Gaza sotto assedio

Una testimonianza da Gaza: “Nella Striscia gli animali vivono meglio degli uomini”

Striscia di Gaza, Rafah - foto K/Sir
22 Feb 2024

di Daniele Rocchi

“Siamo continuamente sotto pressione, non sappiamo quale sarà il nostro futuro. La sensazione è quella che si può morire da un momento all’altro senza che ce ne rendiamo conto”. A parlare, dalle vicinanze di Rafah, al confine tra Gaza e l’Egitto, è Karim (nome di fantasia, ndr), infermiere in una delle poche strutture sanitarie ancora operative nella Striscia, per questo in prima linea nell’assistere la popolazione civile sfollata spinta ancora più a Sud dall’esercito israeliano. Il sistema sanitario gazawo è praticamente crollato: al Sud gli ospedali Nasser Medical Complex e al Amal non riescono ad assicurare nemmeno le cure essenziali alle centinaia di pazienti rimasti al loro interno dove hanno trovato rifugio anche migliaia di sfollati in fuga dalle bombe. Il Nasser è stato occupato dai militari israeliani che hanno arrestato un centinaio di persone ritenute terroristi di Hamas, tra loro circa 70 sarebbero operatori sanitari del complesso medico che è stato trasformato in caserma. L’Ospedale europeo lavora al 30% della sua capacità. Fonti interne del nosocomio, costruito nel 1989 dall’Unrwa con fondi europei, confermano: “sentiamo combattere nelle vicinanze, non abbiamo medicine, farmaci, ricambi per apparecchiature, le scorte sono praticamente finite. Gli operatori sanitari rischiano ogni giorno la vita per raggiungere l’ospedale e lavorare. Molti medici e infermieri temono, inoltre, che l’avanzata dei carri armati israeliani possa isolare l’ospedale dal resto del sud di Gaza, e di conseguenza impedire loro di rientrare dalle loro famiglie. Per questo l’organico del nosocomio è diminuito”.

foto Unicef/El Baba

“La gente continua a morire”. Il racconto di Karim è chiaro, lucido, ma non per questo privo di dolore per ciò che vede e ciò che vive, lui sposato e padre di famiglia. La casa ridotta a un cumulo di macerie. Oggi abita con la famiglia in una tenda acquistata per 600 dollari. È felice, dice, perché così può spostarsi ogni volta in zone meno a rischio. “A Rafah – racconta Karim – oltre 1,3 milioni di persone vive ammassata dentro tendopoli di fortuna, praticamente senza acqua e servizi degni di questo nome, con poco cibo, esposta al freddo, soprattutto di notte quando le temperature si abbassano di molto. La gente vaga a piedi nelle strade, i più fortunati sopra dei carretti trainati da asini”, mezzo di trasporto molto usato a Gaza. “Durante il giorno si sentono le esplosioni di bombe che cadono spesso vicino alle tende e nei pressi dei mercati dove la gente si affolla per cercare del cibo. A ogni boato sentiamo tremare le case che sono rimaste ancora in piedi”. Poi una pausa di silenzio e riprende: “Non voglio pensare a cosa accadrà se ci sarà un attacco di terra israeliano a Rafah. Non sappiamo più dove andare, dove correre o fuggire per stare al riparo. Non sappiamo dove mettere al sicuro i nostri figli. Qui la gente continua a morire. A Gaza l’unica preoccupazione è sopravvivere”. Il bilancio delle vittime  palestinesi, secondo il Ministero della Salute di Hamas, è di oltre 29mila morti e di 69.170 feriti.

Gaza, Rafah – foto K/Sir

Ancora un veto all’Onu. Karim non ha nemmeno più la forza di imprecare contro la comunità internazionale inefficace nella sua azione diplomatica e umanitaria, incapace di fermare la guerra. Ieri sera la risoluzione araba, che chiedeva un cessate il fuoco immediato a Gaza, del Consiglio di Sicurezza dell’Onu è stata bocciata per il veto Usa. Mentre il Programma alimentare mondiale dell’Onu (Wfp/Pam) ha annunciato la sospensione delle consegne di aiuti alimentari vitali nel nord di Gaza, fino a quando le condizioni nell’enclave palestinese non consentiranno distribuzioni sicure, il rapporto “Nutrition Vulnerability and Situation Analysis – Gaza”, riferisce che il 95% delle famiglie gazawe limita i pasti e le porzioni, e il 64% delle famiglie consuma un solo pasto al giorno. Oltre il 95% delle famiglie limita la quantità di cibo degli adulti per garantire che i bambini piccoli abbiano cibo da mangiare.

