Sport

Nel ricordo di Pinuccio Graniglia, per il CT Taranto l’estate è lunga

04 Lug 2025

di Paolo Arrivo

 

Un torneo di alto livello. Un’occasione di confronto e di conforto in una città che, nell’opera di riconversione del territorio, deve puntare anche su questa disciplina sportiva: lo è stato il “Pinuccio Graniglia Open” andato in scena al CT Taranto la settimana scorsa. Un successo da replicare in una seconda edizione prossima. Difficili da guardare, e ancor di più da giocare, a causa della canicola, gli incontri si sono susseguiti senza soluzione di continuità in undici giorni. Dal singolare maschile e femminile al doppio tra gli uomini, la competizione con montepremi di 10mila euro ha dato voce ai talenti della racchetta in un torneo open. Ovvero aperto anche ai non professionisti. Il bilancio è stato positivo, e non sono mancate le sorprese sui campi di gioco.

Non solo sport

L’obiettivo del Pinuccio Graniglia era ricordare una figura chiave nella storia dello sport ionico. L’iniziativa, infatti, è stata fortemente voluta dai familiari di chi era legato a doppio filo proprio al CT Taranto. Che considerava una seconda casa: ne era stato dirigente, il tre volte presidente provinciale del Coni, stimato farmacista. Così l’evento ha coniugato agonismo e memoria. E ha raggiunto le finalità preposte – si è tenuto con il patrocinio del Comune di Taranto, di Sport e Salute, della Federazione Italiana Tennis Padel, di Ki.Fra Comunicazione & Eventi e dell’Ordine dei Farmacisti della Provincia di Taranto. Da segnalare la presenza di Alan Friedman. Il noto giornalista e scrittore ha applaudito e premiato gli atleti nella giornata conclusiva (anticipato di due giorni, l’epilogo), a riprova del profondo legame tra memoria, amicizia e condivisione, tenuti insieme dalla passione comune per lo sport.

Il lavoro del CT Taranto

Dopo il Pinuccio Graniglia, al quale hanno preso parte tra gli altri le campionesse d’Italia Marina Narciso e Valentina Imperio, i campi in terra rossa sono rimasti aperti per un’altra competizione: il circuito “Harmony Cup 2025”, che mette in scena il doppio misto.

Gli eventi si collocano nella prolifica attività del CT Taranto, la cui crescita nell’ultimo biennio è stata importante, in termini numerici e di qualità. Motivo di soddisfazione per il presidente Michele Di Campo che all’inizio del nuovo anno aveva dichiarato gli obiettivi di medio termine: l’organizzazione di un torneo internazionale, mancante dal lontano 1980, e la quinta edizione del torneo Open Padel Città di Taranto, in programma a settembre. Una iniziativa dietro l’altra. Un gran dinamismo, a beneficio degli amanti del tennis. Una disciplina che, per il cosiddetto effetto Sinner, conta sempre più praticanti, appassionati ed esperti. Nella città dei due mari il Circolo Tennis si pone come costante e unico punto di riferimento. Un’eccellenza sportiva nazionale, inoltre, capace di scrivere pagine importanti per il tennis over. L’auspicio è che continui a esserlo parallelamente alla crescita del territorio.

Il percorso della prima edizione del “Pinuccio Graniglia Open” nel racconto fotografico di Giuseppe Leva

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Giubileo2025

Tre percorsi inclusivi verso la Porta santa: “Accessibilità è dignità per tutti”

ph Siciliani Gennari-Sir
04 Lug 2025

“L’accessibilità non è un favore o un’opzione aggiuntiva. È un diritto. Ed è il modo giusto di progettare il presente e il futuro”. Camilla Capitani, ipovedente ed esperta in accessibilità culturale, lo ripete con la calma e la determinazione di chi conosce il tema. Ieri sono stati inaugurati tre nuovi percorsi inclusivi verso la Porta Santa: un progetto pensato per rendere il Giubileo più accessibile a tutti, indipendentemente dalle caratteristiche fisiche, sensoriali, cognitive, anagrafiche e linguistiche. I percorsi partono da piazza del Risorgimento, piazza Pia e piazza Sant’Uffizio e sono dotati di materiali informativi realizzati con linguaggi diversi: testi, audio, video, Easy-to-Read, lingua dei segni italiana e internazionale, Comunicazione Aumentativa Alternativa in pittogrammi. Tutto è consultabile attraverso QrCode, con filmati accessibili in italiano e inglese, sottotitoli sincronizzati e lingua dei segni.

Come usare i percorsi accessibili

📍 Partenze
– Piazza del Risorgimento
– Piazza Pia
– Piazza Sant’Uffizio

🔗 Cosa offrono
– Impronte calpestabili con contrasti cromatici
– Mappe visuo-tattili e Braille
– QR Code con audio-video in italiano, inglese, LIS e lingua dei segni internazionale

📱 Guide online
Disponibili in Easy-to-Read e CAA (pittogrammi):
accoglienzagiubileo.it/mappe-accessibili-giubileo-benvenuti

foto Sir

L’esperienza e la progettazione inclusiva

“Ho collaborato al progetto con il team di esperti, per la mia esperienza nell’accessibilità per le disabilità visive – racconta Capitani – contribuendo alla realizzazione delle mappe tattili, con indicazioni in Braille e QR Code, e alla valutazione delle impronte calpestabili che guidano i pellegrini alla Basilica”. Le impronte, chiare e facilmente individuabili, riportano i colori del logo del Giubileo della speranza a rappresentare la diversità umana. Sono applicate sul pavimento ogni 5 metri, alternate destra e sinistra, per accompagnare passo dopo passo chiunque desideri raggiungere San Pietro. Secondo Capitani, l’inclusione va ben oltre la disabilità: “L’accessibilità agevola tutti. Se una persona che vede poco trova utile una mappa tattile o un percorso segnalato con contrasti cromatici, lo stesso vale per chi quel giorno si è semplicemente dimenticato gli occhiali. La comunicazione inclusiva facilita la vita di tutti”.

