Verso una nuova Jalta?
 
                Mai il mondo ha avuto classi dirigenti così incapaci di vedere la luna oltre il loro dito. Viene in mente la frase shakespeariana dal Re Lear: “Sono tempi terribili quelli in cui i pazzi guidano i ciechi.” A sospirare nell’opera del drammaturgo, è il conte di Gloucester, nella prima scena del quarto atto. Nel giro di poco tempo, Trump ha diffuso il comunicato sull’entità del trenta per cento di dazi da imporre all’Ue e ad altri ventitré stati, che gli consentirà di avere la quarta maggiore fonte di entrate del governo nazionale. I dazi non sono sempre uguali per tutti perché sono variabili secondo i settori merceologici. Se a ciò, si aggiunge anche l’andamento del tasso di cambio euro-dollaro, i Paesi europei si troveranno con un ulteriore dazio con un danno di circa il venti per cento per l’Italia. All’Ue la reazione alla lettera di Trump è stata cauta, privilegiando la volontà di tentare un dialogo con Trump per approdare a una soluzione in vista della quale la presidente Ursula von der Leyen ha deciso di sospendere la lista di contro dazi predisposti dall’Ue. L’imprevedibilità di Trump non va sottovalutata e non si esclude di intervenire attraverso la web tax che nuocerebbe alle big tech americane, la riduzione dell’export dei rottami di alluminio e di un pacchetto da oltre settanta miliardi contro le tariffe di Trump. Si vedrà se anche questa volta Trump rimodulerà la percentuale dei dazi e farà un passo indietro che consentirà qualche margine di recupero nei mercati europei. La strategia di Trump è di usare la guerra commerciale dei dazi per fare cassa e ripianare il deficit del bilancio federale che è la reale motivazione di queste recenti iniziative contro l’Ue. Altro discorso è l’annuncio sul mutamento di programma riguardo il sostegno all’Ucraina. Due settimane fa, Trump aveva ordinato la sospensione della consegna di armi, nel tentativo di far ragionare Putin. Nelle ultime ore, Trump ha detto di essere insoddisfatto dall’atteggiamento di Putin, che “parla in modo gentile e poi la sera bombarda tutti”, e, poi come Antonio nel Giulio Cesare (“Bruto è uomo d’onore”), ha aggiunto che non lo ritiene un assassino. Il nuovo piano americano permetterebbe all’Ucraina di passare ad azioni offensive attraverso l’uso di missili a lungo raggio in grado di raggiungere obiettivi in profondità nel territorio russo. Missili che si sommerebbero al sistema di difesa aerea Patriot, già avuti dall’esercito ucraino grazie al contributo tedesco finora implementato, ma che non è più possibile fornire all’Ucraina per carenza numerica. Oltre a ciò, Trump nell’incontro con il segretario generale della Nato Mark Rutte ha aggiunto che potrebbe anche imporre alla Russia dazi più drastici se non sarà raggiunto un accordo per fermare la guerra in Ucraina con tanto di ultimatum: entro cinquanta giorni. Questa decisione dovrebbe avere ripercussioni più forti sull’economia russa perché riguarda anche i Paesi che acquistano le esportazioni dalla Russia, grazie alle quali finora ha guadagnato miliardi di dollari. Nelle stesse ore a Kyiv, il ministro della difesa ucraino Umerov ha incontrato Keith Kellogg, inviato speciale di Trump, per trattare della produzione congiunta di armi in Ucraina, delle esigenze dell’esercito ucraino e delle sanzioni contro la Russia. È uno strappo nelle relazioni fra Usa e Russia oppure il filo rosso che lega le due amministrazioni non si è lacerato del tutto? Trump e Putin non si intendono sulle questioni di natura politica e internazionale, ma ci sono punti di contatto su questioni di business. Il primo aspetto da considerare è che non sono mai stati così amici, come la stampa occidentale rimarca, ma leader orientati a perseguire l’interesse della propria nazione, anzitutto con una elevata attenzione agli atteggiamenti dei rispettivi elettorati. Stanno facendo il gioco del coniglio, come nel film Gioventù bruciata – con James Dean – in cui due ragazzi lanciano contemporaneamente le loro auto verso un dirupo. Chi scende prima di arrivarvi è il coniglio, quello che continua ottiene la stima della comitiva. Il secondo aspetto riguarda chi finanzierà l’invio dei missili a lungo raggio in Ucraina. Dalle parole di Trump emerge che il costo dell’invio di queste armi spetterebbe ai Paesi europei aderenti alla Nato. Putin però potrebbe percepirlo come un coinvolgimento dell’Alleanza nel conflitto, con reazioni di una postura difensiva della Russia e conseguenze sul piano militare, richiamando in causa lo spettro nucleare. Ma vi è un aspetto che va evidenziato. Perché Trump minaccia di applicare i dazi entro cinquanta giorni durante i quali la Russia può avanzare sul suolo ucraino, prima dell’arrivo del generale inverno? Perché Trump dà questo vantaggio a Putin pur continuando a inviare armi a Kyiv, pagate, però, dagli europei? C’è una frase attribuita ad Andreotti, ma lui stesso ammise di averla sentita da un cardinale che citava colui a cui va attribuita la paternità della frase cioè papa Pio XI. La è: “A pensar male del prossimo si fa peccato ma si indovina”. Allo stato attuale delle cose sembra che la Russia e gli Usa stiano più accerchiando e indebolendo l’Europa, a spese dell’Ucraina. Non è che hanno il proposito di una spartizione, tipo Jalta nel 1945?
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