Lunedì prossimo, 9 giugno, Taranto avrà il suo nuovo sindaco. Al termine di una compagna elettorale che si è rivelata nella sua asprezza soprattutto agli addetti ai lavori, gli elettori saranno chiamati a scegliere tra Piero Bitetti e Francesco Tacente. Il primo è espressione del centrosinistra, sul quale dovrebbero convergere, ora, i voti del Movimento 5Stelle. Il secondo guida una coalizione di liste civiche che al ballottaggio godranno dell’apparentamento del centrodestra che, dopo essersi diviso, ora ritrova la sua compattezza. A conti fatti, facendo cioè riferimento ai dati del primo turno, il complesso dei voti risulterebbe abbastanza in equilibrio, ma con il centrosinistra in vantaggio. Ma quello che accadrà dipenderà da alcune variabili abbastanza chiare: l’affluenza degli elettori che storicamente al secondo turno si dimezza; il ruolo attrattivo che potranno esercitare i referendum; la tenuta delle coalizioni dopo l’apparentamento nel centrodestra e le convergenze nel centrosinistra.
Ma c’è anche da rilevare l’asprezza dello scontro tra le parti, che non hanno mancato di sottolineare con parole anche molto forti, quelli che sembrano punti deboli, presenze strane e cambi di casacca nei due schieramenti. Fattori che, come accennavamo all’inizio, si acutizzano tra addetti ai lavori e organi di informazione ma che, tutto sommato, sono abbastanza scontati e lo erano anche alla vigilia. Del resto, quelli che possono apparire come punti deboli da un certo punto di vista, possono mostrarsi elementi di forza (numericamente), cambiando le prospettive. Che in politica non sono mai scontate!
Da parte nostra, proviamo, a chiusura della campagna elettorale, a mettere a confronto i due candidati sindaco, rivolgendo loro alcune domande. Cercheremo di essere moderatamente insidiosi, facendoci carico di interrogativi che gli elettori si stanno ponendo in queste ora, senza avere la presunzione di formare profili esaurienti. Iniziamo con Piero Bitetti, che è risultato il più suffragato al primo turno.
PIERO BITETTI
Cos’è cambiato in questa appendice di campagna elettorale che precede il ballottaggio, dopo i risultati del primo turno?
Mi pare evidente che sia montato un clima di odio e di violenza verbale di cui la città non aveva certo bisogno. Fatto anche di insulti, anche personali, e insinuazioni che non appartengono alla politica con la “p” maiuscola. Mentre si doveva parlare di programmi e proposte per la città
Effettivamente il clima si è un po’ acceso. Lei riferisce, senza dubbio, anche alla accuse di incoerenza rivolte a lei personalmente.
Sì. Accuse per altro infondate e che si riferiscono ai miei esordi. Come ho avuto modo di spiegare, quando lasciai la divisa di ufficiale di Marina, accettai di aderire alla Lega di azione meridionale, perché era un argine allo sfascismo portato dalla Lega Nord. Finita quella esperienza accettai la candidatura di matrice popolare, offertami da Florido e con lui transitai nel Pd veltroniano dove sono sempre rimasto e nel quale milito da molti anni.
Ma i suoi avversari rimarcano anche il peso “strumentale” dato da voi agli interventi di Salvini e Vannacci.
…Che si sono qualificati da soli. Si tratta dei vertici di un partito che comunque appoggia il mio avversario e che hanno usato toni violenti e spesso sarcastici e offensivi. Con tutto ciò, io ho sempre raccomandato ai miei di usare toni rasserenanti, anche nei confronti di candidati “impresentabili” che sono nelle liste avversarie, e che prima hanno tentato di candidarsi con me. Perché la città ha bisogno di serenità e di pace costruttiva.
Ma, chiarite le rivalità, per quali motivi chiede i voti ai tarantini?
Per il programma ampiamente evolutivo e condiviso, per la competenza mia personale e di molti dei rappresentanti che hanno riscosso l’adesione di tanti elettori. Puntiamo a uno sviluppo armonico e a una pacificazione della città, dopo anni di personalismi e una conduzione fallimentare dei programmi e dei settori cittadini.
Con i 5Stelle avete raggiunto un accordo di convergenza, ma senza apparentamento al ballottaggio. Non sarà limitativo?
Assolutamente no. Noi siamo grati al movimento per aver approvato il nostro programma politico, che per altro ha molti punti in comune, e di aver garantito il loro appoggio, che non fa leva sui posti in Consiglio comunale ma sulla collaborazione politica. E non è cosa da sottovalutare.
E del referendum cosa pensa? Potrà influire anche sulla partecipazione al voto degli elettori?
I referendum rappresentano un momento di lotta per la civiltà democratica. Il mio appello agli elettori è di andare a votare. Mi auguro che, in controtendenza con quanto avviene di solito, ci sia un’ampia partecipazione, sia al ballottaggio che ai referendum, che è sempre un atto di fiducia nella democrazia.
FRANCESCO TACENTE
Anche a lei chiediamo: cos’è cambiato in questa appendice di campagna elettorale che precede il ballottaggio, dopo i risultati del primo turno?
Noi abbiamo registrato un apparentamento ufficiale con il centrodestra. Ecco cosa è cambiato per noi. Quello che presentiamo, quindi, è un ampio schieramento che unisce i moderati, Forza Italia e le destre in un unico progetto, che trova tutti concordi.
Il clima di confronto si è surriscaldato, negli ultimi giorni, con accuse reciproche.
Purtroppo è così. Dà un po’ fastidio che le accuse provengano da uno schieramento guidato da un candidato che in meno di 30 anni è passato da un po’ tutti i partiti.
Che a sua volta rimarca la presenza nelle vostre listi di molti reduci dalla giunta Melucci. Alcuni provenienti da sinistra.
Giunta Melucci che lui ha sostenuto e fatto cadere ben due volte. E che non guarda alle strane liste che lo sostengono, come quella di una certa Democrazia cristiana.
Ma, precisati e accantonati i motivi di scontro, quali sono i punti qualificanti della sua candidatura?
Il primo e più importante punto è la proposta di cambiamento che avanziamo, un’alternativa al centrosinistra che da venti anni governa la città, in modo tutt’altro che positivo. Un cambiamento che posso testimoniare direttamente, avendo guidato il Ctp, che fa capo a 24 Comuni della Provincia, e che ho portato al risanamento, facendo registrare un utile di tre milioni e rinnovando il parco macchine. Io provengo dal mondo cattolico e ho avuto occasioni di impegno nelle strutture e nel volontariato. Come coalizione, puntiamo a una città accogliente e sostenibile, che sia ospitale innanzi tutto con i suoi cittadini, quindi con i turisti.
L’apparentamento con il centrodestra, che era fiero avversario al primo turno, non comporterà un qualche cambiamento di strategia?
La strategia che ci unisce è quella della condivisione e della collegialità. Abbiamo registrato una convergenza significativa sugli obiettivi e un’identità di vedute sulla costruzione di una Taranto finalmente al passo coi tempi. La compattezza raggiunta ci premierà.
E sul referendum qual è il suo giudizio? E pensa che potrà avere un’influenza sulla partecipazione degli elettori, il cui numero di solito al ballottaggio cala vistosamente?
Io mi auguro e penso che gli elettori non diserteranno le urne per questo appuntamento decisivo per il futuro della città. Per quanto riguarda, poi, la consultazione referendaria, la mia estrazione civica mi porta a distinguere un orientamento personale al voto come partecipazione, e un affidamento convinto alla libertà di coscienza degli elettori, senza che siano gli ideologismi a suggellare gli orientamenti.