Un diritto per tutti, non un’opzione

Il progetto, fortemente voluto dal Commissario straordinario di Governo per il Giubileo della Chiesa cattolica, dal Dicastero per l’evangelizzazione e dalla Protezione Civile di Roma Capitale, ha visto il contributo di esperti come Dino Angelaccio, Miriam Mandosi, Carlo D’Aloisio e Odette Mbuyi, con la supervisione di suor Veronica Donatello, responsabile dell’Ufficio nazionale per la Pastorale delle persone con disabilità della Cei e consultore del Dicastero per la comunicazione della Santa Sede. “Questo progetto è un punto di partenza – sottolinea Capitani – ma l’obiettivo deve essere più ampio: ogni grande evento, ogni manifestazione o progetto pubblico deve pensare all’accessibilità sin dal principio, senza escludere nessuno.

Il messaggio che vogliamo trasmettere è proprio questo”. Sul sito ufficiale del Giubileo sono disponibili in PDF le guide in Easy-to-Read italiano e inglese e in CAA. Mappe visuo-tattili e parlanti, caratteri ad alta leggibilità, scritte in Braille, filmati con sottotitoli e lingua dei segni: ogni dettaglio è stato pensato per non lasciare nessuno indietro. “E speriamo – conclude Capitani – che questo messaggio sia passato anche attraverso l’inaugurazione di ieri. Perché costruire percorsi accessibili significa costruire percorsi di dignità, per tutti”.

foto Sir

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Diocesi

‘Aspettando San Lorenzo’

Gli appuntamenti in preparazione alla festa a cura della parrocchia in viale Magna Grecia

ph ND
04 Lug 2025

di Angelo Diofano

‘Aspettando San Lorenzo’ è il titolo degli appuntamenti in preparazione alla festa parrocchiale di San Lorenzo da Brindisi, a cura della omonima parrocchia in viale Magna Grecia, da sempre affidata ai frati francescani cappuccini.
“Si tratta – dice il parroco, padre Pietro Gallone – di un’iniziativa, che ha avuto luogo fino agli anni della pandemia, la cui finalità è quella di far trascorrere un paio di ore in serenità ai parrocchiani di ogni fascia d’età, al fresco della serata. Si parte alle ore 20.30, negli spazi dell’oratorio, con la proiezione di spezzoni di documentari e spot su problematiche che interessano giovani e famiglie in generale. Poi passiamo alla visione di un film di genere leggero ma mai banale, per rilassarsi un po’. Il tutto,completato dalla possibilità di utilizzare uno spazio gastronomico e di ascoltare un po’ di musica al termine della serata, quale opportunità per due chiacchiere in serenità”.

“Il primo appuntamento, martedì 1 luglio, – conclude padre Pietro – ha registrato il pieno gradimento dei parrocchiani e tanto attendiamo che si ripeta martedì 8 luglio, sempre dalle ore 20.30, quando sarà proiettato il divertente film ‘Un mondo a parte’, con Antonio Albanese e Virginia Raffaele per la regia di Riccardo Milani”.

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Ricorrenze

Alex Langer, un uomo capace di guardare oltre

A trent’anni dalla morte, il messaggio dell’ecopacifista resta vivo e profetico, al punto che in tanti ci chiediamo: che cosa avrebbe detto, che cosa avrebbe proposto, che cosa avrebbe fatto in questi giorni bui?

