Diocesi

La tradizionale festa di San Michele in località Triglie, fra Statte e Crispiano

15 Mag 2025

Sabato 17 e domenica 18 avranno luogo in località Triglie (area rurale sita tra Crispiano e Statte) i tradizionali festeggiamenti in onore di San Michele Arcangelo. La chiesa di san Michele sorge nella solitaria e silenziosa gravina di Triglie, distante dal centro abitato, ove la pianeggiante campagna coltivata diviene un tutt’uno con l’aspro paesaggio dominato da rovi e rocce. Il luogo è così denominato probabilmente per l’antica venerazione in loco della dea pagana ‘Artemide trigliantina’, con il suo andamento disegna il confine naturale tra i comuni di Crispiano e Statte. Anch’esso è stato sede di un villaggio medievale; infatti i sentieri, costeggiati da fitta vegetazione spontanea, si inerpicano lungo i costoni e conducono alla cappella rupestre di san Cipriano (o Giuliano) del XI secolo e alle grotte, che costituivano rispettivamente il luogo di culto e le abitazioni del villaggio.

La sua conformazione naturale ha da sempre consentito lungo la valle, il raccoglimento e lo scorrimento delle acque piovane. Tale peculiarità si è rivelata essere un beneficio, tanto da essere predisposto in epoca romana un sistema di cunicoli sotterranei costituenti un vero e proprio acquedotto adibito al trasporto e all’approvvigionamento idrico della zona portuale della vicina Taranto. Acqua, grotte e fitta vegetazione: elementi naturali che non solo hanno favorito nel corso dei secoli lo stanziarsi di diverse civiltà, ma rappresentano anche una prerogativa dei santuari dedicati all’Arcangelo e che difatti hanno agevolato la nascita e l’incremento del culto nella località.
Sul pianoro che sovrasta il costone più basso della gravina insiste la settecentesca cappella dedicata al Principe delle Milizie Celesti. La stessa, isolata rispetto alla masseria di cui presumibilmente in origine era pertinenza, è stata prima di proprietà della famiglia Bitetto, poi dei Blasi (Baroni di Statte) e successivamente della Famiglia Ceneviva; quest’ultima ancora oggi custodisce il bene, aprendo le porte ogniqualvolta qualcuno desideri rivolgere una preghiera all’Arcangelo.
Purtroppo non è dato sapere se la grotta posta nelle immediate vicinanze della cappella è stata mai adibita a luogo di culto. Le ridotte dimensioni della cappella e la crescente affluenza dei devoti ha reso necessario l’adeguamento in luogo di culto del corpo di fabbrica adiacente; detta costruzione, risalente alla seconda metà del XIX secolo, è essenziale nell’arredamento e nelle linee architettoniche, ha pianta rettangolare con volta a botte e lungo i lati presenta le mangiatoie che ne comprovano l’originario uso di stalla per il ricovero degli animali.
La gravina, come già detto, definisce un confine naturale tra le due città vicine, ma allo stesso tempo simboleggia il legame tra le comunità: la terza domenica di maggio, crispianesi e stattesi si ritrovano nella contrada ‘vestita a festa’ per venerare l’antica effigie in cartapesta dell’Arcangelo.

La processione, che secondo una tradizione tramandata oralmente si tiene dal 1724, avanza immersa tra l’oro del grano e il rosso delle distese di papaveri, e termina con la benedizione dei campi: in passato l’agricoltura rappresentava l’attività lavorativa principale e pertanto gli abitanti, prevalentemente contadini, invocavano l’Arcangelo affinché preservasse il raccolto dalle intemperie.

Questo il programma dei festeggiamenti:
sabato 17: alle ore 17.30 la recita del santo rosario; alle ore 18 la celebrazione eucaristica; alle ore 20 l’esibizione delle scuole di danza locali con intrattenimento musicale.

Domenica 18: ore 8.30, diana mattutina e giro della banda per le vie di Statte e di Crispiano;  ore 10.30, celebrazione eucaristica; ore 18.30, processione in contrada e benedizione dei campi; ore 19.30, celebrazione eucaristica all’aperto; ore 21,  esibizione dell’associazione musicale ‘F. Trani-Città di Montemesola’ (che accompagnerà anche la processione e farà servizio di giro)  e spettacolo pirotecnico della ditta Itria Fireworks di Martina Franca.

La festa sarà completata dalle luminarie della ditta Memmola di Francavilla Fontana, da una mostra pittorica di Antonio Caputo dal titolo ‘San Michele protettore dei campi’ e da stand enogastronomici a cura di attività commerciali locali.

