle ore 18 alle 20; alle ore 20, adorazione eucaristica con corona francescana.

Sabato 2, sante messe saranno celebrate alle ore 7.30 e alle ore 19, con confessioni dalle ore 9 alle 12 e dalle ore 18 alle 20.

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Eventi estivi in provincia

L’Uva noscia: quarta edizione della festa popolare dedicata alla regina delle tavole

30 Lug 2025

Torna con la sua quarta edizione “L’Uva Noscia”, la grande festa popolare dedicata alla regina delle tavole: l’uva da tavola di Grottaglie. Un evento che unisce sapori, tradizioni e identità nel cuore pulsante del centro storico, tra chianche antiche illuminate da catene di luci e una cornice ricca di musica, artigianato e cultura.
Organizzata dall’associazione Amici della Fòcra, con il patrocinio del Comune di Grottaglie, la manifestazione si svolgerà venerdì 1 e sabato 2 agosto, trasformando le piazze, le vie storiche e gli scorci più suggestivi della città in un percorso esperienziale unico nella Città delle ceramiche e dell’uva.
Questa iniziativa punta con decisione alla valorizzazione di una delle eccellenze agroalimentari più rappresentative del territorio: l’uva da tavola di Grottaglie, vero simbolo della tradizione agricola locale. Un’occasione anche per promuovere il food tourism, sempre più strategico per l’economia e l’identità culturale del nostro territorio.

 

Sapori autentici nel cuore di Grottaglie

Le piazze Regina Margherita e Rossano ospiteranno un ricchissimo villaggio gastronomico con i sapori della tradizione e tante sorprese per tutti i gusti:

Specialità locali e street food:

Carne alla brace, bombette pugliesi, zampina, fegatini

Pulled pork e hamburger

Pettole, panzerotti farciti, frittelle con mortadella o Nutella

Caciocavallo impiccato, spaghetti all’assassina

Sardellini, fave, uva e insalata di pomodori con pane fritto al momento

Polpette della nonna, arancini, dolciumi, copeta artigianale e cannoli siciliani

Show cooking live del casaro con mozzarelle filanti preparate al momento

Vini locali, birra artigianale, sangria e cocktail serviti in bicchieri in ceramica artistica di Grottaglie, da portare con sé al collo come ricordo della festa e da collezionare

 

Arte, tradizione e territorio

Il percorso tra le piazze sarà animato da:

Artigiani locali con opere fatte a mano

Tornitura dell’argilla dal vivo con l’associazione ‘Torniamo’, a testimoniare la storica vocazione ceramica della città

Animazione per bambini con Tiziana Anti, mascotte e spettacoli a cura dell’associazione Candy Art


Via Risorgimento e Via San Francesco saranno interamente dedicate ai laboratori artigianali dal vivo, con attività di:

Lavorazione del legno

Cucito creativo

Ricami, accessori, oggetti in ceramica, stoffa e materiali naturali

Un vero e proprio percorso esperienziale tra le manifatture fatte a mano, per riscoprire il valore del saper fare.

 

Programma musicale e culturale

Venerdì 1° agosto

ore 20:30 – Saluto inaugurale delle autorità civili

ore 21:00 – Concerto degli Alla Bua, gruppo storico della musica popolare salentina, tra i principali protagonisti della riscoperta della pizzica

A seguire – dj set con Stefano Cardolini

Un mix esplosivo di hit estive, dance, revival e puro divertimento

Durante la serata:

Spettacolo di pizzica in via Forleo con i Fratelli Giumentaro

Sabato 2

ore 21:00 – Premiazione dei produttori di uva da tavola

Omaggio ai coltivatori grottagliesi con mostra-esposizione delle varietà locali

ore 22:00 – al Palasport, Pooh Official Tribute Band (spettacolo ufficiale con effetti scenici e i grandi successi dei Pooh)

A seguire – spettacolo “I Love ’80/’90” con Sandro Toffy

Grande festa finale tra musica, coreografie e luci spettacolari

Un evento per tutti

“L’Uva Noscia” è una festa aperta a tutti: cittadini, famiglie, bambini e turisti. È un omaggio all’identità agricola, artistica e popolare di Grottaglie, città che ogni estate si trasforma in un palcoscenico diffuso di cultura e convivialità. Un appuntamento che consolida Grottaglie come destinazione di eccellenza nel turismo enogastronomico del Sud Italia.