03 Lug 2025

di Paolo Valente

Su Alex Langer si possono scrivere e si sono scritti libri interi. Il fatto che oggi, a trent’anni dalla sua tragica e prematura scomparsa (3 luglio 1995), ci chiediamo che cosa avrebbe detto, che cosa avrebbe proposto, che cosa avrebbe fatto, dice molto della sua caratura profetica. Era l’uomo capace di guardare oltre. Forse perfino costretto suo malgrado a vedere oltre, col rischio, che è di tutti i profeti, di essere incompreso, sbeffeggiato, lasciato solo.
Certi cuori non hanno difese e continuano a battere forte, anche quando tutto il resto intorno dorme, drogato dall’ideologia e dagli interessi di parte. Finché l’anima prende il volo.
Alexander Langer nacque a Vipiteno, la città più a nord d’Italia, il 22 febbraio del 1946. In una terra, l’Alto Adige, i cui destini erano ancora in sospeso, oggetto di contesa al tavolo delle trattative di pace. Solo il 5 settembre di quell’anno i ministri Karl Gruber e Alcide De Gasperi avrebbero firmato a Parigi l’accordo che sanciva i confini, garantendo al Sudtirolo l’autonomia. Proprio il 22 febbraio, tre anni prima, i giovani studenti della Rosa Bianca (Sophie e Hans Scholl, Christoph Probst) vennero processati dal Tribunale del Popolo di Monaco, condannati a morte e immediatamente ghigliottinati.
Una vita sospesa tra mondi in potenziale conflitto, orientata al coraggio civile, alla giustizia e al bene. Un politico di quelli che rendono vera l’espressione “politica forma più alta di carità”. Una politica non dell’apparire, ma dell’essere. Non del personaggio, ma dei contenuti. Non della convenienza ma del bene comune.
Alex Langer, l’uomo del confine. Passava da una parte all’altra, non come fanno gli opportunisti, ma perché bisogna essere “mediatori, costruttori di ponti, saltatori di muri, esploratori di frontiera”. Perché occorrono “traditori della compattezza etnica”, o di qualsiasi altro tipo di appartenenza che disumanizza quando antepone l’io, il gruppo, alla comune natura umana. Traditori “ma non transfughi”.
Alex Langer, il visionario realista. Come quando all’indomani della caduta del Muro di Berlino presentò al Parlamento europeo una proposta di risoluzione per la riforma dell’Onu. Preoccupato “di fronte alla tragica evidenza dei limiti dell’attuale Organizzazione delle Nazioni Unite, e in particolare del Consiglio di Sicurezza, nel far rispettare tutte le proprie risoluzioni, e farle rispettare con mezzi incruenti, per svolgere il compito primario di evitare guerre e garantire un ordinamento giusto a tutti i popoli” e di “radicare e rafforzare un ordine internazionale giusto, e perciò forte e convincente”. Sembra di sentire Francesco, nel suo senso di impotenza, di fronte alla “terza guerra mondiale a pezzi” e alla “debolezza della politica internazionale”, e Leone col suo appello: “Se vuoi la pace, prepara istituzioni di pace”.
Alex Langer, il manovale della politica. Come quando lavorò alla proposta, da sottoporre all’Unione Europea, per la creazione di Corpi civili di pace, col compito di prevenire i conflitti, di agire nelle regioni in guerra con la forza del dialogo nonviolento, della convinzione e della fiducia da costruire o restaurare, “portando messaggi da una comunità all’altra”.
Alex Langer, l’anticipatore. Come quando, tra pochissimi in Italia, parlava di “conversione ecologica”. E si chiedeva: come può risultare desiderabile una civiltà ecologicamente sostenibile? La risposta la diede l’ultima volta ad Assisi, a Natale del 1994, con un intervento memorabile nella sua semplicità. Si trattava di trovare, con i giovani, le piste “per un futuro amico”. Concluse, come aveva fatto altre volte, citando il motto olimpico “citius, più veloce, altius, più alto, fortius, più forte, più possente”. Dicendo: “Oggi queste tre parole potrebbero essere assunte bene come quintessenza della nostra civiltà e della competizione della nostra civiltà: sforzatevi di essere più veloci, di arrivare più in alto e di essere più forti”. “Io vi propongo il contrario. Vi propongo il lentius, profundius e soavius, cioè di capovolgere ognuno di questi termini: più lenti invece che più veloci, più in profondità, invece che più in alto e più dolcemente o più soavemente invece che più forte, con più energia, con più muscoli, insomma più roboanti. Con questo motto non si vince nessuna battaglia frontale, però forse si ha il fiato più lungo”.
Quel 3 luglio dell’anno successivo non fu il giorno della ritirata. Nemmeno della resa. Semplicemente, questa volta, il fiume non lo poté attraversare, nemmeno sulle spalle di Cristoforo, suo santo ispiratore. Urlò quelle parole, la cui eco risuona, dopo trent’anni, intensa uguale: “Continuate in ciò che era giusto”.
Noi donne e uomini, cittadine e cittadini di un mondo dal fiato corto e dal cuore di plastica, abbiamo grande nostalgia di Alex Langer e la gioia di avere camminato un po’ con lui.
E continuiamo in ciò che è giusto.

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Festa di comunità parrocchiale

La Salinella si accende di vita per l’estate con ‘#Piazzallegra2025’

03 Lug 2025

di Angelo Diofano

Dieci serate per ballare, giocare, incontrarsi e riscoprire la bellezza del quartiere. La Salinella si prepara a vivere un’estate vivere e condividere. L’oratorio-circolo Anspi Salinella annuncia infatti con entusiasmo il ritorno dell’attesa rassegna estiva ‘#Piazzallegra2025 – L’estate giù alla Salinella’.Un titolo che è già una promessa: allegria, condivisione, spensieratezza e una piazza – quella dell’oratorio – dove incontrarsi e riscoprirsi comunità di relazione e condivisione. Per tutto il mese di luglio, grazie alla parrocchia della Santa Famiglia – parroco, don Alessandro Solare – il quartiere Salinella si trasformerà in un vivace salotto a cielo aperto, pronto ad accogliere dieci appuntamenti pensati per far sorridere ogni generazione che avranno luogo negli spazi dell’oratorio-circolo Anspi in via Lago di Garda 64 (zona mercato).
L’obiettivo è quello di offrire occasioni di fraternità e socializzazione trasversale, in un ambiente sano e accogliente, dove bambini, giovani, adulti e più grandi possano sentirsi parte di qualcosa di bello, buono e sano. Il programma è semplice e brillante: Ogni martedì spazio alla sfida con il burraco, il gioco che unisce menti vivaci e cuori leggeri. Ogni venerdì invece ci si scatenerà con la musica, la danza e – ovviamente – tanta allegria. Il tutto nel cuore del quartiere, ‘giù alla Salinella’ (come si usa dire), che vuole splendere con i suoi colori migliori, quelli della partecipazione, della solidarietà e della gioia semplice e autentica. Questa piazza non sarà di mero intrattenimento ma sarà un’occasione per ritrovarsi, per conoscersi, per vivere il bello che già ci circonda.

Questi gli appuntamenti nel dettaglio:

Per la musica: il 4 luglio, ore 20.30, ‘Italian Live Machine: grandi successi della musica italiana’; il 18 luglio, ore 20.30, ‘Libera nos a malo – Ligabue tribute band; il 31 luglio, ore 20.30, ‘Opera IV – Pooh tribute band’.