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Eventi cittadini

Elezioni comunali: piazza della Democrazia. Incontro con i candidati sindaci al Tarentum

15 Mag 2025

“Il nostro essere cattolici, fermento e anima nella convivenza umana, ci impegna a vivere con grande responsabilità il momento presente. Vi invito a partecipare attivamente all’incontro con tutti i candidati-sindaci che si propongono per la nostra città”: così il vicario episcopale per il laicato mons. Paolo Oliva sollecita caldamente alla partecipazione all’iniziativa dell’ufficio per la pastorale sociale e del lavoro, diretto da don Antonio Panico, dal titolo ‘Elezioni comunali: piazza della democrazia’ concernente il dialogo con i candidati alla carica di sindaco della nostra città: Annagrazia Angolano, Pietro Bitetti, Mario Cito, Mirko Di Bello, Luca Lazzaro e Francesco Tacente (in rigoroso ordine alfabetico).
Moderatori dell’incontro saranno i colleghi Paola Casella e Alessandro Greco.
“Questa iniziativa – ha spiegato don Antonio Panico – nasce nell’alveo delle proposte che sono scaturite dall’ultima Settimana sociale dei cattolici tenutasi a Trieste e che prevedeva la riflessione sulla partecipazione per la costruzione del bene comune. Qui a Taranto abbiamo già avuto l’occasione di realizzare l’ascolto contemporaneo di tutti i candidati sindaci nelle precedenti tornate elettorali, quindi vogliamo ripetere questo esperimento dagli esiti soddisfacenti per rendere un servizio alla nostra comunità. Non si tratta ovviamente di un voler prendere parte in modo diretto alla scelta ma quanto a offrire un servizio per una scelta da parte dei singoli cittadini in modo consapevole; ascoltare tutti i candidati serve infatti ad avere un panorama più chiaro della situazione. Questo è previsto anche nel concetto di partecipazione che la Dottrina sociale della Chiesa, proposto a partire dai suoi inizi, come Paolo VI in particolare ci ha ricordato con il suo magistero”.
L’appuntamento è per domani, venerdì 16 alle ore 19.30, nell’auditorium Tarentum (parrocchia Sant’Antonio), in via Regina Elena 122.

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Eventi cittadini

A Taranto, ‘Il fantasma dell’Opera’ il musical della Garbo teatrale

Appuntamento il 17 maggio all’auditorium TaTà con la regia di Luigi De Biasi

14 Mag 2025

Andrà in scena sabato 17 (ingresso ore 20:30, sipario ore 21), all’auditorium TaTà di Taranto – via Grazia Deledda al quartiere Tamburi – Il Fantasma dell’Opera, il celebre musical tratto dall’opera di Andrew Lloyd Webber ed ispirato all’omonimo romanzo di Gaston Leroux, a cura dell’aps Garbo Teatrale.
Un’occasione imperdibile per vivere le emozioni, i misteri e le melodie intramontabili che hanno reso questo spettacolo un’icona mondiale del teatro musicale.

Tra le quinte dell’Opéra di Parigi si cela una presenza enigmatica e inquietante: un musicista geniale e tormentato, che vive nascosto nelle profondità del teatro e che tutti conoscono come il Fantasma dell’Opera. La sua ossessione per la giovane soprano Christine Daaé lo conduce a un intreccio di passioni, gelosie e colpi di scena, in un’atmosfera sospesa tra romanticismo e oscurità. Il pubblico sarà trascinato in una storia potente, resa ancora più avvolgente da musiche memorabili e scenografie suggestive.

Nel cast: Luigi De Biasi (Fantasma dell’Opera), Fabiana Romanelli (Christine Daaé), Francesco Mitolo (Raoul De Chagny), Grazia Maremonti (Carlotta Giudicelli), Donato Moretti (Gilles André), Fabrizio Tarantino (Richard Firmin), Grazia Rizzi (Madame Giry), Cosimo Eramo (Ubaldo Piangi), Antonio Cardea (Maestro Reyer), Francesco Petrafesa (Joseph Buquet) e Giuseppe Moretti.

Uno spettacolo da non perdere per gli amanti del musical e per chi vuole vivere un’esperienza teatrale coinvolgente.

Per info e prenotazioni: 392/3096037.

 

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Diocesi

La fraternità per costruire la democrazia

Si è svolto martedì 13 maggio, nella parrocchia San Roberto Bellarmino, il sesto appuntamento del corso di formazione intitolato “I Cristiani nel mondo, pellegrini di speranza”

foto Sir
14 Mag 2025

di Lorenzo Musmeci

L’ufficio diocesano Cultura ha recentemente proposto il sesto appuntamento del corso di formazione intitolato “I Cristiani nel mondo, pellegrini di speranza”.
L’appuntamento sul tema “La fraternità, per costruire la democrazia”, si è svolto martedì 13 maggio, nella parrocchia S. Roberto Bellarmino. Gli incontri sono curati da don Antonio Rubino, vicario episcopale per la Cultura, e sono guidati dal prof. Lino Prenna, docente universitario.