Venerdì 1 e sabato 2 agosto

Centro storico di Grottaglie – Ingresso gratuito

Prima di andar via da Grottaglie, l’organizzazione invita tutti i partecipanti a fare un salto allo “Stand della Regina”!
Qui sarà possibile ritirare gratuitamente un pacchetto di uva da tavola di Grottaglie, simbolo di eccellenza del territorio.
Un gesto per promuovere e far conoscere il prodotto che rappresenta l’identità agricola della città e che merita di essere apprezzato in tutta Italia e anche all’estero.

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Giubileo2025

Leone XIV ai giovani: “Preghiamo per la pace e siamo testimoni della riconciliazione”

ph Vatican media-Sir
30 Lug 2025

di Riccardo Benotti

“Vogliamo la pace nel mondo! Preghiamo per la pace. Oremos por la paz y seamos testimonios de la paz de Jesucristo, de la reconciliación”. Così Leone XIV, al termine del giro in papamobile tra i giovani del Giubileo radunati in piazza San Pietro e lungo via della Conciliazione. Il Papa ha salutato in tre lingue: “Buonasera! Buenas tardes! Good evening!”. Poi ha citato il Vangelo: “Jesus tells us: ‘You are the salt of the earth’, ‘You are the lights of the world!’. ¡Vosotros sois la sal de la tierra, luz del mundo!”. E ha ringraziato i giovani: “Hoy sus voces, su entusiasmo, sus gritos, que todos son por Jesucristo, y ¡los van a escuchar hasta el fin del mundo!”. “Hoy están empezando unos días, un camino, el jubileo de la esperanza, y el mundo necesita mensajes de esperanza – ha aggiunto -. Ustedes son este mensaje, y tienen que seguir dando esperanza a todos”. In italiano ha incoraggiato: “Speriamo che tutti voi siate sempre segni di speranza nel mondo!”. Poi l’invito: “Nei prossimi giorni avrete l’opportunità di essere una forza che può portare la grazia di Dio, messaggio di speranza, una luce alla città di Roma, all’Italia e a tutto il mondo. Camminiamo insieme con la nostra fede in Gesù Cristo”. Infine, prima della benedizione, l’annuncio: “Ci vediamo. Ci troviamo a Tor Vergata. Buona settimana!”.

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Diocesi

Crispiano onora la patrona Madonna della neve

30 Lug 2025

Si terranno nei giorni 3, 4 e 5 agosto a Crispiano i solenni festeggiamenti patronali in onore della Madonna della neve a cura della parrocchia della Chiesa madre retta da don Michele Colucci. “Quest’anno celebriamo – dice don Michele, 56 anni, crispianese –  gli 80 anni della proclamazione della Madonna della neve a patrona di Crispiano (5 agosto 1945) mentre ci apprestiamo a festeggiare i 200 anni dalla fondazione della parrocchia (13 novembre 1826), che saranno solennizzati con un apposito giubileo parrocchiale, la cui apertura è prevista nel novembre prossimo”. La novena in preparazione alla festa (27 luglio-4 agosto) viene predicata dal frate minore cappuccino di origini crispianesi fra’ Sergio Tagliente, del convento di Montescaglioso. 

Il giorno centrale della festa è martedì 5 agosto, solennità della Madonna della neve, indicata nel messale romano come  ‘festa della dedicazione della basilica di Santa Maria maggiore’, il cui titolo latino è ‘Sancta Maria ad nives’. Il soffitto della Chiesa madre crispianese riprende architettonicamente, anche se in maniera più modesta, quello della celebre basilica romana, dove ha desiderato essere tumulato papa Francesco. La pia tradizione vuole che sia stata la stessa Vergine Maria a indicare e ispirare la costruzione di una chiesa a lei dedicata sull’Esquilino. Apparendo in sogno contemporaneamente al pontefice Liberio (papa dal 352 al 366) e al patrizio romano Giovanni, la Madonna chiese la costruzione di un tempio in suo onore, in un luogo che lei stessa avrebbe miracolosamente indicato. Infatti, il mattino del 5 agosto 352 (o, secondo altre fonti, 358) il colle romano dell’Esquilino apparve inspiegabilmente ammantato di neve. Il Papa tracciò il perimetro della nuova chiesa e il nobile Giovanni provvide alla costruzione dell’edificio, ritenuto il tempio mariano più antico dell’Occidente e da sempre una delle più importanti basiliche di Roma.