Per la danza: l’11 luglio, alle ore 20.30, balli di gruppo, latino americani, caraibici a cura della ‘Mascaretti school dance academy’.

Per i giochi: il 25 luglio, alle ore 20.30, ‘Stasera tutto è possibile’, serata di giochi e animazione a cura dei volontari dell’oratorio.

Serate di burraco: 1, 8, 15, 22 e 29 luglio, alle ore 20.30, torneo a coppie. Iscrizioni, 10 euro.

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Nuoto

Mediterraneo Open Water 2025: a metà settembre, un fine settimana ricco di novità

03 Lug 2025

Tante novità per Mediterraneo Open Water che quest’anno giunge alla quinta edizione e celebra il ventennale della Ssd Mediterraneo Sport Taranto che organizza l’evento. A Palazzo di città, la presentazione della gara di nuoto in acque libere che si svolgerà a Taranto i prossimi 13 e 14 settembre. Mediterraneo Open Water 2025 è una tappa del Grand Prix Nuoto di Fondo della FIN (Federazione Italiana Nuoto), è un grande evento sportivo dell’assessorato allo Sport della Regione Puglia, con il patrocinio del Comune di Taranto e la collaborazione del Comando Interregionale Marittimo Sud della Marina Militare. Sarà un fine settimana di sport ad altissimo livello, con la partecipazione degli specialisti nazionali ed internazionali del nuoto di fondo. Ma sarà anche una manifestazione aperta a tutti grazie all’impegno di Opes sempre vicina a Mediterraneo Open Water attraverso la promozione del nuoto amatoriale e per tutti. Sarà, inoltre, un evento che tutela e valorizza l’ecosistema marino, promuove il territorio, sostiene attivamente l’inclusione e il benessere delle persone.
In apertura gli organizzatori hanno rivolto un pensiero ai familiari della vittima del naufragio e dei tre dispersi nel Golfo di Taranto, un episodio che ha scosso profondamente l’intera comunità tarantina. Il sindaco Piero Bitetti, per urgenti impegni istituzionali legati alla vicenda dell’ex Ilva, non è intervenuto alla presentazione ma ha inviato un messaggio di saluto. “Mediterraneo Open Water – afferma il primo cittadino – è un esempio concreto di come la nostra comunità sia pronta a ospitare e promuovere manifestazioni sportive di alto livello, pienamente coerenti con il prestigioso riconoscimento di Città Europea dello Sport 2025, conferitoci da ACES. Siamo orgogliosi di sostenere eventi che non solo valorizzano lo sport come strumento di benessere, inclusione e crescita sociale, ma che rappresentano anche un potente volano per il turismo, l’economia locale e lo sviluppo sostenibile del territorio”.
Il programma di gare inizierà sabato mattina, 13 settembre, dal Castello aragonese, con la distanza del miglio marino (1850 mt) riservata ad agonisti e master. Questa competizione rientra nel circuito nazionale Fin “Gran Prix Open Water 2025” che comprende complessivamente venti tappe. Sempre in mattinata si svolgerà il miglio marino aperto a tutti e promosso da Opes Italia. “Nel pomeriggio – ha spiegato Eliana Boccuni, responsabile area tecnica della manifestazione – nella suggestiva cornice della Lega Navale di Taranto avranno luogo la gara kids per i più piccoli (450 mt) e la Knockout Sprint, novità assoluta per il 2025, una gara a eliminazione in tre manches sulle distanze di 1200, 800 e 400 metri. Ultima gara è in programma domenica mattina: la 3 chilometri anch’essa compresa nel Gran Prix Fin”.
Per il secondo anno consecutivo la competizione si avvarrà della presenza di Fabrizio Antonelli, tecnico federale Fin, preparatore  di grandi campioni. E numerosi saranno i campioni che si tufferanno nel mare di Taranto: Ana Marcela Cuhna, campionessa olimpica Tokyo 2020 (già presente lo scorso anno), Barbara Pozzobon, Campionessa mondiale ed europea, Marcel Schouten, olimpico a Parigi 2024, Dario Verani, campione mondiale 25 km nel 2022, Kristof Rasovsky, campione olimpico a Parigi 2024, Caroline Jouisse, campionessa europea 2022 su 25 km.
Uno dei punti di forza di Mediterraneo Open Water è la location. Le gare si svolgeranno lungo il Canale Navigabile, con spettacolari passaggi sotto il Ponte Girevole, costeggiando il Castello Aragonese. Altrettanto mozzafiato il panorama offerto dalla LegaNavale sezione di Taranto, adagiata sul Lungomare. “Uno scenario straordinario dove sport, storia e cultura si fondono – ha evidenziato Massimo Donadei dg del Comitato organizzatore – lo scorso anno abbiamo avuto 350 iscritti, il 60% dei quali provenienti da fuori regione, tutti sono rimasti colpiti dalla bellezza di Taranto e del suo mare. Tra le novità di questa edizione c’è sicuramente l’allestimento del Villaggio del Mediterraneo su Corso Due Mari, uno spazio vivo e attivo con stand per enti, associazioni, aziende partner con spazi per food e beverage”. Sempre su corso due Mari troverà spazio il Villaggio della Salute e del Benessere grazie alle collaborazioni con Asl, progetto Calliope, Centro di Medicina dello Sport, Farmacie Alioth, associazione Diabete Italia.