La fraternità, per costruire la democrazia
Come ha ricordato il prof. Prenna in apertura, “la democrazia è un progetto incompiuto e rinvia a un’espressione cara a Bergoglio, cioè costruire il popolo, popolo che è volto umano della città e soggetto di legittimazione della democrazia. Per altro, in riferimento alla nostra costituzione, il popolo è la sede originaria del potere e la democrazia è il governo del popolo. Quindi parliamo di costruire un popolo, cioè costruire una storia”.

La fraternità come promessa mancata della modernità
Citando una lettera di Bergoglio al presidente della Pontificia Accademia per la vita del 2019, il relatore ha affermato che: “Dobbiamo riconoscere che la fraternità rimane la promessa mancata della modernità”. È stato necessario, allora, chiarire il concetto di modernità: “La modernità è il passaggio dalla razionalità filosofica a quella scientifica, dal primato del pensiero metafisico a quello del pensiero debole (come dirà Vattimo sulla scorta di Heidegger), cioè il passaggio a una stagione  nella quale la gerarchia tradizionale degli oggetti di studio (Dio, uomo, natura) si inverte (natura, uomo, Dio); è la visione aristotelica, tomistica e paolina, dal visibile si sale all’invisibile.
La Rivoluzione francese aveva proposto il trinomio: libertà, uguaglianza e fraternità. La constatazione che ne consegue è che, se si è sviluppata molto la libertà e in parte anche l’uguaglianza, è stata del tutto trascurata la fraternità. È una promessa mancata perché la fraternità non è arrivata. La crisi della democrazia, per la mancata realizzazione della fraternità del popolo, è dovuta al fatto che la libertà (i diritti di libertà) ha prevalso sull’uguaglianza (i doveri di uguaglianza).  La stagione dei doveri, ricercata anche da Aldo Moro, fa fatica a svilupparsi”.

La parabola del buon Samaritano

Lo stile di papa Francesco, sempre allergico a ogni rigida definizione, lo porta a descrivere la fraternità attraverso la parabola del Buon Samaritano: “Quelli che passano e che vanno oltre, gli uomini di chiesa, pensano al loro ruolo istituzionale, che li sottrae da un servizio doveroso. Il samaritano, che era uno straniero se non un pagano, cambia il suo percorso, si ferma e cerca di lenire le ferite dell’uomo, portandolo in ospedale e chiedendo di curarlo, dicendo che poi avrebbe pagato lui. Così è facile capire che cosa è la fraternità”.

Tra fraternità e solidarietà

Strettamente connesso al tema della fraternità e quello della solidarietà. Il prof Prenna ha suggerito che: “La migliore definizione di solidarietà è presente nella lettera enciclica “Sollicitudo rei socialis” di Papa Giovanni Paolo II, al paragrafo 38: la solidarietà non è un sentimento di vaga compassione o di superficiale intenerimento per i mali di tante persone, vicine o lontane. Al contrario, è la determinazione ferma e perseverante di impegnarsi per il bene comune: ossia per il bene di tutti e di ciascuno perché tutti siamo veramente responsabili di tutti”.

L’enciclica Fratelli tutti

Con questa prospettiva, papa Francesco, nella lettera enciclica Fratelli tutti, nel capitolo terzo “Pensare e generare un mondo aperto”, affronta il tema della fraternità. Come ha affermato il prof. Prenna: “La fraternità non è solo integrativa della libertà e dell’uguaglianza, ma propulsiva e promotrice”.
Le ultime battute sono servite a spiegare la differenza tra il pensiero di Leone XIII, espresso nell’enciclica Rerum Novarum e quello di Francesco, della Fratelli tutti. Se il primo era stato perentorio sul diritto alla proprietà privata, il secondo “afferma che il diritto alla proprietà privata non è assoluto. Il magistero sociale della Chiesa si sviluppa e il diritto alla proprietà passa dall’essere un diritto primario a essere un diritto secondario. È di primaria importanza, invece, la destinazione comune dei beni”. E, per citare le parole di Bergoglio, al paragrafo 120 della sua enciclica: ricordo che «la tradizione cristiana non ha mai riconosciuto come assoluto o intoccabile il diritto alla proprietà privata, e ha messo in risalto la funzione sociale di qualunque forma di proprietà privata». Il principio dell’uso comune dei beni creati per tutti è il «primo principio di tutto l’ordinamento etico-sociale», è un diritto naturale, originario e prioritario.