Fu mons. Giuseppe Antonio de Fulgure, arcivescovo di Taranto dal 1818 al 1833, che nel 1826 istituì la prima parrocchia crispianese denominandola appunto ‘Santa Maria della neve’, quando Crispiano era ancora un villaggio dipendente amministrativamente da Taranto (sarebbe divenuto comune autonomo nel 1919). Da allora il popolo di Crispiano, che già onorava la Madonna col semplice titolo di ‘Santa Maria di Crispiano’ nella cosiddetta ‘chiesa vecchia’ risalente al secolo XIV e situata vicino alle grotte del Vallone, si è messo sotto la protezione di Maria. Subito dopo la seconda guerra mondiale, la Madonna della neve venne proclamata protettrice di Crispiano (5.8.1945). La statua della Vergine venne solennemente incoronata durante l’Anno mariano 1954 (5 agosto 1954).

 La festa richiama ogni anno un gran numero di crispianesi che per vari motivi dimorano lontano dal paese d’origine. Questo il programma delle celebrazioni del 5 agosto: alle ore 8, santa messa presieduta da fra Sergio Tagliente; alle ore 9.30 presiede don Santo Guarino, parroco della San Francesco d’Assisi in Crispiano; alle ore 11 santa messa dei parroci, dei sacerdoti e dei religiosi crispianesi presieduta da mons. Pietro Maria Fragnelli, vescovo di Trapani. Alle ore 18 santa messa presieduta dal parroco, al termine della quale avrà luogo la tradizionale consegna delle chiavi della città alla celeste patrona da parte del sindaco Luca Lopomo e la suggestiva e partecipatissima processione dell’immagine della Madonna della neve che quest’anno per la prima volta raggiungerà la zona di Pentimarossa, ai margini del bosco Pianelle. Al termine, omaggio alla Madonna da parte dell’arcivescovo emerito mons. Filippo Santoro.

Il programma civile prevede, per il pomeriggio di domenica 3 agosto, il giro del paese da parte della ‘Bassa musica – Città di Molfetta’  mentre in serata, in piazza Madonna della neve, avrà luogo l’esibizione del ‘Canzoniere grecanico salentino’, che sta celebrando i 50 anni di attività. Nella serata del 4 agosto presterà servizio il ‘Gran concerto bandistico Città di Francavilla Fontana’ diretto dal m° Ermir Krantja mentre il 5 presterà invece servizio il ‘Gran concerto bandistico Città di Castellana Grotte’ diretto dal m° Grazia Donateo.

A conclusione della festa, intorno alla mezzanotte, spettacolo di fuochi pirotecnici, sulla via per Martina Franca, della ditta Padovano di Genzano di Lucania.

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Città

Le dimissioni di Bitetti sono soltanto l’effetto di una contrapposizione insanabile

29 Lug 2025

di Silvano Trevisani

L’idea di affidare a un accordo di programma, improvvisamente impellente, non poteva che esasperare le contrapposizioni che caratterizzano la convivenza nella città di Taranto. Un’esasperazione di cui le dimissioni del sindaco Bitetti sono una dimostrazione pratica, ma che resta al fondo della storia recente e che non sortirà soluzioni indolori. È almeno un quarto di secolo, cioè da quando l’allora sindaco Di Bello chiuse le cokerie, che lavoro e salute si muovono su piani contrapposti e danno vita a quello che è ormai nella storia come: ricatto occupazionale. Ma sono anche passati 13 anni dal sequestro Ilva ordinato dal giudice Patrizia Todisco, senza che nessun governo abbia avviato una vera svolta.

Tutte le forze politiche, quasi tutte quelle sindacali, ma anche la gran parte della società civile e delle associazioni devono condividere un “mea culpa” generalizzato quanto ormai inutile. Perché ora si deve scegliere: tra la continuità produttiva, che almeno per un po’ di anni causerà ancora inquinamento, ma consentirà a migliaia di famiglie di avere ancora un reddito, e la chiusura degli impianti, che fermerà le emissioni ma non l’inquinamento che dagli impianti continuerà a riversarsi sul territorio, e priverà del reddito quelle migliaia di famiglie di cui, va detto anche questo per onestà, solo una minoranza è di Taranto. E in effetti le organizzazioni sindacali oggi hanno già fatto sentire la loro voce: “Il fallimento e la chiusura dell’Ilva sarebbero un disastro ambientale”.

Ma scegliere non è facile e non è indolore. Mettiamo che Bitetti riesca, ammesso che ne abbia la forza e la volontà, di mettere in moto un meccanismo che porti alla chiusura della fabbrica, chi può immaginare che non saranno stavolta le maestranze a scendere in piazza e occupare il municipio, proprio come avvenne quando la Di Bello chiuse le cokerie? E allora? Bitetti si dimetterà un’altra volta?