“Manifestazioni di caratura nazionale e internazionale come Mediterraneo Open Water, generano turismo sportivo e sono un modo per fare impresa in un territorio spesso avaro di occasioni – ha ricordato Antonello Cassalia, amministratore unico della Mediterraneo – da cinque anni organizziamo questo evento in acque libere per raccontare e valorizzare il nostro territorio. Con i nostri 20 anni di attività in ambito sportivo e i 50 anni nel settore delle costruzioni, siamo certamente una delle realtà imprenditoriali più longeve di Taranto”.
All’incontro sono intervenuti: Vincenzo Di Gregorio, consigliere regionale; Mattia Giorno, consigliere del Presidente Emiliano; Angelo Giliberti, presidente Coni Puglia; Luca Balasco, Sport e Salute Puglia, Carlo Molfetta, dg Giochi del Mediterraneo Taranto, Ruggiero Messina, Fin Puglia settore nuoto di fondo; Vito Mannara, direttore sportivo Lega Navale; Angelo Vozza, presidente Panathlon Club Taranto Principato. In chiusura Ester Annunziata di Swim Salento ha presentato “Swim around San Pietro”, nuotata non agonistica intorno all’Isola di San Pietro in programma domenica 13 luglio.
Patrocini, collaborazioni, sponsor: Regione Puglia, Puglia Regione Europea dello Sport 2026, Comune di Taranto, Fondazione Taranto 25, Aces Europe, Aces Italia, Provincia di Taranto, Comando Interregionale Marittimo Sud MM, Lega Navale Taranto, Giochi del Mediterraneo Taranto 2026, Coni Puglia, Sport e Salute Puglia, Finp, Inail, Cip Puglia.
Asl Taranto, Prevenzione Puglia, Calliope, Jonian Dolphion Conservation, Centro di medicina dello sport, Museo Marta, Irsa Cnr, Marevivo, Confagricoltura, Aut Aut Aut, Dipartimento Universitario Jonico, Associazione B&B Terra di Sparta, Fin Gruppo ufficiali di gara, Fin Salvamento, circolo velico Azimuth, Icron.
BCC San marzano di San Giuseppe, Farmacie Alioth, Puma Project, Centro commerciale Porte dello Jonio, Santacesaria Engineering, Generali Taranto Magna Grecia, Amati Beauty Collection, Star Suite, Swimbiz, Graphilandia, Speedo, Radio Cittadella, Ti Spillo, Franky experience, Bit Mobility.

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Diocesi

Talsano in festa per la Madonna delle Grazie

03 Lug 2025

di Angelo Diofano

Di generazione in generazione, a Talsano, nel punto di sutura fra le saline e la costa jonica, dove la terra non ha mai regalato nulla, ma al contrario è stata lavorata col sudore della fronte, i credenti, di ieri e di oggi continuano a guardare con fede verso la patrona, la Madonna delle Grazie. Come tradizione, la festa si svolge nella prima domenica di luglio secondo un programma di iniziative stilato dal parroco don Pasquale Laporta e dall’apposito comitato. Per l’occasione il simulacro della Madonna delle Grazie nei giorni scorsi è stato traslato in processione dalla rettoria di via Domenico Savino al santuario intitolato alla Madonna di Fatima. Il trasferimento dell’immagine nel tempio sul corso principale è motivato dalla necessità di disporre di più ampi spazi per ospitare gli innumerevoli fedeli che, come consuetudine, partecipano ai festeggiamenti.

Il programma prevede ogni sera, fino a sabato 5 luglio, alle ore 19 la santa messa con riflessioni mariane.

Domenica 6, solennità della Madonna delle Grazie, alle ore 18.30 il parroco don Pasquale Laporta presiederà la santa messa solenne, al termine della quale ci sarà la processione per le strade di Talsano con la partecipazione di tutte le realtà ecclesiali del quartiere e delle confraternite nell’abito di rito. Presterà servizio la banda musicale ‘Città di Montemesola’ diretta dal m° Beniamino Casavola. Le vie lungo il percorso saranno addobbate dai devoti con luci e fiori. Alle ore 21.30, in piazza, concerto della tribute band degli 883 ‘Lupi del Bronx’.

Lunedì 7, alle ore 19 santa messa in ringraziamento; alle ore 21, in piazza, spettacolo di musiche anni 90 del gruppo musicale ’90 Gradi Band’. A mezzanotte, conclusione con lo spettacolo pirotecnico.

Durante i festeggiamenti, ricche luminarie saranno predisposte sul corso principale dove funzionerà il tradizionale mercatino.

Domenica 13 luglio, infine, dopo la santa messa vespertina delle ore 19, la statua della Madonna delle Grazie, portata a spalla dalla confraternita, tornerà in processione nella chiesa-rettoria di via Savino, accompagnata dalla banda ‘SS.Addolorata’ di Talsano diretta dal m. Vito Bucci. Sarà l’occasione per visitare questa graziosa chiesetta che, secondo lo storico De Vincentis, sarebbe stata edificata come badia nel 1350 dai padri basiliani greci, attorno alla quale sorse il primo nucleo di Talsano. La chiesetta fu poi ampliata e restaurata nel 1845 dall’allora re di Napoli Ferdinando II, come attesta una lapide murata nel luogo di culto. Nel 1973 la chiesetta, allora in stato di abbandono, fu visitata dai ladri che asportarono, fra l’altro, un quadro di inestimabile valore raffigurante la Madonna di Costantinopoli, giunta dall’Oriente nell’ottavo secolo. Il 25 marzo del 2017 il rettore mons. Antonio Caforio provvide a far giungere un nuovo quadro, realizzato dall’artista Gianluigi Marzo, sacerdote della diocesi di Ugento, che fu esposto solennemente al posto di quello trafugato.