Il prossimo incontro

Il prof. Prenna ha concluso annunciando che il prossimo incontro, l’ultimo del corso di formazione di quest’anno pastorale, tratterà il tema: La speranza cristiana, per il futuro dei popoli. L’appuntamento è per martedì 3 giugno, con inizio alle ore 18.30 e ingresso da corso Italia, nell’auditorium parrocchiale.
Il convegno finale
del corso di formazione avrà l’onore di ospitare S. E. mons. Ciro Miniero, il quale interverrà con una relazione sul tema della speranza cristiana.

Per qualunque informazione si rimanda al sito dell’ufficio di pastorale della Cultura: http://cultura.diocesi.taranto.it/

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Diocesi

Taranto5: ottant’anni di scoutismo

14 Mag 2025

di Anna Mannara

Ottanta candeline rappresentano sicuramente un bel traguardo e tante, quest’anno, sono quelle spente dal nostro gruppo scout, il Taranto5 della parrocchia del Carmine in Taranto.
Tutto cominciò nel lontano 1945, quando il nostro amato presidente Gino Lepore, tornato dalla prigionia della guerra, decise di tenere fede ad una promessa fatta al Signore: dedicare la sua vita ai giovani. Da allora, schiere di bambini e ragazzi, divenuti ormai uomini e donne sono passate dalla nostra associazione, hanno indossato quel fazzolettone giallo e blu testimone di mille avventure ma soprattutto hanno posto alla base della propria vita i valori e gli insegnamenti che lo scoutismo ha donato loro anche fuori dalle mura associative.
In questi ottant’anni l’azione educativa del nostro gruppo nella formazione cristiana, personale e sociale di bambini e ragazzi, coordinata e condivisa con i nostri assistenti ecclesiastici, non si è mai fermata ed è arrivata fino a noi, custodi di questa ricchezza: ad oggi infatti il nostro gruppo conta 142 associati a partire dagli otto anni.

In accordo con il nostro assistente ecclesiastico e parroco del Carmine, mons. Marco Gerardo, abbiamo voluto fortemente rendere grazie al Signore per il grande dono che ci ha fatto in questi anni: Egli ha tracciato per noi strade e sentieri non sempre facili da percorrere, chiedendoci di continuare ad andare controcorrente, gettando il cuore oltre l’ostacolo e soprattutto perseverando nel Servizio come strumento tangibile di amore, accoglienza e gratuità.
Per questo, sabato 3 maggio, abbiamo celebrato nella nostra parrocchia la santa messa di ringraziamento con il rinnovo della ‘promessa scout’ ed a seguire abbiamo vissuto un intenso momento di fraternità a tema ‘fuoco di bivacco’.
Siamo partiti dal passato guardando alle nostre radici, siamo arrivati al presente caratterizzato dalla gioia dirompente dei nostri lupetti, dalla spensieratezza dei nostri esploratori e guide, dalla testimonianza dei nostri rover e scolte con uno sguardo rivolto al futuro, sicuri che la proposta scout continuerà ad essere sempre valida nei suoi valori più profondi.
Abbiamo avuto il piacere di poter condividere questi due importanti momenti nella ‘nostra casa’ insieme ai vecchi scout che hanno accolto con entusiasmo il nostro invito, con altri assistenti ecclesiastici che hanno condiviso con noi in passato un pezzo di strada, con il responsabile di zona Marcello Manno ed altri gruppi scout della zona Taranto e non sono mancate le altre realtà con cui condividiamo quotidianamente la nostra vita parrocchiale.

Non servono grandi parole per descrivere la giostra di emozioni che ha fatto da cornice a questi festeggiamenti.
Serbiamo nel cuore il ricordo degli occhi lucidi alla vista di vecchie foto dense di memoria dei fazzolettoni al vento sulle note dei canti che più ci rappresentano, suonati dalla nostra splendida orchestra scout e gli abbracci sinceri che non chiedono parole ma bastano a fermare le emozioni nella parte più intima dei cuori, segnando un’altra indimenticabile tappa del nostro cammino.

 

*capogruppo scout

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Veglia di preghiera

Venerdì 16, veglia di preghiera per le vocazioni

14 Mag 2025

Venerdì 16 maggio alle ore 20 nel seminario arcivescovile di Poggio Galeso (quartiere Paolo VI) l’arcivescovo mons. Ciro Miniero presiederà la veglia di preghiera per le vocazioni intitolata ‘Pellegrini di Speranza, il dono della vita’, a cura del centro diocesano per le vocazioni (direttore, don Francesco Maranò).
Sono invitati a partecipare tutte le comunità parrocchiali, i sacerdoti, i religiosi, le religiose, i movimenti, le associazioni, i giovani delle nostre realtà. Per questi ultimi è aperto un contest: ogni gruppo giovanile delle comunità parrocchiali potrà far pervenire il video di un flash mob (di massimo 3 minuti) sul tema ‘Pellegrini di speranza: il dono della vita’. Il contenuto dovrà essere pubblicato sui social taggando la pagina instagram @seminarioditaranto. Il video dovrà essere inviato tramite whatsapp al recapito telefonico 3287724556 (don Francesco Manisi).
Il 16 maggio, dopo la veglia di preghiera, l’arcivescovo premierà i video più belli.

