Tracce

Una sintonia fra la politica e gli affari

Ansa/Avvenire
14 Ott 2025

di Emanuele Carrieri

Strano, tutto strano, del tutto strano. A partire dal nome. Tregua? Pace? Armistizio? Cessate il fuoco? Ma che cosa è esattamente? È la sospensione momentanea della mattanza della popolazione civile della Striscia di Gaza da parte delle forze armate israeliane? Forse, ma, in sostanza, è una spartizione di risorse energetiche: il giacimento di gas, al largo della Striscia di Gaza, rivendicato dalla Palestina, che rientra nella zona economica esclusiva, vale a dire la porzione di mare, di quasi duecento miglia marine, sulla quale lo stato costiero ha diritti per lo sfruttamento e l’uso delle risorse naturali. Dunque, le concessioni rilasciate da Israele ad altri attori hanno seri profili di illegittimità internazionale: è una ruberia che, nel linguaggio comune, corrisponde a un furto. I titoli dei giornali e le dichiarazioni della politica mondiale hanno parlato e stanno tuttora parlando di tregua e di pace ma, sotto la facciata, c’è una posta in ballo che ha poco a che fare con il disinteresse. È potere, è denaro, è controllo. Lì, sotto il mare, è sepolta una verità difficile e coperta da anni di accordi presentati come tecnici, che hanno, in fondo, una sostanza economica. A Sharm el-Sheikh il governo di Trump ha schierato una delegazione formata da imprenditori e da businessmen anziché da diplomatici e da negoziatori: Steve Witkoff e Jared Kushner sono nello stesso tempo segnale politico e forza economica. Ciò che resta nascosto sono due giacimenti di gas naturale al largo della costa della Striscia di Gaza, scoperti nel settembre del 2000, a una distanza di ventidue miglia marine e a una profondità di oltre seicento metri, stimati fra trentaquattro e trentasei miliardi di metri cubi. Dal 2000, i due giacimenti sono al centro di dispute legali e politiche: le potenzialità energetiche, le ricadute fiscali e le leve geopolitiche. Chi controllerà quel campo avrà una leva economica e strategica su Gaza e sul Mediterraneo orientale? Ma ai tavoli della diplomazia siedono attori economici che vedono nella ricostruzione una opportunità di investimento. Tutto ciò rende la parola ricostruzione ambigua: è una promessa di aiuto oppure è un progetto di appropriazione delle risorse e di controllo del territorio? La Striscia di Gaza non è solo un teatro di guerra: nella ristrutturazione regionale in atto è un sito strategico sacrificabile per permettere il dispiegarsi di corridoi economici, di rotte energetiche e di reti digitali. La questione palestinese così è stata ridimensionata, facilitando progetti che richiedono territori gestibili. Se l’obiettivo è la costruzione di porti, di gasdotti e rotte commerciali, la stabilità che le grandi infrastrutture esigono deve tradursi in un ridisegno demografico e politico. Chi controlla cavi sottomarini e porti, controlla soprattutto i flussi di potere. Questa è la definitiva sintonia fra l’autorità pubblica e gli interessi privati, la politica e gli affari, il potere e il denaro. Due dimensioni mai del tutto separate, se non nelle teorie più astratte della politica e del diritto, ma che hanno raggiunto un punto di fusione totale nelle trattative di Sharm el-Sheikh. Nessuno personifica quella fusione meglio di Jared Kushner, il genero di Trump che, pur non avendo alcun ruolo ufficiale, è stato uno dei più attivi artefici dell’accordo. Sono sue le due intuizioni diplomatiche e affaristiche che hanno scandito il destino della Striscia di Gaza fin da prima del 7 ottobre del 2023: il progetto dello sfruttamento della zona come miniera immobiliare e, nel 2020, la approvazione degli accordi di Abramo, che avrebbero dovuto normalizzare i rapporti commerciali fra le monarchie del Golfo e Israele, rendendo innocue sia la questione palestinese sia le ambizioni egemoniche dell’Iran. Kushner non è solo un immobiliarista, ma è anche il fondatore e dirigente di una finanziaria privata, la Affinity Partners, il cui maggior azionista è il Fondo Pubblico di Investimento dell’Arabia Saudita, che ha oltre due miliardi di investimenti nell’azienda. In tale gioco delle parti, così intricato, è in sostanza impossibile distinguere l’interesse dei governi da quello dei privati. D’altra parte, è una sorpresa positiva che una sintonia così torbida possa perfino generare un accordo di pace, sia pure fragile e precario. Considerando la portata della mattanza degli ultimi anni, l’accordo è già tanto. È giusto essere felici per la fine della segregazione degli ostaggi israeliani, per la liberazione di quasi duemila imprigionati palestinesi e per la fine dei bombardamenti e della distruzione di quel che resta di Gaza. È un momento di gioia, celebrato nelle piazze, sia dagli israeliani sia dai palestinesi. Rimane, però, il fatto che è un accordo gonfio di non detti e di promesse, stipulato e concluso al di fuori di tutte le sedi delle organizzazioni internazionali, come le Nazioni Unite, e quel che è peggio, i palestinesi, come soggetto politico, o sono assenti o sono messi ai margini. La Striscia di Gaza, che l’esercito israeliano occuperà ancora per oltre la metà, si incammina verso il protettorato di affari a guida Trump, Gerusalemme est rimane capitale di Israele, la Cisgiordania resta occupata e ricolonizzata. Inquietante, nel piano Trump, è l’assenza di qualsiasi riferimento alla Cisgiordania e alle colonie, compreso il piano E1, che taglia il territorio in due e che è stato approvato dal governo israeliano il mese scorso. La domanda che resta in sospeso è quanto valga, in questo contesto, l’interesse delle persone che a Gaza ci abitano e che a Gaza hanno intenzione di restarci. Può darsi che i negoziati abbiano migliorato le prospettive. Lo speriamo tutti, ovviamente, ma non è consigliabile nutrire tante illusioni. Il dato di fatto è che la sintonia fra politica e affari, fra l’autorità pubblica e gli interessi privati, fra poteri e denari, si realizza molto spesso a scapito della società civile, comprimendone i diritti per facilitare i monopolisti del potere e della ricchezza.