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Messaggio del Santo padre

Leone XIV: “La nostra terra sta cadendo in rovina”

Le parole del papa nel messaggio per la Giornata mondiale di preghiera per la Cura del Creato

ph Vatican media-Sir
03 Lug 2025

“In diverse parti del mondo è ormai evidente che la nostra terra sta cadendo in rovina”: a lanciare il grido d’allarme è papa Leone, nel messaggio per la Giornata mondiale di preghiera per la Cura del Creato, che sarà celebrata il 1° settembre sul tema ‘Semi di Pace e di Speranza’.
“Ovunque l’ingiustizia, la violazione del diritto internazionale e dei diritti dei popoli, le diseguaglianze e l’avidità da cui scaturiscono producono deforestazione, inquinamento, perdita di biodiversità – denuncia Leone XIV -. Aumentano in intensità e frequenza fenomeni naturali estremi causati dal cambiamento climatico indotto da attività antropiche, senza considerare gli effetti a medio e lungo termine della devastazione umana ed ecologica portata dai conflitti armati”. “Sembra che manchi ancora la consapevolezza che distruggere la natura non colpisce tutti nello stesso modo”, la tesi del pontefice, secondo il quale “calpestare la giustizia e la pace significa colpire maggiormente i più poveri, gli emarginati, gli esclusi”.

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Diocesi

Martina Franca, entra nel vivo la festa patronale

03 Lug 2025

di Angelo Diofano

Venerdì 4 luglio a Martina Franca entrano nel vivo i festeggiamenti patronali in onore dei santi patroni Martino e Comasia. Alle ore 19 ci sarà la santa messa con la benedizione dei portatori. Alle ore 20: è prevista la consegna del ‘Sigillo martiniano’ al prof. Giovanni Liuzzi, storico, e la presentazione del suo studio ‘Le origini di Martina’. La serata si concluderà alle ore 21 in piazza Plebiscito con il complesso bandistico Città di Martina Franca, diretto dal m° Caterina Santoro.

Sabato 5 avrà luogo l’iniziativa ‘Aggiungi un posto a tavola’ in cui sarà offerto il pranzo a domicilio ad alcune famiglie bisognose a cura del comitato festa patronale in collaborazione con le confraternite S.S. Sacramento dei Laici, Natività e Dolori della Beata Vergine Maria, Maria S.S. Assunta, l’associazione Anteas e le Caritas parrocchiali della vicaria. Alle ore 19.30 da Palazzo ducale, corteo guidato dal sindaco Gianfranco Palmisano e dall’amministrazione comunale con le autorità civili e militari diretto in basilica per l’offerta dei ceri e la benedizione alla città: alle ore 21, accensione delle artistiche luminarie della ditta Faniuolo da Putignano (interamente donate dall’azienda Happycasa) ed esibizione in piazza XX Settembre del Gran concerto bandistico ‘Città di Rutigliano’ diretta dal m° Gaetano Cellamara.

Domenica 6, solennità di San Martino e Santa Comasia, alle ore 11 l’arcivescovo mons. Ciro Miniero presiederà il solenne pontificale. Dopo la santa messa delle ore 18.30, avrà luogo la processione con le statue dei santi patroni (portate a spalla da giovani, adulti, uomini e donne) che attraverserà numerose vie della città, con una sosta di preghiera per gli ammalati nell’ospedale Valle d’Itria. La processione sarà accompagnata dal Gran concerto bandistico ‘Città di Rutigliano’ diretto dal m° Gaetano Cellamara e dal complesso bandistico ‘Città di Martina Franca’ diretto dal m° Caterina Santoro. Al rientro, alle 21.30, si terrà la santa messa. Alle ore 22, in piazza Plebiscito, si esibirà il Gran concerto bandistico Città di Rutigliano. La giornata si concluderà alle 23.30 con uno spettacolo piromusicale a cura della ditta Itria Fireworks al parcheggio Orti del Duca, in Valle d’Itria.

Lunedì 7, alle ore 19, nella basilica di San Martino, si terrà la santa messa di ringraziamento; alle ore 20, la rassegna dei cori parrocchiali ‘Note in Canto’ e alle ore 22 è previsto il concerto offerto dall’amministrazione comunale.

Le celebrazioni saranno animate dal coro della basilica diretto dal m° Antonella Ignatti.