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Giubileo2025 in diocesi

Giornata diocesana giubilare del ministrante: una festa di fede e fraternità

14 Mag 2025

di Francesco Mànisi

Domenica 11 maggio, nella quarta domenica di Pasqua, dedicata alla preghiera per le vocazioni, la cattedrale di San Cataldo ha accolto nella gioia la Giornata giubilare del ministrante, un appuntamento atteso vissuto all’insegna della fede, della fraternità e del servizio, che ha riunito oltre un centinaio di bambini, ragazzi e giovani ministranti provenienti da numerose parrocchie dell’arcidiocesi.

La mattinata ha avuto inizio nei campetti della chiesa di San Giuseppe, dove i partecipanti si sono ritrovati accolti dal calore e dall’entusiasmo degli animatori salesiani che hanno guidato un primo momento di animazione musicale, creando da subito un clima di festa e condivisione.

A seguire, mons. Emanuele Ferro, parroco della cattedrale, ha offerto una riflessione sul significato profondo del Giubileo e del pellegrinaggio, aiutando i presenti a comprendere l’importanza del cammino verso la Porta Santa come segno di conversione e rinnovamento spirituale.

Indossando la propria veste liturgica, i ministranti hanno poi formato un lungo e ordinato corteo, aperto dal crocifisso e, cantando e pregando, si sono mossi verso la cattedrale dove ad attenderli vi era l’arcivescovo mons. Ciro Miniero. Con emozione, insieme a lui, i ragazzi hanno varcato la porta giubilare, gesto centrale di questa giornata di grazia.

Alle ore 10 l’assemblea ha partecipato alla santa messa, presieduta dall’arcivescovo e animata dai dolci canti del coro dei fanciulli della cattedrale, che hanno contribuito a rendere ancora più sentita e partecipata la celebrazione eucaristica.

Successivamente  i ministranti sono tornati nella parrocchia di San Giuseppe per un secondo momento di fraternità fatto di giochi, animazione e ascolto di testimonianze vocazionali, pensati per le diverse fasce d’età. I più piccoli (6-9 anni) hanno incontrato Andrea Pistoia, giovane in discernimento vocazionale nella comunità delle Figlie di Maria Ausiliatrice di Fragagnano. I ragazzi tra i 10 e i 15 anni hanno invece ascoltato la testimonianza di Giancarlo Blaco, ministro straordinario dell’Eucaristia e responsabile del gruppo ministranti della parrocchia Santa Maria Goretti di Crispiano. I giovani dai 15 ai 30 anni, infine, hanno dialogato con don Giuseppe Basile, vicario parrocchiale allo Spirito Santo di Taranto, da poco ordinato sacerdote.

È stata una giornata intensa, ricca di contenuti spirituali ed esperienze di vita, che ha rafforzato nei giovani ministranti il senso della loro chiamata al servizio liturgico e alla vita di comunità, in un evento che ha testimoniato, ancora una volta, la bellezza della Chiesa giovane e serva, capace di camminare unita sulle vie della fede.

Così si è espresso don Francesco Maranò, direttore del centro diocesano per le vocazioni e organizzatore dell’evento: “A voi ministranti, in particolare, rivolgo un invito: non abbiate paura di domandarvi cosa il Signore sogna per voi. Non siate spettatori della vostra vita, ma protagonisti! Camminiamo insieme, come comunità vocazionale, e affidiamoci a Maria, la Madre che ha custodito la chiamata con cuore libero e obbediente”.

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Leone XIV

Uno sguardo sulla libertà di stampa nel mondo, dopo le parole di papa Leone

Oltre 550 giornalisti incarcerati, 124 uccisi e 95 scomparsi solo nel 2024: la repressione della stampa dilaga tra regimi autoritari e zone di conflitto