E come mai contro i governi che si sono succeduti e le loro scelte scellerate non c’è mai stata una protesta efficace? La farsa della vendita a Mittal, dopo il deleterio regalo a Riva, e la nuova farsa di previsione di cessione a un’azienda pressoché inesistente, nascondono solo incapacità politica. Ora anche la pretesa del governo Meloni e del ministro Urso di calendarizzare un improvvido incrocio tra ripresa del ciclo integrale e un passaggio ai forni elettrici, è molto pretestuosa, oltre che tardiva. Anche la vicenda della nave gasiera, diventata improvvisamente impellente, anche se ci vogliono anni per la costruzione dei nuovi impianti, ha qualcosa di intimidatorio e fuorviante. I tecnici incaricati dal governo sostengono che si può allocare in pochi mesi, ma allora perché tanta fretta se per costruire i dri ci vogliono anni!? E forse ha più a che fare con il nuovo accordo sui dazi o con le pretese di Baku Steel, che con la produzione di preridotto, per la quale il governo prevede ancora anni di tempo! Jindal, concorrente di Baku Steel, definisce, nella sua proposta, assolutamente inutile la nave gasiera pretesa dagli azeri. Ma la verità dove sta?

È evidente che Urso sta, a sua volta, scaricando la patata bollente sulla comunità di Taranto, mettendo intenzionalmente in difficoltà Regione e Comune. Lo avevamo scritto nei giorni scorsi: le decisioni sono troppo importanti per affidarle a un accordo frettoloso. Sul quale incombono varie minacce… Guarda un po’: Genova che ospiterebbe volentieri forno elettrico e impianto dri è la stessa che ha scaricato a Taranto la sua quota di produzione col carbone! Purtroppo a chi gestisce la cosa pubblica spesso fa un po’ difetto la memoria e allora, per dare un piccolo aiuto propongo qui di seguito la prima parte di un articolo che pubblicai su ‘Nuovo Dialogo’, il 19 dicembre 2004, dopo la sottoscrizione del terzo dei cinque accordi-farsa sottoscritti a Bari con la regia di Raffaele Fitto, allora governatore, che fingevano di impegnare Riva a risanare, ma in realtà lo aiutavano a inquinare ancora:

Evidentemente è prevalso il ricatto occupazionale. Se non avevamo condiviso il primo accordo tra Ilva e enti locali del gennaio 2003, non avevamo compreso l’entusiasmo con cui era stato salutato l’accordo del febbraio 2004, non possiamo assolutamente condividere la soddisfazione di istituzioni e sindacati per il terzo, ultimo in ordine di tempo (ma chissà mai se definitivo!) accordo sottoscritto a Bari con la regia del governatore, Raffaele Fitto.

Leggendo attentamente i contenuti dell’intesa, infatti, non rileviamo alcun fatto, alcun progresso significativo. Nulla, insomma, che giustifichi il tanto rumore attorno a questo nuovo atto, molto propagandato ma poco significativo. Ecco perché sosteniamo che più che i contenuti del terzo accordo, il quale altro non è che l’esplicita ammissione che nei due anni scorsi, dopo due atti d’intesa e tanti convegni, non si è fatto assolutamente nulla, sia prevalso il ricatto occupazionale. Ci spieghiamo meglio e ricapitoliamo l’intera vicenda a beneficio di chi non fosse molto addentrato nella materia.

L’Ilva e i Riva sono stati condannati dalla magistratura in primo e secondo grado per il grave inquinamento provocato dai parchi minerali aperti, che riversano sui quartieri limitrofi e sul Comune di Statte (ma non solo!), decine di tonnellate di minerali e polveri tossiche. La magistratura ha, inoltre, disposto la requisizione dei parchi stessi, dando però due anni di tempo all’Ilva per avviare il risanamento del reparto, con la creazione delle condizioni necessarie perché termini la diffusione delle polveri minerali.

Ora che il processo sta per approdare all’ultimo grado di giudizio, davanti alla Corte di Cassazione, l’Ilva ha chiarito definitivamente che di attuare interventi drastici per risolvere la diffusione di polveri non ne vuol neppure parlare e che se la suprema corte confermasse il giudizio non gli resterebbe che chiudere l’Ilva e licenziare i dipendenti. Di fronte a questo pericolo, gli enti locali, che pure avevano promosso l’azione giudiziaria, hanno fatto dietro front, al punto tale da decidere persino di ritirare la costituzione parte civile nel processo, per alleggerire la posizione giudiziaria dell’azienda, prendendo per buoni gli impegni che ha assunto e sostanzialmente confermato, con piccole modifiche, alcune delle quali insignificanti, come l’obbligo dei mezzi di trasporto che viaggiano all’interno dello stabilimento, di procedere a passo d’uomo…”.