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Politica italiana

Decreto flussi: la verità dietro i numeri

foto Sir
02 Lug 2025

di Oliviero Forti *

Il Consiglio dei ministri ha varato un decreto-legge che consente, per il prossimo triennio, l’ingresso di circa mezzo milione di lavoratori stranieri di cui 230.550 per lavoro subordinato non stagionale e autonomo e 267mila per lavoro stagionale nei settori agricolo e turistico. Si tratta del 10% di lavoratori stranieri in più rispetto al precedente decreto flussi. Si incentivano, inoltre, gli ingressi fuori quota con un percorso graduale, che riguardi anzitutto i profili professionali più ricercati dai datori di lavoro e che potenzi la formazione dei lavoratori nei Paesi di origine.
Ad una prima sommaria analisi, il provvedimento del Governo sembra poter dare una risposta robusta e definitiva al fabbisogno del mercato del lavoro, incentivando in questo modo le migrazioni regolari. Tuttavia, per formulare un giudizio più compiuto è necessario leggere questi dati alla luce dell’ultimo monitoraggio della campagna ‘Ero straniero’ che evidenzia come nel 2024 solo il 7,8% delle quote di ingressi stabilite dal Governo si è trasformato in permessi di soggiorno e impieghi stabili e regolari. Sono state, infatti, appena 9.331 le domande per l’ingresso di lavoratrici e lavoratori finalizzate presso le prefetture italiane, su un totale di 119.890 quote assegnate nel corso dell’anno.
Dunque, solo una minima parte dei lavoratori che entrano nel nostro Paese con il decreto flussi riesce a stabilizzare la propria posizione lavorativa e giuridica. La maggior parte delle persone scivola in una condizione di irregolarità e precarietà. Il sistema continua a non funzionare, nonostante gli interventi normativi di questo Governo. La procedura si inceppa sia nella fase precedente all’arrivo in Italia, con riferimento al rilascio del visto da parte delle nostre rappresentanze, sia una volta giunti nel nostro Paese. In questo caso, essendo possibile lavorare anche solo con il nulla osta, il datore di lavoro, in attesa della convocazione presso le prefetture, impiega nell’immediato il lavoratore. Se, però, il rapporto di lavoro si interrompe prima della conclusione della procedura e prima che sia stato rilasciato il permesso di soggiorno, il rischio per il lavoratore straniero di rimanere senza documenti e scivolare nell’irregolarità è molto alto. Ci sono poi frequenti casi di truffe in cui il datore di lavoro attiva tutta la procedura per far entrare il lavoratore, ma poi si rifiuta di formalizzare il rapporto di lavoro una volta che il cittadino straniero è giunto in Italia. Peraltro, può accadere che la disponibilità da parte del datore all’assunzione venga meno perché l’ingresso è avvenuto con tempi troppo lunghi rispetto alle esigenze dell’azienda o delle famiglie.
È evidente, quindi, che aumentare i numeri degli ingressi per lavoro è certamente un segnale positivo, ma per raggiungere i risultati attesi sarebbe necessario e urgente intervenire sull’attuale legge, modificandola, per superare definitivamente un meccanismo di ingresso assolutamente disfunzionale, non in grado di fare incontrare la domanda e l’offerta di lavoro e che si presta, oltretutto, ad una serie di attività fraudolente.

(*) Caritas Italiana

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Fede & cultura

L’arte, un ponte verso la fede: l’Infiorata di via della Conciliazione

02 Lug 2025

di Giada Di Reda

In occasione della solennità di san Pietro e Paolo, patroni della città eterna, via della Conciliazione si è trasformata in un museo a cielo aperto, grazie alla dodicesima edizione dell’Infiorata storica. Un tripudio di arte e fede, con quadri e tappeti floreali dedicati al tema della preghiera, che ogni anno si arricchisce di significati sempre più densi e attuali, in cui – come evidenziati da artisti, poeti e dal Magistero della Chiesa – l’arte si trasforma nella via silenziosa che conduce l’uomo a Dio.

La manifestazione, organizzata dalla Proloco di Roma capitale in collaborazione con l’Unpli – Unione nazionale delle Proloco d’Italia – ha avuto come tema centrale il Giubileo della speranza; una virtù che ha preso forma nelle opere floreali realizzate con petali secchi, sale, sabbia colorata, zucchero e pigmenti naturali.

Un’ondata di bellezza che ha adornato il cuore spirituale di Roma, quel tratto che conduce l’uomo verso il simbolo della cristianità, Piazza San Pietro, da sempre simbolo universale di fraternità e comunione tra popoli.

Questa forma di arte effimera ha le sue radici nel XVII secolo; la prima testimonianza documentata risale al 1625, quando Benedetto Drei, architetto e fiorista italiano, responsabile della Floreria apostolica in Vaticano, ebbe l’intuizione di decorare la Basilica vaticana con dei quadri di fiori composti sui pavimenti; tradizione ripresa e portata avanti da suo figlio Pietro insieme al celebre artista Gian Lorenzo Bernini, che realizzarono dei veri e propri tappeti floreali durante le celebrazioni religiose. Un’espressione artistica che si è presto diffusa in diverse località italiane, tra cui Genzano, Spello, Bolsena, Noto, divenendo espressione viva di fede e tradizione popolare, rievocata in occasione della festa religiosa del Corpus domini.

Diversi pensatori e artisti si sono interrogati, hanno indagato e riconosciuto il legame profondo tra arte e spiritualità. Marc Chagall, uno tra i principali pittori del Novecento, nato a Vitebsk nel 1887 da un’ umile famiglia ebraica, ha riconosciuto nell’arte sacra e nella pittura, non una semplice raffigurazione di scene religiose, bensì l’esplorazione della condizione umana, della sua storia e dei suoi sentimenti. Egli cercò di interpretare e rappresentare la Bibbia non come semplice narrazione, ma come fonte di poesia ed esperienza umana universale; Chagall definiva il libro sacro, una fonte inesauribile di lirica, la più ricca di tutti i tempi.

Pavel Florenskij, filosofo, teologo e scienziato russo, nato nel 1882 a Evlach (Azerbaigian), ha riconosciuto nell’arte una via d’accesso al mistero del divino. Egli vedeva nell’iconoclastia una presenza viva del sacro, la possibilità di rendere visibile l’invisibile; nella sua opera ‘Le porte regali’ egli riassume la sua concezione di espressione artistica come manifestazione del trascendente, in cui “l’arte non è un gioco di forme ma è rivelazione spirituale”.

Il Magistero della Chiesa si è più volte rispetto al rapporto tra bellezza e fede. Indimenticabile, in questo senso è la Lettera agli artisti di Giovanni Paolo II, datata 4 aprile 1999 e rivolta “a quanti con appassionata dedizione cercano nuove «epifanie» della bellezza per farne dono al mondo nella creazione artistica”. In tale occasione il pontefice, sottolineando il ruolo dell’arte come espressione dell’interiorità e linguaggio di comunicazione, invitò gli artisti alla riscoperta di quella dimensione spirituale e religiosa che da millenni guida l’uomo e si esplica nell’opera compiuta.