ph Regimenti-Sir
13 Mag 2025

di Andrea Regimenti

“Permettetemi allora di ribadire oggi la solidarietà della Chiesa ai giornalisti incarcerati per aver cercato di raccontare la verità, e con queste parole anche chiederne la liberazione di questi giornalisti incarcerati. La Chiesa riconosce in questi testimoni – penso a coloro che raccontano la guerra anche a costo della vita – il coraggio di chi difende la dignità, la giustizia e il diritto dei popoli a essere informati, perché solo i popoli informati possono fare scelte libere. La sofferenza di questi giornalisti imprigionati interpella la coscienza delle Nazioni e della comunità internazionale, richiamando tutti noi a custodire il bene prezioso della libertà di espressione e di stampa”: le parole pronunciate da papa Leone XIV nel suo incontro con gli operatori della comunicazione hanno riacceso i riflettori sul problema della libertà di stampa che, nel panorama globale contemporaneo, è sempre più minacciata da fattori esterni che ne compromettono l’esercizio in numerosi paesi. L’anno 2024 ha mostrato, ancora una volta, quanto il giornalismo indipendente venga ostacolato da regimi autoritari, conflitti armati, violenza politica e repressioni sistematiche. Secondo i dati forniti da organizzazioni internazionali come il Committee to protect journalists (Cpj) e Reporter senza frontiere (Rsf), oltre 550 giornalisti sono stati incarcerati nel 2024, con un aumento del 7% rispetto all’anno precedente. Il numero di giornalisti uccisi ha raggiunto 124, il dato più alto dal 2007, con una parte significativa di queste vittime coinvolte in conflitti, come quello tra Israele e Gaza, che ha visto la morte di 85 cronisti. Inoltre, la preoccupante cifra di 95 giornalisti scomparsi mette in luce la crescente gravità della situazione. Le regioni più colpite da queste violazioni sono l’Asia e il Medio Oriente, con paesi come la Cina, il Myanmar, l’Iran, e la Turchia che detengono il maggior numero di giornalisti imprigionati. Questi dati evidenziano l’urgenza di difendere il diritto a una stampa libera, capace di informare senza timori di censura o ritorsioni violente.

 

Giornalisti incarcerati (2024-2025)

Il numero di giornalisti incarcerati nel mondo è rimasto elevato nel 2024/25. Secondo il Cpj, sono stati censiti 361 giornalisti detenuti al 1° dicembre 2024, il secondo valore più alto di sempre. Reporter Senza Frontiere stima il totale a 550 giornalisti incarcerati, con un aumento del 7% rispetto al 2023.

I principali “carcerieri” a livello globale sono paesi con regimi autoritari, che giustificano le incarcerazioni con accuse di reati generici, come “anti-stato” o terrorismo. Le regioni più colpite sono:

  • Asia: 111 detenuti (circa il 30% del totale)
  • Medio Oriente/Nord Africa: 108 detenuti (molti in Israele e nei territori palestinesi)

 

Paesi con il maggior numero di giornalisti incarcerati:

  • Cina: 124 detenuti (11 a Hong Kong)
  • Myanmar: 61 detenuti
  • Iran: 49 detenuti
  • Turchia: 37 detenuti
  • Arabia Saudita: 29 detenuti
  • Russia: 25 detenuti
  • Egitto: 21 detenuti
  • Etiopia: 18 detenuti
  • Afghanistan: 15 detenuti
  • Bielorussia: 12 detenuti

 

Giornalisti uccisi (2024-2025)

Il 2024 ha visto un aumento significativo degli omicidi di giornalisti. Il Cpj ha registrato 124 giornalisti uccisi, il numero più alto dal 2007. La maggior parte delle vittime è stata coinvolta in conflitti armati, in particolare durante la guerra tra Israele e Gaza, dove sono stati uccisi 85 giornalisti.

Altri Paesi con un alto numero di vittime sono:

  • Siria: 9 uccisi
  • Ucraina: 6 uccisi
  • Messico: 5 uccisi (la violenza da parte della criminalità organizzata e le mafie continuano a minacciare la sicurezza dei reporter)
  • Sudan: 6 uccisi
  • Pakistan: 6 uccisi
  • Iraq: 3 uccisi
  • Myanmar: 3 uccisi
  • Afghanistan: 2 uccisi

 

Distribuzione geografica degli omicidi di giornalisti (2024):

  • Israele-Gaza: 85 giornalisti uccisi
  • Siria: 9 uccisi
  • Ucraina: 6 uccisi
  • Messico: 5 uccisi
  • Sudan: 6 uccisi
  • Pakistan: 6 uccisi
  • Iraq: 3 uccisi
  • Myanmar: 3 uccisi
  • Afghanistan: 2 uccisi

 

Giornalisti scomparsi (2024-2025)

Il numero di giornalisti scomparsi continua a essere una preoccupazione crescente. Rsf segnala che sono 95 i giornalisti attualmente dispersi, con casi noti in paesi in guerra e sotto regimi autoritari. Le sparizioni avvengono principalmente in:

  • Siria: 22 scomparsi
  • Yemen: 15 scomparsi
  • Iraq: 13 scomparsi
  • Messico: 12 scomparsi
  • Afghanistan: 8 scomparsi
  • Nigeria: 7 scomparsi
  • Colombia: 5 scomparsi
  • Pakistan: 5 scomparsi

Molti di questi giornalisti sono rapiti da forze governative o gruppi paramilitari. Tra i casi più emblematici ci sono le sparizioni di giornalisti come Austin Tice e Bashar Fahmi, che non sono mai stati ritrovati dopo essere stati sequestrati in Siria nel 2012.