foto Ansa/Sir

Aiuti insufficienti. “Nella mia zona – prosegue Karim – ci sono delle scuole che ospitano sfollati dal nord. Dai bagni fuoriescono liquami che si riversano nelle strade o almeno in quello che rimane di queste, ormai piene di buche e crateri. Si cammina tra fango e sporcizia. Molte persone, a causa di questa situazione, lamentano gastroenteriti, altri si ammalano di polmonite e febbre a causa dell’esposizione al freddo. I più esposti sono i bambini, i più piccoli non hanno nemmeno il latte”. La vita delle famiglie sfollate è impossibile: “gli aiuti umanitari non sono sufficienti e le strade sono affollate di persone che cercano di comprare cibo, verdura, frutta, latte in mercati improvvisati. Ma i prezzi sono altissimi – denuncia Karim -. È impossibile acquistare, per esempio, dello zucchero o del caffè. Un chilogrammo di zucchero può arrivare a costare fino a 20 euro. Per prenderlo le famiglie si dividono la spesa. Un chilo di caffè può arrivare a costare l’equivalente di 100 euro. Nessuno può permetterselo”. Accade così che chi si è spostato al Sud ora voglia rientrare al Nord, da dove è venuto e dove abitava nella speranza di ritrovare la propria casa in piedi o quasi. “Ma i soldati israeliani impediscono ogni spostamento. Dal Nord stanno arrivando notizie che chi è rimasto lì mangia cibo per animali”.

“Oggi a Gaza gli animali vivono meglio degli uomini – conclude Karim -. Quando finirà tutto questo? E soprattutto, come finirà? Oggi siamo vivi, ma qui si rischia di morire ogni minuto che passa”.

VISITA IL MENÙ DEL GIUBILEO

Leggi anche
Drammi umanitari

Mons. Shomali (vicario Palestina): “Coloni israeliani agiscono in un clima di quasi totale impunità”

Negli ultimi anni, gli attacchi dei coloni israeliani contro i palestinesi nella Cisgiordania occupata sono fortemente aumentati e assumono forme sempre più aggressive: incendi, assalti fisici, danneggiamenti di proprietà, uso di munizioni reali, distruzione di alberi d’ulivo e intimidazioni sistematiche. In alcuni casi, le violenze collegate ai coloni hanno portato a sfollamenti forzati, con famiglie […]

Orrore senza fine: i ‘turisti-cecchini’ di Sarajevo

Si sapeva che c’erano i cecchini a Sarajevo. Non a caso, il viale principale era stato rinominato ‘viale dei cecchini’. Quando il 12 dicembre 1992 abbiamo percorso le strade di Sarajevo, sotto assedio da diversi mesi, con don Tonino Bello, don Albino e altri 500 tra  donne e uomini disarmati, con la Marcia della pace, […]

Mediterraneo armato: alleanze, spese e potere

Nel bacino mediterraneo l’acquisto di sistemi d’arma non rappresenta solo una decisione tecnica, ma un filo che intreccia alleanze geostrategiche, politiche industriali e schieramenti militari. I dati del Sipri e l’analisi dei flussi d’importazione nei Paesi attorno al Mediterraneo mostrano come ogni contratto rifletta una scelta, un messaggio e una prospettiva di potere. Secondo l’ultimo […]
Hic et Nunc

Giovani in servizio: l’esperienza al centro notturno San Cataldo vescovo

Il Servizio diocesano per la pastorale giovanile e vocazionale, come ogni anno, promuove una proposta rivolta a giovani dai 18 anni in su: un’esperienza di servizio al centro notturno ‘San Cataldo vescovo’ di Taranto, realtà che da anni accoglie persone in difficoltà offrendo ascolto, sostegno e vicinanza concreta. L’iniziativa si terrà sabato 20 dicembre dalle […]

I risultati delle raccolte straordinarie della confraternita di Sant’Egidio per i bisognosi

Riceviamo e pubblichiamo questa nota del priore della confraternita di Sant’Egidio, Pino Lippo, sulle raccolte straordinarie di generi alimentari  nel territorio parrocchiale della Sant’Egidio al Tramontone. “Dal 15 novembre al 13 dicembre 2025 la ‘Bisaccia di Sant’Egidio’, partendo dal sagrato della parrocchia, è diventata la nostra compagna di viaggio quando ci siamo recati, e siamo […]

In San Martino, concerto della fanfara dell’Aeronautica

Martedì 16 dicembre a Martina Franca il ‘Concerto di Natale’ nella basilica di San Martino sarà tenuto dalla Fanfara del comando scuole Aeronautica Militare – 3 Regione aerea, diretto dal 1° Lgt m° Nicola Cotugno.  L’evento sarà offerto dal 16° Stormo dell’Aeronautica Militare di Martina Franca, con il patrocinio dell’amministrazione comunale. Inizio concerto, alle ore […]
Media
16 Dic 2025