Citando anche Dostoevskij, in riferimento alla “bellezza che salva”,egli intimò ad una cooperazione più proficua tra  Chiesa e arte, riconoscendo in quest’ultima un ponte tra l’uomo e Dio.

Anche Benedetto XVI, si è mostrato nell’arco del suo pontificato molto sensibile al tema, riflettendo sul legame profondo tra fede, verità e bellezza, quali doni di Dio all’uomo, tra loro armoniosamente intrecciati per guidare l’animo umano alla contemplazione del mistero divino.
In occasione dell’incontro con gli artisti, tenutosi nella Cappella Sistina il 21 novembre 2009 egli ribadì che “l’arte cristiana autentica è un modo per predicare il Vangelo”.

Papa Francesco, nel suo Discorso agli artisti partecipanti all’incontro promosso in occasione del 50° anniversario dell’inaugurazione della collezione d’arte moderna dei Musei vaticani, del 23 giugno 2023, affermò che “la bellezza è una via privilegiata per aprire il cuore umano al Vangelo”, sottolineando che l’arte ha il potere di evangelizzare, toccando le corde più profonde dell’animo, avvicinando anche chi non crede alla profondità del mistero di Dio, lungi da ogni forma di proselitismo.

In quest’anno giubilare, l’Infiorata storica ci ricorda che l’arte, quando ispirata dalla fede, si trasforma in un linguaggio universale in grado di guidare il cuore dell’uomo verso Dio, aprendo l’animo umano al mistero e alla speranza.

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Venti di guerra

Ma davvero investire sulla guerra è l’unico modo di salvare il Siderurgico?

02 Lug 2025

di Silvano Trevisani

Che farne dell’ex Ilva? Incontri a vari livelli, ministeriali, sindacali, interistituzionali si susseguono serrati in questi giorni. Avvengono su vari tavoli: il governo media, in modo un po’ confuso, sull’accordo di programma, i sindacati sono alle prese con la tenuta dei posti di lavoro e la cassa integrazione. L’ultimo ieri a Bari con la mediazione di Michele Emilliano. Gli enti locali devono barcamenarsi tra esigenze sociali e ambientali da una parte, e tenuta dell’occupazione dall’altra, che può passare solo attraverso l’ambientalizzazione. Che però appare, allo stato attuale, come una chimera più che una certezza, legata com’è a condizioni altrettanto capestro, come l’installazione di un rigassificatore (galleggiante?) per la produzione di “preridotto”. Che si potrebbe acquistare già “tutto fatto”.

Ma negli ultimi giorni sta prendendo spazio, a vari livelli, l’idea che lo stabilimento siderurgico si può salvare utilizzando le enormi risorse previste per gli investimenti militari. Ne ha parlato con convinzione la Confapi, che propone una visione basata su tre pilastri: “la nazionalizzazione dello stabilimento e l’attivazione del Golden Power, il finanziamento della riconversione industriale attraverso i fondi (800 miliardi di euro) del piano europeo ReArm Europe, la valorizzazione dello stabilimento di Taranto come asset strategico per settori chiave – automotive, navalmeccanico e difesa – con una produzione di acciaio ad alta qualità, inclusi gli acciai “balistici”. In questo contesto, Taranto può e deve giocare un ruolo centrale come polo strategico europeo per l’acciaio destinato anche al comparto difesa”.

Ma la proposta vanta già un importante fautore: Antonio Gozzi, presidente di Federacciai e imprenditore siderurgico, che suggerisce esplicitamente di inserire Acciaierie d’Italia, all’interno del grane comparto europeo del riarmo accedendo ai fondi della Difesa.

Immediata la reazione delle associazioni ambientaliste, a cominciare da Andrea Franchi, presidente del Tarentum Forum Aps, secondo cui “la sicurezza europea non può passare sul cadavere di una città”.
Ma è fin troppo evidente che se davvero l’Italia spenderà cento miliardi l’anno per riarmarsi contro nemici inesistenti e che proprio l’eccesso di armi potrebbe “materializzare”, e deciderà di produrre in casa almeno una parte delle sue attrezzature di morte, l’acciaio sarà indispensabile, quindi… C’è la possibilità concreta che la riscoperta strategicità dello stabilimento passi proprio per il ReArm Europe, idea orribile e del tutto contraria alla strategia della pace.

Per Taranto non sarebbe altro che il ritorno al leit motive della sua economia storica: la guerra. Che ha prodotto gli stabilimenti della Marina, l’Arsenale Militare, gli Stabilimenti navali che utilizzavano, molti ormai non ne hanno più memoria, piccole fonderie attive sul bacino della Circummarpiccolo.

Per altro va sottolineato che l’economia di guerra non ha mai portato bene alla città che, ad esempio, è sotto organico di oltre mille unità proprio in quelle istituzioni militari su cui ha fondato la propria economia. E che, in maniera ricorrente, ha presto dismesso e delocalizzato le produzioni industirali appena le guerre finivano. Vedi la storia dei Cantieri navali, vedi il trasferimento a La Spezia, Monfalcone e altrove di costruzioni e riparazioni navali.

La storia insegnerà qualcosa? Forse no. La presidente Meloni, infatti, ha citato l’antico detto latino attribuito a Vegezio (in realtà greco): “Si vis pacem para bellum”, ma dimenticando, o forse non ben conoscendo, il senso reale della frase che è semplicemente questo: “Se vuoi la pace scendi in guerra”, concetto meglio esplicitato da Cornelio Nepote: “La pace si ottiene con la guerra”. E ancora meglio da Cicerone. Tutta gente che non ha mai investito molto sulla pace.

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