 

Aree geografiche più pericolose per i giornalisti

Le regioni più pericolose per i giornalisti nel 2024 sono state:

  • Medio Oriente e Nord Africa:
    • Questa è la regione più rischiosa per i giornalisti, con il maggior numero di omicidi e scomparsi. Le guerre in Siria, Iraq, e Yemen sono le principali cause di tale pericolo. Inoltre, in paesi come l’Egitto e l’Iran, la repressione dei giornalisti indipendenti continua a crescere.
  • Asia:
    • L’Asia continua a essere un’area ad alto rischio, con regimi autoritari che esercitano un controllo stretto sui media. La Cina ha il più alto numero di giornalisti incarcerati, seguita dal Myanmar e dal Vietnam.
  • America Latina:
    • Paesi come il Messico rimangono tra i più pericolosi al mondo per i giornalisti, con minacce costanti da parte della criminalità organizzata. Inoltre, in paesi come Colombia e Venezuela, l’ostilità verso la stampa indipendente è aumentata notevolmente.
  • Africa Sub-Sahariana:
    • Nonostante una minore detenzione formale, la stampa in Africa sub-sahariana è frequentemente ostacolata da censura e violenza, come dimostrato dai conflitti in Sudan e Somalia.

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Fede & cultura

San Pasquale Baylon: una serata dedicata al ‘Cantico di Frate Sole’

13 Mag 2025

Per la rassegna ‘ConTatto con l’Arte’, mercoledì 14 alle ore 20 nella chiesa di San Pasquale Baylon, a Taranto, si terrà una serata intitolata ‘Per quelli ke perdonano per lo Tuo amore: il Cantico di Frate Sole’. In programma gli interventi di: fra Francesco Zecca (‘Il Perdono nel Cantico’), Michele Bramo (Reading su ‘Come santo Francesco purificò il lupo col popolo di Agobbio’), Alessandra Cotugno (‘San Francesco e il lupo nell’arte’), Michele Bramo (Reading su ‘Come santo Francesco convertì tre ladroni micidiali e fecionsi frati’), Alessandra Cotugno (‘San Francesco e i Briganti,una lettura artistica’). Introduce e dialoga, Noemi Tripaldi; l’accompagnamento musicale sarà a cura di fra Gabriele Graniello.

L’iniziativa è parte del percorso esperienziale di storia, arte e spiritualità ‘Lux in tenebris’ a cura di: parrocchia di San Pasquale, pinacoteca-museo Sant’Egidio e associazione ‘ConTatto’, in un progetto finanziato dalla Regione Puglia con risorse statali del Ministero del lavoro e delle politiche sociali.

 

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Giubileo2025

Sabato 17, il Giubileo dello sport

13 Mag 2025

di Angelo Diofano

Si celebrerà sabato 17 maggio il Giubileo dello sport dal titolo ‘Camminano insieme: sport e speranza’, a cura dell’ufficio diocesano per la pastorale del Tempo libero, sport e turismo, di cui è direttore mons. Gino Romanazzi. Il programma prevede alle ore 9 il raduno in piazza Garibaldi a Taranto delle associazioni di ispirazione cristiana e delle società sportive affiliate al Coni, ricadenti nel territorio della diocesi.
Il pellegrinaggio giubilare muoverà verso la basilica cattedrale di San Cataldo percorrendo via Matteotti, ponte girevole, piazza Castello e via Duomo.
Giunti in Cattedrale, alle ore 10.30, dopo che i rappresentanti delle varie realtà associative deporranno davanti all’area presbiteriale i simboli delle rispettive pratiche sportive (pallone da calcio, da basket, racchette da tennis ecc), inizierà la celebrazione della Liturgia della Parola con l’omelia, presieduta dall’arcivescovo mons. Ciro Miniero. Dopo il rito in chiesa, in piazza Duomo, ci sarà un momento di gioia.

La giornata giubilare dello sport, nella sua operatività, si svolge con il coordinamento tecnico dell’ing. Felice Zicari, collaboratore dell’ufficio diocesano per la pastorale del Tempo libero, sport e turismo nonché delegato nazionale della Fip (Federazione italiana pallacanestro) e presidente della Santa Rita basket Taranto, che così ha dichiarato: “Sarà un momento molto forte per quanti praticano attività sportive, per manifestare la propria fede nell’incontro con Gesù Cristo. In questo cammino giubilare verrà ribadita l’importanza dello sport che ha il compito di educare ad amare la vita. Lo sport è a servizio dell’uomo e non il contrario, la persona viene educata alla fraternità, all’inclusione, alla comunione, alla tolleranza e alla tutela dei più deboli”.