Non viene da ridere? Ma l’articolo continua ancora, come questa storia infinita che, comunque si chiuda, avrà gravi conseguenze.

Ma intanto siamo convinti che Bitetti tornerà al suo posto, anche se è un posto che brucia molto in questi giorni, perché abbandonarlo gli meriterebbe la definizione che Dante dette a Celestino V come colui “che fece per viltade il gran rifiuto”.

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Eventi culturali in città

Oggi, martedì 29, per «Un libro in terrazza» c’è Giorgia Lepore

29 Lug 2025

A palar di romanzi e racconti con autori di prestigio. Nel cuore della città vecchia di Taranto si chiude la rassegna letteraria «Un libro in terrazza» organizzata sullo splendido belvedere del duomo di San Cataldo dall’associazione Symbolum ets con il Presìdio del Libro Rosa Pristina. Martedì 29 luglio, alle ore 20, l’appuntamento è con Giorgia Lepore e il suo «Forse è così che si diventa uomini» (Edizioni Eo), racconto in cui, a partire dalla scoperta di un cadavere in una chiesa rupestre di Bari, si articola una nuova indagine dell’ispettore Gerri Esposito, diventato personaggio televisivo nella serie Rai diretta da Giuseppe Bonito grazie alla splendida interpretazione dell’attore tarantino Giulio Beranek. L’autrice dialogherà con Miriam Putignano, referente del Presìdio del libro Rosa Pristina. Il «book corner» sarà allestito dalla Libreria Dickens.

Dunque, nella nuova indagine di Gerri Esposito tutto si snoda in pochi giorni, scanditi da precisi transiti astrologici che fanno da sfondo agli avvenimenti, in cui passato e presente si sovrappongono. E di nuovo, come in una sorta di ciclo karmico mai concluso, l’indagine incrocia le strade di ragazzi, poco più che bambini, che cercano di salvarsi come possono in un mondo che non li accoglie ed è troppo duro per loro.

In una chiesa rupestre nella periferia di Bari viene scoperto un cadavere. Maschio, mezza età, in posizione supina di fronte all’abside, vestito di tutto punto. Sul corpo, un serpente, anch’esso morto. La terza sezione della squadra mobile di Bari arriva per i rilievi di rito. Manca qualcuno: l’ispettore Gerri Esposito ha preso due giorni di permesso, caso più unico che raro, per svolgere una missione personale e importante.

Al suo rientro, Gerri trova l’ufficio in fibrillazione. L’identità della vittima è sconosciuta e le indagini brancolano nel buio. Vengono identificati altri frequentatori del sito: una giovane coppia di adolescenti che per qualche motivo non vuole collaborare; un uomo misterioso che pare uscito da un altro tempo, dagli affreschi della chiesa, e che non parla e non scrive; una ragazzina che ha perso un libro su cui ci sono i suoi disegni e i versi di una canzone in una lingua sconosciuta. Lingua che accende però una lampadina nella mente di Gerri Esposito, grazie all’intervento della mammana Angela, ormai diventata per lui un punto di riferimento fondamentale, che compare a tratti come una dea ex machina, a metterlo sulla strada giusta. Nel frattempo, Gerri deve fare i conti con il proprio passato, che continua a tornare e a scardinare i cassetti blindati in cui lui cerca disperatamente di confinarlo.

Giorgia Lepore è archeologa e storica dell’arte, vive a Martina Franca e insegna Storia dell’Arte al Liceo da Vinci di Fasano. Ha pubblicato «L’abitudine al sangue» (Fazi 2009) e, per le Edizioni Eo, «I figli sono pezzi di cuore», «Angelo che sei il mio custode» e «Il compimento è la pioggia» dai quali è tratta la serie tv «Gerri» andata in ona su RaiUno, prodotta da Cattleya in collaborazione con Rai Fiction e Ministero della Cultura – Direzione Generale Cinema e Audiovisivo.

L’ingresso è libero con posti limitati. Prenotazioni al numero 328.9268385 oppure all’indirizzo email symbolumets@gmail.com.

 

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