VISITA IL MENÙ DEL GIUBILEO

Leggi anche
Editoriale

Una fase nuova e inaspettata

È una discussione periodica, che ricomincia dopo la conclusione di ogni tornata elettorale. Gli analisti, i commentatori, gli esperti, gli opinionisti, i politologi, i sociologi provano ad analizzare e, poi, cercano di interpretare le ragioni per cui, in questi tempi, la metà degli aventi diritto al voto sfugge l’appuntamento con le elezioni. Ormai avviene sempre […]

Da Betlemme, la voce di due padri uniti dal dolore e dalla speranza di pace

Rami e Bassam, un israeliano e un palestinese, hanno perso entrambi una figlia nel conflitto. Oggi trasformano il dramma più grande in impegno per la riconciliazione

Migranti, Pietro Bartolo: “Non far cadere l’oblio sui morti e sui vivi”

“Una volta sognai di essere una tartaruga gigante con scheletro d’avorio che trascinava bimbi e piccini e alghe e rifiuti e fiori e tutti si aggrappavano a me, sulla mia scorza dura. Ero una tartaruga che barcollava sotto il peso dell’amore molto lenta a capire e svelta a benedire. Così, figli miei, una volta vi […]
Hic et Nunc

Disoccupazione, povertà, denatalità: il report dell'Inps a Taranto e provincia

Disoccupazione, povertà, denatalità: sono i drammatici fenomeni che caratterizzano la situazione di Taranto oggi. La gravissima crisi industriale e la mancanza di alternative, pur tanto attese, fanno di Taranto e provincia un fanalino di coda della condizione socio-demografica italiana, che pure non brilla affatto nonostante i proclami. È dal Rendiconto sociale dell’Inps che scaturisce questo […]

Celebrazioni per i defunti a Talsano

A Talsano ci si prepara ad onorare i defunti con celebrazioni al cimitero ‘Porta del Cielo’. Nella mattinata di sabato primo novembre, secondo convenzione stipulata con l’amministrazione comunale, la banda musicale cittadina ‘Giovanni Paisiello’ diretta dal m° Vincenzo Simonetti girerà per i vialetti del cimitero talsanese. Domenica 2, alle ore 15.30, sul piazzale antistante la […]

Rinascere donna: incontro culturale alla parrocchia del Rosario di Talsano

Giovedì 30 ottobre alle ore 19 alla parrocchia Maria Santissima del Rosario di Talsano il parroco don Armando Imperato dialogherà con suor Palmarita Guida sui temi del suo ultimo libro intitolato ‘Rinascere donna – Oltre il femminismo una nuova libertà’ (Antonio Dellisanti editore). Collaboratrice di Radio Maria, Famiglia Cristiana e Maria con te, nonché pittrice e autrice di numerose pubblicazioni, […]
Media
31 Ott 2025