Dal canto suo, mons. Romanazzi ha così commentato: “Lo sport permette a ogni uomo di condividere la fatica di un allenamento e la bellezza dell’azione sportiva. Lo sport educa a mettersi in relazione con l’altro. In quest’anno giubilare, in cui tante realtà ecclesiali si stanno recando a Roma per vivere e manifestare appieno la loro appartenenza alla Chiesa universale, ci è sembrato opportuno di proporre anche a livello diocesano il Giubileo dello sport, aperto a tutte le realtà associative locali. Ci si sta preparando all’appuntamento con grande gioia, affinché questo pellegrinaggio giubilare sia segno della vita stessa, che è movimento. La vita è sostenuta e accompagnata da Gesù Cristo, vivo e presente nel nostro cammino”.

 

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Eventi culturali in città

Ma cos’è questa “cultura”? Lo svela l’ultimo “Quaderno dell’Arengo”, presentato nella biblioteca Acclavio

13 Mag 2025

di Silvano Trevisani

Quanto incide la cultura sulla società e specificamente in una realtà come quella di Taranto? È la domanda che riecheggia da un po’ di tempo, soprattutto in occasione di eventi che si svolgono in città. È la stessa domanda che si è sostanziata in occasione della presentazione del numero 18 della rivista “I Quaderni dell’Arengo”, svoltasi nella biblioteca Acclavio. Una rivista fondata, ormai da oltre mezzo secolo, da Paolo De Stefano, e che è curata dal Centro studi di Italianistica. Nata con l’intenzione di fondere l’interesse della scuola, specificamente dell’istruzione classica, con quello del mondo culturale esterno, la rivista è una delle poche realtà editoriali del genere, sopravvissuta alla crisi dell’editoria di settore. Una condizione dovuta, questa, oltre che allo sforzo e all’impegno di operatori e collaboratori, anche al contributo economico, di fratto indispensabile, della Banca di credito cooperativo di San Marzano, che consente all’editore Scorpione di mantenere con regolarità l’appuntamento editoriale.

L’argomento monografico dell’ultimo “Quaderno” del 2024 era “La cultura”, e ha rappresentato un’occasione per stimolare i numerosi collaboratori che hanno accettato l’invito della direzione ad allargare il proprio sguardo. Se n’è discusso approfonditamente in occasione della presentazione svoltasi nel salone della Acclavio, che si è aperta e chiusa nel segno di Paolo De Stefano, che alla sua veneranda età continua a essere promotore e animatore della rivista, al punto da essere già in grado di indicare il tema del prossimo volume che sarà “Il Rinascimento”.

L’incontro è stato introdotto da Mario Guadagnolo, tra l’altro direttore del Mudit, che figura tra l’altro nel novero dei 32 studiosi che hanno partecipato con i loro saggi, e che ha reso omaggio a un progetto così importante e al suo fautore per il quale sarà proposta un nuovo riconoscimento che il comitato scientifico del Mudit vuole proporre all’attenzione della prossima giunta comunale: il “Decus patriae”. Tra l’altro i professori Aldo Luisi e Domenico Lassandro hanno dato lettura di una epigrafe scritta in latino dedicata a De Stefano.

Sono intervenuti: Mario Lazzarini, José Minervini e Alberto Altamura. Lazzarini, segretario di redazione della rivista, collegatosi a distanza ha ripercorso i tratti dell’ormai lunghissimo itinerario compiuto dall’”Arengo”, sottolineandone le caratteristiche e l’evoluzione, da quaderno di funzione prettamente didattica a rivista letteraria. José Minervini ha annunciato la proposta, approvata dal direttivo della Dante Alighieri, da lei presieduto, di chiedere per De Stefano l’attribuzione della cittadinanza onoraria. Da sempre vicina alla rivista, la professoressa ha sottolineato come ognuno degli autori che hanno contribuito all’edizione 2024 dell’”Arengo” abbia saputo proporre dei modelli culturali importanti e durevoli, in un percorso che diventa patrimonio comune. Alberto Altamura, che è componente del comitato scientifico e di redazione, ha evidenziato l’ampiezza e la varietà delle materie trattate, tutte a partire dal concetto di cultura, sottolineandone alcune.

Ha concluso l’incontro, Paolo De Stefano, che ha ringraziato visibilmente commosso. Ideatore e direttore della rivista, fortemente voluta sin dal momento del suo insediamento alla presidenza del liceo classico “Quinto Ennio”, che ha voluto ricordare, De Stefano ha ricordato come la scelta del nome, “l’Arengo” sia un omaggio affettivo e culturale a Giovanni Pascoli e ha annunciato che il tema del prossimo numero monografico della rivista, che continua a raccogliere consensi, avendo superato il cinquantesimo anno di vita, sarà, come detto “Il Rinascimento”.

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